Boston raggiunge quota 17

Col ritorno di Paul Pierce forse ora Al Jefferson avrà  meno le difese addosso.

Altre tre sconfitte portano i Celtics a raggiungere quota 17 sconfitte consecutive. Questa lunga striscia si sta facendo molto pesante ed eccessivamente punitiva, ma si può essere felici del rientro di Pierce, ancora non al meglio, ma finalmente in campo.

Risultati

Boston Celtics @ Detroit Pistons 102-109
Miami Heat @ Boston Celtics 91-79
New Jersey Nets @ Boston Celtics 92-78

Commento

Finora il pubblico aveva capito, era stato molto comprensivo, non aveva fischiato se non per qualche sporadico episodio perché sa benissimo quanto queste sconfitte possono essere una vittoria a giugno.

Tutto questo fino alla partita contro i Nets, dove ha fischiato contro i Celtics in modo abbastanza forte. Viene da chiedersi: perché ora? Se non era contento non poteva farlo prima? Per rispondere immaginiamo di andare al Garden, ci sediamo e guardiamo la partita senza pensare a quello che è successo in passato. Quali sensazioni possiamo aver avuto? Sdegno e delusione, senz'ombra di dubbio. Non sappiamo dire se è stata la peggior partita della stagione, ma è stata veramente brutta, giocata molto male.

Ecco trovato il motivo: non è la sconfitta in sé ad aver deluso il competente pubblico bostoniano, ma il modo in cui è arrivata. È noto che se i giocatori s'impegnano, si danno da fare, si gettano sui palloni, cercano di dare il massimo, anche se arriva una sconfitta difficilmente verranno fischiati, difatti finora non è mai successo se non in qualche episodio sporadico.

Contro i Nets no, non è andata così, sono arrivati i fischi perché la squadra ha giocato male. Se proprio vogliamo salvare qualcuno di certo possiamo inserire il nome di West, per non lasciarlo solo lo possiamo far accompagnare con Jefferson, tutti gli altri non hanno giustificazioni.

Anzi, forse uno ce l'ha, tale Paul Pierce, rientrato proprio in quella partita e mai così indietro come condizione. C'era chi credeva che la sua assenza fosse dettata dalla volontà  di ritardare il suo rientro per perdere più gare possibili (in una parola: tanking), ma guardando in che condizioni è messo il giocatore forse avrebbe potuto attendere ancora qualche gara prima di rimettere piede in campo.

A chi gli chiedeva il motivo di questo rientro anticipato ha risposto: "il mio lavoro è uscire, giocare la partita e cercare di vincerla". Stacanovista, non c'è che dire (per noi definire stacanovista un lavoratore è un complimento), ma forse il giocatore ha voluto dare un segnale in cui si distacca dalle illazioni fatte alla proprietà  di voler fare tanking, ma se l'illazione più grande è quella di aver voluto tenere fuori Pierce, ora che si è visto che l'assenza di Pierce era effettivamente necessaria, è giusto chiedere scusa alla proprietà  per le accuse infondate, relativamente all'assenza di Pierce? Crediamo proprio di si.

"Queste ultime tre gare (prima dell'All-Star Weekend) sono una sorta di ' entrare in ritmo ' prima della trasferta ad ovest (dopo la manifestazione)" ha detto Pierce quasi a giustificarsi per la sua prestazione sotto tono.

Ora per i Celtics c'è un solo obiettivo da attuare prima di ogni altra cosa: vincere. Bella forza, lo vorrebbero tutti, ma in questo caso per i Celtics vincere prima che sia troppo tardi è una necessità  impellente, visto che, arrivati a 17, non vogliono raggiungere quota 23 sconfitte consecutive, record di ogni epoca in NBA, rischiando di entrare nella storia dell'NBA dalla parte sbagliata.

Meraviglia delle meraviglie: quando Antoine Walker è arrivato a Boston per la gara Boston-Miami sarebbe stato facile per lui dare qualche frecciatina ai Celtics, invece ha espresso parole di simpatia per la sua vecchia squadra. Ci saremmo aspettati il contrario, meglio così.

Infortuni

Abbiamo già  riferito che Paul Pierce è rientrato in campo anche se non è al massimo della condizione, ma in teoria avrebbe dovuto rientrare prima, purtroppo per lui il gomito sinistro aveva bisogno di un drenaggio causato da un'infezione, non dipendente dall'operazione subita l'estate scorsa, quindi è un altro problema che si spera d'aver risolto in modo definitivo.

Problemino al pollice della mano sinistra per Al Jefferson per una slogatura in allenamento contro Olowokandi. Qualche preoccupazione per le sua partecipazione alle partite, subito rientrata dopo che i medici si sono sincerati che non era nulla di grave. Questo problema però lo ha limitato nella prima partita settimanale.

Prima l'influenza lo debilita facendogli giocare una partita non eccezionale, poi nella successiva stava effettivamente iniziando a riprendere la mano calda, ma inciampa nel piede del compagno di squadra Powe e si rifà  male di nuovo alla caviglia. Detta così fa quasi ridere, ma per Wally Szczerbiak non dev'essere tanto divertente guardare ancora in abiti civili le partite dei Celtics. I medici sperano di poterlo rimettere in campo prima dell'All-Star Weekend, mal che vada rientrerà  la prima gara dopo questa manifestazione.

Come previsto Michael Olowokandi non sta offrendo prestazioni sublimi, ma visto che è stato firmato al minimo salariale le aspettative erano tutt'altro che alte. Ora che è influenzato la sua mancanza non si farà  sentire, ma è dovere di cronaca riportare anche questo fatto.

Qualche notizia su Tony Allen: il giocatore attualmente utilizza 3 ore al giorno per la riabilitazione al ginocchio operato in artroscopia al legamento crociato che trascorre assieme agli assistenti allenatori dei Celtics. "Sto migliorando giorno dopo giorno" dice Allen, il quale sta ancora lavorando sulla riabilitazione base del ginocchio. Ora il suo intento è quello di riprendere i movimenti fondamentali del ginocchio, ovvero spostamento alto-basso, alcuni esercizi da terra e, se se la sente, anche un po' di bicicletta da palestra; inizialmente poco elevata, giorno dopo giorno si può aumentare l'ampiezza dell'estensione. Fra poco potrà  caricare il ginocchio ed iniziare a svolgere movimenti più complessi. In una terza fase passerà  al vero potenziamento muscolare con i pesi da palestra.

Curiosità 

Come detto il prossimo fine settimana è in programma l'All-Star Weekend, che si compone di varie manifestazioni e celebrazioni dal venerdì alla domenica. Attualmente in questo weekend sarà  presente in modo attivo solo Gerald Green, invitato a partecipare alla gara delle schiacciate che si svolgerà  di sabato a partire dalle 20 ora dell'Est degli Stati Uniti (quindi le 2 di notte in Italia) cercando di riportare a Boston il trofeo che nel 1991 ha vinto Dee Brown con la famosa schiacciata mentre si metteva l'altro braccio sugli occhi. Nel 2004 ci ha provato Ricky Davis, ma è stato eliminato al primo turno, mentre nel 1996 Greg Minor non ha avuto miglior fortuna. Quest'anno invece ci prova Green ed obiettivamente ha molte più possibilità  di quante ne aveva Ricky di vincere il trofeo.

Gli avversari di Green saranno (salvo eventuali modifiche dell'ultimo minuto) Nate Robinson (New York Knicks), Dwight Howard (Orlando Magic) e Tyrus Thomas (Chicago Bulls). La sostituzione di Thomas è stata ventilata perché lo stesso giocatore ha dichiarato di partecipare a questa gara solo per poter vincere il premio finale di 30mila dollari. A parte la battuta di cattivo gusto, non in linea con la politica dell'NBA, non crediamo che il giocatore abbia proprio bisogno di quei soldi, visto che quest'anno ne guadagnerà  ben oltre i 3 milioni. I giudici saranno di prima caratura: Michael Jordan, Julius Erving, Dominique Wilkins, Kobe Bryant e Vince Carter.

Gerald intanto si sta allenando e sta preparando le schiacciate per la manifestazione in programma a Las Vegas. In particolare il ragazzo ha preparato una schiacciata che dovrebbe impressionare tutti i presenti, ma sia lui che i suoi compagni di squadra non vogliono rivelare di che tipo si tratta. L'unico a sbilanciarsi è il suo grande amico Tony Allen, che la definisce "pazza" e che, se ben riuscita, sarà  "una delle migliori 10 nella storia (della manifestazione)".

É chiaro però che Green è stato chiamato solo grazie ai tanti minuti in campo giocati a causa degli infortuni a Pierce, Szczerbiak ed Allen, come ha ammesso anche Doc, difatti senza le loro assenze Green avrebbe avuto molte meno possibilità  di mettersi in mostra. Le sue mancanze sono note e ce le illustra Doc: "è difensivamente inconsistente e ci sono tante altre cose che deve imparare a fare per essere un buon giocatore di basket; a suo favore, sta lavorando". Appassionata la dichiarazione del giocatore: "cercherò di vincere per la mia squadra, i miei amici e la mia famiglia".

Per la sua promozione si è mossa anche la Reebok, famosa marca di scarpe che fornisce le calzature al giocatore biancoverde. I gadget promozionali sono una banda per la testa con la scritta "The Gerald Green Show" e magliette verdi con la scritta in oro. L'assistente di Green durante la gara sarà  Pierce.

I migliori della settimana

Questa settimana togliamo subito il dubbio sui due migliori della settimana: sono West e Jefferson. Sono gli unici due che si sono distinti, che vogliono dare sempre qualcosa ogni volta che scendono in campo e che non perdono la voglia di lottare. Tra i due chi ha avuto una costanza più elevata è stato Al Jefferson, il quale si merita il premio settimanale, mentre West si deve accontentare del secondo posto, visto che in settimana, per esempio, solo in una partita su 3 ha avuto prestazioni degne di nota nel settore assist.

Classifica aggiornata:
16 Jefferson
13 Pierce
5 Allen
4 Szczerbiak
4 West
3 Gomes

Appuntamenti e classifiche

Per la settimana prossima sono in programma solo due partite a causa dell'All-Star Weekend:
domenica in trasferta contro Minnesota
mercoledì in casa contro Milwaukee

Se si vuole avere un paio di partite con squadre non troppo forti prima di una pausa di qualche giorno per cogliere l'opportunità  di vincere almeno una gara, questa coppia di incontri fa esattamente al caso dei Celtics. Il livello degli avversari infatti non è irresistibile e la possibilità  di batterli non è bassa, semprechè i nostri abbiamo la forza soprattutto mentale di superare le recenti difficoltà  sul campo.

La classifica è implacabile: ultimi, ma questa volta senza parimerito, poiché anche Memphis ogni tanto vince una partita. I distacchi iniziano a farsi molto pesanti: la terzultima ha attualmente 17 vittorie quando i Celtics sono fermi a 12, 11,5 lunghezze sono il distacco da Miami, ottava di Conference, e mancano 33 partite alla conclusione della stagione.

Spazio tanking

Come è nostra abitudine in questo spazio intervalliamo i commenti che troviamo in settimana con qualche nozione di tanking visto nelle sue varie sfaccettature. In questo numero è l'ora di verificare qualcosa sul campo.

Spesso la domanda ricorrente in questo periodo è: ma i Celtics senza Pierce sono davvero scarsi? Domanda lecita, ma è doveroso far notare come due fattori sono molto importanti non per giustificare, ma almeno per trovare una motivazione plausibile a tutte queste sconfitte: età  ed esperienza.

Fermo restando che non sappiamo dove si fermano i demeriti e dove inizino i tentativi di perdere apposta (tanking appunto), è doveroso far notare che la squadra senza Pierce e con uno Szczerbiak che è più fuori che dentro il parquet manca totalmente di esperienza. Non è una cosa da poco, altrimenti i giocatori non darebbero il meglio di sé nella seconda parte della propria carriera, ovvero a ridosso dei 30 anni dopo aver accumulato vari anni di esperienza NBA, è successo a tutti indistintamente, succederà  anche ai nostri giovani (almeno quelli che hanno talento e carattere) di dire la loro, ma ora non ce n'è, devono solo imparare e lavorare duro ogni giorno.

Questo non basta a giustificare la serie di sconfitte consecutive, ma c'è un altro fattore da tenere in considerazione: l'età , in questo caso intesa come gruppo di giocatori che vengono buttati contemporaneamente in campo senza sapere quasi cosa fare (e qui ci sta una frecciatina all'allenatore). Da nessuna parte si sa di un successo quando molti giovani sono stati cresciuti, hanno maturato e hanno vinto insieme. Le storie di successo sono arrivate quando ad un piccolo gruppo di veterani è stato aggiunto un piccolo gruppo di giovani. Nei Celtics questo non è successo, Ainge ha sostituito i veterani (acciaccati, quindi da sostituire il più presto possibile) con i giovani, i quali non hanno avuto molto tempo di acquisire conoscenze. Si, c'è stato qualche veterano che si è prestato (positivo l'anno di Payton a Boston), ma non è stato sufficiente.

Tutto questo per dire che c'è tanking e tanking, e per la situazione di Boston non è facile capire dove arriva la realtà  e dove inizia il tanking, basta vedere Pierce: si pensava che fosse tanking spudorato, invece era effettivamente fuori per infortunio.

A risentirci.

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