Randolph vero leader?

Riuscirà  Zach Randolph a conquistare in modo permanente i propri tifosi?

“Sono un leader”. Questa frase ha avuto un eco considerevole tra i tifosi dei Blazers, perchè a pronunciarla è stato Zach Randolph, giocatore in grado di dividere come pochi altri nella lega la propria tifoseria.

Con una squadra giovane come quella di Portland, alla ricerca di trovare delle gerarchie definite all'interno del roster, la questione leadership tocca dei nervi scoperti, perchè nel caso di Randolph, la tifoseria non ha perdonato al giocatore i tanti, troppi episodi di immaturità  dimostrati. Ultimo in ordine di tempo, il cattivo uso fatto del dito medio, rivolto ad un tifoso dei Pacers, nella partita persa 108 a 95, e che gli è costato una partita di sospensione.

Il giocatore si è giustificato parlando di frustrazione per il trattamento subito in quella partita da Jeff Foster e Al Harrington, ma alla fine sottolineamo che ha chiuso comunque con 29 punti. Prima è uscito per i sei falli e poi ha fatto quel gesto al tifoso che lo riprendeva.

McMillan a fine gara ha espresso il suo parere peraltro pienamente condivisibile: “So che era frustrato, ma queste cose non devono accadere specie per un tifoso che lo scherniva. Non ci sono giustificazioni, cosi ci rimettiamo tutti, a partire dai compagni per finire coi tifosi. E' proprio da questo genere di cose che dall'inizio del training camp cerchiamo di tenerci lontani”.

Sia ben chiaro, stiamo parlando di un giocatore che è sicuramente di prima fascia oramai nella lega. 25 punti e 10 rimbalzi di media fino ad ora non si possono contestare e lo stesso giocatore non nasconde la speranza di poter giocare la prossima partita delle stelle in qualche modo. Ma una cosa è essere il go-to-guy della propria squadra ed un'altra è diventarne il leader indiscusso in campo e specialmente fuori.

E' ancora vivo nel ricordo di tutti, l'accusa di violenza carnale che ha toccato in un certo modo Randolph la scorsa estate. Anche se il caso è stato in pratica chiuso, il rapporto dell'agente che aveva fermato Randolph dopo una vera propria fuga del giocatore, da quello che sembra essere stato un piccante incontro nella downtown Portland, rivela come all'interno della sua auto ci fossero due pistole e un inconfondibile odore di marijuana.

Come se non bastasse c'è la questione contratto, quegli ottantaquattro milioni di dollari non ammettono repliche e implicano una precisa assunzione di responsabilità  come giocatore più rappresentativo dei Blazers.

Il demone che i tifosi vogliono assolutamente esorcizzare, ed è il ricordo dei famigerati Jail Blazers, ed ogni azione negativa dei giocatori, lo fà  riapparire in un certo senso.

Per questo motivo, nella fase di crescita della squadra, a parere di chi scrive, sarebbe fondamentale si creasse un rapporto stretto di fiducia tra il giocatore, che è sicuramente l'uomo franchigia al momento e una tifoseria tante volte tradita. Un fenomeno di identificazione, che potrebbe rappresentare un prezioso salvagente nel caso che, la costruzione di una squadra da titolo richiedesse più tempo di quello sperato, oppure se il giocatore incappasse ancora in problemi extra-sportivi.

Se ne è avuto un esempio mercoledì scorso, nella gara vinta contro gli Houston Rockets, quando dagli spalti è emerso un tifo come non si ricordava da anni. Un tifo che ha accompagnato le giocate più importanti della partita, rinforzando quel fuoco sacro che sembrava accompagnare i giocatori. I tifosi hanno manifestato un estremo bisogno di tornare a sognare giocate memorabili dei propri beniamini..

Come per esempio la stoppata rifilata da Travis Outlaw a Yao, in gergo posterizzato; tra parentesi è stata questa un'altra gara consistente per Outlaw, autore di 12 punti e 4 stoppate alla fine.

Oltre a lui, Joel Przybilla ha giocato bene nel tentare di limitare Yao e come presenza a centro area, alla fine anche per lui 4 stoppate. Intimidazione, difesa, aiuto sul possessore di palla avversario si cominciano ad intravvedere; ora vanno soppesate affrontando attacchi più pericolosi dei Rockets a cui mancava McGrady.

Nella stessa partita ancora, ha fatto il suo ritorno sul campo di gioco Brandon Roy, assente in precedenza per 20 partite. Quando è entrato sul rettangolo di gioco, a 3:36 nel primo quarto, è salita dagli spalti un'ovazione indescrivibile alla quale il giocatore ha risposto con 9 punti, 3 rimbalzi e 2 assists in 24 minuti.

Ma la giocata che ha deciso la partita è arrivata nei secondi finali, quando con Houston che si era riavvicinata nel punteggio, coach McMillan era stato sul punto di togliere Roy dal campo, ma guardando il giocatore negli occhi aveva in seguito cambiato idea. Con 19.9 sul cronometro Roy ha messo a segno l'hook del definitivo vantaggio.

Al di là  dell'ovazione, comunque significativa perchè dimostra come Roy sia ormai un beniamino dei propri tifosi nonostante sia solo un rookie; sottolineiamo ancora la fiducia incondizionata che McMillan ha della guardia. Lui si, per come lo descrivono lo staff tecnico e le persone che lo seguono da vicino, ha la stoffa del leader; ma è ancora presto per caricare sulle sue giovani spalle un peso che non è ancora pronto a portare.

Ma se Roy da rookie è entrato cosi in profondità  nel cuore di tutti, perchè ancora Randolph non riesce a portare dalla propria parte almeno la maggioranza dei tifosi? Si lo so, sono fatti estranei al campo di gioco ma ribadisco, in questo momento sarebbe importante che diventasse se non il leader della squadra almeno il simbolo pulito della società .

Come ha affermato Kerry Eggers, giornalista locale: “Si, giocando cosi potrà  anche riuscire in qualche modo a farsi voler bene dai tifosi, ma la vera misura di quanto Randolph potrà  diventare importante per questa squadra verrà  data da quanto crescerà  come cittadino e come persona!”.

I Blazers come noto, sono stati anche sfiorati dalla vicenda Iverson. Ci interessa ribadire che i rumors riguardanti Jamaal Magloire, sono nati grazie all'azione del suo agente, che aveva contattato i Nuggets e proposto loro di inserire Magloire nell'affare. La dirigenza della squadra del Colorado aveva contattato quella dei Blazers, ma la risposta era stata perentoria: “Non se ne parla”. Magloire non è mai stato sul punto di partire, al di la del paccone Nenè.

E' comunque questo un discorso che tornerà  in auge, specie a febbraio; perchè il contratto in scadenza di Magloire, oltre ad essere appetibile è anche uno degli impegni in agenda del presidente Patterson. Al momento partendo dalla panchina, racimola 26 minuti d'utilizzo da cui ricava 5.5 punti e 5 rimbalzi di media, non significativi forse, ma superiori a quelli del titolare dello spot di centro Joel Przybilla(13 minuti, 1.9 punti e 5 rimbalzi di media).

Questa notte i Blazers giocano contro i Toronto Raptors per allungare la loro striscia di 5 vittorie consecutive. Il calendario propone queste partite in seguito fino al 3 Gennaio:


Dec 26 @Pho
Dec 27 NOK
Dec 29 Phi
Dec 30 @Utah
Jan 1 Bos
Jan 3 NY

Sulla carta a parte Phoenix e Utah in trasferta, le altre sono partite alla portata della squadra, possibile viatico verso un record di .500; positivo a questo punto della stagione e per una squadra in ricostruzione come i Blazers.

A presto.

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