Il meglio e il peggio dell’NBA

Jamal Crawford scaglia il tiro del 52esimo punto personale.

PROMOSSI

La stagione dei New York Knicks sta regalando ai tifosi qualche momento di buonumore in più rispetto a quanto preventivato ad inizio stagione; intendiamoci, non si vede ancora traccia di gioco strutturato o di un chiaro indirizzo tecnico-tattico per il futuro, ma ci si accontenta di cavalcare gli exploit dei giocatori che, di volta in volta, godono di un momento felice di forma.

Ecco, il termine “momento felice” forse è addirittura riduttivo per definire lo stato di forma di JAMAL CRAWFORD, che aveva già  avuto qualche momento di gloria ad inizio stagione.
Nelle ultime tre partite 23 punti e 9 assist contro gli Heat, poi 29, 11 assist e 6 rimbalzi contro i Suns, fino all'esplosione da 52 punti in 39' nel rematch contro Miami. Una prestazione balistica clamorosa, 20/30 dal campo e 8/10 dalla lunga distanza, con una striscia di 16 tiri consecutivi a segno.

A Seattle la stagione scivola via senza infamia e senza lode, ma c'è qualcuno che non si arrende alla mediocrità  e cerca in tutti i modi di trascinare la propria squadra. E' RAY ALLEN, che da quando è iniziato l'anno nuovo sembra indemoniato: 8 partite su 11 con almeno 25 punti, impreziosite dai 54 contro Utah a metà  mese (5 triple nel quarto periodo); nelle ultime cinque gare 35.4 ppg, 48%, 5.6 assist e 4.8 rimbalzi, in questa settimana prima 44+5 contro Denver e poi 36+4 ai danni dei Wolves nella gara successiva.

A Denver tutti si concentrano sulla convivenza tra Iverson ed Anthony, e sta passando sotto silenzio la splendida stagione di MARCUS CAMBY, che a quasi 33 anni sta giocando il miglior basket della sua carriera: nelle ultime 6 partite 16.5 ppg, 57.6%, 12.3 rimbalzi (è secondo assoluto nella lega), 3 stoppate abbondanti (in stagione è il quarto, ed è il solo ad essere nei primi quattro sia nelle carambole che nei controlli d'invito) e pure un paio di assist. E' in linea per la sua miglior stagione statistica come punti, assist, rimbalzi, percentuale dal campo ma soprattutto partite giocate, da sempre il suo tallone d'Achille.

Nell'anno nuovo LUOL DENG sta viaggiando a livelli di rendimento straordinari: 18.3 ppg, 52.2% dal campo, quasi 7 rimbalzi di media. Con Nocioni forma una coppia di ali atipica, senza un vero 3 e un vero 4, ma difficilmente arrestabile sia in transizione che a difesa schierata: ed è in quest'ultimo aspetto del gioco che l'ex Blue Devil è notevolmente migliorato, con un jumper sempre più affidabile che aggiunge una nuova dimensione all'atletismo e alle capacità  in palleggio che gli sono sempre state riconosciute.

Ora come ora è DANNY GRANGER ad aver tratto i maggiori benefici dalla trade tra Warriors e Pacers: 20 ppg, 51.7 FG% nelle ultime 5, con la ciliegina sulla torta del career-high di punti (28) contro gli Heat; il talento c'è tutto, ma ora ha un posto in quintetto e molti minuti per metterlo in mostra, provando a diventare la “seconda punta” dell'attacco dei Pacers accanto a Jermaine; il resto sta a lui.

Per anni, prima che Dwayne Wade irrompesse nella lega, il soprannome “The Flash” è stato proprietà  esclusiva di DARRELL ARMSTRONG; il veteranissimo, ora ai Pacers, nella settimana appena trascorsa ha dimostrato di avere ancora, a 39 anni, qualche cartuccia da sparare: nelle ultime 3 gare, in 25' di utilizzo medio, 12.3 ppg, 52% dal campo e soprattutto uno splendido 16+10+8 contro i Bulls.

Quando si parla di giovani play spagnoli il nome più gettonato è quello di Sergio Rodriguez… ma che ve ne pare di JOSE CALDERON? Approfittando di un infortunio alla caviglia del titolare TJ Ford, si è guadagnato un posto in quintetto per i Raptors, e nelle quattro partite giocate da starter ha messo a segno 14.6 punti e 10 assist di media, tirando il 56% dal campo.

RIMANDATI

La cessione di Iverson ha tolto ogni pressione dai giocatori rimasti a Phila, da cui nessuno pretende più niente da un punto di vista dei risultati (anzi, sotto sotto i tifosi sperano che i Sixers perdano il più possibile); allo stesso tempo il taglio di Webber e l'infortunio a Shavlik Randolph hanno praticamente regalato un posto in quintetto e la possibilità  di mettersi in mostra a STEVEN HUNTER, talentuoso e segaligno lungo che ha ormai 25 anni e svariate esperienze NBA alle spalle, e per cui questa potrebbe essere l'ultima occasione di fare il salto di qualità . I risultati, per ora, sono stati solo parzialmente incoraggianti: una grande gara contro i temibili lunghi degli Spurs (15+10+3 stoppate), tre partite delle ultime 5 in doppia cifra, ma anche 3 rimbalzi complessivi in 58' giocati nelle ultime due gare.

Parlando di giovani lunghi con ottime possibilità  di mettersi in mostra, perché non parlare di MIKKI MOORE e JASON COLLINS? L'infortunio a Nenad Krstic ha aperto ad entrambi le porte di minutaggi più consistenti, per poter trarre profitto della diabolica abilità  di Jason Kidd di sfruttare al meglio le caratteristiche di ogni compagno. Collins è stato assolutamente nullo (1.6 punti e 10% dal campo nelle ultime 10), mentre Mikki Moore ha acceso e spento la luce in modo alquanto deludente: nelle ultime 4 gare, ha messo a segno rispettivamente 22 e 16 punti contro Sacto e Warriors, per poi segnarne solo 4 e 2 contro Clippers e Nuggets.

Anche il miglior rimbalzista della lega può accusare un momentaccio, soprattutto se ha solo 21 anni, compiuti da poco: DWIGHT HOWARD soffre il complessivo momento-no dei suoi Magic, e in un periodo comunque sotto media (14+9 nelle ultime 4, a fronte del suo 17+12 stagionale) incappa in una angosciante serata contro i Nets (non proprio la squadra con i lunghi più temibili del mondo): 26 minuti, 6 rimbalzi, 1 punto, 0/6 dal campo, 5 palle perse; inoltre, per quel che può contare, ha perso la vetta della classifica dei rimbalzisti scivolando al terzo posto dietro a KG e Camby.

BOCCIATI

Solo pochi mesi fa sarebbe stato incredibile soltanto pensare una cosa del genere: non solo ANDREI KIRILENKO sta vivendo una stagione difficile, ma siamo addirittura arrivati al punto in cui sono stati sollevati dei dubbi sulla sua permanenza ai Jazz!
Williams, Boozer e Okur monopolizzano tutte le chiamate offensive, gli restano soltanto le briciole, e si sente: continua ad essere ai minimi storici quanto a tiri tentati (6 a partita), punti (9), percentuale da tre (poco sopra il 20%).

Il tutto ha condotto a qualche sua lamentela sul fatto che, essendo il leader e miglior giocatore della squadra, meriterebbe che il suo numero egli schemi disegnati da Sloan uscisse un po' più spesso… in fin dei conti una richiesta che ci sta, niente di scandaloso, ma a cui il proprietario dei Jazz Larry Miller ha reagito in modo inaspettatamente acido, affermando che AK47 con quelle dichiarazioni stava “camminando su un ghiaccio molto sottile”; in più, è arrivato pure un altro infortunio alla caviglia a complicare ulteriormente le cose.

I Jazz sanno che privarsi di quello che è uno dei più completi giocatori della lega e probabilmente il miglior difensore sarebbe una follia assoulta, quindi non succederà  niente… ma nell'NBA non si può mai dare niente per scontato, quindi chi può escludere che ci possano essere degli sviluppi clamorosi?

La sorte di un giocatore NBA, soprattutto in una squadra profonda come i Bulls e con un allenatore dal carattere particolare come Skiles, può mutare in un attimo; ne sa qualcosa CHRIS DUHON, a tutt'oggi quinto assoluto nella speciale voce statistica “assist/turnover ratio”, finito all'improvviso dietro la lavagna; dalla metà  di Gennaio ha perso il posto in quintetto, e da allora, in 8 partite, ha collezionato 3 DNP-CD, 8' di media, 11 punti in tutto e 4/12 dal campo, per un poco edificante 39% complessivo in stagione; per di più viene inserito in quasi tutte le (numerose) ipotesi di trade che coinvolgono Chicago, e la sua avventura nella Windy City potrebbe, a sorpresa, volgere al termine.

Lo Sceriffo ABDUR RAHIM Nella prima parte di stagione, quella giocata nel 2006, è andato 20 volte su 28 in doppia cifra; nel 2007 ci è riuscito solo 4 volte su 12, e le ultime 6 gare, in particolare, sono state un vero e proprio calvario: 4.8 ppg, 27% FG, 4 rimbalzi; ha perso il posto in quintetto a favore di Kenny Thomas, ed il grafico del suo minutaggio sta accusando un crollo vertiginoso… così come la sua carriera.

Quattro sconfitte in fila (di cui una senza Garnett, sospeso dalla lega, ma comunque nella quale i Wolves si sono battuti sino alla fine contro una squadra troppo forte per loro) danno a KEVIN MCHALE l'occasione di mettere a segno la giocata a sorpresa della settimana, giubilando Dwane Casey ed affidando la sua panchina a Randy Wittmann (solo due stagioni da HC dal '99 al '01, 62-102 ai Cavs).

Ad inizio stagione Casey era effettivamente uno dei coach sulla graticola, ma ora come ora il cambio sembra difficilmente comprensibile: la squadra, che obiettivamente non ha un materiale umano da playoffs ad Ovest, è saldamente in corsa per un posto nella post-season, Foye cresce bene e prima delle suddette 4 sconfitte Minnie veniva da 8 W in 9 partite.

Una decisione che lascia perplessi, che McHale ha giustificato facendo riferimento alla necessità  di dare una scossa alla squadra; in sostanza una mossa disperata, per una franchigia che si rende conto che incombe la decisione più importante della sua storia: KG andrà  ceduto, e devono fare in modo di ottenere il massimo possibile.

In realtà  la dirigenza dei Wolves farebbe bene a farsi un esame di coscienza, guardando ai mille affari sbagliati di questi anni; è notizia recente il taglio di Eddie Griffin, un progetto miseramente fallito (e, per dirla con un sagace columnist di Dime Magazine, speriamo soltanto che sulla strada per lasciare il Minnesota tenga entrambe le mani sul volante, senza distrarsi con l'onanismo), ma tiene banco anche la situazione di MARKO JARIC, uno dei più gravi disastri della storia della franchigia: la stagione scorsa era stata pessima: 7 punti, 3 rimbalzi, 4 assist, 39% dal campo e 30% da tre; questa sta andando addirittura peggio (5-2-3, sembrano le minime ma sono le medie), mentre ai Clippers Cassell sembra non invecchiare mai e insegna basket, e Sterling si coccola la prima scelta arrivata con Marko: scelta che quest'estate sarà  solamente “top ten protected” e quindi prenderà  quasi sicuramente la via della California.

La notizia più divertente della settimana? Forse l'idea di qualche ignoto componente dell'entourage degli Hawks, che scrive sulla lavagna delle istruzioni tattiche pre-partita “tenere il dito medio in tasca”, dopo che Josh Smith si è fatto espellere per un palese “middle finger” ai tifosi.
Forse il nuovo nickname di Gil Arenas, HIBACHI: la piastra rovente che fa bella mostra in ogni ristorante giapponese degno di questo nome, soprannome scelto per le affinità  dell'oggetto con Gilberto, che si arroventa in un attimo e, quando è caldo, frigge gli avversari come gamberetti.
Ma preferiamo citare una indimenticabile performance di VINCE CARTER, che involontariamente sciorina il remake di una fantastica scena di Ben Stiller in Zoolander.

La nuda cronaca: Sono appena stati comunicati i titolari per l'ASG, Vincecredible inizia la propria conferenza stampa così: “Sono eccitato, è sempre splendido essere votato come titolare all'All-Star Game”- pausa ad effetto -“Sono felice”.

Scende il gelo tra i reporter e anche tra il responsabile delle PR dei Nets, perché in realtà  la notizia è che nelle votazioni Carter è stato sorpassato sul filo di lana da Arenas per un pugno di voti (tremila, il quarto margine più basso di sempre), e quindi Half Man-Half Figura da Cioccolataio probabilmente guarderà  la partite delle stelle dal divano.

Nel silenzio più assoluto Carter inizia a capire che c'è qualcosa che non va, e chiede “Beh? C'è qualcosa che non so?”; viene messo al corrente da qualche anima pia, e sfoggiando un clamoroso cappotto di imbarazzo sospira un tristissimo “Ah. Splendido.”
Impagabile.

Fletcher's POWER RANKING

30. Philadelphia 76ers - Nel grigiore generale spicca un grande Iguodala: 26 punti con quasi 7 assist e il 58.2% al tiro nelle ultime partite.

29. Boston Celtics - Telfair è stato di nuovo seppellito in panchina, ma in compenso c'è l'ormai abituale rendimento stellare di Al Jefferson con cui i tifosi possono rifarsi gli occhi: nelle ultime 7 gare 20-10 di media e sempre sopra i 35' di utilizzo.

28. Memphis Grizzlies - Chi si rivede! Con un game-winner del redivivo Eddie Jones si tolgono lo sfizio di battere i Jazz, ma l'attenzione di tutti è concentrata sul futuro di Gasol, che sembra lontano dalla terra di Elvis: Chicago e Boston le destinazioni più gettonate.

27. Atlanta Hawks - Joe Johnson nelle ultime 4 gare mette a segno 26.2 punti, 5 assist e 5 rimbalzi di media col 49% abbondante dal campo, ma è sempre più un predicatore nel deserto.

26. Sacramento Kings - Nelle ultime 13 gare hanno battuto solo i Celtics, i Nets e i Bucks, tutte squadre di scarso valore e per di più decimate dagli infortuni; 'nuff said.

25. Portland Trail Blazers - Brandon R.O.Y. continua a brillare, e oltre alle buone cose in attacco ha messo in mostra anche una splendida difesa contro King James. Il suo rendimento rimane sostanzialmente l'unica buona notizia degli ultimi tempi per i Blazers.

24. Charlotte Bobcats - Battono i Lakers e si portano sul 2-0 stagionale contro quelli di Hollywood… sono comunque soddisfazioni! Okafor non farà  l'ASG, ma si merita almeno una “honorable mention”: nelle ultime 7 partite 17 punti, 15 rimbalzi, 3 stoppate, 69% dal campo.

23. New Orleans/Oklahoma City Hornets - Recuperano West e battono i Lakers (26+12 del lungo al rientro), ma il rientro di Chris Paul è ancora lontano almeno una decina di giorni, e senza di lui tutto sembra più grigio.

22. Milwaukee Bucks - “Stuart Little” Boykins è commovente (36 contro Sacto), ma è evidente che se sei costretto a rivolgerti al piccolo genio come prima opzione significa che la situazione è grave.
E' rientrato Villanueva, ma con entrambi gli esterni titolari fermi ai box non c'è molto da sperare.

21. New Jersey Nets - Dopo Krstic perdono anche Jefferson, Kidd non può essere sereno con un aspro divorzio in ballo, Toronto va a gonfie vele e dalla Florida incombe la massiccia ombra del rientrante Shaqzilla: brutti segni, e si parla addirittura di un Kidd in vendita al miglior offerente!

20. New York Knicks - Marbury si ferma ai box, e forse non è del tutto un male; dell'inarrestabile Crawford di questo periodo si è già  detto, Eddy Curry probabilmente non ce la farà  a strappare una convocazione a Las Vegas per l'ASG, ma continua a giocare alla grande: 16 nel primo quarto e 21 nel primo tempo contro Amare Stoudemire, che lo ha sofferto parecchio.

19. Miami Heat - Shaq is back… non resta che vedere quanto gli ci vorrà  per tornare in forma-partita, e poi potremo finalmente risolvere uno dei dilemmi stagionali: questi Heat sono i peggiori campioni in carica della storia, oppure una squadra che sa come gestirsi e può ancora dire la sua?

18. Seattle Supersonics - Strappano 4 W nelle ultime 5 partite solo grazie ad un grande Ray Allen.

17. Indiana Pacers - La trade della settimana scorsa continua a sembrare clamorosamente squilibrata a favore dei Warriors, ma Dunleavy ha iniziato la sua avventura nell'Indiana con una grinta che da lui non si era mai vista.

16. Orlando Magic - 7 sconfitte nelle ultime 8 gare, il momento è pessimo e rischiano di trovarsi al più presto fuori dalla zona-playoffs.

15. Toronto Raptors - Bosh è rientrato tirato a lucido, e i Raptors proseguono nel loro momento positivo: 3 W nelle ultime 4 gare, 8 nelle ultime 11.

14. Golden State Warriors - I nuovi devono ancora ambientarsi, ma è rientrato Monta Ellis a togliere le castagne dal fuoco per Nelson. Problemi legali per Stephen Jackson, la cui posizione in seguito ad un “incidente” con alcuni colpi di arma da fuoco sembra volgere al brutto.

13. Los Angeles Clippers - Pare che Dunleavy sr, con un rigurgito di nepotismo degno dei peggiori papi rinascimentali, stia smuovendo mari e monti per far arrivare a L.A. Dunleavy jr, cedendo in cambio Maggette ai Pacers… inutile dire che sarebbe un disastro tecnico (anche perché Corey è richiestissimo), quindi speriamo per i Clips che Sterling non ceda.

12. Denver Nuggets - 'Melo e A.I. iniziano a conoscersi, con alti e bassi: azioni spettacolari e punti a go-go, ma non ci sono abbastanza tiri e palloni per i compagni, il cui rendimento inizia già  a calare (soprattutto per quanto riguarda J.R. Smith).

11. Detroit Pistons - Webber ha scelto un basso profilo per inserirsi nella squadra, contribuendo in modo solido e senza pretendere le luci della ribalta… e questa è già  una buona notizia per i tifosi di Detroit, anche se Sheed è ancora irrequieto. Potrebbero arrivare altre novità  dal mercato, visto che c'è un succulento Maggette a disposizione del miglior offerente che potrebbe tornare comodo.

10. Minnesota Timberwolves - Vedi sopra. Il licenziamento del coach potrebbe complicare inutilmente le cose in una stagione che stava andando tutt'altro che male.

9. Chicago Bulls - Ben Wallace accusa qualche problemino al ginocchio proprio all'inizio di una impegnativa serie di trasferte, ma intanto i Bulls si godono una bella W contro i Mavs, che ne interrompe l'ennesima striscia vincente, e il solito splendido Ben Gordon… che però potrebbe finire a Memphis nell'affare-Gasol, visto che i Tori hanno tanti giovani da offrire, una rosa troppo ampia da sfoltire e tanto bisogno di un lungo in grado di impensierire le difese altrui.

8. Cleveland Cavaliers - LeBron è il secondo giocatore più votato della storia dell'ASG, ma la situazione del suo alluce infortunato sembra peggiorare. Sei sconfitte nelle ultime 9 gare, ma sono comunque ad un soffio dal miglior record dell'Est e nessun'altra delle squadre in vetta nell'Oriente sembra in gran forma…

7. Washington Wizards - …ad eccezione dei Wizards, che continuano a sfoggiare, accanto a “Hibachi”, un Butler in gran forma ed anche un Jamison inaspettatamente solido ed affidabile.

6. Los Angeles Lakers - Brutte sconfitte contro Hornets e Bobcats, una severa lezione subita dai Mavs, una sconfitta-thriller all'ultimo secondo contro gli Spurs in una partita dominata ma che non sono mai riusciti a chiudere: la coperta corta inizia a pesare, anche se è appena rientrato Odom, e per di più stanno arrivando due settimane in giro per la nazione con 8 trasferte consecutive.

5. Utah Jazz - 5 W nelle ultime 7 gare; Okur è in un grande momento di forma, ma se non ritrovano il miglior Kirilenko difficilmente faranno molta strada in post-season.

4. Houston Rockets - In un momento difficile della stagione è spuntato, in modo assolutamente sorprendente, un grande Mutombo a presidiare i tabelloni dei texani… guadagnandosi addirittura il posto d'onore accanto a Laura Bush e una menzione speciale da parte del di lei marito durante il discorso sullo stato dell'Unione.

3. San Antonio Spurs - Sono noiosi e “non fanno notizia”, lasciando le luci della ribalta a Suns e Mavs… ma non fatevi ingannare, perché quando il gioco si farà  duro i grandi favoriti saranno ancora loro: lo dimostra la partita contro i Lakers, in cui lasciano giocare i gialloviola ed esaltare lo Staples per tutta la partita, per poi pugnalarli al cuore nel momento decisivo.

1. Phoenix Suns - Le vittorie consecutive sono arrivate a 17 (affrontando, va detto, quasi sempre avversari morbidi): nella storia della lega, tutte le squadre che hanno ottenuto un filotto così lungo sono arrivate come minimo alle Finals, e qualcosa vorrà  pur dire. Ah, casomai vi servisse una conferma dell'effettiva valenza tecnica dell'ASG, sappiate che Nash non partirà  titolare.
1. Dallas Mavericks - C'è voluta una partita col 31.2% dal campo (la seconda peggior prestazione degli ultimi otto anni) per vederli perdere una partita. Per il resto della lega è piuttosto preoccupante, e per noi è francamente impossibile scegliere tra una delle due. Fate vobis.

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