Andrea aggressivo: è quello che vogliamo vedere
Nulla più del concetto di "altalena" può chiarificare come siano andate le cose negli ultimi 10 giorni per Il Mago.
Dopo l'incredibile prova di Orlando e la positiva prestazione in casa con i Warriors, la qualità delle prestazioni di Andrea è andata in costante calando, fino alla brutta, bruttissima partita a Seattle, ultima di un viaggio ad Ovest tutto sommato positivo per i Raptors (2 W e 2 L)
Partiamo dall'inizio.
Il clamore del post-partita di Orlando è stato davvero grande: il rookie italiano ha stupito tutti per la sua personalità , per la sua capacità di segnare i canestri della svolta nella partita in Florida, per il suo modo di stare in campo, quasi da veterano.
Andrea inizia ad essere considerato seriamente, le sue dichiarazioni, un misto tra Boskow e l'"Aristotelico" Shaq (" I tiri? Un giorno entrano, un giorno no. Oggi sono entrati" ha detto Andrea dopo la partita) sono spunto di risate e discussioni tra i commentatori americani e, soprattutto, le sue qualità finalmente sono riconosciute da tutti e temute: in un estratto di un quotidiano americano, si legge "Quando Bargnani ha preso la palla con 1 minuto e 35 da giocare, molti tra i 15 417 spettatori alla Amway Arena sono stati sentiti urlare "Nooo!" all'imminente prospettarsi di un tiro di Bargnani. Al momento, aveva segnato 4 triple su 4 nel quarto quarto"
Inoltre i Raptors, da quando il suo utilizzo è aumentato, hanno nettamente migliorato il record, e tutto ciò non per puro caso.
L'entusiasmo che l'ha accolto all'Air Canada Center per la partita contro i Nets è stato dunque grande, per altro in un atmosfera piuttosto surreale dato il ritorno a Toronto di Vince Carter.
La sua partita, purtroppo, un po' meno grande. Soli 6 punti, soli 17 minuti. Da ricordare, solamente una spettacolosa schiacciata in rovesciata sulla linea di fondo.
Pochi minuti perché la partita era tirata e Grahm-Garbajosa-Nesterovic erano in grande serata, fattori importanti nella vittoria 90-78
Una partita sopra il par dunque, ma ogni dubbio viene scacciato dalla seguente prestazione, forse la migliore, per concretezza, della sua stagione.
Squadra: i Golden State Warriors. Avversario diretto: Andris Biedrins, il giocatore che aveva distrutto Andrea a rimbalzo nella precedente sfida tra le due squadre, provocando la strigliata di Bosh nei confronti dell'italiano.
Chiunque abbia mai giocato a basket sa che le motivazioni stanno alla base di una grande prestazione, e Andrea ha dimostrato quanto ciò sia vero, mettendo in campo un'energia, una voglia di rifarsi, una determinazione mai viste prima.
Il tabellino finale recita 18 punti, 10 rimbalzi e 6 stoppate in soli 24 minuti. Una prestazione davvero super, la prima doppia doppia in carriera, il career high in rimbalzi e stoppate (la metà delle quali rifilate allo stesso Biedrins), un contributo decisivo nella vittoria 120-115.
Le lodi di Nba.com sono tanto scontate ("Miglior partita della stagione") quanto invece sono sorprendenti (ma non troppo) quelle di Don Nelson, allenatore dei Warriors: secondo il TorontoSun, infatti:
Il fan club di Andrea Bargnani continua ad infoltirsi ogni giorno. L'ultimo membro è l'allenatore dei Golden State Warriors che ha visto la scelta N°1 del draft collezionare la sua prima doppia doppia e stoppare 6 tiri. "Mi piace. Ragazzi, mi pare davvero un bravo giocatore" ha detto Nelson
E la strada al ROTY, come da me previsto, non è così in salita: ora il mago staziona in quarta posizione nel Rookie Ranking, classifica capeggiata dal compagno Jorge Garbajosa
Dopo l'exploit, arriva un'altra nuova esperienza per il Mago: il primo viaggio ad Ovest con la sua squadra.
Nelle prime due partite (a Phoenix e a Los Angeles sponda Clippers) Andrea gioca tantissimi minuti (36 in entrambe) a causa degli infortuni di Bosh (già fermo da tempo) e di Garbajosa, infortunatosi nel match di Phoenix, ma non li sfrutta a dovere: nella netta sconfitta in Arizona, segna 18 punti e prende 8 rimbalzi, ma si ha l'impressione che Andrea potesse fare di più, dato che la partita era già finita nel terzo quarto e la maggior parte delle sue statistiche sono state racimolate contro il quintetto di riserva dei Suns.
Il tiro da 3 continua a vacillare (1-7), mentre l'aspetto incoraggiante è che si butti a capofitto in penetrazione, con risultati più che buoni e costanti viaggi in lunetta.
In California il trend è lo stesso: 13 punti, molti errori al tiro (1-6 da 3), molte penetrazioni e viaggi in lunetta (6-6 ai liberi), buon numero di rimbalzi (7) ma sempre l'impressione che possa fare di più, sfruttare meglio i minuti a disposizione, perché Bosh e Garbajosa torneranno e i minuti (come vedremo) inesorabilmente si ridurranno
La tappa seguente è Portland, e Andrea si ricorderà a lungo di questa partita.
Entrato a metà primo quarto, sembra davvero la sua serata: segna 9 punti in 8 minuti, gioca con grande aggressività , poi esce come ogni volta verso la fine del secondo quarto. Poi, però, inspiegabilmente rimane in panchina per tutto il secondo tempo, mentre in campo si sviluppa una partita avvincente e appassionante, che finisce in parità .
Nei tempi supplementari, l'italiano non vede il campo fino ad 8 secondi dalla fine. Il risultato è 100-99 per Portland, il possesso di Toronto. Bargnani si piazza nell'angolo, appena dentro la linea da 3 e aspetta l'evolversi dell'azione: palla a Ford (che a Los Angeles aveva segnato il buzzer-beater per la vittoria), penetrazione e tiro, pensano tutti.
Invece no, accade qualcosa di inaspettato: sulla partenza del veloce play dei Raptors, la difesa raddoppia, impedendo un buon tiro al numero 11, che scarica per Andrea, liberissimo. Il suo tiro entra. E' il tiro della vittoria. Il primo della sua carriera.
Un tiro che ha in se anche un pizzico di veleno.
Nel post-partita: quando la reporter gli ha chiesto se fosse nervoso nel suo primo OT-Game, Andrea ha risposto "Cosa? Non ho giocato l'over time. Ho solo preso l'ultimo tiro"
Queste, invece, le parole di coach Mitchell.
E' tornato in panchina dicendo "Hai visto, sono stato fuori 20 minuti e ho comunque messo quel tiro".
Sapete cosa gli ho detto? "E' per questo che sei la prima scelta assoluta"
Il coach ha inoltre aggiunto parole di elogio per il romano: "Immaginatelo tra due anni. Tra due anni potrebbe essere qualcosa di spaventoso"
Nonostante lo scarso utilizzo, dunque, Andrea è riuscito a piazzare un altro mattoncino fondamentale per la sua evoluzione, un altro motivo per far focalizzare l'attenzione su di lui.
Peccato che la seguente partita,a Seattle in back-to-back, sia stata invece un mezzo disastro: 17 minuti, 3 punti (1-7 al tiro) 3 rimbalzi 2 stoppate e 4 falli.
Speriamo sia solo un passo falso, frutto della stanchezza di un viaggio ad Ovest in cui i Raptors hanno giocato 4 partite in una settimana, frutto del doversi adeguare a questi ritmi davvero serrati che in Italia non poteva nemmeno immaginarsi.
Sappiamo che Andrea ha il talento e la capacità per diventare un grande giocatore Nba, e che i passi falsi e le serate storte non saranno in grado di scoraggiare il romano.
Forza Andrea!