NCAA: Power Forward Ranking

Joakim Noah, buon sangue non mente…

1: Joakim Noah – Florida – Junior – 1985 – HT: 6-11 – WT: 225
Sono uno degli iscritti al partito dei perplessi sul futuro tra i pro del figlio di Yannick e sono stato tentato fino all'ultimo dall'idea di non assegnarli la prima posizione del ranking (a favore del compagno Horford), ma alla fine ho dovuto cedere al fascino emotivo che – da degno figlio di tale padre – emana l'MVP della scorsa Final Four, prima di ogni aspetto tecnico ragazzo di inarrivabile voglia tutto campo, tenace, intenso, energico ed ovviamente vincente.

Negli standard moderni del basket professionistico statunitense un giocatore come Noah può persino essere schierato come centro in certi quintetti da corsa, ma Joakim al momento in attacco non è giocatore d'area NBA, poichè patisce i contatti ed il gioco fisico in avvicinamento e gli mancano movimenti affidabili spalle a canestro e dal post basso.

Non si può al tempo stesso considerarlo un giocatore perimetrale, perchè il suo raggio di tiro è limitato ai 3-4 metri ed il suo rilascio di palla è comunque inadeguato, troppo basso e troppo schiacciato. Nel sistema di Florida è chiamato regolarmente in ingresso dell'azione a giochi a due alti dove, dopo aver portato un meritevole blocco, è abile e rapidissimo nel separarsi dalla difesa per ricevere già  attaccando il canestro, risultando d'altronde molto meno utile se invece si apre fuori.

Cambia la musica nella sua metà  campo, perchè è attirato magneticamente dalla stoppata per la quale non si accontenta di negare il canestro all'avversario ma mette a repentaglio l'incolumità  degli spettatori delle prime file grazie a braccia lunghissime, verticalità , esplosività  e mente rapida; come molti specialisti in materia, tuttavia, ha il vizietto di cercare troppo la palla con spostamenti del corpo e salti ingenui che a livello superiore si tramuteranno in vagonate di fischi contro di lui.

Inoltre se non si irrobustisce nella parte alta del corpo mi sembra destinato ad andare sotto contro i vari Okafor e Dwight Howard – per non parlare degli All-Star già  affermati del ruolo – perchè non ha la forza di imporre la posizione all'attaccante corpulento; appesantirlo muscolarmente può tuttavia voler dire fargli perdere quella peculiare agilità  che è alla base del suo gioco.

Sublime in ricezioni dinamiche nei pressi del canestro con istantanea capacità  di andare su ed incomprensibile capacità  di arrestarsi in poco spazio senza far passi o sfondare benchè arrivi a grandi velocità , manca invece di equilibrio e di forza se deve esplodere nel traffico da fermo; corre benissimo tutto campo ed è sempre tra i primi in transizione e nei contropiedi che ha spesso la singolare caratteristica di impostare partendo in palleggio dopo il rimbalzo difensivo, a dimostrazione della sua qualità  nel mettere palla a terra (specie dal post alto), nel trattamento della stessa e nello spostarsi orizzontalmente.

Validissimo negli scarichi ai compagni dal centro verso l'esterno, spesso eseguiti con una violenza inquietante ed eccessiva. Sospetta e troppo allegra posizione a rimbalzo non gli nega di essere ottimo nella categoria grazie alle solite voglia e verticalità , in particolare in attacco da dove arrivano parte dei suoi punti.

Qualche dubbio tecnico e fisico sulle sue prospettive è dunque lecito averlo, ma questi possono ben presto finire in un cassetto se la maturità , la leadership, la disponibilità  a migliorarsi e la personalità  magnetica del ragazzo, unite allo spirito di sacrificio e di squadra che ha messo in mostra in questi mesi, saranno sufficienti per fargli trovare una sua dimensione tra i pro e per permettergli di continuare a tuffarsi sul campo ed a battersi i pugni sul petto alla King Kong dopo ogni sfavillante giocata (Stern permettendo).

2: Brandan Wright – North Carolina – Freshman – 1987 – HT: 6-10 – WT: 210
Ad una prima frettolosa visione, siamo alle solite: letteralmente sfolgorante a livello atletico, con braccia che gli permetterebbero di allacciarsi le scarpe senza piegare la schiena e fluidità  verticale inarrivabile; “scuola USA degli ultimi anni” + “grande atleta verticale” fanno venire in mente un solo risultato, ovvero “fondamentali e tecnica sotto standard”, ed invece è proprio nella mancata conferma di questa regola che si comprende tranquillamente perchè sia ormai segnalato come terza scelta assoluta del prossimo draft, anche davanti al campione in carica da me collocato qui sopra.

Non siamo infatti alle aste in attacco, perchè sa partire frontalmente anche dopo finte di tiro ed ha insospettabile forza per concludere nel traffico resistendo ai contatti. Dico “insospettabile forza” poichè ha una struttura all'apparenza esile con pochi muscoli ed arti lunghissimi, ma anche per lui il segreto della sua incredibile agilità  risiede proprio in questa sua conformazione somatica. E' semplicemente sorprendente nei tempi infinitesimali – senza apparente sforzo fisico – con cui riceve sotto e va su senza palleggio migliorando ogni volta il record stagionale di salto da fermo che gli assegno virtualmente, anche perchè lungo la linea di fondo i balzi non necessariamente vengono scoccati dall'interno dell'area! Insomma, una molla umana.

Sa prendere il tempo al difensore cominciando ad attaccare il canestro anche prima della ricezione, mentre il tiro mancino è in tutta franchezza bruttino: il difetto sta nel portare troppo in basso la palla nella fase di caricamento, eseguendo poi un movimento lento, continuo e mai spezzato che non gli permette di entrare in ritmo. Dai 5 metri in post alto va comunque almeno rispettato, anche se lui stesso tende a non fidarsi della sua esecuzione rifiutando il tiro a favore di spesso insulsi palleggi di potenza sul posto con cui cerca e trova solo casini. Non è ancora pronto infatti nel trattamento in traffico e nei tempi del passaggio.

E' invece entusiasmante in difesa, soprattutto perchè non si fa problemi ad uscire sul perimetro per cambiare su giochi a due e contenere comodamente in scivolamento anche i piccoli; con quelle braccia eterne fa dell'assassino aiuto difensivo e della deviazione sulle linee di passaggio due costanti del suo gioco, mentre è inutile che mi soffermi sulle sue abilità  nella stoppata ed in particolare nei rimbalzi che cadono lontano dal suo cilindro, per lui solo apparentemente irraggiungibili.

3: Al Horford – Florida – Junior – 1986 – HT: 6-9 – WT: 235
All'ombra del leader carismatico Noah, spero di non dire una bestemmia se in molte fasi del gioco sembra più pronto e con maggiori prospettive NBA nel breve termine del compagno, perchè pur non essendo un talento incommensurabile ed avendo forse meno potenziale di Joakim, ad oggi ha una solidità  ed una completezza superiori. Vanta uno squisito tocco, anche in scarso equilibrio, dopo essenziali movimenti in avvicinamento spalle a canestro di potenza fisica partendo dai 3 metri e dispone in particolare di un caratteristico gancio o semi-gancio destro venendo da sinistra anche stilisticamente godibile. Gli manca raggio di tiro e lui stesso sembra non amare prendere conclusioni frontali e men che meno forzarle se marcato, ma con spazio dai 4 metri è temibile.

Può mettere palla a terra con sorprendente agilità  anche dal rimbalzo difensivo, ma è vivamente sconsigliato dal farlo in traffico o per tempi eccessivamente prolungati. Nonostante il fondamentale sia nobilissimo, effettua per troppa fiducia qualche passaggio thriller sul filo della palla persa specie quando ribalta il gioco tagliando il campo in orizzontale e rischiando il sanguinoso contropiede uno contro zero; eccellente invece nei delicatissimi passaggi brevi alto-basso o quando può schiacciare palla a terra, mettendo in mostra rara comprensione del gioco e sensibilità  nel rilascio.

Va davvero bene a rimbalzo, con fisico, salti anche ravvicinati, mani forti e voglia. Ottimo in difesa nel contenimento uno contro uno col corpo, discreto anche nella mobilità  dei piedi e nello scivolamento contro i piccoli che sa tenere in continuità  di movimento, soffre invece nel tramutare una situazione statica in dinamica, rimanendo per esempio inchiodato contro partenze in palleggio perimetrali o se deve invertire il senso di marcia magari per spostamenti in aiuto, pagando infine dazio anche alla posizione spesso troppo alta della schiena. A dispetto delle attuali graduatorie USA, mio numero uno nel ruolo.

4: Darrell Arthur – Kansas – Freshman – 1987 – HT: 6-9 – WT: 220
“This baby looks good”: questo bambino sembra bello! A Kansas devono aver trovato l'elisir di lungo reclutamento per giocatori di pallacanestro fluidi, fisicamente ed atleticamente di alto livello ma soprattutto belli da vedere ed in grado di muoversi sul campo con una naturalezza impensabile per i centimetri che si portano dietro; se Mario Chalmers è uno dei piccoli più puliti dell'intera NCAA, se Brandon Rush ha momenti di talento e feeling per il gioco con pochi eguali, se Julian Wright ha una completezza atletica ed un'esplosività  inarrivabili, anche Darrell Arthur si allinea ai compagni e risulta essere a lunghi tratti un'ala piccola in un corpo da ala grande.

Atleta purissimo, saltatore naturale, sa fronteggiare canestro e giocare in penetrazione con interessante abilità  nel concludere, ma non ha certo nel ball-handling la sua specialità . Ha gradevoli movenze attorno all'area, con capacità  di conclusioni e discreto tocco dalla delicatissima media distanza ma anche giocate in avvicinamento dai post con al momento netta prevalenza della componente atletico-fisica su quella tecnica.

In difesa è soprattutto grande stoppatore, visto che non si pone alcun problema ad effettuare salti coordinati e ravvicinati; guai grossi invece nelle letture difensive sia uno contro uno che lontano dalla palla, dove c'è molto da lavorare. In generale proprio la comprensione del gioco, le scelte ed il suo IQ cestistico rappresentano le maggiori perplessità  sul suo conto. Un dato su tutti: aldilà  del fondamentale di passaggio che certamente non sarà  un altro suo pezzo forte, in 293 minuti di gioco ha fatto registrare la bellezza di 3 (dicasi “tre”) assist totali, eventi così rari da attestarlo alla malinconica ed irriverente media di 0.1 a partita.

Il suo minutaggio in quella franchigia NBA illegalmente iscritta al campionato NCAA che è Kansas non può d'altronde essere elevato ed anzi dopo l'esposizione iniziale sta subendo un drastico calo (accompagnato da quello del rendimento e delle altre cifre), ma mi sembra doveroso per lui avere la pazienza di aspettare un anno per dichiararsi eleggibile al draft, lasciando così partire nel 2007 le stelle che gli portano via minuti e potendo giocare quindi la prossima stagione da assoluto protagonista per l'assalto alla top-5 del 2008.

5: Josh McRoberts – Duke – Sophomore – 1987 – HT: 6-10 – WT: 245
Ho già  trattato malino i Blue Devils citati nei precedenti ruoli (Nelson, Paulus, Henderson), ma questa nidiata di coach K stenta a convincermi in prospettiva professionistica e non faccio eccezione anche per il pur ottimo McRoberts. Giocatore monomarcia, lento anche quando fa qualcosa di buono e quando mette in mostra il suo repertorio di fondamentali, i siti specializzati USA sottolineano la sua versatilità  e capacità  di giocare in attacco sia dentro (“inside”) che fuori (“outside”), ma è su quest'ultima che concentrerei le sue maggiori prerogative.

Non si fa infatti pregare per partenze in palleggio dal perimetro, anche se gli ineccepibili cambi di mano sotto le gambe o frontali non sono accompagnati dal necessario cambio di velocità  per liberarsi definitivamente del difensore; sa trattare la palla e gli piace essere nel vivo della fase d'impostazione del gioco, magari superando in prima persona la metà  campo in palleggio; ha interessanti esecuzioni dalla media distanza con buona preparazione al tiro (finte, passo d'aggiustamento, riposizionamento del corpo, palleggio per entrare in ritmo), ma non stiamo parlando di un tiratore affidabile (66% ai liberi). Il tutto però si svolge sempre all'unica marcia – decisamente bassa – a lui conosciuta, elemento che non permette di vedere come questi movimenti possano risultare incisivi ad alto livello NBA.

Spalle a canestro dal post basso fatica regolarmente a concludere nel traffico mancando dell'accelerazione e dell'esplosione finale verso canestro. Ben altra efficacia quando arriva in area da lontano ed in situazioni dinamiche che conclude con caratteristica propensione alla schiacciata. Altro fondamentale del gioco in cui eccelle è il passaggio, corredato soprattutto di visioni introvabili per giocatori di quella stazza, specie quando fronteggia canestro. Terribile invece nella corsa tutto campo: è sempre l'ultimo ad arrivare in attacco e l'ultimo a rientrare in difesa.

Se arriva in tempo e può schierarsi, è dura che si faccia battere dal palleggio, perchè supplisce alla cronica lentezza di base con abnegazione, aggressività  ed astuzia che sono anche le uniche vere ragioni delle sue discrete cifre a rimbalzo. Ha buone letture difensive e sa giocare in aiuto per la stoppata, ma gli manca verticalità  e non è una reale presenza in area sul piano dell'intimidazione; patisce inoltre i contatti e non riesce ad opporre il corpo andando sotto già  a questo livello contro avversari più fisici ed atletici, contro i quali è costretto a prendere posizione davanti per giocare d'anticipo sul passaggio dentro, negando loro la ricezione in post.

Un suo insuccesso ad alti livelli NBA (magari preceduta da possibile caduta al draft)è da mettere in preventivo come logica conseguenza e sarebbe un'altra sconfitta per i puristi del gioco, ma se ci si accontenta del profilo basso e di un suo utilizzo come giocatore di ruolo per minuti di qualità  e di comprensione del gioco dal post alto, potrebbe regalare attese soddisfazioni ai suoi estimatori, proprio come quelle che sta dando e darà  ai Cameron Crazies in quel di Duhram.

6: Tyler Hansbrough – North Carolina – Sophomore – 1985 – HT: 6-9 – WT: 230
Per il primo principio fondamentale e piuttosto elementare del basket USA, ovvero “non è facile trasportare in un sistema NBA quello che fai in un sistema collegiale”, dopo McRoberts potremmo avere un'altra nitida dimostrazione pratica con Hansbrough. Se si guardano le cifre dei suoi primi due anni, l'ateneo per cui gioca e l'impatto che ha in campo, infatti, può apparire scontato il suo successo futuro e la sua selezione nelle prime posizioni del draft, eppure non sono il solo ad avere dubbi sulle reali prospettive di Tyler.

Non ha centimetri e non ha atletismo, anche se è straordinario nella capacità  di correre tutto campo e di farsi trovare sempre in pole position in contropiede per comode schiacciate (grazie soprattutto al compagno Ty Lawson, dominante su alti ritmi). Ha una naturale propensione ad attaccare il canestro ed ha un solido primo passo in partenza che però non sfoggia mai al di fuori dei tre metri, limite oltre il quale è quasi impossibile vederlo in palleggio. Passatore pigro e distratto, non lavora bene nel momento del rilascio della palla e non legge i movimenti della difesa. Non ha ampio raggio di tiro ma è considerato (e forse sopravvalutato) solido esecutore frontale dai 5 metri e la meccanica in effetti non è disastrosa.

Ha ormai elevato a scienza esatta a livello NCAA una serie di movimenti non fluidi ma efficaci di avvicinamento dal post basso, grazie ai quali si intrufola tra i corpi dei difensori ed è abilissimo nel concludere in appoggio trovando lo spiraglio e l'equilibrio giusto o in alternativa uno dei tantissimi falli che subisce a partita: non sono movimenti verticali nè particolarmente tecnici (oltre a non essere certo belli da vedere) e non vedo come possa trasportarli a livello NBA non avendo centimetri ed esplosività  per concludere, ma contro avversari universitari ventelleggia in scioltezza nonostante l'eccessivo numero di palleggi e di secondi prima di andare su.

In difesa ci mette tanto impegno in particolare cercando di giocare d'anticipo per la palla (perchè se il suo avversario più alto ed atletico riceve in post vuol dire che UNC sta per subire due punti), ma dal punto di vista fisico, tecnico e delle letture è un mezzo disastro: mette il corpo quando non deve, perde l'uomo quando serve tenere l'uomo, perde la visione della palla quando serve avere la visione della palla, salta quando non c'è da saltare, non è presenza in area per chiusure e stoppate, non ha velocità  sul perimetro per marcare esterni. Va però più che discretamente a rimbalzo, grazie ad energia ed etica che sembrano non mancargli mai, ma saranno sufficienti per averlo protagonista anche tra i pro?

7: Nick Fazekas – Nevada – Senior – 1985 – HT: 6-11 – WT: 235
Dopo McRoberts ed Hansbrough, completa degnamente il terzetto bianco di grandi attuali giocatori NCAA ma sospetti futuri giocatori NBA. Con Fazekas raggiungiamo però il punto più basso a livello atletico di questo ranking, perchè aldilà  dei tanti centimetri è veramente difficile trovare un solo appiglio positivo riguardo il suo status fisico: non è forte, non è verticale, non è potente, non è fluido, non è rapido, non è reattivo… ed il brutto deve ancora venire, perchè pur avendo seguito anche un buon numero di partite di “minor league” italiane, raramente ho visto un giocatore di basket correre così male per il campo.

Se si apre però il capitolo “fondamentali”, il buon Nick torna a ringraziare madre natura e si prende fragorose rivincite nei confronti dei super atleti che occupano le altre posizioni qui intorno: le sue mani ed il suo tocco sono infatti sublimi, la meccanica di tiro profuma di bucato fresco per quanto è pulita ed il rilascio avviene nei pressi degli stendardi e delle maglie ritirate dei vari palazzetti USA. Fatica ovviamente ad usare il fisico ed a prendere posizione in area, ma ha una serie di armi poco contenibili anche spalle a canestro, tra cui spiccano il turnaround jumper sia verso l'angolo che verso il centro ed il tornaround hook shot, spesso preceduti da impeccabili finte di tiro con cui guadagna spazio e fischi a favore. Sa fronteggiare canestro ma manca di primo passo efficace ed è destinato a soffrire parecchio contro giocatori più veloci.

Lo ritengo il miglior rimbalzista di tecnica pura dell'intera NCAA, perchè senza bisogno di grandi salti e senza usare i muscoli che non ha, tira giù 12 carambole ad ogni uscita dallo spogliatoio, grazie anche all'unico supporto somatico che gli viene in soccorso, ovvero le braccia lunghe che lo fanno temibile stoppatore ma solo nella malaugurata ipotesi per il penetratore di finirgli proprio sotto il naso. Ogni altro aspetto della sua fase difensiva è semplicemente da censurare senza sprecare troppe parole, eppure la fattispecie di giocatore come lui sta trovando discreto seguito e più che sporadici successi tra i pro; benchè il rischio di un suo ridimensionamento a misero giocatore di ruolo sia vivo e vegeto, penso che in qualche romantico front-office NBA sul finire del primo giro ci sia la disponibilità  di scommettere su di lui al draft.

8: Sean Williams – Boston College – Junior – 1986 – HT: 6-10 – WT: 230
Re assoluto ed incontrastato della stoppata (viaggia intorno alle 5 a partita!), porta il fondamentale ai massimi livelli di completezza tecnica e mentale: cattiveria, voglia, salti ravvicinati, piedi rapidi, verticalità , senso della posizione, tempismo, braccia lunghe… semplicemente sontuoso. Se proprio si può trovare un difetto, si fida troppo di questa sua propensione e come molti specialisti non è allo stesso livello come difensore uno contro uno, perchè tende a lasciare troppo spazio all'avversario convinto poi di poter comodamente arrivare a deviare il tiro con le sue doti, cosa invece mai scontata.

Entra nel ranking ed attira le attenzioni generali quasi esclusivamente per la sua leadership come stoppatore NCAA, tolta la quale abbiamo a che fare con un giocatore sostanzialmente normale se non inferiore alla media tecnicamente. Nullo in palleggio, non bello e non fluido da vedere ed apparentemente privo di affidabili movimenti offensivi, ha elementari soluzioni di giro e tiro dal post basso spalle a canestro con tocco dagli esiti altalenanti; molto più efficace quando può ricevere in movimento per conclusioni dinamiche e sapientissimo uso del tabellone.

Per il suo ruolo e per le sue caratteristiche fisiche (tutt'altro che scellerato considerarlo centro) ti aspetteresti grandi cifre a rimbalzo, invece è carente specie in difesa dove ho individuato una parte dei problemi proprio nella continua ricerca alla stoppata che lo porta fuori posizione ed in fase di atterraggio quando invece si tratta di recuperare la palla verso l'alto. Molto interessante invece la sua abilità  nel passaggio, con una naturalezza insospettabile e caratteristici scarichi ad una mano dalle tacche verso il perimetro. Giocatore intenso ma anche indolente ed a lunghi tratti assenteista in attacco, emotivo anche se sotto controllo, non lesina tuffi sul campo ed incitamenti ai compagni, anche se deve rendere conto all'indiscusso leader oltre che altro prospetto NBA dei suoi Eagles, Jared Dudley.

9: DJ White – Indiana – Sophomore – 1986 – HT: 6-9 – WT: 230
Sono tendenzialmente scettico di fronte a quei giocatori che chissà  per quale timidezza o insicurezza nella propria struttura fisica, giocano con la magliettina della salute sotto l'uniforme ufficiale: se hai paura a mostrare i muscoli anche nel senso letterale della frase, quando ti trovi di fronte un Okafor o un Dwight Howard come la mettiamo col senso figurato? Se non si fosse capito, White gioca con la magliettina della salute, ma ha anche tanti pregi che lo rendono molto apprezzato oltreoceano, primo fra tutti una grande voglia che sembra contraddire le mie perplessità .

Ha scolastico gioco spalle a canestro dal post basso, con la brutta tendenza a fermare il movimento o il palleggio dopo aver concluso il nulla e trovandosi quindi in piena emergenza ed in enorme difficoltà  ad uscire dai raddoppi, ma è proprio quando sembra spacciato in situazioni disagiate che tira fuori dal repertorio insospettabili giro e tiro meccanici con rilascio più che apprezzabile della palla ed esiti confortanti, oltre a maturi appoggi al tabellone nonostante la preparazione fin troppo laboriosa. E' infatti impossibile vedergli eseguire un movimento tecnico e fluido, ma raggiunge il massimo livello di anomalia estetica (caviamocela così) nella corsa tutto campo (Fazekas permettendo), con gambe e braccia che sembrano scollegate col corpo in un tragicomico mix tra Ridolini, Mr.Bean e Benny Hill all'inseguimento del vecchietto pelato.

E' invece esplosivo ed impiega pochissimo tempo ad andare su in ricezioni dinamiche o se nel frattempo è riuscito almeno ad avvicinarsi a canestro. Abile nel trovare gli scarichi per il tagliante o sul perimetro, mette in mostra le sue buone mani anche nel discreto jumper dai 3-4 metri in cui estende completamente le braccia rendendo vano ogni tentativo di stoppata della difesa; tuttavia ciò non toglie che il suo gioco frontale sia assente e denoti spesso limiti nella comprensione dell'azione e nella sveltezza con cui pensa e decide cosa fare.

10: Glen Davis – Louisiana State – Junior – 1986 – HT: 6-8 – WT: 290
Icona. Noto ai più come “Big Baby” e degno erede dell'inarrivabile Shaq in quel di LSU, per chi è rimasto alle immagini della sua magica cavalcata alle final four della scorsa primavera, è nettamente dimagrito e tonificato muscolarmente durante l'estate con evidente minor grassa corporea da portare in giro per il campo. Piedi da ballerino, mani da clavicembalista, corpo da wrestler: è questo in estrema sintesi il mix che riassume le irrazionali caratteristiche del ragazzone; inutile dire che a quel tonnellaggio e con quella potenza fisica non troverete da nessuna parte una simile agilità  ed una simile capacità  di giocare a pallacanestro, ma tutto ciò temo non sia sufficiente per farne una certezza NBA.

Onnipotente nel prendere posizione piazzando il sederone come ostacolo invalicabile per il distanziato difensore, a questi livelli deve essere spesso quadruplicato per il contenimento delle sue ricezioni profonde o per i suoi avvicinamenti in palleggio ed è a quel punto che disarciona e centrifuga i malcapitati raddoppianti facendo il vuoto con la sua forza e con le sue virate; in alternativa mette in mostra un fondamentale di passaggio prima classe per lo scarico ai compagni lasciati liberi. Svolge un grande lavoro senza palla allo scopo di trovare la direttrice ideale per la ricezione più agevole, anche se talvolta questi duelli per la posizione col difensore e la ricerca dei compagni di uno spazio libero per servirlo catalizzano buona parte del gioco offensivo dei Tigers.

Adora venire fuori nei paraggi del perimetro per smistare il gioco o sfidare l'avversario che è tendenzialmente meno agile di lui e resta incenerito dalle sue fulminee partenze, può anche segnare dai 4-5 metri con morbido piazzato o giro e tiro lungo la linea di fondo. Ha consolidato controllo del corpo in ricezioni dinamiche e capacità  di muoversi nei brevi spazi senza fare passi o fallo in attacco, oltre all'innata capacità  di proteggersi col corpo negli appoggi da sotto. Nei movimenti verso centro area, tuttavia, se non trova spazio o in traffico ha la brutta tendenza di perdere equilibrio piegando le gambe ed abbassando l'ingombrante fondoschiena proprio come se stesse per sedersi, dovendo poi liberarsi avventurosamente della palla in fase di caduta e rischiando ogni volta l'infrazione.

Problemi in difesa nelle letture e nel posizionamento lontano dalla palla che non guarda mai fissando invece l'attenzione solo sul suo uomo, soffre inevitabilmente uno contro uno i giocatori più alti di lui. E' invece solidissimo a rimbalzo che non si accontenta di tirare giù ma che decora con urla, faccia cattiva, accentuazione del movimento, gomiti alti per proteggere il possesso appena conquistato e altri tocchi artistici assortiti. Il fatto che i pochi centimetri possano rappresentare un limite per la sua carriera professionistica non deve negare la soddisfazione agli amanti del gioco di vederlo all'opera al piano collegiale.

11: Josh Heytvelt – Gonzaga – Sophomore – 1986 – HT: 6-11 – WT: 220
Clamorosi momenti di gioco old-style per questo tipico prodotto bianco da Gonzaga. Viaggia ad una lentezza apparente ed esegue movimenti singolari che non lo rendono certo particolarmente bello da vedere, ma in realtà  è molto più atletico ed energico di quanto possa sembrare alla vista dell'ingannevole copertina. Ha sì piedi lenti e scarsa mobilità  laterale, ma è attivissimo in area e va insospettabilmente bene a rimbalzo con posizione e capacità  di salti ravvicinati che non ti aspetti. Nonostante non dia la sensazione di essere verticale, è invece eccellente stoppatore soprattutto per tempismo, determinazione e posizione.

Corre decorosamente tutto campo ed è specialista nel prendere la corsia centrale in transizione secondaria per ricezioni non facili da sotto che tramuta in appoggi comodi e schiacciate o per presenza a rimbalzo offensivo dopo il tiro della primaria; è per altro abilissimo ed intelligente nel scegliere come concretizzare in punti il rimbalzo appena conquistato, in particolar modo con un peculiare e raffinato tocco al volo di soli polpastrelli davvero per palati fini. Ottimo anche nel posizionamento difensivo e nella capacità  di collocarsi lungo le linee di penetrazione degli esterni, ha invece qualche affanno nelle situazioni più concitate in cui è richiesta rapidità  nel breve, facendo emergere tempi di reazioni non proprio felini.

Sopravvaluta il suo tiro dai 5-6 metri non così affidabile e soprattutto lento nell'esecuzione fin dal movimento di preparazione quando porta la palla troppo in basso, ma è comunque da rispettare. Sa muoversi senza palla andando a cercare gli spazi per ricevere, ma non è credibile quando prende posizione in area spalle a canestro ed i compagni stessi (in primis la sublime point guard senior Raivio, la cosa più vicina a Nash nell'attuale panorama NCAA) tendono a non coinvolgerlo come prima opzione; innocuo o perlomeno poco temibile anche quando riceve frontalmente a prescindere dal tipo di difensore che si trova davanti, perchè di batterlo in palleggio proprio non se ne parla.

12: Joseph Jones – Texas A&M – Junior – 1986 – HT: 6-9 – WT: 260
Uno dei corpi più interessanti e meglio costruiti tra i presenti, i siti specializzati USA individuano correttamente in Zach Randolph la fattispecie di giocatore a cui può assomigliare, ma lo scenario mi sembra davvero troppo ottimistico per questo prodotto Texano certamente più adatto ad un sistema a basso ritmo che non gli richieda sforzi sui 28 metri. Insieme ai suoi 120 chilogrammi di rara forza muscolare convive un tocco insospettabilmente delicato tale da renderlo un solido giocatore di post basso a questi livelli, anche se i suoi movimenti offensivi possono alla lunga risultare deboli e prevedibili.

E' abile a liberarsi dal marcatore dopo virata o dopo interessanti soluzioni dorsali, proteggendosi poi col corpo quando si tratta di concludere ed ottenendo come prezioso premio un elevato numero di fischi a suo favore che quest'anno converte anche meravigliosamente bene ai liberi (86%!), ma la lentezza di piedi e la pressoché assente esplosività  non sempre gli vengono in soccorso nel traffico. Misteriosamente in difficoltà  nel prendere posizone in area nonostante si dia un gran da fare, finisce regolarmente fuori sincro con i movimenti della palla e dei compagni ma non credo sia estranea a questo problema la presenza catalizzatrice come play degli Aggies di Acie Law, interessante “unplugged” che giocando spesso per conto suo è in grado di mandare fuori ritmo anche il più disciplinato giocatore senza palla.

Ancora insicuro e spaesato al di fuori della vernice pitturata, è inaffidabile se deve mettere palla a terra o peggio ancora se decide di partire frontalmente, ma non rinuncia a conclusioni dai 5-6 metri da rispettare grazie alle mani morbide, nonostante arrivi spesso al tiro con selezioni letteralmente inguardabili (fuori ritmo o con il difensore addosso o dopo tempo perso senza attaccare il canestro o all'ultimo secondo disponibile). Discreto ma non eccelso rimbalzista ovviamente non di verticalità  ma di forza e posizione, appare più svelto nel recuperare carambole in fase offensiva. In difesa non è male nel contenere uno contro uno avversari statici opponendo loro il corpaccione, ma fa invece enorme fatica quando c'è da spostarsi orizzontalmente o peggio ancora quando si tratta di arrivare dal lato debole per stoppate o aiuti che risultano regolarmente tardivi: il risultato è una grave propensione a caricarsi di falli, uno dei suoi più evidenti problemi attuali.

13: Jermareo Davidson – Alabama – Senior – 1984 – HT: 6-11 – WT: 200
Tanti dubbi e pochissime certezze. Quest'ultime risiedono nella corsa tutto campo interessante per l'altezza, nelle doti di intimidazione e – volendo essere generosi – nella versatilità  offensiva, considerando che un'azione sceglie di giocare spalle a canestro in post basso e l'azione dopo si sposta frontale in post alto, anche se con risultati altalenanti in entrambi i casi: nella prima situazione inizia decenti movimenti ma ha il grave limite di faticare regolarmente a completarli, bloccandosi dopo il secondo palleggio o quando deve girarsi e lavorare sul piede perno; dal gomito invece è da rispettare (ma nulla più) nel tiro piazzato con spazio che prende con eccessiva fiducia (solo 39% dal campo al momento) ed ha un'automatica ricerca del passaggio alto-basso per l'altro lungo sotto o per il piccolo che taglia verso l'area, anche se l'esecuzione viaggia anche qui su livelli non da empireo.

In difesa tende semplicemente all'irritante: si fa dei sonni imbarazzanti a centro area con un posizionamento del corpo costantemente inadeguato e facendosi passare ingenuamente palla e uomini accanto senza mostrare la minima concentrazione; sfoggia unicamente un monotono ed eccessivo interesse per la stoppata – dato in cui comunque eccelle – sopravvalutando le sue doti che si basano soprattutto sulle braccia lunghe e sui tanti centimetri. Non va bene a rimbalzo difensivo, mentre si trasforma letteralmente in quello offensivo anche seguendo il proprio errore e realizzando così una fetta importante dei suoi punti.

Non ha una struttura potente ma esile e longilinea, muovendosi negli spazi di agilità  più che di forza; capita spesso di vederlo faticare sotto canestro e nel traffico mettendoci troppi secondi e troppi palleggi per andare su, senza dimenticare che patisce i contatti e tende a sbilanciarsi ogni volta che prova a metterla sul piano fisico. Pur senza grande fluidità , quando però riesce ad arrivare al tiro in avvicinamento mostra un valido uso del tabellone tale da poterlo considerare uno dei migliori specialisti del fondamentale, eppure mi sembra ancora troppo poco per fare di lui un prospetto da primo giro come paventato in qualche mock draft.

14: Terrence Roberts – Syracuse – Senior – 1984 – HT: 6-9 – WT: 230
Come tutti i prodotti da Newark, New Jersey, non si fa mancare una grinta ed una cattiveria inevitabili, considerando che non è certo scontato uscire e diventare qualcuno di importante dopo l'infanzia e la giovinezza trascorsa da quelle parti. Decisamente un altro buon atleta mancino e stoppatore importante, non è un giocatore puramente tecnico e fa emergere tutti i suoi limiti a turno nelle esecuzioni dei vari fondamentali.

Azzarda per esempio partenze frontali con costante pessimo successo nel traffico ed è un passatore più che sospetto. Ha invece forti e credibili movimenti verso la sua amata sinistra, anche se alla fine è dotato del solo turnaround jumper da destra verso centro area dopo buona finta, decente lavoro di piedi e con alto rilascio del morbido tocco mancino. Segna poco (circa 8 punti a partita) ma va detto che non è il riferimento offensivo degli Orange, schiacciato nelle responsabilità  dal centro Watkins, dal perimetrale Nichols e dai fuori controllo Wright ed Harris.

Curiosa la sua dannosità  quando si tratta di portare un blocco, con tecnica inadeguata e costante tendenza a sporcare ed aggiustare la posizione. Buona corsa e notevole solidità  a rimbalzo, specie offensivo dove eccelle nonostante mani non fortissime. E' difficilissimo giudicare difensivamente un giocatore di Syracuse poichè è schierata storicamente per tutti i 40 minuti con la sua zona 2-3, all'interno della quale tuttavia Roberts riesce comunque ad essere spesso fuori posizione e protagonista di gravi ingenuità  e falli banali. Tutte caratteristiche che potrebbero renderlo “uno dei tanti”, ma è vietato trascurare la fame di arrivare di un ragazzo da Newark.

15: Mario Boggan – Oklahoma State – Senior – 1983 – HT: 6-7 – WT: 235
Come ormai prassi consolidata, inserisco in fondo al ranking un ragazzo che non ha attirato particolari attenzioni generali se non la mia, visto che pochi parlano di lui non solo come prospetto NBA ma in generale come giocatore di alto livello NCAA. Fa della linea di fondo uno stile di vita, non certo per le partenze perimetrali in palleggio da ala piccola che pur senza grande esplosività  ogni tanto azzarda lo stesso, ma per la costante capacità  di farsi trovare pronto e libero a ricevere per poi andare a segno con meritevole protezione della palla ed uso del corpo; non meno efficace ma anzi ancora più interessante è però il suo baseline jumper frontale dai 4/5 metri, con adeguatissimo e morbido rilascio e percentuali elevatissime.

Senza essere un talento purissimo, è intelligente e sotto controllo come emerge dalla sapiente distribuzione del gioco dal post alto non certo con passaggi creativi ma con scarichi facili ed utili che permettono un'efficace circolazione di palla per i suoi Cowboys. Ha invece il grande difetto di credere di avere raggio di tiro da 3, ambizione palesemente smorzata dal terrificante 4 su 29 (14%) con cui viaggia al momento in questa categoria; decisamente altra musica ai liberi, dove la sua mano gentile ritrova i meccanismi ideali per un valido 80%.

Non è un super atleta e non è verticale, quindi la sua presenza in area non fa dell'intimidazione il punto forte; è decente rimbalzista, molto attivo in particolare in attacco dove è poi abilissimo nel trovare il varco per mettere il corpaccione e procurarsi due punti o falli subiti. Dopo avermi convinto per l'ennesima volta, mi sono finalmente deciso ad andare alla caccia di notizie e soprattutto del basilare dato sull'altezza che ancora mi mancava… ed ho così scoperto la magagna: 6-7, ovvero a mala pena 2 metri che mettono luce sul silenzio che lo circonda e che nonostante la sua capacità  di giocare “bigger” (alla visione non gli avrei dato meno di 207 centimetri) danno più speranze di successo a qualche misero menzionato qui sotto.

Di estremo interesse e da seguire anche:
Dan Coleman – Minnesota – Junior – 1985 – HT: 6-9 – WT: 225
Coleman Collins – Virginia Tech – Senior – 1986 – HT: 6-9 – WT: 240
Ra'Sean Dickey – Georgia Tech – Junior – 1985 – HT: 6-9 – WT: 255
Joey Dorsey – Memphis – Junior – 1985 – HT: 6-9 – WT: 260
CJ Giles – Kansas – Junior – 1985 – HT: 6-10 – WT: 220
James Gist – Maryland – Junior – 1986 – HT: 6-8 – WT: 230
Caleb Green – Oral Roberts – Senior – 1985 – HT: 6-8 – WT: 255
Ekene Ibekwe – Maryland – Senior – 1985 – HT: 6-9 – WT: 220
Shawn James – Duquesne – Sophomore – 1983 – HT: 6-9 – WT: 195
Carl Landry – Purdue – Senior – 1983 – HT: 6-9 – WT: 235
Charles Rhodes – Mississippi State – Junior – 1985 – HT: 6-8 – WT: 240
Chris Richard – Florida – Senior – 1984 – HT: 6-9 – WT: 250
Avis Wyatt – Virginia State – Senior – 1984 – HT: 6-11 – WT: 230

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi