Webber sembra essersi inserito perfettamente nei meccanismi dei Pistoni…
Detroit, Michigan. Motown, la città dei motori, della Ford ma da qualche anno anche dei Pistons targati Joe Dumars. Una squadra che nelle ultime stagioni ha collezionato un titolo Nba sotto la guida di coach Brown, una finale persa solo a gara 7 nel 2005 contro gli Spurs e una finale di Conference lo scorso anno persa contro gli Heat di Shaq & Flash.
Ora, alla seconda stagione della gestione Saunders, ma alla prima del dopo Ben Wallace, il leader spirituale della squadra volato agli acerrimi rivali divisionali di Chicago, i Pistons restano la principale contendente alla Finale Nba in rappresentanza della Eastern Conference, con in più un giocatore importante come Chris Webber.
Webber, detroitiano doc, tifoso dei Pistons fin da bambino, carriera collegiale a Michigan, non ha saputo dire di no alla chiamata di Joe Dumars nel momento in cui era diventato un agente libero. I Sixers, dopo la cessione di Iverson, hanno deciso di dare fondo al restyling, rilasciando Webber e dando in mano ad Andre Iguodala le chiavi della squadra. Diverse franchigie avevano pensato a lui come aggiunta importante verso il titolo: Dallas, San Antonio, Miami e Lakers, oltre agli stessi Pistons, avevano bussato alla porta dell'ex fidanzato di Tyra Banks.
Solo Detroit però gli dava garanzie riguardanti un minutaggio importante anche se fino all'ultimo, Kobe e i gialloviola sembravano averlo in mano, viste anche le grandi doti di passatore e di lettore di gioco dello stesso Webber da inserire in un attacco che pareva calzargli a pennello come la Triangolo di coach Tex Winter, ma Phil Jackson non ha voluto sbilanciarsi troppo sul suo impiego, così Chris ha seguito il suo cuore e non ha saputo dire di no a Detroit.
"Non c'è niente di meglio che essere qui, a casa, più di qualunque altro luogo. Joe mi ha espresso tutto il suo desiderio di avermiâہ¾ ha detto Webber dopo la firma del contratto. "
L'organizzazione, il coach, tutti hanno mostrato di volermi realmente. Tu vuoi essere voluto. Chiunque vuole far parte di un'organizzazione che ti desidera. "
Ha proseguito:" Non mi sentivo così bene dal giorno in cui fui scelto. Appena sei a casa e senti già i tifosi urlare per te, è grande. Sono un tifoso di Detroit, apprezzo i tifosi di Detroit. Entrare ieri al Palace e sentire la gente che approva il tuo arrivo, è una piacevole sensazione. âہ¾
Prima dell'arrivo di Webber i Pistons erano 21-15, una squadra che si stava ancora assestando dopo l'addio a Big Ben, che cercava di inserire Nazr Mohammed in un sistema ben consolidato e l'ascesa prepotente di Jason Maxiell. La squadra era abbastanza altalenante, almeno a novembre, quando persero ad Oakland con i Warriors, ma soprattutto in casa contro gli Hornets.
Dopo questa sconfitta hanno però infilato 8 w in fila e si sono pian piano riconfermati come squadra da battere ad est. Intorno alla fine dell'anno però, dopo 5 w in fila, sono arrivate 3 sconfitte consecutive: perso dopo 3 ot al Madison e 53 punti di Rip Hamilton, perso in casa nel classico duello coi Pacers e perso contro i lanciatissimi Suns sempre in casa.
Quindi formazione con vistosi cali, soprattutto di concentrazione e negli uomini guida, Billups e Rasheed. Webber esordisce il 17 gennaio al Palace of Auburn Hills contro gli Utah Jazz, scrive a referto 2 punti, 5 rimbalzi e 2 assist ma i Pistons perdono. Ad oggi il record con C-Webb, che dalla gara successiva viene inserito in quintetto al fianco di Wallace, è di 7 vinte e 3 perse. Webber viaggia a 11.4+7.9+3.3 assist, con 2 doppie doppie, 11+10 contro Sacramento e 17+13 contro i Pacers.
L'ex Kings sembra essersi inserito alla perfezione in un sistema che fa girare tanto la palla, che premia i tagli e che utilizza spesso situazioni al gomito, mattonella preferita dal Webber. La convivenza con Sheed per ora c'è, vedremo quando comincerà a far più caldo, quando bisognerà alzare il livello di intensità difensiva e di atletismo, orizzonti in cui C-Webb viene meno, per età , per logorio fisico e per attitudine. Detroit è squadra adatta anche perché gioca a ritmo abbastanza basso, non forza la transizione, predilige eseguire a metà campo, se non quando dalla panca escono Murray, Delfino e Maxiell.
Per forza di cose, con l'arrivo in squadra dell'ex Wolverines, il minutaggio degli altri lunghi si è ridotto e a farne le spese è stato soprattutto Nazr Mohammed. L'ex Spurs, firmato in estate per sopperrire alla già citata partenza di Ben Wallace, sembrava l'uomo giusto, per la sua attitudine difensiva e per la presenza sotto le plance. Ma col passare delle partite, il front office si è accorto della fatica di inserimento e della mancanza di attributi dell'ex Kentucky.
Dopo l'arrivo di Webber, Mohammed è sceso in campo solo 3 volte, per un totale di 21 minuti. Le voci su un suo possibile addio sono parecchie, la più battuta quella che lo porterebbe ai Twolves in cambio di Marko Jaric, altro scontento. Stessa cosa vale per il veterano Dale Davis, che con l'arrivo di C-Webb, ha toccato il parquet solo 4 volte per un totale di 25 minuti. Davis è comunque consapevole del suo ruolo e può comunque garantire maggiore intensità , uscendo dal pino, falli e rimbalzi.
Anche lo spazio per Jason Maxiell si è ridotto, ma il ragazzo è il futuro dei Pistons, è il pupillo di Rasheed e non ha bisogno di pressione. Finora, ogni qualvolta Saunders lo ha chiamato, lui ha risposto con intensità , atletismo, cattiveria e grande applicazione. Maxiell sa che il futuro è suo.
Detroit, prima della pausa per l'All Star Weekend, avrà 5 gare di fronte al proprio pubblico e cercherà di sfruttare a pieno il fattore campo. Celtics, Lakers, Raptors, Clippers e Spurs le squadre che da qui alla partita delle stelle si presenteranno a Motown. Celtics in crisi nera, Raptors in un ottimo momento, altalenanti le altre. I Pistons devono comunque basarsi sulle loro forze, devono mantenere la concentrazione e sfruttare il grande talento e la grande esperienza dei suoi giocatori.
"Play the right way" lo slogan di coach Brown, l'uomo che ha riportato l'anello nella città dei motori dopo 15 anni. Restano la migliore squadra ad est, record compreso, la più solida, la più lunga, quella che da più tempo è assieme. Credo che solo gli Heat possano impedir loro di arrivare ad un'altra finale Nba perché hanno in Shaq e Wade due giocatori unici e difficilmente fermabili.
Detroit è una squadra dal carattere forte, molto emotiva, che si basa molto sulle lune di Sheed e Billups, i due leader nello spogliatoio. In estate non avevano digerito la partenza di Big Ben ma ora sembrano aver metabolizzato il cambiamento e sembrano pronti a dare battaglia.
Anche LeBron James, dopo la sconfitta subita dai suoi Cavs in casa contro gli stessi Pistons ha ammesso: “Quando c'era Ben Wallace sul parquet, potevi rilassarti un pò in difesa“. “Ma ora hanno cinque giocatori che possono segnarti 20 punti con facilità . Sono una squadra migliore con lui (Webber)“.
E se lo dice LeBron ci si può anche fidare.