Iguodala in fase di atterraggio dopo una schiacciata…
Ladies and gentlemen: Andre Iguodala!
Premetto: non sono un tifoso dei Sixers, ma amo il basket in ogni suo singolo, spettacolare aspetto. Uno di questi, indubbiamente, è il ragazzo di Springfield, Illinois, che nella sua terza stagione nella Lega sta facendo vedere cose troppo importanti per passare inosservate a lungo.
Ma partiamo dal principio.
Andre nasce nella piccola Springfield, capitale dell'Illinois, la città dove mosse i primi passi della sua carriera politica nientemeno che Abramo Lincoln. Qui dove ogni cento metri c'è qualcosa che porta il suo nome, il giovane Iggy mostra precocemente i primi numeri, ma ancora nulla che faccia presagire un futuro da grande con la palla a spicchi in mano.
Il talento di Andre esplode definitivamente durante i suoi anni alla Lanphier High School. Le sue percentuali crescono stagione dopo stagione, e quando diventa senior si capisce una volta per tutte che il ragazzo può fare veramente strada. Guida i compagni con oltre 23 punti e quasi 8 rimbalzi di media, partita dopo partita, vittoria dopo vittoria.
Arriva il momento della scelta del college: dapprima Iguodala pensa ad Arkansas, ma quando i Razorbacks cambiano coach, preferisce prendere la strada dell'Arizona.
La prima stagione con la maglia dei Wildcats si chiude con statistiche discrete, ma certamente non eccezionali.
Dal suo secondo anno alcuni, e forse anche lui stesso, si aspettano di più, e il miglioramento arriva puntuale, anche dal punto di vista fisico, sempre più importante nel basket moderno, e più che mai nella Nba: quasi 13 punti per partita, con più di 8 rimbalzi e 5 assist.
Da Sophomore Andre mette insieme numeri importanti, dunque, e poche settimane dopo la fine della stagione NCAA arriva l'annuncio: Iguodala vuole la Nba, può partire il toto-pick.
Gli esperti, molti, lo danno tra i primi 15, i più ottimisti arrivano ai 12, ma comunque non oltre; e invece, nell'anno che vede Dwight Howard prima scelta assoluta con gli Orlando Magic, Andre si sente chiamare "with the ninth pick" dai Philadelphia 76ers. Non male, giocherà con Allen Iverson, gli stimoli non dovrebbero mancare.
Qui inizia la carriera Nba di un giocatore che ora, ad un paio di mesi dalla fine della regular season, sta per terminare la sua terza stagione con un crescendo di numeri impressionante.
Non c'è una sola casella nelle statistiche di Iguodala che non abbia fatto registrare miglioramenti costanti dal primo anno a questa parte. Di per sé questa sarebbe una cosa normale, soprattutto per un giocatore di talento, ma in mezzo a tutto questo ci sono un paio di novità non da poco: le cessioni di Iverson e Webber.
Alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta che, a questo punto, la prospettiva per la squadra di coach Maurice Cheeks, soprattutto dopo la cessione di The Answer e C-Webb, sembrava proprio quella di una stagione di transizione, in vista del piatto ricco di fine stagione, con un draft che potrebbe portare a Philadelphia un grande nome, un altro tassello per costruire, passo dopo passo, un quintetto che prima o poi possa diventare vincente.
E proprio qui entra in gioco lui, il nostro Andre, perché i Sixers, che sembravano destinati a lottare per arrivare a Greg Oden, oggetto del desiderio del draft 2007, restano a galla, sostenuti in gran parte proprio dal numero 9 di Phila che da almeno un mese va come un treno in corsa, e sembra che non abbia nessuna intenzione di fermarsi.
A voler essere sinceri fino in fondo, l'addio dei due big sembra essersi rivelato quasi salutare anche per Andre, pronto a prendere in mano ciò che restava della sua squadra.
Uno sguardo ai numeri, in questo caso, può aiutare molto.
Più di 40 minuti in campo, in questa stagione, con 17.5 punti di media (5 in più dell'anno scorso), 5.7 rimbalzi, 5.6 assist. 13 gare consecutive con più di 15 punti a referto, con un massimo (anche stagionale) di 34 a Cleveland lo scorso 24 gennaio (con 12/12 dalla lunetta, e quasi 83% in stagione).
Assist career-high il 5 febbraio (15), a East Rutherford, New Jersey, a casa di un certo Jason Kidd. Non male"
Cifre di tutto rispetto, offuscate solo dalle ultime prove: 14 punti contro Washington, con un terribile 3/15 al tiro, e 10 contro New York, con un altrettanto terribile 1/9.
Ed eccoci al gran finale.
Devo sbilanciarmi, ma in questo caso sono contento di farlo. Andre Iguodala si sta mostrando un giocatore vero proprio nel momento più delicato della sua ancor breve carriera, e non solo uno schiacciatore completo e spettacolare. Per le grandi responsabilità e i momenti di gloria, forse, bisogna attendere ancora un po', ma anche i più scettici, anche il più tenace detrattore di Iggy, che qualcuno avrebbe voluto vedere All Star già quest'anno, deve ammettere che il ragazzo presto lo diventerà davvero. Accidenti se lo diventerà .
Vogliamo parlare di una nuova stella? Beh, ha carattere, personalità , le doti fisiche ci sono tutte, senza dubbio, la capacità di entusiasmare anche i più esigenti pure. Certo l'esperienza" ma per quella c'è ancora tempo. E forse non ci sarà da aspettare molto.