Kobe senza Odom porta sulle spalle quasi interamente il peso dell'attacco…
I Los Angeles Lakers hanno cominciato il loro primo viaggio della stagione. Già questa è una notizia significativa per chi nelle prime venti gare ne ha disputate sedici fra le mura amiche, raccogliendo un totale di tredici vittorie e tre sole sconfitte.
Nelle ultime cinque partite, invece, Bryant e soci hanno ottenuto due vittorie e tre sconfitte confermandosi come quinta forza nella sempre più competitiva Western Conference (ulteriormente migliorata con l'arrivo ai Denver Nuggets di Allen Iverson).
Proprio nella notte è arrivata, al Target Center di Minnesota, la vittoria contro i Timberwolves di Kevin Garnett che nel quarto periodo si sono dovuti arrendere alla profondità del roster gialloviola: 34-7 il parziale decisivo (in gran parte costruito senza l'apporto di Kobe Brayant) che ha chiuso il match e consegnato la vittoria ai Lakers.
RISULTATI
Giovedì 14 dicembre: Dallas Mavericks - Los Angeles Lakers = 110-101 (L)
Sabato 16 dicembre: Los Angeles Lakers - Houston Rokcets = 112-101 in due tempi supplementari (W)
Lunedì 18 dicembre: Los Angeles Lakers - Washington Wizard = 141-147 in un tempo supplementare (L)
Mercoledì 20 dicembre: Chicago Bulls – Los Angeles Lakers = 94-89 (L)
Giovedì 21 dicembre : Minnesota Timberwolves - Los Angeles Lakers = 94-111 (W)
Record
Attualmente i Los Angeles Lakers hanno un record di 17W-9L, ma da quando Lamar Odom si è infortunato sono arrivate tre vittorie (di cui due contro gli Houston Rockets di Yao Ming) e altrettante sconfitte. Un bottino discreto per chi ha iniziato il suo primo viaggio ad est senza la sua seconda stella assoluta.
L'ultima settimana sotto la lente d'ingrandimento
Negli ultimi sette giorni i Los Angeles Lakers hanno messo in mostra il meglio e il peggio di quello che sono in grado di fare. Hanno dato idea del grande potenziale di cui dispongono, ma anche degli innumerevoli limiti e difetti di cui sono dotati. Hanno evidenziato come Lamar Odom sia un giocatore assolutamente indispensabile per applicare un certo sistema di gioco, ma in alcune occasioni hanno mostrato come l'assenza di Lamarvellous possa essere sopportata con relativa facilità . Nell'ultima settimana, insomma, non ci sono state vie di mezzo in casa gialloviola e la continuità è stato il vero problema con il quale i lacustri si sono dovuti confrontare.
È stata inoltre la settimana dei tre tempi supplementari, della vincente rincorsa ai danni degli Houston Rockets (Bryant straordinario con 53 punti, 10 rimbalzi e 8 assist), ma anche della pesante sconfitta contro gli Washington Wizard, prima rimontati e poi vincitori, in un match in cui Gilbert Arenas, autore di 60 punti a domicilio, ha mostrato quello che è in grado di fare se la testa va di pari passo con il corpo.
Certo è che l'assenza di Lamar Odom si sta facendo sentire e questo al di là del record o della recente vittoria contro i Minnesota Timberwolves. Soprattutto da un punto di vista difensivo e d'intensità la mancanza di Odom è stata avvertita in maniera abbastanza significativa (vedi il match contro i Dallas Mavericks in cui Dirk Nowitzki ha dominato in ogni zona del campo).
Per non parlare poi della deficienza a rimbalzo, sia offensivo che difensivo, con cui i Lakers si sono dovuti confrontare. Eppure, il malaugurato infortunio al ginocchio di Odom non può spiegare da solo le amnesie gialloviola: avversari costantemente sopra al 50% dal campo (67% per Minnesota, prima del parziale di 34-7 del quarto periodo), difesa continuamente battuta nel palleggio, layup e schiacciate all'ordine del giorno. Anche il celebre "zen" di Jackson ha fatto fatica a sopportare tanta negatività e la quantità di timeout che il tecnico è solito chiamare è aumentata considerevolmente.
Inoltre l'ultima settimana ha fornito altri due verdetti importanti. Il primo è che Smush Parker è un difensore capace. Attenzione, non stiamo dicendo che nelle ultime cinque partite il play di Fordham abbia fornito prove soddisfacenti in difesa (anzi, alcune sue prestazioni sono state, a dir poco, oscene), bensì che, se solo volesse, potrebbe essere un "signor difensore" (esemplari a riguardo un paio di minuti contro Houston e Washington, utili per completare due rimonte in altrettante partite). Eppure il suo principale difetto è quello di essere svogliato, poco interessato alla fase arretrata e molto più attento all'aspetto offensivo, in cui, bisogna ammettere, riesce ad essere molto efficace.
Il secondo che Vladimir Radmanovic è ancora un giocatore valido. Già nelle scorse settimane erano arrivati segnali di vita dall'ala ex Sonics e Clippers, ma nelle ultime cinque partite, contestualmente all'infortunio di Odom, il serbo ha messo in mostra eccellenti qualità , andandosi a ritagliare un importante spazio all'interno del nuovo quintetto gialloviola.
Anche coach Jackson gli ha dato subito fiducia, preferendolo a Brian Cook nello "starting-five" e scegliendolo spesso come primaria soluzione offensiva: 11 punti contro Dallas, 27 contro Washington e 17 contro i Timberwolves (gli ultimi tre segnati grazie ad uno straordinario assist dietro la schiena di Bryant). Davvero niente male per chi, negli scorsi giorni, era stato definito come il più grande errore di mercato del general manager Mitch Kupchak nel periodo dopo Shaq.
L'ultima settimana è stata anche quella in cui Kobe Bryant si è dovuto caricare sulle spalle delle responsabilità che prima, con la presenza di Odom sul parquet, aveva preferito lasciare ad altri. Proprio per questo sono arrivate tre partite sopra i trenta punti: Dallas (33), Houston (53) e Washington (47).
In due casi su tre però non è arrivata la vittoria e lo sforzo profuso in queste tre gare è pesato notevolmente nella trasferta di Chicago, dove Bryant è apparso per lunghi tratti molto stanco: scarsa fluidità al tiro (6/19 dal campo), pochissime penetrazioni e scarso apporto difensivo.
Anche a Minnesota Kobe non ha espresso il suo miglior basket, ma è riuscito comunque a fornire una prova discreta mettendosi al servizio dei suoi compagni: 24 punti, con un buon 10/16 dal campo, conditi da 6 assist il bottino finale del nativo di Philadelphia, costretto da Phil Jackson a sedersi in panchina nei primi otto minuti del quarto periodo.
È stato infatti il supporting cast a salvare la baracca, la quale, ancora una volta, stava affondando pericolosamente: 51 punti sono infatti arrivati dal pino e l'assenza di Bryant ha di fatto costretto la squadra a fornire una prova d'orgoglio. Risultato: i Lakers bloccano Garnett e soci a soli sette punti nel quarto decisivo (record negativo di franchigia) e realizzano 34 punti senza la'iuto della loro super-stella.
Ancora una volta Phil Jackson ha mostrato come la creatura Lakers è completamente nelle sue mani e la gestisce, soprattutto da un punto di vista psicologico, alla grande. Il segreto di questi Lakers di inizio stagione è anche coach zen, l'unico in grado di fa scaldare la panchina al figlio di Joe Jellybean nel quarto, in cui di solito, è assoluto protagonista.
Grandissima impressione ha destato, dunque, la panchina lacustre. Molto probabilmente stiamo parlando del pino più interessante, efficace e giovane della Lega, capace di realizzare nel match contro Minnesota un totale di 51 punti, statistica questa difficilmente riscontrabile nei team di P-Jax.
Phil Jackson:“Quando la tua panchina gioca in questa maniera non puoi che essere soddisfatto. Sono davvero contento di quello che ho visto. Bisognerebbe sempre avere l'intensità del quarto periodo”
Vladimir Radmanovic, Maurice Evans, Ronny Turiaf, Sasha Vujacic, Jordan Farmar, Brian Cook e Andrew Bynum, tutta gente giovanissima, ma in grado, nella serata giusta, di fare la differenza. Fra gli altri due hanno impressionato di più. Il primo è Andrew Bynum che dopo qualche gara sottotono è tornato, proprio nel match contro Garnett, ai livelli di inizio stagione: 7 punti, 9 rimbalzi e 2 assist in 26 minuti di gioco.
Il tutto condito da quattro stoppate stereofoniche. Davvero niente male per il giocatore più giovane della Lega, che gradualmente sta tentando di trovare quella continuità che ad oggi è il suo principale demone. Il secondo è Maurice Evans, 28 anni, al primo anno in maglia gialloviola, autore, nel match contro Minnesota, di una delle gare più impressionanti che si siano mai viste: intensità , difesa, aggressività , precisione al tiro (15 punti con 7/9 dal campo). Tutto questo è stato Mo Evans, la classica guardia che ogni allenatore vorrebbe avere nel proprio roster.
Il meglio della settimana
Come non includere nel meglio della settimana la straordinaria prestazione di Kobe Bryant contro gli Houston Rockets? Cinquantatrè punti (17/38 dal campo, 5/8 dall'arco e 14/16 ai liberi), 10 rimbalzi, 8 assist e 2 rubate. Praticamente tripla doppia a 50 se non ci fossero stati due malaugurati errori di Kwame Brown da distanza ravvicinata. Una prova di onnipotenza assoluta. Applausi e niente più.
Da rivedere anche, nel match contro Minnesota, il passaggio dietro la schiena, da sotto canestro, per la terza tripla di Vladimir Radmanovic. Il pacchetto regalo che non ti aspetti. Un'azione singola davvero fantastica.
Il peggio della settimana
La difesa, l'atteggiamento distratto e svogliato che la squadra fornisce in alcuni momenti. Un comportamento irritante (soprattutto se si considera il potenziale a disposizione), da studiare attentamente, che fa inquietare persino uno come Phil Jackson. Non si possono concedere agli avversari, costantemente, quegli spazi e quelle percentuali dal campo.
È una questione di mentalità , tipica di una squadra giovane, che nei prossimi giorni dovrà essere studiata a dovere dallo staff tecnico lacustre. Di contro c'è da dire che la squadra ha sviluppato una discreta facilità nella rimonta, ma molto spesso, la fatica che hai fatto per recuperare, non ti consente poi di agguantare la vittoria (vedi il match contro Washington).
Il futuro
La prossima settimana i Lakers disputeranno quattro partite, tutte in trasferta, che chiuderanno il primo viaggio ad est della stagione. Da non perdere il match di Natale contro i Miami Heat (diretta Sky Sport 2), privi di Shaquille O'Neal e in grave crisi d'identità . La sfida avrà in ogni caso tutta l'attenzione che merita: Bryant contro Wade è sempre uno spettacolo che si fa guardare.
Sabato 23 dicembre, ore 1.30: New Jersey Nets - Los Angeles Lakers = 99-95 (W)
Lunedì 25 dicembre, ore 20:30: Miami Heat - Los Angeles Lakers = 101-85 (L)
Giovedì 28 dicembre, ore 1.00: Orlando Magic - Los Angeles Lakers = 93-106 (W)
Sabato 30 dicembre, ore 1.00: Charlotte Hornets - Los Angeles Lakers = 133-124 dopo tre tempi supplementari (L)
Lunedì 1 gennaio, ore 3.00: Los Angeles Lakers – Philadelphia 76ers = 104-94 (W)
Stay tuned