I soliti Pacers

Darrell Armstrong, autore del tiro liberi decisivo contro Detroit

Cinque motivi per essere ottimisti in questo 2007, o se volete per essere contenti di questo scorcio di 2006 conclusosi con 17 vittorie e 15 sconfitte. Questa è stata l'idea di un utente del Pacers Digest uno dei più grandi forum riguardanti O'Neal e compagni.

Senza dubbio come prima cosa diciamo la conferma di Danny Granger, giocatore che già  l'anno scorso da matricola aveva dimostrato talento e maturità  e che quest'anno con un ruolo più importante, non ha deluso.
Fino a quando non si è deciso a cambiare lo starting lineup, Granger è stato titolare ma quando è stato trasformato in primo cambio dalla panchina. non è certo calato di rendimento, anzi addirittura lo ha incrementato.
Importanti i suoi progressi al tiro dall'arco.

Alzi la mano chi su 32 gare giocate si sarebbe aspettato di vedere Jamaal Tinsley titolare in tutte? Credo pochi, invece Tinsley sembra abbia finalmente risolto i problemi fisici e di conseguenza anche il suo rendimento ne ha risentito. A volte palle perse malamente (ma fanno parte del genio gestistico del play di New York) ma si può ampiamente dire che la sua gestione è stata tutt'altro che maldestra come molti gli criticavano.
Il suo contributo offensivo è stato senz'altro buono, anche se un po' meno quello difensivo.

Come terzo motivo potremmo scegliere il fatto che non solo Tinsley, ma tutta la squadra non ha risentito di grossi infortuni come gli anni passati. Sì perché Jermaine O'Neal ha saltato solo cinque gare fino ad ora, Al Harrington appena due, per il resto c'è da segnalare solo l'infortunio di David Harrison ancora attivo che lo ha tenuto lontano dai campi per 12 gare.
Negli anni trascorsi si faceva la conta degli infortunati, quest'anno si può dire che Rick Carlisle ha avuto la possibilità  di lavorare con più tranquillità .

Sembrano non esserci problemi di spogliatoio quest'anno, un quarto motivo può essere questo. L'anno scorso di questi tempi si faceva del fantabasket per cercare di capire dove potesse andare a finire Ron Artest, quest'anno non ci sono voci fuori dal campo che condizionano il rapporto tra i giocatori. Inoltre c'è da dire che la stagione non era iniziata nel migliore dei modi visto l'episodio dello Strip Club dello scorso ottobre al centro del Training Camp con Stephen Jackson oppure la fuga dalla panchina di quest'ultimo nella sconfitta a Cleveland, ma lo staff tecnico ha saputo subito dribblare tutte quelle cose che potevano creare malumori.
Inoltre c'è da dire che con il ritiro di Reggie Miller, Indiana sembrava avesse perso un leader nello spogliatoio, mai cosa fu più vera. Però con l'arrivo del veterano Darrell Armstrong qualcosa all'interno sembra sia cambiata.

L'ultimo motivo lo dividiamo in due. Nella prima parte mettiamo il gioco di Jermaine O'Neal, che a parere del sottoscritto è uno dei migliori lunghi della lega in virtù del fatto di essere non solo un grandissimo attaccante, con movimenti in scioltezza e di gran classe, ma anche di essere forse il miglior difensore in post basso dopo Ben Wallace. Inseriamo il fatto che quest'anno guarda tutti dall'alto nelle stoppate, perché grazie a 3,1 stoppate per gara è il migliore della lega in questa categoria.

La seconda parte la spendiamo sul fatto che i nuovi arrivi si sono dimostrati sicuramente all'altezza. Di Armstrong abbiamo già  parlato, ma anche Marquis Daniels e Rawle Marshall seppur non siano stati utilizzati tantissimo hanno fatto bene, per non parlare di Maceo Baston che dopo un inizio di injured list si è fatto trovare pronto ed è entrato stabilmente nella rotazione del coach.

Se ci fosse un sesto motivo, lo spenderei per rimarcare che col rientro di Jeff Foster in quintetto base, le cose siano un po' migliorate. Niente più inizi di gara soft, niente più domini avversari nei rimbalzi e poi soprattutto più aggressività  generale.

In contrapposizione cosa non è andato? Oggettivamente, possiamo vedere che questa squadra è la terz'ultima in NBA nelle percentuali al tiro con il 43% e se togliessimo Foster sarebbe senz'altro la peggior squadra nei rimbalzi.

Solo quattro squadre nella lega perdono più palloni dei Pacers. Questo è significativo, anche se c'è da dire che molte di esse sono arrivate quando si è provato fin dall'inizio il trio Granger-Harrington-O'Neal.

Molti tifosi criticano la difesa sul perimetro, specialmente nelle point guards avversarie. Facile concordare, visto che Tinsley non è certo uno specialista, Armstrong per via dell'età  non ha la condizione fisica per esserlo (anche se gioca con tanta aggressività ) e Jasikevicius viene fatto giocare spesso da shooting guard proprio per le sue carenze difensive. Il migliore sarebbe Orien Greene ma per via della poca esperienza viene utilizzato nei garbage time.

Aggiungerei anche la discontinuità  di Stephen Jackson. Un giocatore forse troppo caricato di responsabilità , rispetto a quello che può dare veramente. Per lui ci sono state gare molto buone ma anche pessime che si sommano al suo carattere spesso non compreso dai suoi tifosi.

Com'è finito l'anno?

Ad un certo punto abbiamo veramente creduto che quest'anno potesse concludersi col botto, vista la ghiotta possibilità  di andare a vincere la terza gara filata, mai successo quest'anno. I Pacers sono 0-7 quando devono estendere la striscia vincente a 3, statistica incredibile.

Invece ci risiamo. Pacers che illudono ma poi deludono, cantilena che contraddistingue la squadra in questa stagione.

Dopo la prova tutto cuore contro Houston, Indiana era riuscita a vincere sul campo di Detroit di un punto grazie ad un tiro libero finale di Darrell Armstrong e ad una prestazione strepitosa di O'Neal al rientro dopo il virus influenzale. "Ero sicuramente al 70% – commenta O'Neal - ma mi sento molto meglio ora che nei 5 giorni precedenti".

E come se avesse un presentimento, significative le parole del coach. "Questa a Detroit è una grande vittoria se andiamo ad incrementarla domani contro Charlotte - avverte Carlisle - questa è una situazione in cui ci troviamo spesso, facciamo due passi in avanti ma poi uno indietro, ma noi dobbiamo avere la forza di non farlo se vogliamo essere ai vertici dell'Est".

Il giorno dopo la sconfitta casalinga contro dei Bobcats che venivano da 3 over time del giorno prima, senza Brevin Knight e con Gerald Wallace costretto ad uscire (successe anche nella prima partita, non devono portargli fortuna i Pacers) dopo uno scontro con Foster. Quale occasione migliore per fare tris?

Anno nuovo, vita nuova? Chissà . Intanto nella notte si vola a Dallas degli ex Austin Croshere e Antonhy Johnson, quest'ultimo andatosene via dopo dei grandi playoffs.

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