Quante vite intorno ad un canestro…
Il settimo libro che analizziamo è Black Jesus volume 2. L'autore ? Mi chiedete chi è l'autore di questo libro ? Tutti gli appassionati di NBA in Italia lo conoscono, anzi lo amano, lo venerano.
Al suo nome tutti dovrebbero già immaginare lo stile, il modo di raccontare, che definire unico è a dir poco riduttivo. Ok, tagliamo corto, stiamo parlando di Federico Buffa e del suo secondo lavoro editoriale.
Black Jesus vol. 2 è un'altra meravigliosa raccolta di storie di basket raccontate da un genio. Credetemi, non sto esagerando, è stato bello vedere Kobe e Shaq, Lebron e Iverson, ma è stato fantastico che a raccontare delle loro gesta sia stato Federico.
Ovvero quando il cantore diventa parte stessa della leggenda, come Omero che racconta di Ulisse, ecco, Federico è il nostro Omero.
Spesso le immagini NBA parlano da sole, siamo d'accordo, ma se proprio ci doveva essere qualcuno a prestargli la voce Dio sia lodato che sia stato Federico, perché così la leggenda si amplifica, l'eroe è ancora più eroe, anzi, un eroe vero anche lui.
Le telecronache NBA con Flavio Tranquillo, enciclopedia del basket e voce appassionata, sono una dei simboli delle mia generazione di appassionati NBA. Le loro voci che ancora oggi scandiscono le partite sono uno spettacolo nello spettacolo, qualcosa che addirittura ti distrae dal gioco in sé.
Flavio strilla, si eccita, disamina, spiega, poi interviene Federico e ci diverte con le sue storie, i suoi modi dire, il commento tecnico sempre preciso ed attento. Scusatemi ancora, ma io amo questa coppia ed anche per causa loro sono orgoglioso di questa mia grande passione chiamata basket NBA.
Federico Buffa si è dilettato a scrivere e ha pubblicato tre libri, tutti chiamati Black Jesus, perché sono tutti delle raccolte di storie al limite dell'inverosimile e del surreale.
Adesso parliamo del secondo volume, che come da tradizione spazia da un capo all'altro del complesso universo del basket americano. Così si va da una speciale cronaca degli ultimi avvenimenti NBA (Finals 2001, premi vari di fine stagione e alcuni cortometraggi d'attualità ) fino ai racconti un po' nostalgici su grandi imprese come i 100 punti di Wilt o sulla defunta CBA.
Poi ci sono le monografie, dove davvero ti perdi e ti sembra di stare davvero nel Queens insieme a Lamar Odom oppure a South Central LA insieme a Raymond Lewis, "il più grande che non sia mai esistito".
Ecco, qui si fa la differenza. Nessun altro sport al mondo può emozionarti con la storia di un giocatore che in realtà pochissimi conoscono in quanto non ha mai giocato in una lega professionistica, nessuno può tenerti incollato ad un libro come Federico che ci racconta di un ragazzo di città , che tale è rimasto forse nemmeno per sua disgrazia.
Perché così Federico è davvero Omero, sta davvero raccontando una leggenda, dove stenti a riconoscere la realtà come tale, dove ti stupisci chiedendoti se mai sia stato possibile. Così allora Raymond Lewis diventa un eroe grazie a Federico Buffa e Fede diventa un eroe grazie a Ray. Colpo di genio, solo nel basket, solo negli USA.
Dulcis in fundo, il vero capolavoro di questo libro, la parte denominata "i Linus", dove il basket fa solo da sfondo.
In "Hollywood Ball" c'è una bellissima rivisitazione di come il cinema abbia raccontato il basket. Non sono d'accordo sul giudizio di uno Spike Lee "abbastanza deludente" per He Got Game, perché sarà pure vero che la scena principale è stata scippata da un paio di film precedenti ma non si può ridurre il film a questo quando invece è un'opera profondamente drammatica e che fa riflettere. Oltre ad essere un film molto godibile e ben girato da Spike.
Per il resto che dire"il triangolo basket-cinema-Federico Buffa non solo non l'avevo mai considerato (perdonatemi l'ovvia stupida battuta) ma mi fa dire Forza Federico ! Poi capirete perché.
In " Nuovi eroi americani" si raccontano storie americane di ordinaria eccezionalità , come l'ex wrestler Jesse Ventura che diventa Governatore dello stato del Minnesota (e che direbbe allora oggi di Terminator che governa la California ?). Già Federico ci ha abituati alla descrizione, sociologica o più leggera, dell'America e dei suoi protagonisti.
In ogni suo articolo infatti la storia non si ferma mai al basket, ma il basket fa da pretesto semplicemente per raccontare quello specifico pezzo d'America. E se le storie di basket che Federico ci racconta sono ambientate nel profondo Sud tra polli arrosti e baracche in riva al fiume o nel lussuoso e alto-borghese campus di UCLA oppure nel ghetto nero di Harlem o ancora nella sperduta cittadina dimenticata da Dio della provincia non c'è scampo ragazzi, qui non c'è solo tutto il basket, qui c'è ogni pezzo d'America.
E allora io in Italia non conosco un altro che meglio di lui ci sa descrivere, se non anche spiegare, l'America, in tutti i suoi aspetti anche più agli estremi tra loro. Forza forza Federico !
Ed eccoci al pezzo chiamato "Sistemo l'America e torno". Qui è raccontata la sua esperienza personale in un campus della California. Per una volta allora l'inverosimile non lo racconta ma lo vive in prima persona, come da contrappasso dantesco è successo a Guido Bagatta che fu costretto dalle Iene a vivere la stessa realtà angosciante che si dilettava a raccontare da lontano in Real TV. Ne è uscito " Real Bagatta" e una persona forse pavida, ma di sicuro ci siamo divertiti.
Federico si racconta allora in quello che per me, e immagino anche per altri, rimane un sogno. Andare in America, studiare (ma quando ???), vivere in quel paese fantastico da italiano irrimediabilmente ladro di biciclette o se volete da banda degli onesti. L'ho già provato in Inghilterra ma in America deve essere proprio un'altra cosa. Immagino sia divertente essere italiano negli USA.
Con il racconto autobiografico di Buffa scatta allora l'identificazione, perché faccio il tifo per lui affinché si affermi laggiù e tenga in alto la nostra bandiera. A quanto pare ne ha prese tante dal suo compagno di stanza di Taiwan ed è finito pure in ospedale (quello dei poveri, neri ed ispanici) ma non credo che la commessa dell'albergo abbia mai dubitato sulla nazionalità di quello straniero che nudo e bagnato le chiedeva di riaprirli la camera.
Forza forza forza Federico ! Per la terza volta. Perché sulle sue qualità di raccontare il basket siamo ad un livello mai raggiunto. Speriamo si aggiungano presto nuovi inediti. Ma qui io voglio rimarcare un'altra cosa, che in questo volume emerge di prepotenza per la prima volta.
Forza Federico, ti prego, tu che hai ammesso la tua passione per il cinema e il desiderio di recitare in un film (lo lessi da qualche parte vero ?) parla anche di cinema, scrivi anche di cinema, oltre il basket.
Forza forza Federico, tu che più di tutti ci hai saputo raccontare l'anima più profonda di questo paese, raccontaci ancora e di più questi Stati Uniti d'America, le sue città , i suoi personaggi, la sua storia, il suo carattere.
Forza forza forza Federico, in favore delle due prospettive di cui sopra la tua conoscenza e ancora di più la tua esperienza personale renderebbero tutto troppo prezioso per non poter essere raccontato.
Io comunque sono in una botte di ferro. Che Federico Buffa continui a raccontare storie di basket o che vada oltre ad ampliare i suoi orizzonti sono in ogni modo tranquillo. Sarò sempre felice di pendere dalla sua labbra.
Se poi, come lui riprende spesso dal De Gregori di Rimmel, volesse spedire le labbra ad un indirizzo nuovo mi farebbe solo piacere.
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