Ecco a voi una delle scene che i Rockets non avrebbero voluto rivedere…
I Rockets devono per forza di cose essere un'organizzazione forte di carattere, perchè negli ultimi tempi non si può dire la fortuna abbia rivolto loro le sue attenzioni.
Da qui a febbraio, come raccontato meglio tra qualche riga, la squadra di Jeff Van Gundy dovrà fare a meno del suo giocatore più dominante, Yao Ming, proprio nell'esatto momento in cui viene re-immesso in squadra Tracy McGrady.
Visto il recente passato e le scarse, a questo punto, sicurezze che contornano la famosa schiena del fuoriclasse, a Houston si vive un pò alla giornata, sperando che con il proseguio della stagione il suo mega-investimento possa restare in salute per il maggior tempo possibile.
I risultati
Houston @ Golden State 107-109
Houston @ LA Lakers 101-112 OT
Houston @ LA Clippers 108-103
Houston @ Portland 87-89
Houston @ San Antonio 97-78
Houston vs LA Clippers 93-98
Houston @ Indiana 76-81
Houston @ New Jersey 96-71
Record attuale: 17-12, terzo posto nella Southwest Division.
The injury bug
Nonostante il ritorno in campo di Tracy McGrady nella sconfitta contro Indiana dello scorso 26 dicembre, a Houston si temeva di assistere ad un clamoroso deja vù della passata stagione quando la contemporanea assenza delle due stars della franchigia aveva azzoppato la stessa costringendola ai bassifondi della Western Conference.
Come noto, infatti, in occasione della prima partita casalinga dopo una lunga serie di trasferte dove i Rockets fronteggiavano i Clippers, Yao Ming ha riportato la frattura della tibia dopo soli sei minuti in campo e la relativa diagnosi parla di sei settimane di stop, con un rientro quindi prefissato per la metà di febbraio.
I Rockets si vedono dunque privati di un giocatore candidato a vincere l'Mvp di fine anno, che li aveva guidati come miglior scorer in 15 delle 28 partite disputate e che più o meno all'unanimità era considerato il centro più dominante del momento, data la sua ulteriore maturazione tattica e psicologica.
Yao veniva da una serie di partite giocate da grande protagonista, e dal 9 dicembre sino al momento dell'infortunio aveva scritto 38, 26, ancora 38, 35, 32, 34 e 22 punti in partite consecutive, prima di accasciarsi pesantemente al suolo con un infortunio raramente riscontrabile dentro un parquet a causa di un tentativo di stoppata su Tim Thomas; lo stop è il terzo nel giro di dodici mesi per il centro cinese, dopo l'infezione all'alluce patita nel dicembre del 2005 ed il problema al piede dell'aprile scorso.
"Perdiamo non solo il nostro top scorer e miglior rimbalzista (ndr: 25.9 e 9.4 rispettivamente)" ha detto Jeff Van Gundy "la rinuncia a Yao per così tanto tempo ci priva di un difensore molto migliorato e fondamentale per il nostro gioco, non solo per le stoppate che produce, ma soprattutto per la sua difesa sul pick'n'roll e per la sua bravura a mettersi davanti al tagliante al momento giusto."
L'assenza del centrone da Shangai ha conseguito lo spostamento nel quintetto base di Dikembe Mutombo con Juwan Howard ala grande, ed un aumento significativo di minutaggio per Chuck Hayes, diventato il principale sostituto dell'africano considerato che lo stesso Mutombo può restare in campo con efficacia per un limite attestato attorno ai 20 minuti per gara.
T-Mac's back
Tra le notizie che un po' risollevano il morale dell'ambiente c'è sicuramente il già menzionato ritorno di Tracy McGrady, precauzionalmente segnalato ancora come "day to day" nei reports degli infortunati dei Rockets, che per il momento non dovranno quindi patire l'assenza contemporanea del loro duo delle meraviglie.
T-Mac è rientrato a freddo, senza un ritmo partita vero e proprio (mancava da 7 gare) ed ha commesso degli errori che hanno determinato il risultato finale a favore dei Pacers, autori della loro miglior prestazione difensiva dell'anno con 76 punti concessi e capaci di tenere a freno la rimonta dei Rockets a causa di 2 dei 7 turnovers ad opera di T-Mac (19 punti, 7/22 al tiro), arrivati proprio negli ultimi 120 secondi della contesa.
Il numero 1 di Houston è quindi apparso anche nella vittoria esterna riportata a New Jersey segnando 17 punti (10 nel secondo quarto) e 6 assists, contribuendo a portare a casa una partita dominata dai Rockets sin dal principio.
Sul suo stato di salute si sa solamente che il via libera per giocare gli è stato dato dopo quattro giorni consecutivi di allenamento senza sentire dolori alla schiena, anche se il futuro rimane comunque un'incognita visto che non si sa con precisione se e quando il problema tornerà a farsi sentire.
The last 2 weeks
Per la prima volta in stagione i Rockets non sono riusciti a mettere in piedi una striscia significativa di vittorie, gonfiando ulteriormente in negativo il loro record di squadra in mancanza di una delle due stars, comprendendo naturalmente anche il 2005.
L'assenza di McGrady è arrivata in un momento delicato, con 7 delle ultime 8 partite da affrontare in trasferta ed un record di 3-5 scaturitone di conseguenza, pur considerando che altri sono stati i fattori cruciali della serie negativa.
A dire il vero almeno tre di queste gare potevano essere vinte generando un record ben diverso dall'attuale, e non sarebbe corretto dire che gli insuccessi sono arrivati esclusivamente a causa della pesante defezione, in quanto la profondità di cui dispone Jeff Van Gundy si è dimostrata tale da garantire una certa continuità di risultati positivi, che non sono arrivati solamente perché le occasioni presentatesi sono state letteralmente gettate al vento in momenti caldi e decisivi delle gare in questione.
Contro Golden State, infatti, la sconfitta è arrivata con un'improbabile tripla di Baron Davis allo scadere, con la guardia dei Warriors abile a sfruttare un blocco di Foyle su Ming che lo avrebbe altrimenti ostacolato, a Portland invece è stato fatale un jump shot concesso al rientrante Brandon Roy con 19 secondi da giocare e più o meno la stessa storia si è ripetuta con i Lakers, capaci di guadagnare la doppia vu grazie ad un rientro partito dal meno 13 nel periodo conclusivo, per poi prendere il vantaggio definitivo nel secondo dei due tempi supplementari disputati nell'occasione.
Il terzetto di sconfitte ha denotato un mini-trend poco piacevole andando a coincidere con delle prestazioni eccellenti ma inutili di Ming, che nelle partite in questione ha messo a segno qualcosa come 35 punti e 14 rimbalzi di media toccando anche il massimo in carriera per tiri stoppati con 8 nella gara di Los Angeles.
Tra le note positive di questo spezzone di gare c'è senza dubbio Luther Head, che ha risposto molto bene mantenendo una media di 16.3 punti a gara nelle apparizioni in quintetto al posto di McGrady e continuando una striscia ancora aperta di 28 partite (compresa l'ultima a New Jersey) con almeno una tripla a segno, un record di franchigia; il secondo anno da Illinois non si è fatto trovare impreparato confermando di essere quella piacevole sorpresa già evidenziata nello scorso campionato, continuando ad essere una minaccia da oltre l'arco e quindi un successo per le impostazioni tattiche di Van Gundy, dando saltuariamente una mano anche in regia nei momenti di riposo di Rafer Alston pur dovendogli sottolineare qualche turnover di troppo.
Ed a proposito di statistiche, nella notte in cui lo stesso Head ha realizzato il massimo in carriera per assistenze date ai compagni con 11, i Rockets hanno interrotto una pesante e duratura striscia negativa contro gli Spurs, andando a vincere a San Antonio per la prima volta in nove anni e sfatando quindi una sorta di maledizione che avvolgeva le trasferte presso gli arci-rivali di stato e di division.
Houston ha sempre condotto, ad eccezione di un break avversario nel primo periodo, grazie a 14 dei 22 punti di Yao Ming arrivati ben presto e dimostrando sul parquet una maggiore energia rispetto agli spenti avversari, limitati da una cattiva serata al tiro per Tim Duncan (4/13 e 14 punti). La differenza nella voglia di portare a casa la partita si è concretizzata con un 53-36 di vantaggio all'intervallo, un vantaggio mai più mollato nonostante i problemi di falli che hanno tenuto Ming incollato alla panchina per larghi tratti del secondo tempo e nonostante uno scarso 23% da tre punti per i Rockets, che per l'occasione hanno anche beneficiato dei 15 punti di Bonzi Wells, season high.
A dimostrazione che c'è una chimica di squadra e che ogni elemento di complemento del roster conosce il compito che deve portare a termine sia nei momenti "normali", vale a dire quando i punti sono garantiti dai giocatori di primissima fascia, e sia nei momenti dove c'è bisogno di contribuire maggiormente in attacco in assenza di questi, Shane Battier ha fatto seguire dei fatti concreti alle sue dichiarazioni post-infortunio di Ming, quando aveva detto: "Non abbiamo scelta, dobbiamo essere una squadra fisicamente e mentalmente forte, non dobbiamo pensare che senza Yao e T-Mac non possiamo ottenere dei risultati positivi.".
L'ala da Duke ha infatti fornito 21.6 punti a gara nelle ultime tre uscite, ben 11.6 in più della sua media stagionale, aggiungendovi 8.3 rimbalzi e tirando dalla distanza con il 58% (le 7 triple a segno contro i Nets sono un career high), tutto ciò senza distrarsi dagli importanti risvolti difensivi che la sua presenza riesce a dare alla squadra, incluso il 4/16 nel quale Vince Carter è stato imprigionato nell'ultima partita disputata.
What's next?
"Gli infortuni sono una parte del gioco" dice Chuck Hayes, tornato in panchina dopo 12 apparizioni consecutive nello starting five, "l'unica via che conosco per venirne fuori è fare gruppo e continuare come abbiamo sempre fatto; Yao ci mancherà parecchio, vorrà dire che giocheremo come se andassimo in guerra in ogni singola partita per le prossime sei settimane."
I prossimi impegni vedranno Houston chiudere il 2006 con due partite casalinghe all'apparenza abbordabili contro Atlanta Hawks, una vittoria nelle ultime 10 uscite, e Memphis Grizzlies, che hanno recuperato Pau Gasol ma che ancora risultano come la peggiore squadra della Nba; un propizio e meritato riposo di due giorni sarà quindi seguito dalle prime due sfide del 2007, ancora casalinghe, contro Seattle ed i pericolosi Utah Jazz, per poi volare a Minneapolis e Chicago in giorni consecutivi, prima di chiudere la prima decade di gennaio al Toyota Center contro Kobe Bryant ed i Lakers in quella che sarà la terza sfida stagionale contro i giallo-viola.