Marbury sembra tornato quello dei bei tempi: durerà ?
New York è rimasta sola; ma raramente tanta solitudine ha incorniciato un momento di promesse e fiducia nel futuro. Giants e Jets sono state eliminate dai playoffs, Yankees e Mets inizieranno la loro stagione solo fra qualche mese: questo significa che per un po' tutta la ribalta sportiva della grande male sarà interamente per i Knicks.
La banda Thomas è tornata rinfrancata da un viaggio ad ovest cominciato nel peggiore dei modi: le vittorie di Portland e Seattle hanno fatto dimenticare le sconfitte in doppia cifra di Phoenix e Los Angeles secondaria, nonché i 39 punti che il figlio della città Artest ha riversato sulla "sua" squadra.
"Se giocheremo come abbiamo fatto nelle ultime due partite - ha dichiarato Stephon Marbury sull'aeoreo che riportava la squadra a casa - nulla ci impedisce a priori di vincere 12 delle prossime 15 partite.
Dando un deciso cambiamento di rotta, aggiungiamo noi, alla stagione.
"Non abbiamo cominciato bene la nostra trasferta - ha ammesso con onestà Jamal Crawford - però ci siamo risollevati."
E' vero; che la squadra abbia trovato la forza per ribaltare la situazione nelle ultime due gare, le più facili sulla carta ma giocate in condizioni sfavorevoli, è un ulteriore segnale di come le cose siano cambiate. Difficilmente l'agglomerato di giocatori di inizio anno avrebbe reagito così. Raramente da quando Isiah Thomas ha assunto le redini, della dirigenza, non solo della squadra, New York è sembrata così vicina a dare finalmente una sterzata alla sua storia recente.
Contro Seattle, vittoria mai in discussione 111 a 93 Curry, Marbury e Crawford sono stati i mattatori. Il centro soprattutto s'è confermato giocatore finalmente in grado di spostare gli equilibri. Contro Danny Fortson che ha adoperato tutti i trucchi del suo catalogo ampiamente conosciuto, l'ex Bulls ha segnato 15 punti nel primo quarto, raggiungendo quota 24 (sui 27 totali) nei primi 3' del secondo tempo.
"Non credo sia solo merito mio - ha spiegato più volte - ma di tutta la squadra; di mio ci sto mettendo una maggiore comprensione del gioco."
"Sta scegliendo meglio le situazioni - ha confermato Crawford - soprattutto quando viene raddoppiato, creando opportunità per noi sul perimetro."
Nella stessa partita Marbury, che non è lontano parente del giocatore insicuro di inizio stagione, ha segnato 5 triple. Chiaro che la difesa di Seattle, non esattamente quella dei Detroit Pistons in cui Thomas giocava, abbia dato una mano: concedere il 60% dal campo e 36 punti in 12 minuti non fa schifo solo quando sono i Knicks a farlo. Però nella pallacanestro c'è qualcosa di insondabile come la sostanza grigia dell'universo: se la circolazione di palla ha il timing giusto i tiri tendono a entrare; se non lo è i tiratori spadellano nella vasca da bagno.
Da qui la considerazione che, in attesa di riprove più significative, il momento è positivo; come indicato dal record, 6-4 dal momento della rissa, in netta controtendenza con quanto successo fino a quel momento. Lo avevamo segnalato.
Il capolavoro però Marbury l'ha fatto nella sua metà campo contribuendo in maniera pesante a limitare Ray Allen 11 punti con 3 su 10 dal campo; gran bella partita complessivamente per Coney Island Finest. Di certo tre talenti del genere ad Est ce li hanno in pochi. Nella Atlantic poi nessuno.
Il quadro si completa poi con i rientri di Quentin Richardson e Nate Robinson che hanno scontato la loro squalifica. L'ex Phoenix potrebbe prendere il posto di Jarred Jeffries che ad ovest ha faticato, specie in attacco.
"Stiamo per tornare al completo - ha spiegato Thomas - quindi presto mi troverò a dover prendere delle decisioni importanti." E qualcuno ironicamente potrebbe storcere il naso.
Nella realtà dei fatti improvvisamente la struttura della squadra sembra abbastanza definita; tanto da dover far notare a chi perora la causa di David Lee in quintetto (6-6 il record bluarancio con lui dall'inizio) che il giocatore è efficace anche dalla panchina, quindi buono per mantenere alta l'intensità della seconda unità .
Il coach general manager ritiene il tiro dalla lunga distanza di Richardson fondamentale per aprire ancora di più gli spazi per Curry. Qundi è probabile che troverà il modo per metterlo dentro da subito.
Difficilmente invece avrà ancora un ruolo in questa stagione Steve Francis. Il giocatore ha improvvisamente lasciato il "ritiro" quando la squadra era a Sacramento per tornare a Houston a farsi curare la tendinite al ginocchio; andandosene l'ex Magic avrebbe confessato di sentire dolore da mesi. Qualche fonte autorevole ha azzardato l'ipotesi che la franchigia e l'agente del giocatore stiano discutendo per trovare una somma sufficiente a rescindere il contratto che nei prossimi 3 anni impegnerà quasi 45 milioni di dollari.
E' brutto dirlo ma sarebbe la classica "disgrazia benedetta" che leverebbe di torno un giocatore costato tanto (Trevor Ariza), un doppione di Marbury, un esterno che non si è mai capito troppo cosa c'entrasse col progetto di New York.
La tavola è apparecchiata quindi; si ricomincia dal Garden contro i Sixers che ironicamente presentano nel quadro dirigenziale quel Larry Brown che ora definisce "un gran bel gruppo di giovani" gli atleti che non è riuscito a far giocare nella maniera giusta.
La Atlantic Division è mediocre; se si continua sulla strada tracciata non c'è ragione per non raddrizzare la barca e competere per traguardi che un mese fa sembravano impensabili.
L'opportunità è un po' troppo ghiotta per non approfittarne, per pensare ad altro, magari inseguire le sirene di vecchi amori da detroitiani.