Boston Injured Celtics report

Tony Allen si è infortunato, ma a noi piace ricordarlo sorridente in attesa di rivederlo fra un anno

Da ora possiamo chiamare la nostra franchigia i Boston Injured Celtics, i Boston Celtics infortunati, perchè se diamo un'occhiata all'infermeria troviamo una ressa peggiore di quella per i saldi di fine stagione.

Risultati

Boston Celtics @ Orlando Magic 79-87
Indiana Pacers @ Boston Celtics 97-84
Toronto Raptors @ Boston Celtics 86-95

Commento

Ci scusiamo per la gran quantità  di notizie su infortunati ed un numero tale di tipi d'acciacchi da far invidia ad un'enciclopedia medica, ma purtroppo proseguono gli infortuni a cui si accompagna, come ovvio che sia, il momento negativo dei Boston Celtics: il detto "piove sul bagnato" si adatta bene all'attuale situazione.

In allenamento fanno difficoltà  ad essere in 10 e capita che coach Doc Rivers si debba rimettere le scarpe da basket per completare i due quintetti e quando la situazione è tale c'è da preoccuparsi per la difficoltà  ad allenarsi dei giocatori. Ci sarebbe anche la possibilità  di chiamare un altro giocatore oltre ai 15, ma l'NBA lo permette solo se almeno tre giocatori sono inattivi ed un quarto ha gravi infortuni con perdita di almeno 3 partite e tutti e quattro non possono avere la possibilità  di rendersi utili entro due settimane, comprovato da un medico designato dalla Lega.

Attualmente Allen e Ratliff sono fuori per la stagione e Pierce dovrebbe perdere almeno le prossime due settimane, ne mancherebbe un quarto che potrebbe essere Scalabrine, ma si presume che potrebbe tornare in campo entro due settimane, quindi non si può chiamare un sedicesimo giocatore. Ma Doc ed Ainge non sono in ogni caso d'accordo d'allungare il roster, piuttosto Ainge invita chi c'è a darsi da fare "questa è un'opportunità  per i ragazzi che non hanno giocato di mostrare quello che possono fare". Chi tra questi ne hanno già  approfittato sono stati sicuramente Rondo e Powe. Mentre il primo contro Toronto ha segnato 23 con 7 su 13 dal campo, 3 rimbalzi e 5 assist, Leon ha catturato 12 rimbalzi in soli 16 minuti di gioco, di cui 6 in attacco.

È però confortante vedere che nonostante i problemi a legamenti, schiene e piedi, gli infortunati siano in panchina ad incitare i compagni di squadra ancora integri. Se poi la media di questi giocatori ancora abili sia di 22 anni e 81 giorni fa capire come ogni partita sia un'avventura dove il risultato positivo è una vera chimera.

Al Jefferson è un po' sceso nelle prestazioni personali, ma è normale dopo aver viaggiato per così tante gare a livelli elevati di rendimento. Ora le difese lo raddoppiano costantemente e deve abituarsi a questa situazione per lui diversa, ma che caratterizza costantemente tutti i fuoriclasse, Pierce compreso. Nonostante questo calo, come rimbalzi nell'ultima ottava è rimasto vicino ai 9 rimbalzi a serata, una media di tutto rispetto e lo sottolinea lui stesso "sono un grande rimbalzista e posso segnare, penso che la doppia doppia sia un istinto naturale (per me)". Ce lo auguriamo anche noi.

Continua con strana regolarità  il bilancio vittorie-sconfitte più favorevole lontano dalle mura amiche. È una differenza notevole, con sole 4 vittorie in casa ed il doppio in trasferta ed anche le sconfitte sono superiori al TD BankNorth Garden. "Non so perché non riusciamo a vincere in casa" commenta dubbioso Szczerbiak "secondo me siamo una squadra che può giocare bene in casa, così dobbiamo capire il modo di vincerle". Le statistiche non aiutano a capire, perché per esempio le percentuali dal campo sono quasi uguali, gli assist, segno di maggior gioco corale, sono addirittura maggiori quando giocano a Boston (22 contro 18) ed i punti sono leggermente superiori in casa. Qualcuno ha stupidamente insinuato che le colpevoli siano le Celtics dancers, ci vuole un bel coraggio per tirar fuori un'illazione del genere.

Il giocatore che si esprime meglio in trasferta rispetto alle sue prestazioni in casa è sicuramente Brian Scalabrine. A Memphis ha segnato il suo massimo di stagione con 16 punti e ha maggiori rimbalzi. Probabilmente il motivo è da ricercarsi nel fatto che fino a poco tempo fa era fischiato dai tifosi bostoniani, anche se recentemente hanno cambiato atteggiamento, apprezzato da Doc Rivers, come comunicato su queste colonne nel recente passato.

Chi gioca bene in casa invece è Al Jefferson. Big Al segna oltre il 50% in casa contro il 48% in trasferta. "Dobbiamo stare concentrati, giocare assieme e ricordare che siamo una squadra". Ma siamo certi che questo maggior rendimento è legato proprio allo stesso motivo, ma opposto, di Scalabrine: Boston ama Jefferson, lo incita sempre e lui li ripaga fornendo prestazioni eccellenti.

La trasferta ad Orlando è stata utilizzata da coach Doc Rivers per andare dalla famiglia che vive proprio in quella città  e per permettergli di trascorrere qualche momento assieme ai suoi cari la squadra è stata trattenuta in Florida per un giorno in più del solito. Doc ha guardato il figlio Jeremiah giocare a basket e la figlia Callie giocare a pallavolo. La permanenza ad Orlando di tutta la squadra è giustificata dall'allenatore dicendo che i giocatori preferiscono rimanere in Florida a causa del freddo che c'è a Boston, ma a noi sembra più una scusa per giustificare la sua permanenza dai suoi cari. In più alcuni giocatori non si sono trovati d'accordo nel rimanere un giorno in più ad Orlando perché se c'è un giorno libero, preferiscono trascorrerlo a fianco dei propri cari a Boston. Doc in quest'occasione non ci ha fatto una bella figura.

Infortuni

Rottura del legamento crociato anteriore e del collaterale mediano.
Pochi infortuni sono peggiori di questo per uno sportivo e purtroppo a Tony Allen è accaduto proprio questo, con l'aggravante che si è fatto male durante una pausa derivata da un fischio arbitrale. Poteva quindi evitare di andare a schiacciare, ben sapendo che il gioco era fermo, ma non è riuscito a trattenersi, tra l'altro di fronte al presidente della franchigia Wyc Grousbeck, il quale contento non dev'essere stato.

I tempi di recupero sono questi: un mese e mezzo (un mese se tutto va bene) con le stampelle, altrettanto per rieducazione leggera, per finire almeno 2 mesi di forte potenziamento muscolare per recuperare la massa necessaria per poter correre e saltare in campo, ovvero stagione finita. Ne sa qualcosa Powe, operato per ben 2 volte al crociato anteriore al college e per questo sceso al draft e chiamato da Boston solo come seconda scelta. Allen sarà  operato in questi giorni dal dottor Brian McLeod al New England Baptist Hospital e probabilmente quando questo report sarà  on-line l'operazione sarà  già  stata effettuata. "È terribile, penso che sia il nostro leader emozionale, ci dava grande forza" è l'amaro commento di Doc.

Si sperava di poterlo rivedere in campo entro il 19 di gennaio, ma purtroppo i medici sono concordi per dover lasciare il gambaletto protettivo almeno per un'altra settimana, se non un paio, quindi i tempi di recupero per Paul Pierce si allungano notevolmente e per tornare ad ammirarlo in campo dovremo aspettare come minimo i primi di febbraio.

Dopo l'infortunio precedente aveva giocato ai suoi livelli solo una volta, ora Wally Szczerbiak è costretto a passare dall'infermeria per un ginocchio gonfio ed una caviglia dolorante. Non si prevede il suo utilizzo la prossima settimana.

"Se Delonte chiede di non giocare, allora sicuramente si è fatto male" sono le parole di Doc Rivers. In effetti un lottatore come Delonte West chiede di non poter giocare solo se ha veramente male, quindi la sua contusione alla parte inferiore della schiena non dev'essere una cosa da poco e che gli farà  saltare oltre alle ultime due gare, anche le successive due. Ovviamente in questi giorni non si è allenato e ha soltanto avuto dei trattamenti specifici per alleviare il dolore.

Niente di grave la sostituzione di Ryan Gomes dopo soli 6 minuti nella gara contro Orlando. La causa sono soltanto dei disturbi intestinali che non gli hanno privato la possibilità  di giocare nelle successive serate.

Strappo del legamento collaterale mediale e danneggiamento del menisco del ginocchio destro è la diagnosi per Brian Scalabrine, accaduto in occasione della gara contro Indiana. Già  mercoledì notte è stato operato in artroscopia, ma il suo recupero è stato molto veloce e già  un paio di giorni dopo ha potuto riprendere a camminare con circospezione ed andare in bicicletta da palestra. Ora tratta la parte operata con ghiaccio, stimolazione elettrica ed ultrasuoni per rinforzare il prima possibile i muscoli del ginocchio per proteggerlo dall'operazione subita. Se il suo recupero si manterrà  con l'attuale andamento potrà  essere in grado di rientrare in campo alla fine della prossima settimana.

Curiosità 

Tony Allen è stato un vero leader per lo spogliatoio da quando Pierce non può giocare per il problema al piede. La prova è evidente quando si è infortunato: Scalabrine si è offerto di accompagnarlo in ospedale ed era così ansioso di raggiungere il nosocomio che la madre del giocatore, salita anche lei in macchina, ha iniziato a preoccuparsi per l'eccessiva velocità . Quando ha chiesto di poter salire su un'ambulanza, Tony ha risposta alla madre: "no mamma, questo è meglio dell'ambulanza, è Scal".

Continua la promozione di Doc Rivers a favore di Gerald Green per la gara delle schiacciate all'All-Star Game e contiene un pizzico d'amarezza questa dichiarazione di Doc: "sarebbe bello se vincesse perché abbiamo bisogno di vincere qualcosa".

I migliori della settimana

Obiettivamente districarsi tra infortuni vari rende difficoltosa la scelta del migliore e del suo secondo, ma a qualcuno bisogna pur darlo il premio, quindi ci proviamo. Per quello che ha fatto contro Toronto Rondo meriterebbe d'essere tenuto in considerazione, ma è solo una gara, nelle altre non ha per nulla brillato, pertanto altri giocatori si sono messi in evidenza, come per esempio Jefferson, ma ha calato un po' il suo rendimento, ciononostante il secondo posto è suo. Il primo va senza dubbio a Tony Allen, il quale ha giocato solo due gare, ma sono state molto intense ed è stato evidente che teneva su lui la squadra, non solo in campo, ma anche negli spogliatoi. Una grave perdita che non gli toglie il riconoscimento settimanale, nella speranza di rivederlo in campo nella prossima stagione così in forma.

Classifica:
13 Pierce
9 Jefferson
5 Allen
4 Szczerbiak
2 Gomes

Appuntamenti e classifiche

Anche la prossima settimana rimaniamo ad est con altre tre partite:
sabato a Detroit
lunedì ad Atlanta
venerdì in casa contro Sacramento

La gara contro Detroit è decisamente chiusa, non vediamo come i Celtics, così martoriati da infortuni, possano che solo pensare di poterla vincere. Le successive due invece presentano delle squadre in decisa flessione con le quali anche i Celtics attuali possono sperare di poter ottenere un risultato positivo. Ovviamente non ci sogniamo neanche di formulare qualche forma di previsione, piuttosto dovremo votarci a qualche santo protettore degli ammalati.

La classifica segna inevitabilmente la caduta dei Celtics nelle parti più profonde della classifica. Attualmente solo 4 squadre sono più in basso dei biancoverdi e non vediamo come possano nel breve termine tornare in alto. Riteniamo quindi, con molto anticipo rispetto al termine della stagione, appena il 42,6% delle gare giocate, di dover riporre le nostre speranze di poter partecipare ai play-off. È dura da dire con ancora 47 gare da giocare, ma il distacco inizia ad essere pesante (4 lunghezze dalla prima dell'Atlantic Division) e non ci sono possibilità  immediate di risalita.

La settimana scorsa siamo rimasti con le domande sul tanking, ovvero le sconfitte cercate per avere più possibilità  di scegliere in alto nel draft: è veramente la soluzione migliore? É utile? Ci sono danni collaterali? Vediamo di rispondere in modo chiaro a questi dubbi partendo dall'ultima domanda. Innanzitutto perdere vuol dire " perdere, con tutte le complicazioni che questo comporta, ovvero instillare una mentalità  perdente, creare nell'ambiente l'abitudine alla sconfitta, così quando arriva un'ennesima sconfitta l'umore all'interno della franchigia non è addolorato e desideroso di rivincita, ma quasi apatico, abituato ad una cosa che è diventata normale. Questo non dovrebbe mai accadere perché è pericolosa e, una volta creata, è molto difficile da debellare. Com'è ovvio intuire nella tradizione Celtics non c'è nulla di più agli antipodi. Risponderemo alle altre due domande alla prossima occasione.

A risentirci.

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