Chi dice che senza Adelman questi Kings non sono più eccitanti? Ron Artest smentisce
Per i soli parziali: Corey Maggette 21, Ron Artest 5. Il basket non è il tennis quindi è ingiusto ridurre una partita alla sfida fra due giocatori con la maglia diversa; troppo spesso però negli ultimi giorni, questi due sono stati chiamati in causa per un possibile scambio alla pari, per non generare parole, voci di mercato, pettegolezzi.
Per la cronaca: i Clippers hanno battuto Sacramento 102-93, ma non è così importante. In settimana dalla capitale della California è passato pure Chris Webber senza far troppo notizia se non fra quei 30 fortunati suoi ospiti all'Arco Arena. Il fatto è che la luna di miele fra Ron Artest e i Kings, appena cominciata, appare, se non già finita, almeno fortemente compromessa.
Ad un certo punto, grazie alle regole di una lega sempre più rutilante, lo scambio sembrava perfezionato; questo perché alle chiamate dei giornalisti per commenti sulla vicenda, non rispondevano Elgin Baylor e Geoff Petrie, i due general manager, non rispondevano gli agenti dei due giocatori e nemmeno i proprietari, i Maloof da una parte Sterling dall'altra.
Successivamente le acque si sono un po' calmate, senza però esaurire del tutto le voci.
Artest e i Kings Più volte lo scorso febbraio, al momento del grande scambio che coinvolse il newyorkese e Predrag Stojakovich, i fratelli Maloof affermarono d'essere giocatori d'azzardo; lo dovevano quindi sapere che la vita con l'ex Pacers sarebbe stata una compilation di giornate brillanti alternate ad altre grigie e tenebrose.
Il malcontento del giocatore è venuto fuori più volte, pubblicamente e a microfoni spenti. "Quello che posso dire - ha dichiarato Gavin Maloof in una lunga intervista sul Sacramento Bee - che finora Artest è stato splendido con noi, aiutandoci a vincere e a girare una stagione che l'anno scorso s'era messa male. Siamo fiduciosi che lo stesso possa succedere quest'anno." Le risposte sono state più evasive quando s'è parlato delle possibilità di cederlo. "Non so dire - ha continuato il comproprietario dei Kings - se abbia chiesto d'esser ceduto. Spero di no, comunque non so dire cosa succederà ."
Il primo problema: i Maloof stanno a Las Vegas su base regolare sentendo al telefono "Petrie due tre giorni alla settimana, Musselman altrettanto." E' quindi probabile che non vedano quel che succede quotidianamente al campo d'allenamento della squadra: la crisi di pianto successiva alla sconfitta di Dallas, peraltro ampiamente preannunciata dal comportamento vagamente isterico del giocatore in campo, il mutismo continuato per diversi giorni del giocatore nei confronti dei suoi compagni. Atteggiamenti che sono molto più pesanti delle interviste pubbliche in cui Artest non è mai stato particolarmente tenero.
"Penso che Artest stia bene con noi - ha dichiarato recentemente Petrie - e credo che qualcuno si sia dimenticato cosa succedeva qui prima che arrivasse a Sacramento (sarebbe interessante saperlo Geoff ndr). Ron Artest ha doti paranormali (letterale: esoteric ndr) in campo e in spogliatoio." Fonti anonime di quello spogliatoio hanno confermato che Artest ha chiesto d'esser ceduto in almeno due occasioni. "Io sto benissimo qui - ha assicurato il giocatore - e voglio far parte di questo programma anche nei prossimi anni. Le voci? Il fatto è che siamo una squadra fortissima e quindi è difficile abituarsi all'idea di perdere le partite." Peraltro da Indianapolis potrebbero dire che le richieste di cessione sono all'ordine del giorno.
Evidentemente però la dirigenza le ha considerate.
Il ruolo dei Clippers Fonti anonime da Los Angeles hanno confermato la notizia d'una telefonata "dirigenziale" con scambio di informazioni che però si sarebbe conclusa senza un proposta formale di trade. Los Angeles e Sacramento sono due squadre in situazione simile: partite per arrivare almeno ai playoffs, al momento faticano, con record perdente, nella Pacific Division.
Da qui la necessità d'un movimento per ribaltare nell'immediato l'andazzo. La Los Angeles secondaria sta offrendo Maggette sul mercato da mesi; si tratta pur sempre d'un giocatore che nel 2003 segnò 20 punti di media.
Anche qui tornano in mente le fasi immediatamente precedenti all'arrivo di Artest in California, quando Stevens dichiarò che mai il suo giocatore avrebbe accettato i Kings; s'erano inseriti i Clippers offrendo ad Indiana l'ex Orlando. I due giocatori hanno un contratto simile.
Los Angeles è la città in cui Artest vive d'estate, la città che gli consentirebbe di valorizzare al massimo (sospiro) la sua carriera musicale, sempre quella. D'altronde Maggette è un giocatore che interessa a tante squadre, San Antonio in testa, che possono offrire contropartite interessanti.
"Abbiamo tanti giocatori giovani e interessanti - ha ribadito Gavin Maloof - come Garcia e Douby. Petrie ha fatto un lavoro fantastico mantenendoci sempre competitivi nonostante il cambio della guardia. Martin sta facendo una grande stagione ed è un giocatore sul quale costruire per i prossimi anni." Da qui la considerazione tecnica secondo la quale, in un attacco basato su Bibby, Martin e per forza di cose Miller, è difficile inserire un Artest che chiede continuativamente la palla in situazione statica.
D'altronde il suo contributo difensivo non sembra avere grande impatto in una squadra che in 8 partite fra il 5 e il 21 dicembre ha concesso una media di 109 punti. In un'ottica del genere, per liberare definitivamente un Bibby troppo a lungo e ingiustificatamente sul 35% al tiro, la rinuncia ad Artest potrebbe avere senso.
"Non ha abbiamo intenzione di muoverci tanto per farlo", ha assicurato Petrie. E' vero però che Sacramento ha considerato anche l'opportunità di "muovere" Bibby, il vero alter ego caratteriale di Artest in squadra, il giocatore che quando il tiro non entra si chiude in palestra, muto, a tirare finchè il movimento non migliora.
L'ex Grizzlies è in possesso d'un contratto da 12 milioni di dollari con clausola d'uscita a fine stagione; se dovesse arrivare un aut aut da parte sua, sarebbe un'ulteriore tassello che allontanerebbe Artest dalla sua attuale maglia.
Secondo gli esperti è certo che Maggette non avrà la maglia dei Clippers dopo la deadline del mercato per febbraio; se nelle prossime partite i Kings non dovessero ottenere le vittorie che s'attendono potrebbe esserci una seconda telefonata, questa volta più decisa.
Solo a quel punto sapremo se, sul gigantesco murales all'ingresso dell'Arco Arena, con le figure a grandezza naturale di Bibby, Miller e Artest, l'imbianchino della squadra dovrà passare una mano di bianco.