SOS Infortuni

Paul Pierce ancora infortunato

Tracy McGrady, Yao Ming, Shaquille O'Neal, Andrei Kirilenko, Paul Pierce, Lamar Odom, Chris Bosh, TJ Ford, Michael Redd, Jason Richardson, Chris Paul, Peja Stojakovic, Richard Jefferson, Nenad Krstic, Steve Francis, Rashard Lewis, Kenyon Martin, Sam Cassell, Wally Szczerbiak: questi sono solo alcuni dei giocatori più importanti, nelle rispettive squadre, che sono attualmente infortunati, o che lo sono stati per un buon numero di partite, in questi primi tre mesi di Nba.

Tanti, troppi, perché sia solamente una casualità , i motivi sono molteplici, ma principalmente si possono ricondurre ad uno solo: troppe partite giocate. Nella Nba si gioca troppo, 41 sfide in tre mesi, significa giocare una volta ogni due giorni circa, non permettendo il recupero fisico tra una partita e l'altra; se in più si aggiungono i back-to-back e le trasferte, si può anche solo immaginare lo sforzo fisico a cui sono sottoposti i giocatori.

Da più parti si fa notare come, per gli stipendi molto alti ricevuti dagli atleti, questi giochino ancora poco, affermazione che può trovare molti sostenitori, ma ci sarebbe da pensare, che il denaro non permette di recuperare dallo sforzo più velocemente, per cui non ci si può lamentare se poi le partite perdono spettacolarità  ed intensità .

PIU' PARTITE GIOCATE = MINOR INTENSITA', l'equazione è molto semplice, indipendentemente dagli stipendi percepiti dai giocatori.

La situazione in questi tre mesi è arrivata al limite, si sono visti tutti gli infortuni possibili, fratture da stress, strappi muscolari, rotture dei legamenti, fratture vere e proprie, ma soprattutto il nemico attualmente più pericoloso per un giocatore di basket, la fascite plantare. Quasi tutti i giocatori hanno saltato almeno una partita per qualche infortunio, anche quelli che in questi anni, sono sembrati fisicamente più integri.

Ma la Nba è un business, gli introiti ricevuti anche dalle singole partite (entrate ai botteghini, diritti tv, merchandise) sono troppo elevati, perciò né il commissioner David Stern, né i vari proprietari delle squadre, hanno il minimo interesse a snellire il calendario, o a diluirlo in più mesi (andando a sovrapporsi agli altri grandi sport americani, MLB, NFL, NHL). Gli unici che potrebbero dire la loro, quindi, sono i giocatori, magari aiutati da qualche proprietario più interessato a vincere un anello, che a battere cassa ai botteghini.

Le squadre maggiormente colpite

BOSTON CELTICS: sicuramente è stata la franchigia che finora ha pagato maggiormente questa tendenza agli infortuni: Pierce, l'uomo squadra, è ai box dal 21 dicembre, e ci starà  ancora per un tempo indeterminato, a causa di una frattura da stress al piede sinistro; Tony Allen ha finito la stagione a causa della lacerazione dei legamenti del ginocchio sinistro, occorsagli dopo una schiacciata a gioco fermo; Szczerbiak, che fisicamente non è mai stato troppo integro, ha già  saltato 18 partite a causa di una slogatura alla caviglia sinistra; Ratliff ne ha giocate solo due, per poi fermarsi per alcuni problemi alla schiena, e starà  fuori fino a fine stagione; ci sarebbero da aggiungere, inoltre, Scalabrine, Jefferson, West, Perkins, tutti costretti a saltare alcune partite per dei piccoli problemi.

NEW ORLEANS/OKLAHOMA CITY HORNETS: un'altra squadra che ha subito un numero elevatissimo di infortuni, che ne hanno, finora, influenzato il cammino: Chris Paul è stato fuori un mese e mezzo a causa della distorsione della sua caviglia destra; David West, dopo l'operazione al gomito destro, ha saltato circa due mesi, cercando di rientrare più volte senza riuscirci; Stojakovic, uno dei nuovi acquisti di questa estate, su cui Scott puntava molto, è fuori dal 26 novembre per problemi alla schiena, non rientrerà  prima di marzo; Bobby Jackson ha saltato un buon numero di partite tra dicembre e gennaio, a causa di una costola incrinata.

MILWAUKEE BUCKS: anche per loro, la perdita di alcuni dei giocatori più rappresentativi, ha fatto calare il record e cancellato quasi ogni possibilità  di partecipare ai playoff: Simmons, che ha dovuto operarsi al tallone del piede destro, è fuori dall'inizio della stagione, e dovrà  saltare anche il resto delle partite; Michael Redd, il giocatore più importante della squadra che stava vivendo un inizio di campionato da all-star, ha subito uno stiramento al tendine del ginocchio sinistro, nel tentativo di effettuare un a schiacciata a gioco fermo, che lo terrà  fuori dal campo fino a dopo l'All-Star break; Mo Williams, che stava vivendo un inizio di stagione splendido anch'egli, dopo una lussazione alla spalla sta tentando di recuperare, per tornare a giocare nelle prossime settimane.

HOUSTON ROCKETS: non per il numero di giocatori infortunati, ma per l'importanza che hanno i due più colpiti, Tracy McGrady è stato ai box per otto partite, a causa dei soliti problemi alla schiena che si trascina dall'anno passato; Yao Ming invece, messo in lista inattivi la vigilia di Natale, sta cercando di recuperare da una frattura alla tibia destra, dopo che l'anno passato era stato operato all'alluce, e i suoi tempi di recupero sembrano essere di almeno un altro mese.

NEW JERSEY NETS: stesso discorso fatto per i Rockets, gli infortuni di Jefferson, operato nuovamente alla caviglia infortunata la passata stagione, e di Krstic, fuori dal 23 dicembre e per tutta la stagione a causa della rottura dei legamenti, sono due bruttissime tegole, per una squadra che in panchina non ha dei sostituti di livello.

TORONTO RAPTORS: Bosh, superato il problema della fascite plantare, ha saltato alcune partite per un problema al ginocchio sinistro; Garbajosa e Fred Jones hanno avuto, entrambi, dei fastidi al polpaccio, mentre TJ Ford sta tentando i recuperare da una distorsione alla caviglia.

MIAMI HEAT: solo per aver perso il come si definisce lui, MDE (Most Dominant Ever), gli Heat non possono non essere citati. Senza Shaq O'Neal, dal 9 novembre fermo per l'iperestensione del ginocchio sinistro, il record è stato abbondantemente sotto il 50%, inoltre alla sua assenza si sono aggiunte quelle di Jason Williams, fermato prima da problemi ad un ginocchio e poi ad un piede, e di Wade, inattivo, a gennaio per alcune partite, a causa di un fastidio al polso.

Tra gli altri giocatori più importanti nelle rispettive squadre, che non hanno potuto giocare delle partite a causa d'infortuni, ci sono: Lamar Odom dei Lakers, fermato da una distorsione al ginocchio; Andrei Kirilenko e Carlos Boozer dei Jazz, fermati, il primo da problemi alla caviglia, mentre il secondo, in corsa per il premio di Mvp, al ginocchio, che lo terranno lontano dai campi per un mese; Jason Richardson dei Warriors, dopo aver recuperato dall'infortunio al ginocchio, si è rotto una mano, e sarà  costretto a stare fuori fino all'All-Star break.

Rashard Lewis e Ray Allen dei Sonics, il primo fermo per due mesi a causa di un disturbo alla mano, il secondo, invece, già  tornato dopo l'assenza per nove partite per via di una distorsione alla caviglia; Antwan Jamison dei Wizards, inattivo per almeno un mese a causa di una distorsione al ginocchio sinistro; Sam Cassell dei Clippers, ancora decisivo sebbene la sua non più troppo giovane età , non ha giocato a causa di vari problemi ad un piede.

Questi, in ogni modo, sono soli alcuni dei giocatori che si sono infortunati, decisamente troppi, se si considera che si è a metà  della regular season, e per chi andrà  ai playoff, si prospettano altri quattro mesi e quasi altre 50 partite da disputare.

Come detto, c'è un solo modo per far diminuire gli infortuni, ridurre il numero di partite giocate nella regular season, facendo così aumentare anche la qualità  di gioco, e vendendo un prodotto, leggermente inferiore a livello quantitativo, ma sicuramente superiore a livello qualitativo.

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