Playoff, solo un miraggio?

Chris Paul, solo lui può portare ai playoff gli Hornets

Con l'acquisizione dal mercato dei free-agent di Peja Stojakovic, e la trade che ha portato Tyson Chandler a New Orleans/Oklahoma City, i dirigenti degli Hornets, credevano di avere in casa, una squadra che poteva, perlomeno, puntare ai playoff, anche nell'agguerritissimo Ovest. D'altronde un quintetto in cui si possono schierare: Chandler, West, Stojakovic, Mason e il miglior rookie dell'anno passato, Paul, è un ottimo punto di partenza, se in più, dalla panchina, esce Bobby Jackson, già  sesto uomo di un paio di stagioni fa, l'equazione è quasi completa.

Invece in quest'inizio stagione, la squadra allenata da Byron Scott è stata letteralmente decimata dagli infortuni: Mark Jackson, West, Chandler, Stojakovic, Bobby Jackson e per finire Paul; tutti questi giocatori hanno dovuto saltare almeno una partita, non permettendo a Scott di avere, praticamente mai, il roster al completo, e limitando la franchigia ad un record di.

I giocatori chiave

Chris Paul era atteso, in questa stagione, alla completa maturazione e consacrazione, dopo essere stato premiato, nell'anno passato, come miglior rookie della stagione. La sua crescita, però, in questi primi tre mesi, è stata leggermente bloccata a causa della distorsione al piede, che l'ha tenuto distante dal campo per 17 partite, senza permettergli di continuare a fare quell'esperienza, che è vitale per un giocatore giovane. Nelle partite giocate, in ogni modo, Chris ha messo a referto 18.1 punti, 4.2 rimbalzi, 8.6 assist e 1.9 rubate di media, cifre di tutto rispetto.

Stesso discorso può valere anche per David West, che ha potuto giocare solamente per 20 partite per un problema al gomito destro; le sue statistiche dicono 15.8 punti e 8.4 rimbalzi a partita, ma soprattutto una crescita intravista rispetto l'anno passato, che fa ben sperare i dirigenti degli Hornets, per il futuro della squadra.

Nella frontline, a fianco a West, viene schierato Tyson Chandler, acquisizione effettuata in estate, che ha portato PJ Brown e JR Smith (poi spedito dai Bulls ai Nuggets) nella "Città  del vento"; in effetti, un giocatore forte fisicamente, che potesse dare consistenza in attacco e difesa grazie a rimbalzi e stoppate, finora 11.8 e 1.8, a New Orleans serviva eccome, certo è che, guardando le cifre dell'ex Twin Tower (in coppia con Eddy Curry, attualmente in forza ai Knicks) in attacco, i tifosi degli Hornets non possono di certo gioire, solo 7.7 punti di media (decimo realizzatore della squadra).

Se in più, si va a guardare lo stipendio dato a Chandler (9.150.000 dollari quest'anno, fino ad arrivare agli 12.750.000 del 2010), e le cifre che Smith sta realizzando nelle "pepite"(in 38 partite, produce 15.6 punti, 1.6 assist e 2.6 rimbalzi), qualche dubbio sulla trade tende ad affiorare. Queste le sue parole ad inizio gennaio: "Dopo una stagione dove ho giocato male, sono riuscito a ritrovare il divertimento di giocare, se ci si diverte, è molto più facile aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi. Coach Scott mi permette di giocare molti minuti, e questo mi dà  la possibilità  di entrare in ritmo, segnando e prendendo rimbalzi".

Discorso a parte va fatto per Predrag Stojakovic, scambiato in una sign-and-trade con Indiana, in cambio dei diritti di Andrew Betts, in estate, dopo una tribolata stagione passata tra Sacramento ed Indiana; la sua schiena, che aveva già  dato segni di cedimento negli ultimi anni, ha cominciato a fare le bizze già  dalla prestagione, e già  dal 25 novembre, ha impedito al giocatore serbo di scendere in campo. Dopo il primo periodo passato in infermeria, ma con la possibilità  di tornare a giocare presto, è arrivata la doccia fredda: Peja dovrà  stare fuori per almeno un altro mese, ma non si è troppo ottimisti sulle sue probabilità  di recupero.

Le sue parole, rilasciate ad inizio stagione erano: "Ho scelto gli hornets perché c'è la possibilità  di ricreare il gioco offensivo che praticavo ai Kings. Ho già  avuto esperienze con Scott, quand'era assistente a Sacramento, nei miei primi due anni nella lega; mi ha aiutato molto ad ambientarmi, e le nostre idee sul gioco sono simili." - e continua riguardo alla sua scelta: "I dirigenti mi hanno cercato appena si è aperto il mercato, questo rispetto che mi hanno dimostrato, è quello che ogni giocatore vorrebbe ricevere." - stuzzicato dall'intervistatore sull'ottimo contratto che gli era stato offerto risponde: "Non ho mai dato troppa importanza al contratto, ho guardato maggiormente la situazione nella squadra e il feeling con gli altri ragazzi: è stato questo che mi ha fatto propendere per questa scelta".

Ecco, a riguardo del fatto che in realtà  il contratto non gli interessa, Peja poteva anche soprassedere (prenderà  10.800.000 quest'anno, fino ai 14.256.000 del 2010!) resta il fatto che nelle sole 13 partite disputate, il serbo ha fornito alla causa 17.8 punti e 4.2 rimbalzi, ma senza riuscire ad incidere più di tanto; Scott e il resto della squadra spera di recuperarlo per marzo, quando le partite potrebbero contare molto per accedere ai playoff.

La situazione della squadra

Con il record di 23 vittorie e 27 sconfitte e il relativo decimo posto nella Western Conference, gli Hornets sembrano essere tornati ad avere alcune speranze di accesso alla post season, sebbene l'annata sia cominciata male, soprattutto a causa dei moltissimi infortuni che ne hanno condizionato l'andamento finora. Con il ritorno di Paul e West, però, il record è migliorato, facendo tornare la squadra, che giocherà  ancora fino alla fine di quest'anno ad Oklahoma City, in corsa per l'ottavo posto.

Inoltre, a parte Devin Brown (ex San Antonio Spurs), acquisito come free-agent dopo essere stato tagliato dai Warriors, la società  non può muoversi molto liberamente sul mercato, avendo un salary cap abbastanza provato dalle firme di Chandler e Stojakovic, e dovendo tenere da parte un po' di spazio salariale per l'estensione del contratto di Chris Paul.

La situazione si complica ancora se si pensa alla situazione della società , a cui piacerebbe restare a giocare nella città  che gli ha accolti dopo il disastro occorso con Kathrina, avendo trovato ad Oklahoma un tifo voglioso di basket; Stern e la Nba, invece, sono intenzionati a riportare la franchigia a New Orleans per aiutare la città  anche dal punto di vista economico, nonostante il pubblico verso la squadra rimanga un po' freddina.

Insomma, il clima non sembra essere troppo disteso in casa Hornets, di certo, però, se Paul e compagni riusciranno a portare la squadra a degli inaspettati playoff ad ovest, dove il livello rimane altissimo, questi problemi saranno accantonati, e tutti faranno il tifo per una squadra, che obbiettivamente si trova in una situazione per niente facile.

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