Elton Brand concetrato, determinato, aggressivo… ma troppo solo.
Continuano gli alti e (soprattutto) bassi della franchigia con la peggior fama dello sport professionistico americano. Ad alcune prestazioni convincenti seguono altre davvero sconfortanti ed il traguardo del 50% continua a sfuggire di mano.
Ma almeno su un aspetto si può ripartire, la ritrovata verve della coppia Brand-Kaman. Ormai da tre settimane i due stanno dimostrando una certa continuità di rendimento in entrambe le metà campo, con l'unico inconveniente delle troppe palle perse.
Chris, once is twice enough!
È vero, i numeri non dicono tutto. Ma per chi ha visto giocare Kaman a novembre non può non saltare all'occhio la differente energia con cui sta giocando il centro dei Clippers. Tornando alle statistiche, nelle ultime nove partite disputate ha registrato una media di 12.6 punti (con il 52.2% dal campo), 8.2 rimbalzi, 1.9 stoppate e 0.9 recuperi.
Qualcuno aveva previsto questo upgrade del biondo pivot, mi riferisco a Bob Baker. Nel suo blog il 'Cliptomaniac' a metà dicembre sosteneva: «quando tornerà il pallone di cuoio vedrete che le percentuali di Kaman miglioreranno; è tutta colpa di questo maledetto pallone di microfibra che sta rovinando la Lega, vedrete…»
Sfere di cristallo a parte, Kaman è tornato a giocare con continuità a buon livello già qualche settimana fa, prima del dietro-front di Stern sul pallone ufficiale. Ma le turnovers nel pitturato per il terzo anno da Central Michigan restano un problema. Già perché Chris ha questo stramaledetto vizio di mettere giù la palla e palleggiare un po' troppo prima di attaccare il canestro. Ecco allora l'idea di Dunleavy: 'One-dribble rule', la regola del palleggio unico!
Fatta su misura per Kaman ed imposta dal coach per limitare le palle perse (con certe guardie un lungo non può permettersi di mettere a terra troppe volte il pallone) ed anticipare i raddoppi. Kaman è passato dalla teoria alla pratica nella partita contro Miami.
Affrontato da Zo Mourning in persona, Kaman ha messo in mostra il suo arsenale di semiganci (con entrambe le mani), ha messo nel cesto tutti i suoi primi sei tiri ed ha chiuso la partita con 9/12 dal campo.
Bentornato Brand
Jason Reid del Los Angeles Times ha riportato una possibile spiegazione delle prestazioni, di nuovo da Allstar, del franchise player dei Clippers: sessioni extra davanti al monitor. Le difese raddoppiano sistematicamente su di lui, mettendolo spesso in difficoltà . Oltre alle questioni fisiche, c'è dunque un altro problema per l'ala ex Duke, come essere più efficace contro le difese avversarie.
Assieme ad alcuni assistant coach ha visionato più volte i filmati delle sue recenti partite e pare che questo ripasso abbia prodotto dei risultati. Chi vi scrive non ne è del tutto convinto. Ritengo che determinazione e migliore condizione fisica siano le reali ragioni della ritrovata produttività della power forward. Restano comunque i dati eloquenti di queste ultime nove partite.
In media 23.8 punti con il 65.5% dal campo, 7.4 rimbalzi, 2.6 stoppate (con un season high di 8 contro i Knicks). Sebbene i suoi standard a rimbalzo siano attorno alla doppia cifra, per il resto è il Brand che abbia ammirato nella scorsa regular season. Tuttavia le molte palle perse (3.4 nel periodo preso in considerazione) ed i pochi assist (2.3) non mi convincono sul fatto che Elton sappia davvero gestire bene i possessi quando viene raddoppiato.
Ma forse queste considerazioni sarebbero diverse se il resto della squadra lo supportasse a dovere, se i giocatori sul perimetro punissero i raddoppi su di lui. In attesa di recuperare Cassell e di ritrovare i canestri di Mobley e Thomas, a Brand non resta che confidare nell'aiuto che gli fornisce un Kaman finalmente solido in fase offensiva.
La settimana
L 74-86 @ Atlanta Hawks
L 105-116 @ Washington Wizards
W 110-95 @ Miami Heat
L 86-91 @ Orlando Magic
W 90-80 vs. New York Knicks
W 102-93 vs. Sacramento Kings
44.1% [15-19] – ultimi nella Pacific, undicesimi nella Western
Dal gennaio del 2003 i Clippers non vincevano contro i Kings, perdendo tutte le ultime quattordici sfide disputate contro la squadra della capitale della California. Una vera “bestia nera” se consideriamo che all'Arco Arena i Clippers non vincono addirittura dal lontano 1997.
Mike Bibby tiene a galla i suoi, fino al parziale decisivo con cui i Clippers scappano via nel terzo periodo. Brand, Kaman e Singleton superano in ogni aspetto del gioco i dirimpettai Miller, Thomas e Abdur-Rahim. Altre 6 stoppate per le due torri a disposizione di Dunleavy ed avversaria tenuti ancora a basse percentuali realizzative (42.1%). Da segnalare anche le due triple messe nel cesto sia da Thomas che da Mobley, un lusso di questi tempi!
I commenti del dopo gara sono anche l'occasione per discutere della tanto chiacchierata trade Maggette-Artest, rivali in campo proprio nella gara appena conclusa. Suonano definitive le parole con cui il gm Baylor stronca ogni margine nella trattativa: «(it is) not going to happen.» Per Maggette, dunque, si cercherà altrove.
La sfida contro i Knicks è l'occasione per completare l'obiettivo dichiarato di fare percorso netto nelle tre sfide consecutive giocato allo Staples Center. Nota: 18717 gli spettatori ad assistere alla partita, segno inequivocabile che la ClipperNation ci crede ancora.
Brand (13/18 al tiro) è inarrestabile per la difesa newyorchese, mentre si rivede la difesa che lo scorso anno esaltò i Clippers: season-high di stoppate (16) ed avversari contenuti ad un pessimo 34.5% dal campo.
Inizia male il 2007 dei Clippers ed il tour ad Est. Ad Orlando Brand e Maggette costruiscono un vantaggio di 11 punti prima dell'intervallo di metà gara. Ma nel terzo quarto la difesa di Howard e compagni manda in crisi i californiani e ricuce lo strappo.
I Magic dominano a rimbalzo (38-28) e trovano 25 punti dalle cosiddette 'seconde opportunità '. Questa la chiave della sconfitta, anche se i Clippers hanno avuto l'opportunità di portare la gara all'overtime con Tim Thomas: airball dell'ex Suns dalla lunga distanza e sconfitta. Alla voce tiri da tre, i Clippers registrano ancora un pessimo 1/7.
L'altra Florida è meno amara. Come già ricordato, la vittoria contro Miami ha avuto in Kaman e Brand i due principali protagonisti. Vittoria fin troppo facile però, se consideriamo le assenze di Wade e O'Neil (infortunati), Walker e Posey (sospesi) e dello stesso Riley per le note ragioni. Senza Cassell e Mobley, molti minuti in campo per Daniel Ewing. Carrier-high di 12 punti ed una prestazione solida come backup di Livingston.
Il match del Verizon Center è un test molto importante per valutare questi Clippers in ripresa. Brand e compagni partono molto bene, chiudendo la prima frazione di gioco con 39 punti ed un solido +10 sui Wizards. Ma già all'intervallo i padroni di casa saranno avanti di 9 punti.
Coach Dunleavy aveva preparato la partita focalizzando l'attenzione difensiva sul trio Arenas-Butler-Jamison (media di 70 punti a partita), ma dal secondo quarto in poi i tre si prendono gioco della squadra californiana, concludendo con 35/60 dal campo ed 81 punti complessivi.
Chiavi della sconfitta: 20 palle perse e 39 punti concessi al contropiede dei Wizards. La scorsa stagione i Clippers erano la squadra che subiva meno punti alla voce fast-breaks con meno di 10 punti subiti a partita. A parte Brand, Kaman e Livingston, il resto della squadra tira con il 32 % dal campo!
Ad Atlanta ci sarebbe l'occasione del pronto riscatto contro una franchigia incapace di vincere da 8 incontri, invece alla Philips Arena arriva il peggior flop di questo tour ad Est.
Per una volta i Clippers perdono una partita non per aver concesso canestri facili agli avversari (42.5% dal campo per gli Hawks) ma per aver chiuso con il season-low alla voce punti segnati: 74. Solo Brand (26) e Tim Thomas (14) vanno in doppia cifra per punti, mentre Maggette non scende in campo causa infortunio. Altre 19 turnovers a referto per i Clippers e l'obiettivo 50% torna ad allontanarsi.
Cuttino Mobley dalla notte di San Silvestro ad oggi ha registrato 8 punti di media con il 25% dal campo, sabato Cassell è rientrato tra i giocatori disponibili ma ancora non è stato utilizzato da Dunleavy. Con questo spirito e con un poco rassicurante record di 3-13 on the road, i Clippers saranno di scena questa sera ad Oklahoma City contro gli Hornets.
Last minute news
I Clippers hanno aggiunto al proprio roster Luke Jackson. La guardia/ala scelta da Cleveland (n. 10) nel draft del 2004 ha siglato un contratto di 10 giorni, come reso noto dal gm Baylor. Per Jackson due stagioni con i Cavs, mentre quest'anno stava giocando nella NBDL con gli Idaho Stampede.