Adam Morrison, non come tutti gli altri
Quando lo vedi giocare la prima volta pensi: ma cosa ci fa questo giovane, bianco, non particolarmente strutturato fisicamente e con delle movenze da anni 70, insieme a questi super atleti della National Basketball Association?
Eppure Adam Morrison ha tutti i diritti per giocare nella lega più bella del mondo, e anche di dire la propria su un parquet Nba, dove, seppur a modo suo, fa battere i cuori di molta gente, e fa capire com'è possibile sfondare ad alti livelli, anche senza avere un fisico super atletico.
Gli anni al College
Nato il 17 luglio 1984 a Glendive nel Montana, Adam ha frequentato la Spokane's Mead High School, per poi andare al College a Gonzaga, qui, ha raggiunto traguardi molto importanti: da freshman ha aiutato la sua squadra a raggiungere il titolo della West Coast Conference, mantenendo una media 11.3 punti e una percentuale dal campo di 52.5, approdando al torneo Ncaa;
Nell'anno da sophomore ha vinto nuovamente il titolo, e nelle due partite giocate nel torneo Ncaa ha realizzato 26 punti, 7.5 rimbalzi e 53.7% dal campo di media; infine nell'anno da Junior ha mantenuto, nelle trentatre partite giocate, una media di 28.1 punti, 5.5 rimbalzi e 1.8 assist.
L'esordio nella Nba
Dopo le ottime prestazioni fornite al college, Morrison è stato scelto al numero 3 del draft di quest'anno dai Charlotte Bobcats, la squadra ideale per un giocatore giovane che ha bisogno di avere spesso la palla in mano, e che deve prendere un certo numero i tiri per entrare in ritmo. Con i vari Okafor, May e Felton, tutti scelti tra l'anno scorso e due anni fa, si sta trovando molto bene, riuscendo a prendersi le sue responsabilità , ma anche condividere con gli altri le fatiche derivanti dal dover giocare ogni due giorni.
Nel suo primo mese, Adam ha sorpreso tutti, mantenendo una media di 15.3 punti, 2.9 rimbalzi e 2.1 assist in 36.2 minuti d'utilizzo, e realizzando partite davvero maiuscole, come a New Orleans, dove ha chiuso con 21 punti e 7 rimbalzi, oppure contro i campioni in carica di Miami, dove ha realizzato 27 punti e 5 assist; alla fine del mese è risultato il rookie con più possibilità di vincere il premio di miglior giovane dell'anno, essendo anche quello che ha avuto la maggior possibilità di giocare e quindi di realizzare ottime cifre.
A dicembre ha vissuto un normale periodo di appannamento per una matricola, dove le sue percentuali al tiro e i punti realizzati di media sono calati, passando a 12.1, mentre i rimbalzi e gli assist sono rimasti, in pratica, invariati, 3.3 rimbalzi e 2.1 assist. Anche il minutaggio che gli è stato concesso è leggermente sceso, anche in conseguenza alle sue cattive prestazioni al tiro; a causa di questa diminuzione delle cifre, Morrison è stato scavalcato nella corsa al premio di Rookie of the Year da Bargnani, Garbajosa e Roy.
In questo mese di gennaio Adam ha mantenuto una media di 12.8 punti, 3.6 rimbalzi e 3.1 assist, tornando ad essere uno dei migliori rookie dell'anno e riacquistando fiducia offensiva e minuti importanti nei Charlotte Bobcats.
Il personaggio
Che Morrison non sia un giocatore come tutti gli altri, lo si capisce alla prima occasione che si ha di vederlo, o di sentirlo parlare. Un bianco, con un fisico non troppo atletico, con i capelli lunghi ed un paio di baffetti mal curati, possono far ricordare solamente un grande ex della Nba, che naturalmente è anche il giocatore maggiormente osservato Adam da bambino, ovviamente si tratta di Larry Bird.
Inoltre in camera ha il poster di Che Guevara, un altro dei suoi idoli: "Ha fatto cose per i popoli sfruttati che meritano tutto il rispetto del mondo." sono le sue parole, inoltre il carattere del ragazzo si è notato anche quando nella lavagna dello spogliatoio, dopo l'invito del suo ex allenatore di frequentare maggiormente le chiese locali, ha scritto "La religione è l'oppio dei popoli", la famosa frase di Marx.
Dopo pochi giorni in Nba, Morrison ha parlato a riguardo dell'impatto e delle differenze trovate rispetto al college: "Il problema più grande sono state le azioni con i 24 secondi, che velocizzano di molto il gioco, e poi i back-to-back, che alcune volte sono massacranti", mentre a riguardo degli altri giocatori della lega, su chi siano i suoi preferiti Adam dice: "Il giocatore che mi piace maggiormente è Dirk Nowitzki, e subito dopo ci sono Nash e Wade".
Un'altra piccola particolarità dell'ex Zags, è che nei time-out, Adam deve estrarre un glucometro portatile e controllare il livello della sua glicemia, se la percentuale di zucchero è troppo elevata, si fa iniettare una dose d'insulina.
"Non è troppo grave" – spiega Morrison – "dopo un po' ci si abitua".
Nonostante questo "piccolo" problema, Adam sta dimostrando di poter giocare tranquillamente a livelli professionistici, dando una grande speranza a molti giovani nella sua stessa situazione di salute.