I Pacers sono tornati

Ike Diogu: i Pacers ci hanno visto giusto

Per i Pacers "vecchio stampo" c'erano voluti quasi tre mesi per riuscire a vincere 3 partite in fila. Ai nuovi Pacers sono bastate appena 3 settimane per riuscire a fare la stessa cosa due volte. Qualcosa vorrà  dire.

Una squadra che piace. Sei vittorie nelle ultime sette partite e un record che dice 26 vinte e 21 perse con il mese di febbraio che si giocherà  prevalentemente alla Conseco Fieldhouse, pertanto molto favorevole ai Pacers.

"Abbiamo un look diverso ora". Dice O'Neal. Non ci sono dubbi che questa squadra sia senz'altro più compatta e giochi con una chimica migliore rispetto a prima. "Qualcosa è cambiata, non tanto a livello di punti segnati o qualcosa del genere - sottolinea coach Rick Carlisle - i ragazzi giocano insieme e per vincere. Tutti i giocatori che scendono in campo contribuiscono per la squadra e chi invece non entra incita continuamente i compagni".

Dalla megatrade si era definito Ike Diogu come la chiave. Nella vittoria di questa notte in casa dei Memphis Grizzlies 116-110, approfittando dell'assenza per infortunio di Troy Murphy e dei problemi di falli di Jeff Foster, Diogu ha avuto più spazio a disposizione ed è letteralmente esploso totalizzando 19 punti (tirando 6-10 dal campo) e 9 rimbalzi. Spesso ha ricevuto palla sottocanestro per l'uno contro uno e ha messo in mostra una varietà  di bei movimenti in post basso nonché il buon uso di entrambe le mani.

Rick Carlisle ha avuto occasione di vedere insieme all'opera due lunghi realizzatori, O'Neal e appunto Diogu. Quest'ultimo per il coach continuerà  a giocare partendo dalla panchina ma promette che lo farà  giocare più spesso accanto al 6 volte All-Star. "Crediamo che i due possano giocare bene assieme - rimarca Carlisle – Ike può segnare sia in post che tirando dalla media, aggiungiamo un'arma preziosa".

“Guarda che frontline con me, Jeff, Troy e Ike. Sono eccitato al solo pensare a quello che possiamo fare”. Testuali parole di un compiaciuto Jermaine O'Neal. Sì perché il settore lunghi dopo la trade è principalmente il punto di forza di questa squadra, difensivamente e offensivamente dove si presentano una marea di soluzioni, interne e/o esterne a seconda della coppia che in quel momento è in campo.

I rimbalzi sono ormai di proprietà  di O'Neal e compagni. I Pacers non vanno più sotto in questa statistica come facevano abitualmente prima del giorno della trade.

La difesa sbandata vista nella prima parte della stagione che faceva acqua da tutte le parti, sembra un lontano ricordo. Nella vittoria 95-84 sui Lakers, Kobe Bryant ha tirato con un 5-23 dal campo sbagliando quindi 18 conclusioni, eppure i precedenti non andavano a favore dei Pacers che storicamente soffrivano moltissimo il go-to-guy della squadra avversaria.

Il segreto? Danny Granger. "Danny ha fatto veramente un grande lavoro su Kobe". Dichiara a fine gara Jamaal Tinsley. "Era difficile difendere su di lui, perchè può segnare da qualsiasi posizione e ha il talento per fare grandi numeri". Il commento del prodotto di New Mexico che in questo scorcio si sta affermando non solo come pedina fondamentale dello scacchiere ma addirittura come uomo da secondo tempo.

Granger aveva sbagliato due tiri sulla sirena a cavallo della trade, rispettivamente contro Miami e New York, ma da lì in poi sembra proprio che Danny si sia concentrato più nei momenti topici della gara. "Non chiamatemi giocatore da secondo tempo". Avverte il diretto interessato ma per citare due partite a caso, nella vittoria 102-84 sui Raptors ha realizzato 14 dei suoi 18 punti nel secondo tempo e nella sfida con i Lakers è stato uno di quelli che ha suonato la carica nell'ultimo quarto, quando i Pacers dovevano rimontare 9 lunghezze di svantaggio.
Qualche giorno fa è anche arrivata la chiamata per giocare nel Rookie game tra i sophomore.

Importante in settimana, la vittoria sui Boston Celtics, in una gara in cui i Pacers si affacciavano nell'ultimo quarto con 20 punti di vantaggio che però vengono nettamente rimaneggiati per via di un ultimo parziale non proprio esaltante.
Una gara particolare visto che i Pacers concedono gli estremi (primo e ultimo quarto) perdendo 70-51, mentre nel secondo e terzo quarto, definiti da O'Neal i migliori della stagione, i Pacers dominano con un parziale di 52-26.

Da sottolineare il season high in punti da parte di Jamaal Tinsley a quota 28. “Jamaal è stato grandioso in attacco specialmente ed è stato aggressivo dall'inizio alla fine - commenta il coach - in questa gara ha fatto tutta la differenza". Per Tinsley era la terza partita nelle ultime quattro in cui tirava almeno con il 50% dal campo.

In questa settimana, approfittando degli infortuni, si è rivisto attivamente la guardia Rawle Marshall che in questa stagione ha giocato pochissimo, anzi ha trascorso molto tempo nella inactive list. Egli ad un certo punto della stagione si era pure guadagnato il posto nel quintetto base per due partite, ma poi era praticamente scomparso. Invece ora è rientrato nella rotazione. 32 minuti giocati contro i Celtics nei quali è andato 12 volte in lunetta per i tiri liberi (sbagliandone però la metà ) totalizzando 8 punti. “So di poter fare meglio – dice Marshall che ha un 78% in carriera nei liberi – sono sorpreso dei miei tiri liberi, neanche io so come ho potuto sbagliarne così tanti”.

Nel frattempo la situazione degli infortunati si è fatta intrigante.

Marquis Daniels ha saltato la sua quarta gara consecutiva per un problema al ginocchio che sembrava potesse essere qualcosa di poco conto e che invece sta causando qualche problemino in più.
Troy Murphy in uno scontro a rimbalzo nella gara contro i Lakers si è nuovamente infortunato al naso, dopo che questa estate si era operato. Potrebbe essere pronto per la prossima gara e non è eslcuso che rientri con una maschera protettiva.

Il centro David Harrison è finalmente rientrato, nella gara contro Memphis. Mentre la point guard Keith McLeod si è seduto per la prima volta in panchina, anche se è stato l'unico che non ha messo piede in campo, ma il coach nel dopo-gara ha fatto sapere che per lui ci saranno diverse occasioni. "E' molto professionale, molto serio e capisce che cosa chiediamo da lui nella posizione di point guard - ha dichiarato il coach – penso proprio che ci aiuterà ".

Lunedì la grande sfida alla Conseco Fieldhouse. Tornano con la casacca dei Warriors, Al Harrington, Stephen Jackson, Sarunas Jasikevicius e Josh Powell, sicuramente col dente avvelenato.

O'Neal entra nella storia

La maturità  di Jermaine O'Neal è un altro dei motivi del momento positivo dei Pacers. Si era fatto sentire quando le cose non andavano per il verso giusto e ad alta voce aveva predicato dei cambiamenti per cercare di cambiare rotta. Ha perso il suo amicone Harrington, ma per lui poco importa se di mezzo c'è la possibilità  di vincere.

O'Neal giocherà  per il sesto anno consecutivo l'All-Star Game. Mai nessuno prima di lui aveva raggiunto tale record con la maglia dei Pacers, visto che Reggie Miller ci era andato 5 volte (90, 95, 96, 98 e 2000).

Ma da leader il #7 ringrazia tutti quelli che hanno contribuito per raggiungere questo record. "Questa squadra ha fatto tanto per me e lo staff è stato ottimo nei miei confronti. Ovviamente non puoi giocare questa partita senza avere dei buoni giocatori accanto a te e un sistema di gioco costruito per te. Essere di nuovo nell'All Star Team - continua O'Neal – è assolutamente merito dei miei compagni di squadra che mi hanno messo nella posizione ideale per eccellere e anche grazie allo staff tecnico che mi ha sempre seguito negli allenamenti estivi. Ci sono un sacco di cose che devono coesistere per diventare un all-star”.

“Non penso ci fossero dubbi nella mente dei selezionatori per quanto riguarda Jermaine. Sta giocando alla grande in questa stagione – probabilmente è la migliore – e la convocazione era il minimo che ci potessimo aspettare”. E' invece il primo commento di Rick Carlisle che poi apre un flashback che è sempre piacevole ricordare. “Era un ragazzo che in genere non giocava moltissimo a Portland e venne ad Indiana per avere la possibilità  di farlo sfruttando l'opportunità  che gli veniva concessa. Viene premiata la sua determinazione e - continua Carlisle – il suo grande lavoro per diventare così soprattutto quando era giovane e non aveva appunto molte chance per dimostrare tutto il suo valore”.

Ma non è finita qui. O'Neal con le 3 stoppate rifilate ai Celtics ha raggiunto quota 1097 con i Pacers, sorpassando Herb Williams al secondo posto dei migliori stoppatori di sempre della franchigia. Ora l'obiettivo è superare il migliore, ovvero Rik Smits che ne conta 1111.

Da una famiglia povera alla partita delle stelle. Una delle storie più belle.

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