Via Fratello! E Gasol?

La situazione di Pau Gasol potrebbe innescare un effetto domino devastante. Ma anche no…

Per chi ancora si domandi quanto sia importante avere nella Nba di oggi un lungo dominante, è opportuno osservare cosa sta accadendo ai Grizzlies di Menphis.

Nelle 3 stagioni precedenti la fatidica estate mondiale 2006, la squadra vantava un record complessivo di 144 vittorie a fronte di 102 sconfitte. Nulla di eccezionale invero, ma pur sempre sufficiente per garantire 3 apparizioni consecutive ai PO. Perdipiù nella parte Ovest della federazione. Non proprio una passeggiata.

3 apparizioni avvenute nonostate un paio di smantellamenti del roster a disposizione di Brown prima e Fratello poi. Rivoluzioni che hanno il loro apice negli spostamenti di due anni orsono quando Jason Williams e James Posey presero la via della florida per un'avventura che avrebbe portato loro uno spettacolare quanto inaspettato titolo NBA.
Rivoluzione che all'epoca non inficiò la riconrsa ai PO Grizziles.

Le rivoluzioni portarono anche all'abbandono di Bonzi Wells verso i Kings e di Stro Swift verso Houston, accantonando definitivamente l'organico che sotto la guida di Hubie Brown aveva trasformato una franchigia comprimaria in una realtà  molto promettende.
Sia ben chiaro, nemmeno questa trade inficiò la rincorsa ai PO dei Grizzlies.

Di fatto quindi, nessuno si sarebbe atteso un tracollo di questo tipo dopo la trade che vide partire questa volta uno dei beniamini locali, quel Shane Battier from Duke. Partenza resasi necessaria per arrivare ad uno dei gioielli dello scorso draft, al secolo Rudy Gay. GF talentuosa su cui a quanto pare West aveva da tempo posato gli occhi.

Nessuno se lo sarebbe atteso ed in effetti nulla dovrebbe c'entrare l'arrivo di Gay con la situazione attuale.

Dicevamo infatti pocanzi, che chi ancora si domandi a che livello sia importante avere nella Nba di oggi un lungo dominante dovrebbe riflettere sulla situazione di Menphis. Nelle tre apparizioni ai PO, è stato uno solo infatti il tassello inamovibile della compagine: Pau Gasol. Quel Pau Gasol assente per infortunio dopo un mondiale giocato da MVP.

E qui c'è il segreto di pulcinella.

Se non vi fosse stato quell'infortunio, staremmo probbabilmente parlando di un tutt'altro tipo di stagione per la Franchigia di mister logo.

Ed ora che il suo ritorno si sta del tutto completando, quali saranno le aspettative per la restante parte di stagione?

Qui ci sarebbe da discuterne parecchio.

Innanzitutto è ormai chiaro che la stagione sia diventata un traghettamento verso il prossimo anno. In giornata, Mike Fratello ha perso il posto da Head coach che da due anni occupava e che aveva portato a due post season. Il sostituto è un uomo profondamente legato alla franchigia, quel Tony Barone che da sette anni milita nella franchigia in un ruolo a stretto contatto con Jerry West, e che dal 2002 al 2004 coprì anche quello di assistant coach.

“tony non è solo familiare ai nostri veterani. E' conosciuto anche dai giovani ed ha avuto un ruolo fondamentale nel loro reclutamento. Avrà  tutto il nostro apporto e siamo certi che sotto la sua guida la stagione sarà  comunque fruttuosa”.

Dal canto suo Fratello se ne va senza alcuna polemica e con una signorilità  non indifferente:

“Sfortunatamente, questa stagione non è partita come speravamo. Sono spiacente di non aver capito come riuscire a cambiar strada e tornare ai nostri lovelli, capisco quindi la scelta di cambiare… credo che la stagione potrà  andare meglio anche per il recupero di alcuni giocatori come Lawrence Roberts e Kyle Lowry”.

Allo stato attuale delle cose, la stagione pare essere fortemente compromessa quindi. Qui non si è ad Est. Non stiamo parlando di Atlantic division dove un record apocalittico come il 6 W 24 L siglato sino a questo punto, potrebbe consentire di accarezzare un sogno play off.

Nella Southwest sarebbe necessario un miracolo per arrivare alla post season partendo da queste premesse. Del resto il commento di West lascia intendere che la scelta di Barone servirà  anche e soprattutto per contribuire allo sviluppo dei giovani, costruendo per il futuro più prossimo.

Ecco perché il ritorno di Gasol a questo punto della stagione pare non dar particolare ossigeno alla franchigia. Semplicemente perchè i play off sono belli e che andati.

Ed ecco perché non ci vuole molto per dare addito alle voci dei piu maligni, voci che vorrebbero una Menphis pronta a perdere partita dopo partita presentandosi in pole position al prossimo draft dove il nome in testa è solo e soltanto uno. Greg Oden.

I ricordi storici sono infiniti, i deja vù si sprecano ed il caso più simile a quello di questi Grizzlies è quello che portò gli San Antonio spurs ad acquisire la prima chimata che valse nientemeno che Tim duncan. Una San Antonio pronta a ritardare il reinserimento di David Robinson per rincorrendo il giocatore che già , si pronosticava avrebbe lasciato un segno indelebile nella lega. A loro andò parecchio bene, soffiiando ai favoriti Celtics la chiamata che valse una delle coppie di lunghi più dominanti della lega e forse della storia.

Inutile girarci attorno. La situazione non pare poi cosi differente se non il fatto che Gasol è tornato troppo prematuramente per aspettarsi da parte sua una stagione a perdere. Lui, fresco campione del mondo. Lui, che più volte in estate si era lamentato della staticità  di una dirigenza mai pronta come lui vorrebbe sul mercato.

Da questi malcontenti quindi nascono le innumerevoli voci che hanno visto protagonista il catalano per tutta estate e che non più di un mese fa lo volevano già  partente direzione Boston, salvo poi venir smentite spostando la destinazione nel New Jersey, salvo poi venir rismentite da un intervista di Jerry west nella quale altro non faceva che pubblicizzare il valore del suo giocatore:

"Ho talmente tante proposte per la cessione di Pau che sulla scrivania non ho posto per altro. Certamente se e quando decideremo di cederlo ci prenderemo il tempo necessario per valutare l'offerta migliore".

Ovvio. L'idea di riuscire ad allestire una combo di lunghi come Gasol ed Oden mette ai Grizz l'acquolina in bocca e costringe West a prendere tempo. Due sette piedi che potenzialmente smantellerebbero qualsiasi sqadra della lega, valgono il malcontento momentaneo del loro uomo franchigia. Senza dimenticare il fatto che non è assolutamente semplice trovare una contropartita adeguata per muovere un giocatore come il catalano. Giocatore già  dominante ed assolutamente giovanissimo.

Tenerlo significa continuare a perseguire un progetto ambizioso. No tradarlo significa avere la possibilità  di creare una compagine pronta a puntare molto in alto con una sola semplicissima chiamata al drat.

Prima di cederlo meglio pensarci due volte.

Tra l'altro la probabile vendita della franchigia ha bloccato ogni operazione di mercato anche e soprattutto quelle legate a Gasol. Chi compra lo fa ovviamente con un ottica differente se il roster vanta uno dei lunghi più forti della lega.

Alcune offerte sono già  sulla scrivania di Daved Stern che sta vagliando se vi sia l'effettiva possibilità  di un ennesimo avvicendamento ai vertici del Team.

Insomma.

La stagione è ormai bella e che andata per Menphis; le sole note liete sono legae allo sviluppo di alcuni giovani che hanno ben figurato durante l'assenza di Pau e che potrebbero influenzare le decisioni sia di giocatore che di franchigia.

Resta quindi da chiarire la situazione del catalano.

La cessione è possibile, l'articolo va a ruba.
Ma la cessione non è detto in ottica futura sia la scelta migliore per entrambi. I giovani del roster crescono e promettono bene. La possibilità  di arrivare ad Oden è concreta e lo stato di salute di Gasol nonostante in crescita potrebbe non essere sufficiente per contribuire al titolo in un'altra franchigia subito quest anno.

Sia per il catalano che per i grizz potrebbe essere saggio attendere quindi. Attendere il prossimo draft e che soprattutto le palline girino dalla parte giusta.

Se cosi non dovesse andare ci sarà  tutto il tempo per decidere assieme il proprio futuro.

Vincere o dividere le proprie strade.

Gasol ha 26 anni, forse lui una mezza stagione nel limbo della città  di Elvis può ancora permettersela.

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