Anni ’60, la notte del soccer

L'ex nazionale gallese Phil Woosnam, a sinistra, primo commissioner della NASL

Le rivoluzioni, i cambiamenti, i colpi di scena non avvengono mai casualmente né improvvisamente, anzi sono spesso frutto di un' evoluzione spesso silenziosa e di lavori sul retro di quel palcoscenico che è la nostra vita sconosciuti ai più, ma che spesso sono quella variabile indipendente che sembra cambiare le carte in tavola all'improvviso, quando invece il cambiamento era già  silenziosamente in atto. Così fu anche nel mondo del soccer USA, dove già  prima della nascita della NASL vissero altre leghe ed altri uomini che spianarono la strada alla più famosa e mai dimenticata lega professionista calcistica americana che per 16 anni ha mantenuto vivo il gioco più bello del mondo nel paese degli hamburger e dello Zio Sam.

1960-1965: la I.S.L.

Dieci anni dopo la storica vittoria degli USA sulla blasonata Inghilterra ai Mondiali brasiliani del '50, il soccer vivacchiava ancora portandosi dietro l'etichetta di sport etnico sopravvivendo grazie alle locali leghe semipro come la German-American Soccer League o la più titolata ASL con poche migliaia di spettatori a partita ed un livello di gioco molto basso, peraltro ulteriormente calato dalla metà  degli anni '50, come se quella storica vittoria non fosse mai avvenuta o fosse stata soltanto un bagliore effimero in una nera notte di novilunio. Tutto questo quando all'inizio degli anni '60, il boom economico e la lungimiranza di uomini d'affari che avevano visto nello sport professionistico oltre una passione un modo per incrementare i loro guadagni nonché di avere maggiore visibilità , stavano cominciando a cambiare il panorama dello sport americano, gettando le fondamenta di quello che sono oggi NBA, NFL ed NHL, complice anche la diffusione su larga scala della televisione nelle case dell'americano medio.

In questo clima di ottimismo, un uomo d'affari chiamato William B. Cox, organizzò dal 1960 al 1965 la International Soccer League , competizione che avrebbe spianato la strada, assieme alla trasmissione sulla ABC della finale Inghilterra - Germania del 1966, alle due leghe rivali U.S.A. ed N.P.S.L. che si sarebbero poi fuse nel 1968 dopo soltanto un anno di vita formando la N.A.S.L. , pietra miliare del soccer a stelle e strisce. La I.S.L. non era una vera e propria lega professionista come di solito si intende, in quanto aveva luogo soltanto nella stagione estiva, quando i club europei e sudamericani, finiti i rispettivi campionati, andavano a prepararsi negli Usa disputando amichevoli pagate con moneta sonante.

Sfruttando questa situazione che si era venuta a creare fin dagli anni '50 (esempio su tutti il tour dell'oramai disciolto Belfast Celtic) , Cox creò senza l'aiuto degli uomini dell'establishment calcistico americano una sorta di campionato estivo chiamando squadre europee e sudamericane ad eccezion fatta del Montreal Concordia e dei New York Yankees, team creato per l'occasione (una sorta di all star delle leghe semipro più qualche inglese naturalizzato) che partecipò nelle prime due edizioni del 1960 e 1961 e nella ultima del 1965. Le squadre chiamate a parteciparvi variavano dalle cenerentole come Varese, Mantova, Shamrock Rovers, Besiktas, e gli israeliani del Petah Tikva, a club blasonati come West Ham, Bayern Monaco, i brasiliani del Bangu e la Stella Rossa di Belgrado. Il torneo si disputava nelle vicinanze di New York, città  americana cosmopolita per eccellenza, ma negli anni successivi alcune partite vennero disputate anche a Chicago, Chicopee (Massachussets) in Messico a Guadalajara , Cleveland e Los Angeles, in un formato di due gironi di 5 o 6 squadre cadauno con finale doppia,a volte trasmessa interamente o in sintesi dalla CBS con una media di spettatori allo stadio che si aggirava circa sulle 10.000 unità . In più dal 1961 la competizione si arricchì della American Challenge Cup, vinta dal 1961 al 1964 dal Dukla Praga e nel 1965 dal Polonia Bytom.

Le squadre vincitrici della I.S.L. furono nell'ordine: Bangu (1960), Dukla Praha (1961), America RJ (1962), West Ham - che annoverava nei ranghi il grande Bobby Moore – (1963), Zaglebie Sosnowiec (1964) e Polonia Bytom nell'ultima edizione del 1965, battendo in finale doppia gli americani New York Yankees. Il torneo ebbe alterne fortune, sebbene la media spettatori sia sempre stata soddisfacente (si calcola che più di mezzo milione di persone abbia varcato nei 5 anni della competizione i cancelli degli stadi dove veniva disputata) , Cox alla fine dei 5 anni della competizione perse circa 100.000 dollari, nonostante nel 1965 la American Challenge Cup venne sponsorizzata dall'Herald Tribune Fresh Air Fund. Un altro dato da tenere in considerazione fu che William Cox non chiamò mai alcun team della A.S.L. o delle altre leghe etiniche a partecipare alla sua I.S.L. perché non riteneva alcun team americano all'altezza del livello di gioco nella competizione

1965-1966: Fine della I.S.L. e nascita di U.S.A. ed N.P.S.L.

La ragione per la quale la I.S.L. non venne più disputata fu a causa di alterchi tra Cox e la U.S.S.F., dovuti al fatto che Cox si rifiutava di prendere ordini dalla federazione, la quale peraltro non si era mai interessata al suo lavoro né mai lo aveva appoggiato, vedendolo come un corpo estraneo. In più, essendo Cox il tipico self made man del sogno americano ed abituato a trattare con uomini d'affari come lui, non considerava gli uomini della federazione calcistica all'altezza, vedendo in loro soltanto dei burocrati coi quali non voleva avere a che fare.

Il collasso della ISL venne determinato nei fatti dall'inibizione imposta a Cox dalla USSF dall'importare club stranieri negli Stati Uniti che sfociò in una causa presso l'antitrust nel 1965, ma questo non servì a riportare in vita la lega. Intanto però il seme era stato gettato ed altri uomini d'affari avrebbero presto fiutato l'affare calcistico e che assieme allo stesso Cox avrebbero contribuito alla nascita di altre leghe calcistiche, cercando però di creare franchigie negli Stati Uniti invece di importare club stranieri a fare la stagione giocando in campionati fittizi, consuetudine che venne abbandonata però solamente nel 1970.

Nel 1966, importanti club di fama internazionale quali Bayern Monaco, Tottenham, Celtic Glasgow, ma anche il Torino, completarono la preparazione estiva negli States , giocando svariati match di esibizione che mantennero vivo l'interesse del pubblico americano verso il soccer, e tra le varie competizioni estive spicca agli onori della cronaca la United States Cup of Champions, che annoverava Benfica Lisbona, (con Eusebio), Santos (con Pélé), Inter (con Sandro Mazzola) e AEK Atene a fare da sparring partner. Il 5 Settembre a Randall Island, NY venne giocato il match finale tra Inter e Santos di fronte a 41.000 persone. Per la cronaca, la partita finì 1-1 con gol di Pélé e Sandro Mazzola.

Le buone, o in alcuni casi ottime affermazioni del pubblico durante queste amichevoli misero in moto varie cordate di uomini d'affari desiderosi di investire nel soccer, creando anche astio e rivalità  che sfociarono nella creazione di due leghe in un mercato che al tempo poteva a malapena sostenerne una, come il tempo avrebbe poi impietosamente provato. La prima cordata venne composta da William B. Cox che subito dopo il collasso della sua I.S.L. invitò a New York alcuni potenti businessmen con investimenti nel baseball e nel football americano con l'idea di formare una nuova lega calcistica.

Questo sforzo sfociò in una conferenza tenuta il 10 Maggio del 1966 da Cox stesso e da Robert Hermann con l'intenzione di creare un campionato con 11 squadre (Aatempo anche il campionato NFL era composto da 10 squadre). Questa conferenza mise in moto due cordate rivali, una capeggiata da Richard Millen e l'altra da Jack Kent Cooke. Purtroppo il buonsenso non prevalse e le tre cordate, invece di collaborare ed unirsi cominciarono presto a pestarsi i piedi l'una con l'altra, e nella primavera del 1966, i tre sodalizi chiesero alla USSF di avere l'esclusiva per poter impiantare un campionato negli Usa, ed al rifiuto dei tre gruppi di unirsi, (Cox addirittura millantò di aver avuto l'ok dalla FIFA) l'esiguo staff della USSF (due persone di cui uno part-time) si ritrovò in serie difficoltà  in quanto impossibilitato a decidere quale dei tre gruppi ufficializzare. In più la finale dei Mondiali Inghilterra - Germania trasmessa in differita dalla NBC gettò ulteriore benzina sul fuoco, in quanto il torneo era stato seguito da un milione e mezzo di spettatori paganti riversando 7 milioni di dollari nella limitata economia del Regno Unito, e questo quando sponsorizzazioni e pay-tv erano solo un'idea di Dio.

Questo rese i vari uomini d'affari ancora più ostinati e a quel punto la USSF, anch'essa attirata dalla prospettiva dei soldi, decise di dare l'esclusiva al gruppo che avrebbe accettato le seguenti condizioni: il 4% delle entrate al botteghino, il 10% degli eventuali contratti TV, ed una tassa di iscrizione di 25.000 dollari per ogni franchigia.

L'unico gruppo ad accettare le condizioni fu la North American Soccer League (da non confondersi con la NASL di appena due anni dopo) di Jack Kent Cooke, che venne ribattezzata United Soccer Association per evitare confusione con la North American Professional Soccer League di Cox.

Una conferenza chiamata "This is a soccer ball" venne tenuta da Dick Walsh, presidente della neonata lega per spiegare agli americani il gioco del calcio, e il 19 Novembre del 1966 la ASL venne ufficialmente retrocessa a seconda divisione in favore della U.S.A. che avrebbe da questo momento rappresentato la massima serie nel panorama calcistico Usa. Ma nel frattempo le due cordate messe al margine non si persero d'animo, e fondendosi crearono la National Professional Soccer League, dichiarata fuorilegge dalla USSF e dalla FIFA, con minacce di sanzioni ai giocatori che avessero malauguratamente accettato di giocare in quella lega, ma nemmeno questo distolse minimamente William Cox e Richard Millen dalla loro intenzione di creare una lega rivale alla U.S.A., e le parole lasciarono presto posto ai fatti con la firma di un contratto TV decennale di 14 milioni di dollari, che sebbene rinnovabile ogni anno a discrezione della rete televisiva CBS diede legittimità , credibilità  (anche se per poco tempo) e maggiore visibilità  alla NPSL, che prendendo in contropiede la U.S.A. annunciò che il loro campionato sarebbe iniziato nel 1967, prima di quello U.S.A. l'inizio del quale era stato invece annunciato nel 1968.

Per correre ai ripari la U.S.A., non vedendosi pronta a fronteggiare questa inaspettata offensiva, decise di anticipare l'inizio del proprio campionato al 1967, e non avendo il tempo materiale di creare dal nulla le franchigie ed assemblarle, decise, come la ISL pochi anni prima, di importare clubs dall'estero stavolta però americanizzandone il nome ed assegnandole alle città  in base alla loro composizione etnica con l'eccezione di New York, perché si pensava che essendo la grande mela una città  per natura cosmopolita, i newyorkesi si sarebbero precipitati allo stadio senza tenere conto della provenienza del club assegnato. Nel frattempo nella NPSL gli investitori, sicuri della riuscita del loro progetto si stavano dando alle finanze allegre, noleggiando gli stadi più grandi e costosi e comprando alla cieca giocatori da tutto il mondo, alcuni validi altri realmente imbarazzanti, cosicché il 1967 vide la disputa di due campionati senza una solida base di appassionati, con conseguente spreco di soldi e di energie che magari se convogliate nella stessa direzione avrebbero potuto aiutare il soccer usa a crescere anni quando non decenni prima. Purtroppo il buonsenso non era merce reperibile sul mercato".

1967-1968: Da U.S.A. e N.P.S.L. alla N.A.S.L.

L'era moderna del soccer usa cominciò ufficialmente il 16 Aprile del 1967, a Baltimora, dove i Baltimore Bays incontrarono gli Atlanta Chiefs, nel primo match della NPSL, davanti a soli 8,434 spettatori paganti. La partita fu vinta per 1-0, dopo una lunga e difensiva battaglia dalla squadra di casa. Per portare più spettacolo e più spettatori la NPSL aveva adottato un sistema di punti che premiava con 6 punti la vittoria, tre punti il pareggio, e un punto supplementare per ogni goal segnato, così da incoraggiare il gioco offensivo e portare a risultati con più reti segnate, per rendere il calcio più vicino alla mentalità  dello sportivo americano medio, abituato a risultati con numerose mete o canestri segnati. In più tra il primo e secondo tempo spettacoli di majorettes e orchestre intrattenevano gli spettatori, ma questo non aiutò granché per aumentare le presenze al botteghino.

La CBS aveva cominciato a trasmettere il programma dedicato alla NPSL "Just for kicks!" , ma poco dopo l'inizio del campionato, quel contratto televisivo che aveva dato alla lega la credibilità  richiesta si rivelò la causa della perdita della stessa quando dopo appena un mese, un arbitro confessò che 11 dei 21 falli fischiati durante una partita erano in realtà  solo scusanti per poter mandare in onda la pubblicità , in più Danny Blanchflower, ex stella del calcio britannico ora nelle vesti di giornalista sportivo, commentava le partite in modo sinceramente e brutalmente impietoso.

La media spettatori presto crollò a 4879, ben lontana da quei 20.000 che ci sarebbero voluti per creare utili nelle casse degli investitori. In questa atmosfera la U.S.A. cominciò le operazioni il 28 Maggio del 1967. Gli investitori erano fortemente convinti della sua riuscita perché a detta loro avevano importato negli Usa 12 tra i migliori club mondiali, cosa non vera perché squadre come Milan, Manchester United, Santos, Real Madrid e Benefica (giusto per fare qualche nome) non parteciparono a questo tipo di competizione dovendo pensare ai propri campionati nazionali ed erano spesso già  legati ad altri organizzatori per quel che riguardava le amichevoli estive.

Le squadre che accettarono di partecipare furono: Wolverhampton (Los Angeles Wolves), Aberdeen (Washington Whips), Stoke City (Cleveland Stokers), Dundee United (Dallas Tornado), Bangu (Houston Stars), Hibernian (Toronto City), Cerro de Montevideo (New York Skyliners), ADO Den Haag (San Francisco Golden Gate Gales), Cagliari (Chicago Mustangs), Glentoran (Detroit Cougars), Shamrock Rovers (Boston Rovers), Sunderland (Vancouver Royal Canadians).

Nonostante l'inizio stagione fosse il migliore per la U.S.A., con folle di 34.965 a Houston, 21871 allo Yankee Stadium, e 16431 a Dallas, la media spettatori scese sotto le 8000 unità , con Houston la compagine col pubblico più numeroso (19802 spettatori paganti) e Boston a fare da fanalino di coda con appena 4171 persone sugli spalti. La finale del campionato U.S.A. vide affondarsi in Los Angeles Wolves e Washington Whips, in uno dei match più eccitanti della storia del soccer usa con 36 minuti di tempi supplementari con il risultato finale di 6-5 per Los Angeles di fronte a 17824 paganti, mentre la finale del campionato NPSL venne giocata in match doppio, con Baltimora vincente in casa per 1-0 di fronte al proprio pubblico di 16619 spettatori per poi però soccombere ad Oakland per 4-1 con conseguente vittoria del campionato da parte degli Oakland Clippers di fronte a 9037 presenze.

Nel frattempo, sebbene ufficialmente le due leghe restassero rivali, colloqui ufficiosi terminati poi con un comunicato ufficiale tra i proprietari delle due leghe,i quali -visti i pessimi risultati e le conseguenti ed ingenti perdite finanziarie- stavano venendo a più miti consigli vociferando di una possibile unione tra le due leghe, smentita in vari comunicati stampa ma ufficializzata il 7 Settembre del 1967 e pubblicata sul New York Times. Una nuova ed unica lega sarebbe nata dalle ceneri delle U.S.A. e N.P.S.L. ed avrebbe cominciato le operazioni nel 1968.

La North American Soccer League (NASL)

Sebbene la fusione fosse stata un importante passo avanti, purtroppo ancora una volta il buon senso non fu di aiuto agli investitori della neonata N.A.S.L., i quali pensarono che il fallimento di NPSL ed USA fosse dovuto solo al fatto della rivalità  tra le due leghe, non tenendo conto che in realtà  mancava la base sia per quello che riguardava il pubblico sia per quanto concerneva la presenza di un vivaio di giocatori americani -questo era dimostrato dal fatto che la USA aveva dovuto importare club esteri, ma anche la NPSL annoverava ben pochi americani nei ranghi delle sue compagini.

L'americano medio non sapeva molto del soccer, ignorandone i club internazionali ed i loro successi, e non interessandosi al campionato nazionale in quanto trovava le partite di calcio lente e noiose, in più vi era la credenza, visti i successi delle nazionali dei paesi del blocco socialista, che il soccer fosse uno sport comunista, con il conseguente ostracismo nelle scuole fin dai primi anni dell'età  scolare, che ha pesato come un macigno sulla formazione di home grown players, che è mancata fino agli anni recenti della MLS.

Altro grosso errore fu la sopravvalutazione del cosiddetto mercato etnico e del non riuscire a capire che i membri delle comunità  più interessate al calcio erano interessati a seguire le squadre dei propri paesi d'origine quanto fondamentalmente disinteressati verso le franchigie americane, e l'aggiungere il semisconosciuto italiano, scozzese, tedesco ecc ecc in formazione non avrebbe fatto lievitare le presenze al botteghino. Se così fosse stato, il calcio negli Usa sarebbe decollato molti anni prima e non sarebbe stata necessaria l'epopea dei New York Cosmos che peraltro nemmeno bastò. Inoltre l'entusiasmo creato dalla finale dei Mondiali d'Inghilterra '66 era in larga parte evaporato.

Nonostante le ragioni della non riuscita di entrambe le leghe fossero abbastanza evidenti, poco fu fatto per invertire la tendenza. Delle 22 squadre che componevano le due leghe, ne furono mantenute 17, sebbene vi furono una serie di spostamenti per evitare l'esistenza di due squadre nella stessa città , alcune come i New York Skyliners vennero chiuse, nel caso di New York per lasciare il posto ai Generals, mentre Philadelphia e Pittsburg semplicemente annegarono nei debiti, avendo perso circa mezzo milione di dollari a testa.

1968-1969: Bilancio sul primo biennio N.A.S.L.

La NASL venne organizzata in quattro divisioni, Atlantic, Lakes, Gulf, e Pacific. La CBS decise di rinnovare il contratto per un altro anno, tranne che a Danny Blanchflower, sostituito da Mario Machado, nuovi giocatori furono acquistati come l'argentino Victorio Casa, (l'unico giocatore senza un braccio di tutta la storia della N.A.S.L.) o il campione del mondo col Brasile nel 1958 e nel 1962 Và và , con il risultato che almeno per quell'annata venne raggiunto un livello di gioco che non si sarebbe visto ancora per quasi 10 anni. Da ricordare anche il portiere Horst Mulhlmann, annoverato nei ranghi della franchigia di Kansas City, che si sarebbe poi distinto come kicker nella NFL.

Vennero le amichevoli estive, durante le quali sia Cleveland Stokers che New York Generals batterono il Santos di Pélé, mentre il Manchester City perse 3-2 contro gli Atlanta Chiefs. L'allenatore Allison cercò di giustificarsi spiegando che era stata una sfortunata coincidenza e che gli Atlanta Chiefs erano una squadra di quarta divisione, chiese la rivincita, e dopo aver perso anche con gli Oakland Clippers per 3-1, tornò ad Atlanta dove il Manchester City perse ancora, stavolta per 2-1.

Il Real Madrid battè facilmente i New York Generals per 4-1, il Borussia Dortmund sconfisse i Kansas City Spurs per 3-1, il Chivas di Guadalajara vinse di misura contro gli Oakland Clippers, mentre i San Diego Toros batterono sonoramente l'America di Città  del Messico per 5-1, anche se è da dire che molti club consideravano queste partite solo dal punto di vista della preparazione spesso lasciando a casa o in panchina i giocatori più talentuosi.

Per la cronaca la stagione 1968 vide gli Atlanta Chiefs vincere la Atlantic Division, i Cleveland Stokers primeggiare nella Lakes Division, i Kansas City Spurs si affermarono nella Gulf Division, e per via del controverso sistema di punti in voga al tempo, i San Diego Toros passarono sopra gli Oakland Clippers nella Pacific Division pur avendo lo stesso numero di partite vinte e di punti. Nelle semifinali gli Atlanta Chiefs passarono il turno contro i Cleveland Stokers in doppio match 1-1 e 2-1 con goal nei supplementari mentre nell'altra semifinale i San Diego Toros prevalsero sui Kansas City Spurs per 1-1 e 1-0.

Anche la finale venne giocata doppia come l'anno precedente nella NPSL, e durante la partita di andata, soprattutto grazie alle parate di Ataulfo Sanchez, miglior portiere della NASL di quell'anno, i Toros riuscirono a tenere lo 0-0, ma ad Atlanta, i Chiefs si imposero per ben 3-0, con reti di Mc Parland, Moutang e Scott, ma in realtà  non ci furono reali vincitori, perché non appena la stagione cominciò i problemi vennero a galla.

La media spettatori si attestò ad un misero 3400 presenze al botteghino, addirittura meno di quello che NPSL ed USA messe assieme avevano totalizzato l'anno precedente, e tempo due mesi dopo la finale, tutti i club tranne 5 fallirono. Il pagamento di salari troppo alti, la scarsità  del pubblico ed il costoso noleggio degli stadi fece tramontare per sempre nella maggior parte degli investitori l'interesse per il soccer. Ad un meeting negli scantinati del Fulton County Stadium di Atlanta, i dimissionari Dick Walsh e Ken Macker, (ex presidenti di USA ed NPSL) lasciarono il posto al nuovo commissioner Phil Woosnam (giocatore-allenatore degli Atlanta Chiefs) con la disperata impresa di salvare la NASL dal fallimento.

La franchigia dei Detroit Cougars annunciò in Novembre che non avrebbe disputato la stagione 1969, altre seguirono a ruota. Le perdite totali nelle stagioni 1967 a leghe disgiunte e 1968 avevano raggiunto i 6 milioni di dollari, ed ogni club vide andare in fumo almeno 200000 dollari. Il proprietario dei St Louis Stars ammise di aver perso 1.500.000 dollari nei due anni di operazioni.

Delle 10 squadre alle quali era stato chiesto di continuare solo 5 accettarono, ma almeno la NASL, sebbene ridotta al lumicino non chiuse i battenti dopo il suo primo anno di vita. Il 1969 cominciò con la revoca del contratto tv da parte della CBS, ed una lega drasticamente ridotta a sole 5 squadre. Phil Woosnam non si perse d'animo, e avvalendosi della collaborazione del suo nominato vice Clive Toye elaborò il suo piano per tenere la lega a galla. Chiese innanzitutto ai club superstiti di ridurre consistentemente gli ingaggi dei giocatori e delle altre spese fissando un tetto massimo di 200000 dollari per team, e per dare tempo alle squadre di completare le rispettive rose, decise di dividere la stagione in due parti.

La prima di esse si sarebbe chiamata NASL International Cup, durante la quale ogni franchigia avrebbe importato un club dalla Gran Bretagna così come era accaduto nella U.S.A. , cosicché, almeno secondo i piani di Woosnam, si sarebbe creato interesse attorno alla competizione con i club internazionali con la speranza che la gente si sarebbe poi appassionata alla seconda parte del campionato con le squadre vere.

Così l'Aston Villa avrebbe rappresentato gli Atlanta Chiefs, il West Ham (con gli eroi del mondiale 1966 Geoff Hurst e Bobby Moore) avrebbe invece rappresentato i Baltimore Bays, gli irlandesi del Klimarock sarebbero stati i St Louis Stars, i Dallas Tornado sarebbero stati ancora una volta gli scozzesi del Dundee United mentre il Wolverhampton sarebbe tornato interpretando stavolta la parte dei Kansas City Spurs. Purtroppo per Woosnam, nonostante nell'International cup giocassero campioni del calibro di Hurst, Moore, Trevor Brooking e Parkes, la competizione non portò gli spettatori allo stadio. Wolverhampton e West Ham, che in Inghilterra avrebbero attratto almeno 50000 spettatori, aprirono le ostilità  a Baltimora davanti a soli 5128 presenti. Il punto più basso fu raggiunto una notte a Dallas, quando un emozionante match tra Dundee United e Klimarock terminò 3-3 davanti a sole 200 persone. Un'altra esibizione poco tempo prima tra West Ham e Dundee United aveva portato appena 714 paganti.

Come nel 1967, Il Wolverhampton dimostrò di essere la vedette della competizione vincendo la coppa per Kansas City. Oltre la suddetta International Cup vennero giocati altri match di esibizione, durante i quali il West Ham battè per 2-1 il Klimarock a Seattle, e perse contro il Tottenham per 4-3 a Baltimora, prima di totalizzare un sonoro cappotto contro il Dundee United il 25 Maggio 1969 a Portland per ben 8-2. L'Eintracht di Braunschweig giocò quattro amichevoli pareggiando 0-0 ad Atlanta, battendo i Dallas Tornado per 7-2, i Kansas City Spurs per 1-0 e infine pareggiando 2-2 con una formazione di All Stars della NASL. L'Inter di Bratislava pareggiò 2-2 contro gli Atlanta Chiefs e vinse 3-1 contro i Kansas City Spurs, infine, il 17 Maggio del '69, l'Aston Villa battè ad Atlanta il Tottenham con il punteggio di 3-2.

Dopo il torneo iniziale, il vecchio lasciò il posto al nuovo con le franchigie locali contro le squadre che avevano giocato in loro vece durante la international cup in un match di esibizione, e vera stagione calcistica cominciò, con un formato di 16 partite per la prima ed unica volta nella storia della NASL senza play-off, un'altra idea di Woosnam per risparmiare sui costi. Il finale di campionato fu controverso, con Kansas City vincitrice su Atlanta nonostante i pari punti, questo ancora una volta a causa del complesso sistema di punteggio adottato nel 1967 dall'allora NPSL. Negli anni passati le vittime erano state rispettivamente Philadelphia (1967) e Oakland (1968).

I migliori giocatori durante la stagione furono Ron Newman (Dallas Tornado), il capocannoniere Kaiser Moutang e il portiere Manfred Kammerer (Atlanta Chiefs), Cirillo Fernandez, nominato MVP 1969 (Kansas City Spurs), Sigfried Strizl (esordiente dell'anno) e Pete Millar, già  MVP ASL per due anni consecutivi (Baltimore Bays). Per quello che riguarda la media spettatori, Kansas City conduceva la classifica con 4273 presenze al botteghino, mentre Baltimora (che si sarebbe ritirata a fine campionato) faceva da fanalino di coda con appena 1601 paganti. Un altro dato importante è che le squadre cercarono il più possibile di puntare sui talenti americani o naturalizzati invece che puntare soprattutto su stranieri che venivano in Usa per finire la carriera a suon di dollari.

Prima su tutti i club a riguardo fu St Louis, che annoverava ben 14 americani su 18 giocatori, anche se non ebbe gran giovamento da questa politica, visto che nei tre anni in cui i St. Louis Stars avrebbero fieramente sventolato la bandiera del "Made in USA” non avrebbero avuto gran ricompense né a livello di classifica né a livello di presenze allo stadio, ma furono comunque i pionieri di una politica che comunque, se fosse stata portata avanti in seguito, forse non avrebbe fatto fallire la NASL ed avrebbe dato al vivaio USA e conseguentemente alla nazionale un maggior parco giocatori e forse una qualificazione ai mondiali antecedente a quella del 1990 (40 anni dopo la storica vittoria sull'Inghilterra), ma del senno di poi…

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