Il Mago, rookie del mese nell'Eastern Conference
Gennaio e febbraio sono considerati, nella Nba, i mesi più duri per i giocatori, che risentono della fatica e dello stress accumulati nei periodi precedenti. Per i rookie, quindi, le difficoltà non possono che essere maggiori, abituati, chi nella Ncaa e chi in Europa, ad avere periodi di pausa più lunghi tra una partita e l'altra; non c'è da stupirsi quindi, se molti dei giocatori scelti nell'ultimo draft hanno faticato maggiormente, rispetto ad inizio stagione.
Brandon Roy: per lui il discorso fatto prima non vale, avendo saltato una quindicina di partite, la fatica accumulata è inferiore a quella degli altri, e la sua voglia di far vedere di cosa è capace gli ha permesso di vivere un gennaio da star, venendo anche nominato rookie del mese per la Western Conference. Le sue cifre medie parlano chiaro: primo in punti segnati, 14.4, assist forniti, 3 e per palloni recuperati, 1.36; in più, ci sono da aggiungere alcuni tiri andati a segno nel clutch time, che hanno consentito ai Blazers di ottenere importanti vittorie.
Adam Morrison: per lui il "dog's month" si è fatto sentire in parte, l'ex Gonzaga ha fornito delle prestazioni altalenanti, tirando abbastanza male, e peggiorando alcune delle voci statistiche. Rimane, comunque, il rookie con il minutaggio superiore e le maggiori responsabilità offensive assieme a Roy, che gli permettono anche di sbagliare tiri, perdere palloni o far cattive giocate, senza che il suo minutaggio ne rimanga intaccato.
Andrea Bargnani: nominato rookie del mese nell'Eastern Conference, Andrea è riuscito a mantenere buone prestazioni per quasi tutte le partite che ha giocato, fatturando 11.1 punti, 3.6 rimbalzi e 1.2 assist di media; il suo contributo è stato fondamentale per far ottenere a Toronto, una serie di vittorie che hanno portato la franchigia ad avere un record superiore al 50%, che nell'Est di questo periodo è tutt'altro che da buttare.
Jorge Garbajosa: il mese di gennaio, per il giocatore spagnolo, è stato sicuramente il peggiore dal suo arrivo nella Nba, l'ex Benetton e Malaga, infatti, è andato in doppia cifra solamente due volte in tutto il mese. Anche l'infortunio al tallone ha influenzato, e non poco, le sue prestazioni: il minutaggio si è dovuto ridurre sensibilmente, saltando anche alcune partite, e le sue cifre hanno subito uno stop.
Randy Foye: gennaio l'ha visto, come al solito, alternare ottime prestazioni, come i 25 punti contro Phoenix, a pessime performance, come dimostra il 3 su 16 al tiro contro Clippers e Grizzlies. I 10.5 punti, 3.4 rimbalzi e 3.1 assist di media in questo mese, in ogni modo, dimostrano le grandi capacità e possibilità dell'ex Villanova, che dovrà riuscire ad essere più costante, se vorrà ottenere maggiori minuti d'impiego dal suo nuovo coach.
Rudy Gay: con l'arrivo di Tony Barone in panchina, era sembrato che la società volesse sfruttare di più, le immense capacità della scelta effettuata dai Rockets e poi ceduta ai Grizzlies; il suo minutaggio, invece, è incostante come le sue prove (23 punti, 5 rimbalzi, 4 assist, 4 rubate e 2 stoppate contro Philadelphia - 0 su 7 al tiro e 4 palle perse contro Chicago), e Barone sta cominciando ad usarlo in maniera meno frequente dell'inizio.
Paul Millsap: 6 punti, 4.4 rimbalzi ed una stoppata di media, queste le cifre della 47esima scelta all'ultimo draft; senza Boozer, fuori per circa un mese, Millsap troverà sicuramente maggior spazio, che equivale a rimbalzi, stoppate e tantissima intensità per la propria squadra. L'ex Louisiana Tech, si sta dimostrando un ottimo giocatore, che uscendo dalla panchina, può cambiare il ritmo della partita.
Tra gli altri rookie che stanno cercando di mettersi in mostra, ci sono: LaMarcus Aldridge, la seconda scelta assoluta, che ha vissuto un buon mese, riprendendosi dopo un periodo piuttosto opaco; Jordan Farmar, Craig Smith, Yakhouba Diawara e Mickael Gelabale che hanno ottenuto maggiori minuti d'impiego nelle rispettive squadre, il francese è partito anche in quintetto; Kelenna Azubuike ed Ersan Ilyasova hanno fatto vedere delle ottime cose in contumacia di molti dei loro compagni, come dimostrano le cifre: 9.6 punti e 3.1 rimbalzi per il giocatore dei Warriors, e 9.5 punti e 4.7 rimbalzi per quello dei Bucks; Marcus Williams, tornato dall'infortunio è tornato a far vedere buone prestazioni; Rajon Rondo e Sergio Rodriguez, a Boston e a Portland, hanno avuto più minuti dai loro allenatori, viste le molte assenze nelle due squadre, rispondendo in maniera egregia.
É stato inoltre stilato il roster dei rookie che parteciperanno al T-Mobile Rookie Challenge & Youth Jam: Garbajosa, Bargnani, Millsap, Morrison, Farmar, Foye, Gay, Roy e Marcus Williams. Per molti di questi ragazzi, potrebbe essere un buon modo per far vedere di cosa sono capaci, magari facendo vincere la propria squadra contro quella dei sophomore, cosa che negli ultimi anni è successa di rado.
Anche se appena all'inizio, il personale power ranking dei favoriti del premio di Rookie of the Year di questi primi due mesi di regular season è:
1- Brandon Roy
2- Adam Morrison
3- Andrea Bargnani
4- Jorge Garbajosa
5- Randy Foye
6- Rudy Gay
7- Paul Millsap
8- Shelden Williams
9- Marcus Williams
10- LaMarcus Aldridge