Boston in doppia cifra

Un combattivo Al Jefferson si sta sempre più affermando come guida in attesa del rientro di Pierce

In genere la doppia cifra è positiva, può essere almeno 10 punti, almeno 10 rimbalzi, od anche 10 assist. Molto più raramente almeno 10 stoppate o palle recuperate. Certo ci sono anche le palle perse, ma sono rare anche quelle. Ancora più rare sono 10 sconfitte consecutive, ed i Celtics le hanno raggiunte.

Risultati

Boston Celtics @ Washington Wizards 110-115
San Antonio Spurs @ Boston Celtics 93-89
Atlanta Hawks @ Boston Celtics 82-76
Boston Celtics @ Toronto Raptors 90-96

Commento

Durante la decade scorsa è stato raggiunto un record di 13 sconfitte consecutive ed 8 sconfitte consecutive in casa sono state conseguite nelle stagioni 1996-97 e 1993-94. L'ultima volta che i Celtics hanno ottenuto una doppia cifra di sconfitte è stato tra marzo ed aprile del 2000. Ora con le 10 sconfitte consecutive e le 8 in casa finora conseguite i Celtics stanno minacciando seriamente quei record.

Non sono statistiche di cui andarne fieri, ma questa è la realtà , e come tale va trattata, documentata e commentata, come è documentato che un quintetto con Rondo e Ray sotto il metro e 90 centimetri, West su quella quota, Gomes sui 2 metri ed il solo Jefferson che sfiora i 2 metri e 10 non si va molto avanti, specie se nessuno di questi ha almeno 3 anni d'esperienza NBA.

Questo però è il corso scelto da Ainge, e di questo bisogna risponderne, infatti si è detto più volte che si sta lavorando per il futuro, ma il futuro sta già  arrivando e si chiama Al Jefferson.

Siamo già  alla diciannovesima doppia doppia, quattordicesimo nell'intera Lega, si tiene dietro gente del calibro di Brand, Kidd, Davis, Miller, Paul e via dicendo. È undicesimo nei rimbalzi totali ed addirittura sesto nei rimbalzi offensivi.

Ma non sono solo le statistiche che rendono il suo gioco ormai uguale ai migliori del ruolo, è la sua voglia di vincere, di portare la squadra alla vittoria. Quando gli dicono chi può arrivare ai Celtics dal draft si arrabbia, non ne vuole sentir parlare, ma noi non crediamo che sia impaurito da Oden, ma del fatto che lui crede ancora ai play-off, vuole vincere per giocare ancora a maggio e lo vuole fare da trascinatore, come quando ha operato il momentaneo sorpasso ai danni di Toronto, il merito è stato praticamente solo suo.

Le sconfitte sono brutte, ma sono servite a sbloccare BigAl, a renderlo più responsabile e più partecipe ai risultati della squadra. Ha ancora tanta strada davanti a sé, ma può e vuole migliorare per proseguire la sua curva di miglioramento.

Nel frattempo qualcosa deve avergliela pur insegnata Duncan, che con la vittoria in settimana ha proseguito la striscia vincente degli Spurs ai danni dei Celtics portandola a 18. È dal lontano 8 gennaio 1997 che Boston non riesce a sopravanzare San Antonio, e non vediamo l'ora che questo accada, ma non quest'anno, ne riparleremo l'anno prossimo.

Telfair è partito titolare e la speranza della dirigenza era quella di poter indirizzare il talento del giocatore newyorchese verso strade ben precise: controllo, ragionamento, distribuzione. Nulla di questo è accaduto ed è stato sopravanzato da Rajon Rondo, primo cambio di West. In apparenza il progetto-Telfair è fallito, ma il giocatore si lamenta che nessuno gli ha spiegato bene cosa vogliono da lui. È strano che lui dica così perchè Doc continua a ripetere che da lui vuole soprattutto difesa e lavoro sul proprio gioco, ma i suoi giorni a Boston sembrano proprio contati.

Infortuni

Per fortuna l'infermeria si sta lentamente svuotando, tranne i due infortunati di lungo corso Allen e Ratliff. Vediamo gli aggiornamenti degli infortunati iniziando da Paul Pierce, che ha avuto mercoledì scorso un altro responso dai raggi X che gli confermano i miglioramenti al piede. Ora non ha più il tutore e quindi può muoversi con maggiore libertà , ma ci vorranno almeno un'altra decina di giorni per vedere Pierce ancora in campo, se non di più.

Per uno Scalabrine che torna sul parquet, ma incide poco o nulla (era disponibile alla penultima gara, ma è entrato un campo solo contro i Raptors), c'è uno Wally Szczerbiak che non è ancora riuscito a rimettere piede in campo. Il suo è un tira-e-molla continuo, dove per un giorno sembra che il suo rientro sia prossimo, mentre il giorno dopo viene tutto smentito obbligando il giocatore ad attendere ancora. Comunque questa settimana si è allenato in modo leggero e la slogatura alla caviglia destra sembra del tutto passata. Inoltre ha avuto ulteriori problemi alla caviglia durante un allenamento martedì scorso che probabilmente non gli permetterà  di giocare neanche la prossima partita contro Washington.

Al Jefferson stava seriamente rischiando di tornare ad essere citato su queste colonne per varie settimane, invece la sua caviglia si è girata in settimana ma ha resistito e non ha dovuto saltare nessuna gara. Ha resistito anche la sua voglia di giocare e dare una mano alla squadra: la volontà  è di gran lunga la migliore medicina.

Per finire parliamo di Theo Ratliff, andato sotto i ferri lo scorso martedì. Ainge ha riferito che la procedura è andata bene, però è confermata la sua assenza per tutta la stagione.

Curiosità 

Lunedì prossimo Gerald Green saprà  se l'NBA lo avrà  ammesso alla gara delle schiacciate per l'All-Star Game. Sarebbe una vera vergogna la sua non ammissione.

Erano state selezionate tre Dancer: Courtney, Alison and Whitney. Lo scorso 23 gennaio l'NBA ha annunciato che sarà  Courtney a rappresentare le Celtics Dancer all'All-Star Weekend dal 16 al 19 febbraio. "È eccitante e sono nervosa allo stesso tempo. Non posso credere che siamo a metà  stagione ed andrò a Las Vegas fra un paio di settimane" è stata la prima reazione della ragazza, alla quale aspetta un bel po' di lavoro, visto che entrerà  in scena per ben 4 volte in quel weekend.

Lo scorso venerdì Ryan Gomes ha giocato tutti e 48 i minuti contro Indiana. È stata la seconda volta dopo quella di Allen del 15 dicembre che un giocatore dei Celtics non riposa nemmeno un minuto.

La settimana scorsa vi avevamo annunciato un imbarazzante teatrino che ha coinvolto Corinne Grousbeck, moglie del capo dei Celtics Wyc, la quale aveva invitato 9 sghignazzanti amiche ad una sessione di autografi non programmata mentre i giornalisti tentavano di fare delle interviste ed i giocatori si stavano vestendo. Poiché l'NBA ha una regola per tutto, non gli è piaciuta questa faccenda e ha rimproverato la franchigia.

I migliori della settimana

Quattro partite, quattro doppie doppie: anche stavolta non ci sono dubbi sul fatto che vada ad Al Jefferson il premio settimanale. Per la seconda piazza iniziamo a togliere dei candidati: Ray per esempio ne ha giocate bene due, ma le altre due è stato praticamente inesistente, eliminandosi da solo. Green ha avuto una settimana sotto tono e solo nelle ultime due partite ci sono stati dei sintomi di risveglio, forse sente il rookie wall quest'anno, visto che lo scorso anno ha giocato soltanto nel finale di stagione. Rondo ha giocato molto bene contro Washington, ma nelle altre partite non è riuscito a distinguersi. Gli unici due che possono ambire al riconoscimento con valide motivazioni sono Gomes e West, ma riteniamo di dover premiare la continuità  di rendimento di West, come una dote di punti sempre in doppia cifra ad ogni entrata in campo, in più è riuscito ad ottenere una doppia cifra di assist, e non è da tutti.

Classifica aggiornata:
13 Pierce
13 Jefferson
5 Allen
4 Szczerbiak
3 Gomes
1 West

Appuntamenti e classifiche

Ancora quattro partite per i Celtics, a pochissime settimane dall'All-Star Weekend:
domenica in casa contro Washington
lunedì in trasferta contro Indiana
mercoledì in casa contro i Lakers
venerdì in casa contro i Clippers

Si possono fare tutti i calcoli che si vuole, ma contro i Lakers è necessaria la vittoria. Non c'è tanking che tenga, non c'è Oden, Durant o Noah che vale una vittoria contro i rivali storici, gli unici rivali che è necessario battere sempre, comunque ed in ogni occasione.

Washington al momento è la prima dell'Eastern Conference, anche se è sotto al 60%, quindi è un'avversaria tosta, come lo abbiamo potuto vedere nella recente partita contro di loro. Che poi i Celtics siano in grado di battersi ad armi più o meno pari è un altro paio di maniche.

Le altre due squadre rimanenti, Pacers e Clippers, viaggiano attorno alla parità  ed entrambe sono in striscia positiva. Sono squadre ostiche, ma in situazioni molto diverse: i primi hanno avuto un recente sconvolgimento derivante da una trade con i Warriors e stanno cercando di quadrare il cerchio e forse lo hanno trovato. I secondi invece stanno rimediando ad un inizio tutt'altro che brillante.

Sono indubbiamente quattro partite difficili, ma quella da vincere a tutti i costi è contro i Lakers. Per le altre che venga quello che debba venire, a noi interessa soprattutto vedere i miglioramenti dei singoli.

La classifica indica Boston saldamente in ultimo posto nell'Eastern Conference, distanziando pure Phila che sta facendo di tutto per arrivare ultima, cedendo addirittura il proprio giocatore franchigia. Nella Western Conference la sola Memphis ha una vittoria in meno dei Celtics, ma non è detto che questa situazione duri ancora a lungo perché Boston potrebbe operare il sorpasso già  alla fine della settimana entrante. Tutto questo quando siamo arrivati esattamente a metà  stagione, e sarà  ancora tutta da vivere, e da soffrire, fino ad aprile.

Spazio tanking

Ormai è l'argomento giornaliero preferito da parte dei tifosi Celtics. C'è chi lo giudica necessario, chi inutile, chi lo invoca come la manna dal cielo e chi non ne vuole neppure sentir parlare. Pareri differenti che richiedono uno spazio adeguato anche in questo report, ecco quindi uno dei motivi della creazione di questa rubrica dedicata.

In questa occasione affrontiamo quello che succede nello spogliatoio dei Celtics, o perlomeno quello che trapela dallo stesso sentendo le dichiarazioni degli interessati ed osservando le loro reazioni.

Per esempio ad una domanda di una radio bostoniana se ha pensato ad Oden guardando tutti gli infortuni di questi tempi, coach Rivers ha candidamente risposto in modo affermativo. Il punto in questo caso non sta nel fatto che ci abbia pensato, ma che abbia risposto in modo sincero. Se avesse risposto di no non lo sarebbe stato.

È ovvio che nessun allenatore vorrebbe perdere, ma se questo vuol dire avere un grande giocatore la stagione successiva che ti fa fare bella figura, non uno, ma molti pensieri ti vengono in mente e questo può essere causa di distrazione (diciamo così) facendogli commettere errori fatali durante le partite.

Sentiamo ora che ne pensa Al Jefferson: "non vogliamo Greg Oden, non abbiamo bisogno di un lungo". Se Al ha paura che Oden lo rimpiazzi ha sbagliato di grosso. Al ha troppo talento per non riuscire a non giocarci assieme ed una coppia di lunghi come loro renderebbe i Celtics invidiati da tutta la Lega. E se non arriva la prima scelta ci sono ugualmente dei giocatori molto interessanti.

D'altronde il gran giocatore fa gola a tutti, è noto che Pitino ha accettato di allenare Boston solo grazie alla forte possibilità  di prendere Duncan, occasione poi decaduta.

Il presidente Wyc Grousbeck non è stato sentito, ma per lui risponde indirettamente Doc: "dopo che abbiamo perso vedo la sua faccia e non gli piace (quello che ha visto)".

A risentirci.

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