USA – Messico, vicini contro

L'ultima volta è finita in festa per gli USA. Stanotte sarà  più difficile

Viste le premesse (l'arrivo di David Beckham nella MLS, la partecipazione della Nazionale USA a Gold Cup e Copa America), il 2007 si appresta a diventare uno degli anni più importanti della storia del soccer. Anno importante anche perché la Nazionale ha da poco dato il via, sotto la guida del nuovo CT Bob Bradley, al ciclo che la porterà , si spera, al Mondiale 2010 in Sud Africa. Chi ci sarà  in panchina non è però ancora dato sapere, visto che l'incarico di Bradley è ad interim.

Stanotte gli USA affronteranno la loro prima partita importante dopo i Mondiali, scendendo in campo davanti ai 60.000 dello stadio della University of Phenix, a Glendale (AZ), interamente esaurito in ogni ordine di posti. E stanotte inizieremo a comprendere se Bradley potrà  avere un futuro alla guida della Nazionale stelle e strisce.

Mentre nel match con la Danimarca, vinto per 2-1, il gruppo era composto da soli giocatori della MLS, stavolta Bradley ha convocato solo quattro dei tanti Yanks Abroad che militano in Europa, il che suona un po' strano vista la scarsita di date per amichevoli FIFA (per le quali i club sono obbligati a rilasciare i giocatori), e per di più non sono stati chiamati alcuni dei giovani che si stanno facendo onore in Premier League, quali Jay DeMerit (Watford), Jonathan Spector (West ham) e Frank Simek (Sheffield Wednesday). Vedremo invece gente come Bobby Boswell (DC United) e Jimmy Conrad (Kansas City Wizards), che già  si conoscono bene, come li conosce bene Bradley. La partita col Messico invece sarebbe potuta essere un'opportunità  per vedere ragazzi che non hanno ancora avuto l'occasione di farsi vedere, gente cui comunque l'esperienza non manca, visto che giocano in Inghilterra.

Anche la scelta dei quattro fa discutere. È chiaro che nessuno mette in dubbio le qualità  di gente come Clint Dempsey e Bobby Convey, ma il primo ha appena iniziato ad adattarsi alla nuova realtà  al Fulham, mentre il secondo deve ancora rientrare nel suo club, il Reading, dopo un infortunio al ginocchio. Perché chiamarli entrambi?

L'idea che ci si può fare è che se stasera gli USA dovessero vincere - cosa non impossibile viste le passate prestazioni del Messico oltre confine - l'attenzione sulla Nazionale potrebbe scendere. E questo non può succedere. A parte il problema dell'allenatore, che presto dovrà  essere risolto, il rischio è quello di perdere il pubblico americano. Mi spiego. L'estate scorsa i tifosi USA si erano illusi, anche a causa dell'eccessivo entusiasmo che ha preceduto la spedizione mondiale, che quel gruppo di giocatori fosse fortissimo. Ma lì ci furono anche grossi errori di Bruce Arena nella preparazioni (vedi amichevoli di scarso livello). Adesso su tutti i media che si occupano di soccer si parla tantissimo di questi ragazzi americani che si stanno facendo onore in Europa, e cosa succede? Nel match più sentito, quello della vera rivalità  di confine, non vengono chiamati?

Sin dal termine dei Mondiali la situazione intorno alla Nazionale è andata di male in peggio. Prima la rottura con Arena, poi la lunga vacatio dell'incarico di CT, l'affaire Klinsmann e l'improvvisa assunzione di Bradley. Il rischio ora è il disinteresse.

Bradley è un allenatore che conosce la macchina del soccer USA, ma è certo che manca di esperienza a certi livelli. Una delle ragioni per le quali molti Yanks Abroad non sono stati chiamati è che si sarebbero allenati solo un giorno. E allora i messicani tipo Rafa Marquez del Barcellona? Questo non è altro quello che vivono Nazionali come il Brasile e l'Argentina da decenni. E speriamo che nessuno pensi che la MLS da sola sia in grado di esprimere abbastanza talento per una Nazionale competitiva a certi livelli.

Comunque, tornando alla partita di stanotte, il Messico vedrà  l'esordio in panchina dell'indimenticato Hugo Sanchez, che oltre a Rafa Marquez, dimostrando di prendere la partita molto seriamente, ha richiamato gli attaccanti Adolfo Bautista e Omar Bravo (CD Guadalajara), Jared Borgetti e Kikin Fonseca (Cruz Azul), e il fantasista Cuauhtemoc Blanco (America).

Dei quattro europei chiamati da Bradley invece, solo Bobby Convey come detto è fuori forma. Ma è molta la pressione per vederlo in campo insieme a Tim Howard, Carlos Bocanegra e Clint Dempsey. La squadra sarà  un mix di esperienza e gioventù , nel duro tentativo di non far sentire le assenze di Brian McBride, il migliore al Fulham quest'anno, Claudio Reyna e Eddie Pope, ritiratisi dalla Nazionale.

La formazione vedrà  chiaramente Howard in porta. In difesa: fasce con poca esperienza internazionale, con in campo probabilmente Chris Albright (Los Angeles Galaxy) e Jonathan Bornstein (Chivas USA), pupillo di Bradley e rookie of the year 2006, molto bravo ad infilarsi in attacco, ma che qualche pecca difensiva la mostra. Un rischio. Al centro invece i veterani Jimmy Conrad, sempre un po' lento, e Carlos Bocanegra (Fulham), in grande periodo di forma in Premier. Certo si sentirà  la mancanza di Oguchi Onyewu (rimasto a Newcastle), il cui gioco fisico sarebbe stato molto utile contro uno come Borgetti.

A centrocampo, in mezzo due duri come Pablo Mastroeni (Colorado Rapis) e Ricardo Clarck (Houston Dynamo), anche lui nuovo su questi palcoscenici. Ai lati invece Clint Dempsey, che dovrà  iniziare a dimostrare di saper giocare ad alti livelli per più di mezz'ora a partita, e a sinistra Bobby Convey, che però dovrebbe essere sostituito nel secondo tempo, non avndo i 90' nelle gambe. C'è anche la possibilità  che a centrocampo giochi Landon Donovan (Los Angeles Galaxy) con Mastroeni a coprirgli le spalle, ma pare che Bradley sia orientato a schierarlo in avanti. Peccato perché Donovan dà  del suo meglio proprio dietro le punte.

In avanti quindi Donovan, anche se qualche metro più indietro rispetto a Taylor Twellmann (New England Revolution), che finalmente ha la sua grande occasione, dopo la delusione per la mancata chiamata ai Mondiali, anche se avrà  l'impossibile compito di non far rimpiangere McBride, che speriamo possa ripensarci, ma è assai difficile. Possibile anche che scenda in campo Eddie Johnson (Kansas City Wizards), sul quale la fiducia di CT e osservatori inizia però a scarseggiare.

Lo score tra Messico e USA vede in vantaggio il primo, con un 29-12-10, ma dal 1990 ad oggi il bilancio è molto più equilibrato, con u n 7-10-7 contro gli USA, che il Messico non batte fuori casa dal match giocato il 13 marzo 1999 a San Diego (3-1). Da allora, sei vittorie per gli USA in casa.

Ecco la lista dei 20 che Bradley ha portato in Arizona.

Portieri (2) - Joe Cannon (Los Angeles Galaxy), Tim Howard (Everton FC)
Difensori (7) - Chris Albright (Los Angeles Galaxy), Carlos Bocanegra (Fulham FC), Jonathan Bornstein (Chivas USA), Bobby Boswell (D.C. United), Jimmy Conrad (Kansas City Wizards), Bryan Namoff (D.C. United), Eddie Robinson (Houston Dynamo)
Centrocampisti (7) - Brian Carroll (D.C. United), Ricardo Clark (Houston Dynamo), Bobby Convey (Reading FC), Clint Dempsey (Fulham FC), Joshua Gros (D.C. United), Justin Mapp (Chicago Fire), Pablo Mastroeni (Colorado Rapids)
Attaccanti (4) - Landon Donovan (Los Angeles Galaxy), Eddie Johnson (Kansas City Wizards), Chris Rolfe (Chicago Fire), Taylor Twellman (New England Revolution)

Si gioca questa notte alle 4.00 italiane. Sarà  possibile seguire il match su ESPN 2 negli USA, o sul Match Access del sito della USSF

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