Melvin Ely, un volto nuovo negli Spurs
"Questo lungo tour esterno indirizzerà definitivamente la nostra stagione: nel bene o nel male.".
Così sentenziava coach Gregg Popovich alla vigilia del Rodeo Trip, la serie di ben otto trasferte consecutive che gli Spurs, ormai da tempo, devono affrontare nel mese di febbraio. A giochi fatti però, finito il trip, con quattro vittorie e altrettante sconfitte, dire quale sia la strada imboccata dai nero-argento risulta quantomeno arduo. Troppo, per poter dare ragione alle parole del coach. Di definitivo a San Antonio, nel bene o nel male, c'è ben poco attualmente.
Fatto positivo? Forse: per come si erano messe le cose a metà strada un punto interrogativo che lascia tutto aperto è cento volte meglio di uno esclamativo, nel male però.
Un fatto negativo? Forse: se si confronta lo status quo con quello delle passate stagioni. Dove le certezze non mancavano, ed erano certezze buone, nel bene.
Situazione enigmatica, si direbbe; a libera interpretazione.
Risultati:
San Antonio Spurs @ Washinton Wizards 110-83 W
San Antonio Spurs @ Orlando Magic 104-106 L
San Antonio Spurs @ Miami Heat 85-100 L
San Antonio Spurs @ New Jersey Nets 107-82 W
San Antonio Spurs @ Detroit Pistons 90-81 W
Record parziale: 3-2
Record complessivo: 34-18
Attualità
La pausa dell'All-Star Game cade probabilmente nel momento meno opportuno per San Antonio. Subito dopo due belle e soddisfacenti vittorie: la prima contro i Nets, seppur devitalizzati dall'assenza di Jason Kidd, la seconda con gli eterni rivali dei Pistons. Entrambe gare che, in un modo o nell'altro, hanno restituito alla truppa di Popovich un minimo di entusiasmo. Insomma, una sosta che rischia di soffocare sul nascere ogni abbozzo di risalita.
" E' evidente che questa pausa non arriva non nel periodo più giusto per noi" -dice Popovich- "Rischiamo di perdere il momentum"
E' anche vero, in ogni caso, che parlare di "periodo buono" per gli Spurs in questa stagione, è pur sempre relativo. Troppe volte, infatti, siamo stati tratti in inganno, illudendoci che una serie di due-tre belle prestazioni di fila sarebbe stata la tanto anelata svolta. Troppe per ricaderci ancora una volta; troppe per non costringerci alla prudenza.
"Siamo stati eccessivamente inconsistenti questa stagione"-ha continuato nella sua riflessione l'ex delfino di Larry Brown, commentando la rinfrancante vittoria di Detroit- "Abbiamo faticato per mettere insieme vere partite di 48 minuti, come invece siamo riusciti a fare stasera. E' stata a tutti gli effetti una delle nostre migliori gare di questa stagione"
Parole comunque importanti, parole che stridono sonoramente con quelle di sole poche ore prima, pronunciate per commentare le disastrose prove di Orlando e Miami: due cadute che bruciano ancora sulla pelle dei texani. Stridono sonoramente con quell'aggettivo riservato alla sua squadra, "soft", usato con la violenza di un'affilata mannaia, esternazione della montante frustrazione interna.
Una frustrazione che, con tutta probabilità , i due ultimi successi hanno solo chetato, ma non estirpato. Una frustrazione che deriva dalla sua certezza, in crescita giorno dopo giorno, che questo gruppo avrebbe tutto quello che occorre per arrivare in fondo. Se soltanto lo volesse.
"Da qui alla chiusura del mercato noi non faremo nessuna trade che coinvolga i primi dieci uomini della nostra rotazione"-va ripetendo da giorni Popovich- "Non vogliamo in alcun modo apportare cambiamenti strutturali a questo gruppo, dal momento che riteniamo sia già a posto così. Non c'è bisogno di stravolgere nulla"
L'arrivo di Melvin Ely è perfettamente coerente a queste dichiarazioni.
L'ala da Charlotte, approdata in nero-argento martedì, per dirla con le parole del coach, non stravolge nulla. Il suo è un acquisto in punta di pedi, discreto. Costato nulla più di Eric Williams, costantemente costretto a seguire le partite della sua squadra in borghese dietro la panchina, e una seconda scelta per il Draft del 2009.
"Come avevo già detto e ridetto, non avrei fatto una trade con coinvolti uno dei nostri migliori nove, dieci giocatori" – ha dichiarato coach Pop, sfoggiando un sorriso sornione che sa tanto di rivincita verso chi si aspettava diversamente un movimento più sostanziale- "Una riserva per una riserva."
Ely, 28 anni, non si limiterà tuttavia a recitare il ruolo della comparsa all'ombra dell'Alamo. Conosciuto soprattutto per il suo atletismo, verosimilmente lotterà per conquistarsi un posto nella rotazione dei lunghi, cercando di offrire il suo contributo anche in fase realizzativa.
Ad accrescere il seppur ancora mite ottimismo che serpeggia tra la squadra, è anche la notevole prova di forza di Francisco Elson, al cospetto della front line dei Pistons. Cisco, chiudendo con 12 punti e ben 18 rimbalzi (massimo in carriera), ha per una volta dato l'impressione di essere un centro in grado di dominare sotto le plance, non limitandosi all'ostentazione della sua agilità , quantomeno insolita per un ragazzone della sua stazza.
"Francisco è stato fantastico per noi stasera"-ha commentato a fine partita Popovich- "Ha corso il campo, è stato attivo"Questa è stata senza dubbio la sua migliore gara da quando è qui. Credo che finalmente si stia calando nel sistema, prendendo sempre più confidenza con i compagni."
Un segnale, dunque, più che positivo; che arriva proprio nel momento di massimo bisogno. "Sappiamo che possiamo farcela"-riconosce Manu Ginobili, autore anche lui di una bella gara, con 20 punti in uscita dalla panchina- "Dobbiamo acquistare consapevolezza, e ripartire dalla grande prova con i Pistons"
Ma più in generale, nelle ultime ore, la convinzione in casa Spurs sta tendendo al rialzo. Nessuno, almeno esplicitamente, si fa illusioni di dar la caccia ai Mavericks, ormai l'Inter dell'Nba, sempre più soli al comando: quello che si intende per "farcela" è ricompattarsi prima di tutto, e in un secondo momento dare il massimo quando si comincerà a fare sul serio. Tornare ad essere gli Spurs, quindi.
La linea da seguire la detta Tim Duncan. "D'ora in poi dobbiamo prendere tutte le gare seriamente, poiché non stiamo giocando bene. Dobbiamo impegnarci per tornare definitivamente sui livelli di gioco e risultati che ci competono."– e' l'arringa del numero 21.
E' comunque giunto il momento della verità . Quello delle certezze, le certezze che mancano a questo gruppo. Nel bene e nel male. Non c'è più via d'uscita: gli Spurs non si possono più nascondere. Quale squadra ci dobbiamo attendere, quella che ha concesso 18 punti a Dwyane Wade nell'ultimo quarto, o quella poderosa e autoritaria che ha spazzato via i Pistons? Attendiamo risposte. Ma che siano certe.
Uno sguardo al futuro
Dopo la serie di otto trasferte consecutive, ad attendere San Antonio ora ci sarà un fine mese prevalentemente casalingo. Dopo la pausa per l'All Star Game all'At & T Center verranno a far visita i Denver Nuggets; la sera dopo si va però ad Atlanta, dover ad attendere i nero-argento ci sarà un Joe Johnson in gran spolvero. Febbraio si chiuderà infine con un doppio impegno nelle mura amiche: con Seattle e Toronto.