Continuità  è la parola d’ordine

Jeff Foster continua a dettare legge a rimbalzo

"A win is a win". Questa è la frase più pronunciata dai tifosi dei Pacers dopo la vittoria casalinga sugli Houston Rockets. Una vittoria è pur sempre una vittoria, per come la squadra abbia giocato magari è meglio non fare tanti drammi.

La realtà  però porta ad essere obiettivi. Partita in generale brutta, con i Rockets che in extremis recuperavano Tracy McGrady, mentre i Pacers perdevano per una influenza il loro leader Jermaine O'Neal. Il tema dominante sono le palle perse e le percentuali al tiro, infatti Indiana riesce a vincere tirando con un modesto 36%, per far capire che partita sia stata.

Una gara dai toni agonistici molto elevati, questo è sicuro. Jeff Foster è esattamente il giocatore simbolo di questo pensiero. Per lui è bastato un solo punticino su tiro libero per essere considerato uno dei migliori in campo. Ma il suo vero contributo il centro, che si dice sempre manchi ai Pacers, lo ha dato nei rimbalzi (ben 16 ndr). "Non puoi pensare di vincere senza prendere i rimbalzi".

Sarebbe probabilmente poco gratificante limitare il contributo di Foster nei soli rimbalzi, peccato non veniale che potrebbe commettere chi magari la partita non l'ha vista. Infatti se vedi una palla vagante, un passaggio da interecettare, una palla da sporcare, tranquilli che lì Foster si farà  vedere, non importa se allungando le sole braccia oppure lanciandosi come se fosse in piscina.

Ma le sorpese iniziali non sono solo l'assenza di O'Neal e il recupero di McGrady. Rick Carlisle ha voluto stupire tutti fin dall'inizio, dando al rookie poco utilizzato Shawne Williams, la possibilità  di entrare in quintetto base per la prima volta in carriera.

"Quando il coach mi ha chiamato, mi son detto se per caso avesse fatto un errore - racconta Williams - ma non poteva aver fatto un errore, in quel momento però ero tranquillo e sicuro di me".

Né Granger né Baston per sosituire O'Neal, non c'era nessun errore. "Ho voluto provare con Shawne anche per provare che impatto potesse avere dall'inizio - chiarisce il coach - ci siamo permessi di far partire Granger dalla panchina senza compromettere niente".

Per il rookie da Memphis appena 2 rimbalzi ed è rimasto a secco in punti, tirando solo due volte (in una di queste Dikembe Mutombo gli ha dato il benvenuto nella lega con una sua stoppata). E' sembrato un po' emozionato, dall'inaspettata promozione, ma con questo migliorerà  sicuramente nella voce esperienza.

Ma chi ha preso la squadra per mano è stato senza dubbio Al Harrington che sbaglia 13 dei suoi primi 17 tiri, ma realizza quando conta 6 degli utlimi 7. Le percentuali al tiro non esaltanti sono una costante da migliorare. "Senza O'Neal sapevo di essere diventato il go to guy per questa sera - precisa Big Al – ma sapevamo anche che siamo una squadra e tutti devono contribuire. Stephen Jackson e Jamaal (Tinsley ndr) anche loro hanno fatto bene".

Poteva essere una striscia vincente di 4 gare per i Pacers, se non avessero perso incredibilmente in casa contro i Timberwolwes, due nottate prima. Probabilmente è stata la partita che rispecchia l'attuale andamento stagionale, ovvero Pacers che illudono ma poi deludono.

Infatti Indiana inizia alla grande (32 punti segnati nel primo quarto, record stagionale per il primo periodo di gioco), difendendo egregiamente e attaccando con tanta energia tanto sa sembrare di avere il totale controllo del match. Ma ad una prima parte incoraggiante, segue una seconda parte che verrà  scritta nei libri di storia, non certo per cose positive.

Soltanto la miseria di 8 punti (e se non fosse stato per una tripla di Jasikevicius nel finale, sarebbero stati addirittra 5!) nel terzo quarto, record NBA storico per meno punti segnati in un terzo quarto. Non è finita qui, perché nell'ultimo periodo qualcosa migliora, ma la Carlisle's band realizza 13 punti per un totale di 21 punti (tirando con un ignobile 7-36 dal campo per un 19,4%) in tutto il secondo tempo, record dei record in NBA per meno punti segnati in un tempo. "Semplicemente abbiamo smesso di giocare". L'eloquente commento di Jackson.

Si è visto poi nella gara contro Houston quanto i ragazzi ci tenessero a riscattare una serata assolutamente da dimenticare, con una prestazione in cui hanno giocato al 100%.

Facendo un passo indietro, i Pacers avevano sbancato Atlanta in una partita speciale per Al Harrington e Stephen Jackson, gli ex che alla fine sono risultati i migliori in campo. 27 punti di un ispirato Jackson e i 20 punti di Harrington, coducevano la squadra per bella vittoria, condotta dall'inizio alla fine.

"E' stato piacevole tornare ad Atlanta. – commenta Harrington - mi sentivo come un bambino, quando prima della gara ho rivisto tutti i miei ex compagni". Mentre quando gli hanno chiesto un confronto tra il ritorno ad Atlanta e quello dell'anno scorso ad Indianapolis nel giorno di Natale rimane fedele alle sue origini. "E' stato diverso - chiarisce subito – quando tornai ad Indiana, sentivo di avere qualcosa da dimostrare alla gente. Qui è stato diverso".

Aggiornamento sulla situazione degli infortunati: David Harrison che si era nuovamente infortunato, dopo un lungo stop potrebbe essere pronto per l'ultima partita dell'anno. Come ammesso da lui, il suo rientro era stato prematuro, di conseguenza è probabile che il ritorno in campo sia posticipato per una questione di sicurezza.
Jermaine O'Neal soffre di influenza già  dalla partita contro i Sixers della scorsa settimana e dovrebbe stringere i denti per esserci già  per la prossima partita.

Significativa la statistica il quale dice che quando O'Neal è assente, i Pacers nelle partite in trasferta letteralmente crollano, orfana del suo leader. Il -26 a Washington, il -32 a Cleveland e il -15 a Chicago sono sconfitte nette e che hanno lo stesso denominatore.

I Pacers termineranno questo 2006 con due partite in back-to-back. Nella notte, nell'Auburn Hills di Detroit per una partita non come le altre, per ovvie ragioni. Da quel 24 novembre del 2004, giorno della famosa rissa, sono passati più di due anni. "Ho grande rispetto per Detroit ma noi siamo alla ricerca della continuità  e dobbiamo imparare a giocare le partite al massimo - avvisa il coach - se noi facciamo questo, vinceremo ogni partita".

Il giorno dopo si tornerà  alla Conseco Fieldhouse per affrontare gli Charlotte Bobcats, squadra che non ha mai vinto in casa dei Pacers nella sua giovane storia.

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