Mese difficile per i Cavs

Lebron torna a volare dopo i problemi fisici

Per i Cavs tre partite fino al 15 Febbraio, poi 6 giorni di pausa fino al 22 Febbraio.
Sei giorni non sono molti in teoria, ma per la regular season NBA sono davvero un'eternità .

Pausa che arriva davvero a proposito per Cleveland, che dopo un buon inizio di stagione ha vissuto un inizio di 2007 difficile e contraddittorio; difatti è arrivata la vetta della Eastern Conference e della Central Division e subito dopo una serie di prestazioni poco brillanti che hanno fatto perdere la vetta della classifica ai Cavs che ora sono terzi nella Eastern Conference, distaccati di 2,5 partite dai Pistons rinvigoriti dall'arrivo di Chris Webber.

Grazie alla pausa dell'All Star Game, i Cavaliers potranno riposare dopo un mese ricco di trasferte, compreso un lungo viaggio a Ovest; James potrà  recuperare ulteriormente dal suo problema all'alluce e gli altri giocatori non impegnati nell'All Star Week-End potranno ricaricare le pile in vista della conclusione della regular season.

Tra la fine di Gennaio e l'inizio di Febbraio Lebron James ha accusato un problema infiammatorio all'alluce, problema che ne ha limitato di molto il potenziale fisico, e conseguentemente l'incidenza sulle partite dei suoi.

Cleveland si è trovata improvvisamente a fare i conti con quale sarebbe il suo destino tecnico se non ci fosse in squadra Lebron James o se invece che essere “The Chosen One” fosse un giocatore normale: vittorie con squadre con record perdenti e sconfitte con le squadre di vertice NBA.

Nel mese di Febbraio Cleveland ha perso contro Detroit, Miami e Phoenix, ha vinto contro Charlotte, Philadelphia, Golden State e con i Clippers.

Questi risultati sono arrivati in coincidenza con le cattive condizioni fisiche di Lebron James che limitato nell'esplosività  fisica ha dovuto diminuire le sue incursioni verso canestro e aumentare i tiri da lontano.

Ciò è significato tiri a minor percentuale e minori opportunità  di guadagnarsi dei tiri liberi: Lebron ha quindi avuto un periodo di grossa difficoltà . Le sue medie, le sue percentuali sono andate in calando in maniera preoccupante e da cifre da MVP si è passati a cifre da giocatore di ruolo NBA: da 27 punti a partita a 19, dal 70% ai liberi al 50%.

Con la pericolosità  di James diminuita dai problemi fisici e dalla conseguente difficoltà  psicologica di non poter aiutare i suoi compagni come è solito fare, gli altri Cavs hanno dovuto trovare strade alternative, e così ha dovuto fare Mike Brown cercando risposte dagli altri giocatori del suo roster: ed ecco che è stato scongelato Sasha Pavlovic ed il ragazzo ha risposto presente giocando minuti quantitativamente preziosi; destino analogo per Daniel Gibson, rookie scelto al 42 posto assoluto da Ferry più per rimpolpare il roster dei suoi che per la reale speranza che potesse davvero contribuire subito a livello NBA. Si è trovato invece per le mani un giocatore rapido, che non ha paura di tirare o di attaccare il ferro, che ha voglia di difendere e di applicarsi.

Infatti nell'ultima partita giocata, e vinta, contro i Miami Heat Gibson è partito in quintetto al posto di Snow, probabilmente più adatto ad entrare dalla panchina e ad essere usato come specialista difensivo per avversari particolari o per situazioni “speciali”.

Con Miami è arrivata la seconda vittoria consecutiva: è la prima volta che ciò accade da un mese a questa parte, e finalmente è riapparso sul parquet il vero Lebron James, in grado di attaccare il ferro, di spaccare le difese avversarie, memorabile la “statua della libertà ” con cui ha “posterizzato” Alonzo Mourning.

Se verrà  metabolizzato nella maniera corretta, dalla squadra questo periodo appena passato sarà  una tappa di maturazione importante per tutto il gruppo che è riuscito a vincere anche senza il suo leader, 11 punti di James nella vittoria contro i Clippers, vittorie ottenute responsabilizzando gli altri giocatori della squadra e stringendo le maglie della difesa.

Certamente nessuno in Ohio si aspetta di arrivare a risultati importanti senza il miglior Leborn James, ma il saper vincere qualche partite anche senza il proprio giocatore di riferimento potrà  essere un ulteriore passo sulla via della maturazione di una squadra che vuole diventare stabilmente una grande della Eastern Conference.

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