Bel salto, ma questa, come altre schiacciate, non ha proposto niente di nuovo…
Una settimana fa, ho visto in diretta la gara dei tre punti e quella delle schiacciate, a dire il vero quasi per caso. Ero uscito sabato sera e non avevo programmato di tornare a casa per vederle, ma il fato e una serata noiosa hanno voluto così.
Non l'avevo programmato perchè, semplicemente, non pensavo valesse la pena, non per il Dunk Contest. E dopo averlo visto, ahimè, non ho cambiato la mia idea, ma mi sono dato alcuni giorni per pensarci e rivedermi con calma la gara prima di scrivere questo pezzo.
Se ne parla da anni ormai della decadenza di un evento che prima era uno dei simboli del fine settimana delle stelle. Ma forse quest'anno è davvero giunta la sua ora, forse questa volta è stato davvero troppo deludente per continuare ad essere considerato come una volta, forse addirittura dovremmo pensare di eliminarlo. In generale, non è stato nemmeno uno dei peggiori "contest" della storia, ma è stato come si è svolto e concluso che sconcerta.
Dopo il primo round, dopo otto schiacciate, stavamo, di fatto, assistendo a una gran competizione. La prima schiacciata di Green (sicuramente ispirata da quella di Iguodala l'anno precedente) ha brillato per originalità e atletismo (è arrivato con la faccia ben al di sopra del canestro, il buon Gerald).
Robinson ha sorpreso con una schiacciata classica ma, udite udite, eseguita con un solo tentativo! Anche la seconda non era male, con David Lee a fargli da "Statua della Libertà ". Ty Thomas dava sfoggio di atletismo ma certo non originalità , nè con la prima, nè con la seconda schiacciata.
Un pizzico di comicità e umorismo era data dal sempre-sorridente Howard (al quale la NBA aveva negato alzare il canestro, cosa che SÃŒ sarebbe stata davvero originale. Grazie Stern) che ha attaccato un adesivo praticamente sulla punta del tabellone, un espediente che non ha convinto Jordan, che ha brillato per la severità nel dare voti, e i suoi compagni di giuria. Peccato.
Tutto però è cominciato ad andare storto con l'ultima schiacciata. Certo, è stato un bello show vedere Pierce sbeffeggiare Nate Robinson mostrando una sagoma del piccolo Knick. Ancor migliore è stato vedere come "Nate the Great" se la prendeva a ridere e si metteva lui stesso al posto della sagoma, al servizio di Green, futuro erede al suo trono.
Il giovane Celtic, seguendo la moda degli ultimi anni, ha voluto rivivere la storica schiacciata di Dee Brown con gli occhi coperti dal braccio e le scarpe Reebok pompate (un gesto che mi ricordo fece tendenza ai tempi, mio cugino lo faceva prima di cominciare una passeggiata in montagna…). Ma ci ha ingannati, si vede chiaramente come si scopre gli occhi all'ultimo momento. Questo piccolo imbroglio non era per niente un buon presagio.
In fin dei conti, purtroppo, questa era solo una piccola delusione in confronto a ciò che ci aspettava nell'ultimo round. Ora, io non ho mai partecipato in una gara di schiacciate (manco ci arrivo al canestro) ma io, fossi loro, mi riserverei il meglio per la fine, magari non le due migliori schiacciate, ma una delle due, sì. E' logico? Non vi pare?
Evidentemente non per Green e Robinson.
Il piccoletto dei Knicks (giustificato in parte dalla sua stazza che non gli permette certo di avere una grande gamma di schiacciate) ha cominciato rifacendo la stessa schiacciata del primo round. UGUALE. Palla lanciata in alto e schiacciata frontale. Davvero non poteva fare di meglio? (E non ho ho nemmeno menzionato che si è aggrappato al canestro con la mano sinistra perchè altrimenti non ci arrivava).
Quanto a Green, anche la sua è stata davvero deludente. Avevamo mai visto un passaggio da dietro il canestro? Forse no. Ma è davvero così impressionante? Ha saltato così in alto da renderlo spettacolare? Direi di no. Ha fatto qualche movimento in aria? Nessuno. Una semplice schiacciata a due mani. Voto: 41, pure troppo.
A questo punto le mie speranze di vedere qualcosa di grande, qualcosa che potesse salvare questo concorso, erano a livello del parquet, c'erano ancora le ultime due schiacciate. Un piccolo lume di speranza si accendeva in me, alimentato dall'aver intravisto Green che tentava un 720 durante il riscaldamento. "Green farà il 720, me lo sento" continuavo a ripetermi in testa. "Se c'è qualcuno nella NBA capace di farlo, quello è lui. Lo farà e salverà il Dunk Contest".
Con questa speranza sono riuscito anche a sopravvivere al sonno durante il revival dell'agonia Robinsonistica (10 tentativi stavolta) che non è certo valsa la pena come l'anno precedente.
Era il turno di Gerald Green. Una sola schiacciata, non per vincere (la vittoria l'aveva già in mano praticamente), ma per salvare questa competizione dalla morte, una morte dolorosa.
Mette un tavolo in mezzo all'area pitturata. Niente 720.
Le condizioni del paziente sono critiche.
Green prende la ricorsa e salta sopra al tavolo, schiacciando con tutta la sua forza, eseguendo un Tomahawk praticamente perfetto.
L'abbiamo perso.
Ora, premetto che l'esecuzione era perfetta, il salto è stato buono, anche se non ottimo, (dato che non è certo partito dalla linea del tiro libero) e poi saltare un tavolino di un metro non è così impossibile. E fin qui, comunque, ci potevo anche stare. Ma…ripetere il Tomahawk?
Quante volte l'abbiamo visto? Aspettate! Ma l'avevamo visto soltanto 10 minuti prima fatto da Dwight Howard! Era già stato fatto SOLTANTO 10 MINUTI PRIMA!! (Tra l'altro, voto per Howard: 43. Voto per Green: 50!! CINQUANTA! Anche Jordan ha votato 10. Forse aveva scommesso sul Celtic poco prima della gara al MGM Grand, non trovo altra spiegazione).
Davvero Green non aveva nessun'altra idea? Nessun'altra possibilità ? Un piano "B"? Son l'unico che si è sentito tradito? Sono l'unico che pensa che su quel tavolo che Gerald ha saltato c'era la condanna a morte del Dunk Contest e che l'ha firmata lui buttando la palla nel canestro?
"Ho cercato di essere originale", affermava sorridendo il vincitore.
Beh, caro Gerald, non ci sei riuscito e non sei nemmeno riuscito a salvare un concorso che avresti potuto e dovuto salvare.
Riposa in pace, Dunk Contest.