La premia ditta Steve Nash e Mike D'Antoni guida i Suns in una annata da record.
MVP: Steve Nash
Scelta teoricamente molto difficile, il Kobe che la passa è quasi commovente rispetto al solista della passata stagione, ha alzato il livello dei gioco dei compagni in modo assurdo, mettendosi pure a difendere sul serio molto più frequentemente di quanto non avesse fatto in passato, lo meriterebbe in pieno, così come le meriterebbe Dirk Nowitzki in assoluto l'attaccante più completo del mondo al giorno d'oggi che con i suoi Mavs viaggia a pieno regime, così come ci potrebbe stare pure la candidatura di un LeBron James che si sta rivelando molto più altruista di quanto non si potesse credere qualche tempo fa, anche se i suoi Cavs per ora non sembrano quelli scintillanti dello scorso maggio.
Ho usato però il condizionale per tutti e tre, perchè poi c'è un canadese, con capello ribelle che gioca ai Suns, che viaggia con le migliori cifre della carriera, cosa ritenuta quasi impossibile da tutti in precedenza. I suoi Suns tolte le prime due titubanti settimane sono un rullo compressore che non fa sconti a nessuno, e quindi possiamo tranquillamente appoggiare la spada sulla spalla di Steve Nash e incoronarlo come miglior giocatore della prima metà di stagione.
Rookie: Brandon Roy
“Annatuccia” per i rookie diciamoci la verità , se non fosse perchè in mezzo c'è il nostro Bargnani questa classe sarebbe tra le meno intriganti di sempre, anche perchè i giocatori più promettenti in ottica lungo termine come LaMarcus Aldridge, Tyrus Thomas e perchè no Marcus Williams (oltre chiaramente al nostro Andrea), sono palesemente non pronti a tenere il campo.
Alla vigilia della stagione il nostro Bargnani suscitava molto scetticismo in ottica premio “Rookie of the Year” anche tra noi italiani figuriamoci tra gli americani, i candidati erano sostanzialmente due Adam Morrison e Brandon Roy, con possibile incursione di Randy Foye. Invece a metà stagione non solo il nostro Andrea si è inserito nella lotta con i tre di cui sopra, ma se i suoi margini di crescita sono questi, è forse da considerare pure il favorito per il premio finale.
Per ora il miglior rookie è stato Brandon Roy costretto per altro a saltare quasi un mese di gare, anche perchè Adam Morrison nonostante le sue indubbie doti di attaccante sta litigando con tutti i ferri dell'NBA, e Randy Foye per ora è ancora in fase di rodaggio anche se inizia a dare importanti segnali di personalità soprattutto quando la palla scotta.
Coach : Mike D'Antoni
Le squadre dell'est pongono più dubbi che certezze e quindi bisogna subito scavalcare il Mississipi per trovare il miglior coach del momento. Mi permetto quindi di suggerire tre nomi, Avery Johnson, Mike D'Antoni e Phil Jackson.
Spendo due parole su Jackson che nonostante abbia solo un dito sfornito di anello non ha mai fatto incetta di premi personali per motivi abbastanza sconosciuti, in questa stagione è riuscito nella non facile impresa di entrare sotto pelle a Kobe e riuscire a trasformarlo da un eccentrico solista ad un leader fatto e finito che sa quando deve andare in proprio e quando farsi da parte per coinvolgere i compagni. Non solo il suo triangolo viene pian piano assimilato da tutto il roster (che dal terzo al dodicesimo giocatore assomiglia tanto ad uno dei peggiori della lega) e i risultati si vedono, in più il lavoro e il credito su Bynum sono un altro piccolo mattone a suo favore.
Meriterebbe il premio così come lo meriterebbe Johnson, ma i Suns di quest'anno sono clamorosamente il miglior spettacolo per gli occhi di qualunque appassionato di basket, quindi il premio va al nostro amico Mike, senza stare a dilungarsi in inutile e risapute giustificazioni.
Sixth Man: Leandrinho Barbosa
Qui è dura perchè tutto era pronto per l'incoronazione di “Mr Shot” Ben Gordon, salvo che poi il suo coach Scott Skiles da qualche settimana lo ha promosso nello starting five facendo saltare il banco. Quindi si ripiega peraltro in maniera molto convinta su Leandrinho Barbosa sesto uomo di assoluto impatto ai Suns con un minutaggio da giocatore da quintetto oltre trenta minuti di gioco, con sedici punti abbondanti quattro assist e poco più di due rimbalzi, il tutto con l'ingrato compito di sostituire Nash quando il canadese riprende fiato in panchina, senza far si che la squadra ne risenta in maniera drastica. Quasi sempre in campo nei finali scottanti non ha paura a prendersi i tiri che scottano.
MIP: Kevin Martin
Qui non c'è storia, ho già avuto modo di scrivere in un mio pezzi di qualche giorno fa del fatto che Kevin Martin abbia già fatto suo a metà stagione il premio, l'incremento delle sue cifre e del suo rendimento non lasciano spazio a dubbi. menzioni d'onore per Al Jefferson di Boston che magari senza l'operazione all'appendicite di novembre poteva essere in corsa, Andrew Bynum dei Lakers.
Defensive Player: Dikembe Mutombo
Difficile stabilire i parametri su cui premiare il difensore dell'anno anche perchè nei primi tre mesi di stagione regolare di difesa notoriamente se ne vede pochina. Quindi perchè non rispolverare un classico come il “vecchio” (non anagraficamente ci mancherebbe) Dikembe Mutombo? Quando Yao ha fatto crack a Houston tutti avevano già messo in programma il peggio, ma non avevano fatto i conti con questo arzillo ultra trennetene (ci andiamo larghi) che nella stagione prima dell'annunciato ritiro ritira fuori il suo ditone e a suon di stoppate, blocchi granitici, gomitate e botte di ogni tipo, sconsiglia caldamente ogni tipo di scorribanda nella sua area agli avversari di turno.
Magari il suo premio sarà pure una forzatura del sottoscritto, quasi una sorta di premio alla carriera, ma non essendoci nessun altro candidato forte ci può pure stare anche se adire il vero Emeka Okafor potrebbe meritarlo quanto Mutombo il premio. Ah dimenticavo, piccola comunicazione di servizio, Mutombo a fine anno non si ritira più !
Executive: Brian Colangelo
Di solito trovare il GM che ha lavorato meglio è impresa non da poco, perchè spesso chi ha buoni o ottimi risultati nel presente, è perchè il lavoro che ha portato a questi frutti è stato impostato anni prima. Quest'anno c'è una piccola eccezione, ossia una squadra che sta riscuotendo più che discreti risultati nel presente soprattutto se rapportati alle attese e alle previsioni, ma che sono frutti di scelte fatte molto di recente.
Ovviamente stiamo parlando dei Toronto Raptors autentica squadra prenditutto nel mese scorso (premi a Bosh, Bargnani e Mitchell), che sta andando oltre più rosea aspettativa, anche perchè è frutto di scelte molto coraggiose, non tutti i GM si sarebbero presi Bargnani alla pick n°1 al draft, nessuno in passato aveva mai pensato a Jorge Garbajosa e Anthony Parker, e anche lo scambio con gli Spurs che ha garantito l'arrivo di Nesterovic se viene guardato dal punto di vista tecnico è stato un vero affare.
Quindi senza ombra di dubbio il premio per il miglior GM di questo scorcio di stagione va a Brian Colangelo, con menzione d'onore al nostro Maurizio Gherardini.