Il bicchiere mezzo pieno

Sam e Jason: qualcuno aveva pensato di farli giocare assieme, ma…

I Clippers sono finalmente ritornati a quota 50%. Un record di vittorie né vincente né perdente ed a secondo del punto di vista attraverso il quale decidiamo di analizzare la situazione, possiamo esprimere un giudizio positivo o negativo, essere ottimisti oppure no.

Dopo aver soppesato i molteplici aspetti, non è comunque facile giungere ad una conclusione che rispecchi con fedeltà  quel che sta succedendo a questa squadra.

“We have basically the same team as we did last year, and the philosophy is the same, so, yeah, I've spent a lot of time trying to figure out why the stuff was so much sharper last year on film.” Coach Dunleavy ha ripetuto più volte questo concetto negli ultimi due mesi, pensiero che potremmo riassumere in modo semplicistico con un “non capisco cosa (e perché) non sta funzionando rispetto allo scorso anno.”

Kenny Smith, ex campione NBA con i Rockets ora analista per la TNT, sostiene che i Clippers siano la principale delusione dell'attuale regular season. “Mi rendo conto che ci siano molti aspetti da non sottovalutare come gli infortuni, i rinnovi contrattuali e via dicendo, ma quello che vedo è una squadra che in fase offensiva esegue i giochi in modo molto meno efficace e che in difesa non gioca con l'intensità  dello scorso anno. Essenzialmente gli interpreti sono gli stessi, ma la squadra non è più la stessa.”

Un altro punto di vista interessante e condivisibile lo offre coach George Karl, rivale ad ovest proprio dei Clippers. “Non vi immaginate quanto sia dura per un team che raggiunge i playoff dopo anni di assenza, riuscire a ripetersi la stagione seguente.” La voce dell'esperienza.

L'attuale record è indubbiamente deludente rispetto alle aspettative che Sterling, i tifosi, gli stessi giocatori ed i media riponevano nei Clippers. Se guardiamo a come si stavano mettendo le cose in dicembre, quando i Clippers potevano già  vantare due orribili serie di sconfitte (5 e 6 partite perse consecutive), allora possiamo fare altre valutazioni.

Una serie di congiunture fortunate (il crollo di Sacramento, il calo di Minnesota e Golden State) hanno permesso ai Clippers, sempre vincenti dal nostro ultimo team report, di riguadagnarsi l'ottava posizione ad Ovest. Più facilmente e rapidamente del previsto.

Clippers che in quest'ultimo periodo hanno smentito brillantemente le (giuste) osservazioni mosse da Kenny Smith, soprattutto per quanto riguarda la fase offensiva. Quattro partite vinte consecutive, con buone percentuali di tiro e circolazione di palla, cinque diversi giocatori capaci di valicare i 20 punti in almeno un'occasione, sempre oltre i 100 punti di squadra.

Il rientro di Cassell, le vittorie, i giocatori nuovamente gasati, Maggette meno determinato ad andarsene dopo gli attestati di stima dell'owner… A mio avviso sono più i motivi per vederlo mezzo pieno questo bicchiere, ma senza lasciarsi contagiare da un facile entusiasmo.

Anche Mobley ne conviene e placa l'euforia di chi li vede già  tornati ad alti livelli: “Non giungerei a questa conclusione così in fretta” – commenta al termine della partita contro Milwaukee – “ogni volta che abbiamo detto qualcosa del genere, poi è successo qualcos'altro… abbiamo ancora molto da sudare.” La voce dell'esperienza e della scaramanzia.

È bene ricordare che questi Clippers vincenti e convincenti, reduci da 4 trionfi consecutivi allo Staples Center, si sono imposti su quattro squadre tutt'altro che irresistibili, tutte con un record perdente e con importanti defezioni (tranne i T.Wolves). Per valutare se la squadra rivelazione della passata stagione stia davvero ritrovando se stessa, è doveroso aspettare test maggiormente probanti.

Maggette forse resta, Cassell preoccupa

Il mercato, quando è inconcludente, finisce con l'essere noioso. Tuttavia le vicende che riguardano Maggette tornano a fare notizia. Sia chiaro, non è successo nulla. Ma il Newark Star-Ledger ha dato per avviata una trade che avrebbe portato in New Jersey Maggette e Livingston in cambio di Marcus Williams e Vince Carter. Altre fonti hanno parlato di un forte interesse dei Clippers per Jason Kidd.

Ipotesi di mercato suggestive e, tutto sommato, non impossibili. Ma sono già  giunte smentite da ambo i fronti. Carter non arriverà  perché, oltre ad eventuali considerazioni tecniche, ha un ingaggio che costringerebbe Sterling a pagare la Luxury-Tax. Inoltre Vincredible diventerà  free-agent nel giugno del 2008 e potrebbe andarsene dove gli pare.

Un'altra ipotesi di cui si parla è una possibile trade a tre squadre uguale a quella appena esposta ma che coinvolgerebbe anche i Grizzlies: Gasol diretto alla corte di Jason Kidd, Maggette ai Grizzlies ed il resto come sopra.

Probabilmente non avverrà  nulla di quanto avete appena letto. Non solo, Maggette potrebbe restare anche dopo la deadline del 22 febbraio. Da sempre grande ammiratore dello swingman ex Duke, Sterling ha organizzato un colloquio con il giocatore, coach Dunleavy ed il g.m. Baylor in cui l'owner ha manifestato tutta la sua ammirazione per il #50.

Cosa è emerso da questa riunione a 4 teste? Che Sterling vorrebbe Maggette a vita nei suoi Clippers. Dal canto suo Maggette, lusingato dalle parole del boss, ha cancellato la richiesta di trasferimento dalla lista delle sue priorità . Dunleavy e Baylor hanno riscontrato la difficoltà  a reperire sul mercato dei giocatori in grado di fare la differenza e, dunque, hanno ammesso che tanto vale tenersi Maggette.

Staremo a vedere, fino al 22 febbraio tutto è possibile.

Un episodio curioso di mercato reale, non solo parlato, è quello che in settimana ha coinvolto Alvin Williams. Prima di affrontare Memphis, coach Dunleavy ha pensato di inserire nel roster una point guard per rimediare all'infortunio a Livingston: “Disponiamo solo di Sam e Daniel [Ewing]. Dobbiamo essere molto accorti su quanti minuti impieghiamo Sam.”

Ecco allora un contratto di 10 giorni per Alvin WIlliams, un quasi ex giocatore, che è stato reclutato quasi per caso: è capitato che si trovasse a Los Angeles in quei giorni, ospite dell'amico Cuttino Mobley.

I problemi di Livingston si sono risolti molto in fretta ed il terzo anno che di nome fa Shaun è già  rientrato in campo, seppure come back up dello starter Cassell. Probabile che non venga riproposto un altro contratto a Williams, così come già  capitato a Luke Jackson.

Il trascinatore dei Clippers in ripresa è indiscutibilmente Sam Cassell. Ne abbiamo già  parlato abbondantemente nel precedente team report. Da quando è tornato il veterano playmaker già  campione NBA, i Clippers hanno un record di 6 vittorie e 2 sconfitte. “Abbiamo molte armi a nostra disposizione” sentenzia Elton Brand “ma è tutto più facile quando in campo c'è Sam.”

Ho citato le parole di Brand per sintetizzare al meglio il peso che Sam I Am ha nel rendimento della squadra. Detto questo lascio a voi valutare quanto segue.

I problemi alle caviglie che hanno tenuto fermo Cassell per diverse partite sono in realtà  l'ultimo dei problemi fisici del giocatore. “È la prima volta che mi capita, quindi non sapevo come affrontarla” – spiega il veterano – “avevo dei compagni che l'hanno avuta, ma non pensavo facesse così male.” Di che si parla? Fascite plantare.

Una brutta tegola, perché questo significa che non vedremo mai Cassell al 100% per diverse gare consecutive e perché si risolva questo problema, ci vuole del tempo. Ask Tim Duncan for info.

Una partita già  vinta

Elton Brand è stato premiato con il 2006 Sportsman-of-the-Year award. Il trofeo, intitolato a Joe Dumars, viene consegnato al giocatore che esemplifica l'ideale di sportività  su un campo di basket.

Non credo sia necessario alcun commento.

La settimana

W 102-101 vs. New Jersey Nets
W 115-96 vs. Milwaukee Bucks
W 112-91 vs. Memphis Grizzlies
W 115-109 vs. Golden State Warriors

50.0% [21-21] – terzi nella Pacific, ottavi nella Western.

Quattro vittorie e meriti che vanno divisi tra tutti i giocatori della rotazione di Dunleavy. Tuttavia è giusto evidenziare il 1-2 punch firmato Cassell-Brand. La coppia che l'anno scorso registrava 46 punti combinati e che quest'anno è ferma a quota 35. In queste quattro partite EB ha registrato 26 punti di media, Cassell 16,7 punti e ben 11,2 assist a partita.

Vittoria contro i Warriors.
Golden State ha solo sette giocatori disponibili, vuoi per infortuni vuoi per la nota trade con Indiana. Per risparmiare energie ai giocatori (Azubuike in campo l'intera partita!) Nelson ricorre ad una difesa a zona dall'esito disastroso. I Clippers mandano 4 giocatori a quota 20 punti: 27 Brand, 24 Ross (carrier-high), 23 Cassell e 20 Maggette.

Vittoria contro i Grizzlies.
Season high di punti per Brand (34) ben supportato da Cassell (21 e 14 assist). “Elton e Sam sono dei giocatori devastanti” – Tony Barone, coach di Memphis, fornisce la sua chiave di lettura della partita – “trovano diversi modi per farti a pezzi, qualsiasi mossa decidi di adottare in difesa.”

Vittoria contro i Bucks.
Comoda e netta affermazione, ma Milwaukee non poteva contare su Redd e Villanueva tra gli altri. Brand con 10/15 dal campo, 25 punti e molto tempo seduto in panchina nel secondo metà  di gara, con la vittoria già  al sicuro.

Vittoria contro i Nets
Soffertissima. Nonostante 17 punti di vantaggio all'intervallo, i Clippers subiscono il ritorno dei Nets guidati da un inarrestabile Vince Carter (33 punti). Sotto di due punti ma con l'ultimo possesso a disposizione, Cassell sfrutta un blocco di Brand, penetra verso canestro, scarica sul perimetro dov'è pronto (e smarcato) Cuttino Mobley. Tripla nel cesto a sei decimi dalla sirena e Staples Center in delirio.

Obiettivo playoff

Nel momento in cui scrivo i Clippers sono già  virtualmente ai playoff: 50% di vittorie, ottavo posto ad Ovest. Gli obiettivi a breve termine sono già  stati raggiunti in brevissimo tempo, ma è bene consolidare questo Momentuum prima di fissare altri traguardi.

C'è un gap da colmare: 23 partite disputate in casa, 19 fuori. Da qui all'ASG ci saranno 8 gare in trasferta e solo 3 a Los Angeles. In breve il programma recita: questa notte sfida con i diretti rivali noti come Minnesota TimberWolves (gara molto importante), a seguire back-to-back con tappa a Seattle; quindi sfida durissima contro i Bulls ed immediata partenza per la East Coast per 6 gare consecutive.

I migliori Clippers di sempre finirono la scorsa regular season con 21 vittorie e 21 sconfitte, lo stesso record con cui hanno iniziato l'attuale campionato. Con un roster di nuovo in salute, cosa vieta ai tifosi di credere in un'altra post season esaltante?

Ci sono molte ombre che ancora non sono svanite del tutto, ma i risultati hanno riportato entusiasmo, ottimismo e convinzione.

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