SouthEast Division: Report #11

E' senza dubbio positivo il lavoro di Glen Hanlon sulla panchina dei Capitals

La flessione è evidente e ha coinvolto più o meno tutte le squadre di questa pazza Division; tuttavia dopo serie più o mene nere, tutte quante le franchigie hanno trovato la via della vittoria nell'ultima partita disputata, lasciando uno spiraglio di luce affinché possano continuare a riprendere la loro marcia più o meno costante. Unica eccezione Washington, che dopo aver inanellato una ottima serie, s'è fermata contro i Lightning. Vediamo com'è andata nel dettaglio!

Atlanta Thrashers (19-10-6, punti 44)

Alla fine la squadra della Georgia ha sistemato una situazione che stava facendosi pesante e grazie all'avvio superbo è riuscita a mantenere intatta una leadership che dovrebbe condurla ai playoff dalla porta principale, cioè quella di vincitrice della SouthEast Division. Inutile prendersi in giro però, perché i Thrashers non sono quelli di due mesi fa e le 4 partite giocate in settimana ne hanno mostrato l'evidenza. Primo match contro i Ducks che completano l'opera di distruzione della division del sud-est e vincono anche contro la squadra in teoria più forte: Anaheim con 26 punti in 15 partite esterne è la squadra che è partita più forte in tutta la storia della NHL. La nona vittoria consecutiva di Giguere e il game winning gol di Selanne (dimenticato dalla blue-line di casa) bastano e avanzano per il 2-1 dei californiani.

Contro i Caps, sconfitti in stagione già  4 volte, la difesa di Atlanta commette una nuova clamorosa topica e dopo 6 secondi dal faceoff dell'overtime lasciano Ovechkin involarsi verso Lehtonen per siglare il gol dei due punti; Sim e Vigier non bastano ad evitare il 3-2 finale con Hartley che, seccato, parla chiaramente di errori dei suoi ragazzi più che dei meriti dell'avversario. Contro gli Isles però i meriti vanno tutti a Di Pietro autore del secondo shutout stagionale e dell'ottavo in carriera che para tutto e conduce i newyorkesi a un sonoro 6-0 ai danni di una squadra vittima della quinta sconfitta di fila (dopo il match squadra chiusa negli spogliatoi per più di mezz'ora). Meno male che contro i Devils arriva finalmente il bottino pieno: due shorthanded gol di Hossa (che sigla pure uno degli shootout finali) e il gol decisivo ai tiri finali di Kozlov valgono il 4-3, sofferto e sudato, ai Thrashers che, come detto, ritrovano la vittoria e un briciolo di ottimismo.

Indubbiamente la squadra s'è un po' addormentata ma le avversarie riescono ad averne la meglio dovendo pur sempre lottare fino in fondo; nonostante il carattere però i numeri sono impietosi perché 6 soli gol in 4 partite non danno lustro a un attacco da molti definito esplosivo: a segno solo Hossa (entrambe le realizzazioni in inferiorità  numerica), Sim (anche per lui due reti), Kapanen e Vigier con buona pace dei vari Kozlov, Kovalchuk, Mellanby, Metropolit e Holik. Ma anche la difesa è quantomeno distratta avendo concesso 14 gol su 121 tiri (non proprio pochi), cercando di soprassedere sul powerplay, forse il vero tallone d'achille dei sette giorni appena trascorsi. Hossa comunque rimane il leader della NHL in quanto a gol e tutti gli altri di sicuro scalpitano per tornare alla gioia del gol: facile dunque intuire che Atlanta alzerà  la testa, cosa che tra l'altro ha già  iniziato a fare. Noi glielo auguriamo.

Carolina Hurricanes (17-14-4, punti 38)

C'è voluta tutta la grinta di Laviolette per poter cacciar fuori i campioni in carica dalle sabbia mobili in cui stavano cacciando. Orfani del loro immenso capitano Brind'Amour (di nuovo disponibile però) e della classe che da tempo ha contraddistinto questo gruppo eccezionale, Carolina era riuscita a collezionare 5 sconfitte, tutte in fila, salvo poi ritrovare la via smarrita dopo un fitto colloquio tra il coach e la squadra. La quinta delle 5 suddette cadute è arrivata a Tobacco Road, la via dove ha sede l'impianto dei Canes: ad espugnare l'RBC Center è stato proprio lui, Paul Maurice, l'allenatore più vincente della franchigia del North Carolina (258 vittorie) che portò gli uragani fino alla finale di Stanley Cup nel 2002 (poi persa contro i Red Wings). I suoi Maple Leafs vincono 4-3 con un grande Sundin (due gol e 1 assist) e il gol decisivo di Steen mentre ai padroni non sono sufficienti i gol di Cole, Williams e Commodore e la sfilza di tiri contro il buon Raycroft.

Carolina a questo punto ha capito che doveva ritrovarsi e non c'era migliore partita in calendario se non quella contro i Lightning, altra squadra in chiara crisi di risultati; al St.Pete Times Forum le due ultime campionesse si fronteggiano senza remore e alla fine vincono gli ospiti con la superba prova di Whitney, autore di una doppietta preziosissima (nel 3-2 finale utile anche il 17esimo gol di Staal). E alla fine danno lustro alla vittoria di Tampa Bay, ripetendosi anche contro Philadelphia e dimostrando così che piano piano la squadra sta reagendo al meglio; con Brind'Amour di nuovo nel line-up i Canes sbancano il Wachovia Center coi gol di Williams e Babchuk, autore di un bel tiro da fuori e buttando così i padroni di casa nello sconforto più assoluto perché sette sconfitte di fila da queste parti non le avevano mai viste (e forse neanche due pali a distanza più o meno ravvicinata di Staal prima e di Stillman poi).

Dunque il cambio di rotta c'è stato perché i 4 punti nelle ultime 2 partite sono un buon incipit per poter ricominciare a inseguire la claudicante Atlanta; ottimo in questo senso l'apporto di Williams e Whitney, autori entrambi di due gol, ma da non sottovalutare anche il game winning gol in Pennsylvania di Anton Babchuk, difensore su cui Laviolette sta contando sempre di più. In più finalmente la squadra ha potuto schierare contemporaneamente Stillman e Brind'Amour che insieme a Cole e Staal formano uno dei quartetti più esplosivi di tutta la lega. In più Ward sta offrendo discrete garanzie al reparto arretrato (7 gol presi su 87 tiri subiti con quasi il 92% di parate) e gli special teams trotterellano senza né infamia né lode (forse il powerplay sarebbe da affinare). Tirando le somme mi preme sottolineare come la squadra è viva, ha recuperato infortunati importanti (tra i lungodegenti ora all'appello manca solo Frantisek Kaberle, in convalescenza da una operazione alla spalla) e vogliosa di non ripetere strisce così negative: con questi giocatori non sarà  poi così difficile!

Washington Capitals (15-11-7, punti 37)

E bravi questi Caps che dimostrano ancora una volta di quanto bisogno abbiano di Ovechkin e di come debbano impegnarsi per ottenere punti e vittorie; perché i rampanti giocatori della capitale vanno su ogni puck con una intensità  sui generis e quando pensano di esser diventati davvero forti….zac!, ecco impietosa la sconfitta a ricordargli che per ottenere i risultati non devono mai abbassare la guardia. Contro Atlanta ad esempio sono scesi sul ghiaccio determinatissimi per riscattare le precedenti sconfitte patite contro i georgiani e in particolare l'ultima, terminata con risse multiple e sequele importanti; dopo 59 minuti tirati (molto corretti) e Atlanta avanti 2-1, ci ha pensato Ovechkin a pareggiare i conti a 30 secondi dal termine, salvo poi scatenarsi nell'overtime, in 4 contro 4: faceoff iniziale vinto da Atlanta col russo che corre verso il puck, lo ruba agli avversari e si invola verso Lehtonen, battendolo. Dopo soli 6 secondi Washington finalmente riesce a vincere e la felicità  del fenomeno numero 8 è irrefrenabile, che realizza la sua seconda tripletta in carriera.

Chiamati a confermare il momento felice, i Capitals non potevano che incontrare la derelitta Philadelphia, alla fine battuta con un secco 4-1. Ad onor di cronaca è giusto però dire quanto influente sia stato l'infortunio accorso a Forsberg: carica di Ovechkin sullo svedese che impatta col ginocchio di Zubrus ed è costretto a lasciare il ghiaccio quando i Flyers vincevano 1-0; senza il loro giocatore simbolo Philly capitola, ma splendidi i gol di Semin (soprattutto il secondo) e Ovechkin, autore del 4-1 finale con un'azione molto "calcistica" (dribbling e tiro ad incrociare dal "limite"). Infine però l'inattesa sconfitta. Il Verizon Center fischia dopo la seconda sirena i mollicci Capitals che contro i Lightning non entrano in partita per i primi due periodi (solo 9 tiri in 40 minuti) e alla fine non riescono a recuperare perdendo così 5-4 (gol di Ovechkin, Heward, Beech e Muir). Curioso il fatto che lo scorso 5-2 dei Caps sui Bolts, coincise con l'inizio di un periodo d'oro per le aquile (da quella vittoria 7-1-1) e di una crisi clamorosa dei fulmini (1-7-1): ci voleva di nuovo questa sfida per chiudere queste due parentesi importanti.

Curiosità  a parte, non si può che applaudire al lavoro che sta diligentemente svolgendo Glen Hanlon dalla panchina di Washington; la sua squadra mostra un carattere che in fin dei conti è la vera essenza dell'hockey e con quel fenomeno di Ovechkin con la fisicità  c'è anche lo spazio per l'estro e lo spettacolo. Il russo nelle tre partite disputate ha siglato la bellezza di 5 gol e 4 assist ed è terzo in quanto a punti in tutta la NHL (45 punti e 23 gol, secondi nella classifica di quest'ultimi); peccato che Zednik stia avendo problemi all'inguine abbastanza seri, ma Zubrus e Semin riescono comunque a garantire una buona dose di soluzione alternative al loro compagno, insieme ovviamente al carisma di capitan Clark (un po' sottotono però negli ultimi giorni). Capitolo difesa: 87 tiri subiti in 180 minuti, esattamente come quelli degli Hurricanes, 8 gol subiti anziché 7, ma più o meno siamo lì; dunque se abbiamo detto bene dei campioni in carica, beh, non possiamo che applaudire anche a Kolzig e Johnson che si alternano tra i pali garantendo entrambi buoni risultati. Ora la squadra della capitale è ottava, per un pelo nella griglia playoff: riuscirà  a mantenere questa posizione, inimmaginabile a metà  campionato? Io dico di sì.

Tampa Bay Lightning (15-17-2, punti 32)

Ora sarà  dura, cari Lightning, riprendervi il terreno perduto e arrivare ai playoff: lo dico senza cattiveria ma con la consapevolezza che 8 sconfitte nelle ultime 9 partite, potrebbero essere quelle decisive affinché il team non raggiunga la post-season. Tuttavia lo spiraglio di luce c'è e l'ultima partita, vittoriosa contro Washington, potrà  dare nuova linfa a una squadra che certo non manca di spiccate individualità . La settimana è iniziata con un match incredibile in quel di Montreal: i Bolts tirano 43 volte contro Huet, i padroni di casa appena 19 contro Denis e il risultato finale dice 4-2 Habs. Ai giocatori ancora brucia, anche perché Tampa a fine secondo periodo era in vantaggio per 2-1 (Richards e St.Louis), perché è stato annullato un gol a Perrin, perché i Canadiens hanno segnato ben due shorthanded gol (con 9 sono i primi nella lega) e, infine, perché un Huet così non s'era mai visto.

Contro Carolina allora la squadra cerca la riscossa e per dare una scossa all'ambiente un "certo" Fedotenko viene messo fuori per scelta tecnica; segna Craig, poi Denis subisce tre gol, accorcia le distanze St.Louis: ma non basta così come non bastano i tiri a rete, ancora una volta maggiori rispetto agli avversari. Nelle dichiarazioni del post-partita coach Tortorella ci tiene a non scoraggiare i suoi e contemporaneamente li sprona affinché contro i Capitals arrivino finalmente i due punti… che finalmente arrivano! Duecentesimo gol in carriera di LeCavalier e anche due assist (un centro decisamente prolifico LeCavalier, non ancora 27enne!), ancora punti per St.Louis (che con 2 gol porta a sei la striscia di partite consecutivamente a punti) e tanto sudore per mantere un vantaggio che nell'ultimo terzo stava scappando di mano. Pagano i primi due periodi da dominatori assoluti e il 5-4 finale è il giusto premio per una squadra che per onor di cronaca ce l'ha messa tutta per ritrovare un briciolo di sorriso.

Dopo un avvio più o meno sufficiente, questa franchigia ha finalmente ritrovato a pieni servizi LeCavalier e St.Louis, due giocatori che dispensano gol ed assist manco fossero noccioline: lo spilungone numero 4 ha messo a referto 44 punti, il piccoletto di Laval uno in più. Delle volte però non bastano i numeri di questi due fuoriclasse ed ecco che la squadra soccombe contro i più disparati avversari; certamente è molto negativo l'apporto che sta dando Denis, un goalie titolare che probabilmente sarebbe la riserva di buona parte delle altre squadre (almeno leggendo i numeri e cioè 87,6% di parate e solo 7 vittorie in 21 starts) e l'eterno problema inerente agli special teams: il powerplay non sarebbe neanche male, ma con 7 shorthanded gol subiti la squadra è la seconda di tutta la NHL, e il penalty killing è davvero insanabile (anche questa settimana 3 powerplay gol subiti su 11 occasioni), risultando l'ultimo tra i trenta. Dunque forza e coraggio Bolts, se volete recuperare dovrete migliorare tanto e sono sicuri che l'intelligente Tortorella lo sa!

Florida Panthers (12-18-6, punti 30)

Questa è una squadra che probabilmente non merita la posizione di classifica che occupa; inutile negare evidenti limiti in più di un momento di questo scorcio di stagione, ma in linea di massima quando tutto gira per il meglio la manovra appare irresistibile. E questo è anche quanto emerso dalle ultime due partite giocate dai Cats, in entrambe vittoriosi. Prima di queste però una fastidiosa sconfitta contro i marpioni Sabres che nel loro impianto battono 2-1 dei generosi Panthers (orfani di Weiss infortunatosi contro i Ducks) che tirano molto di più degli sfidanti ma fanno poco traffico in avanti e riescono a battere Miller solo con Stumpel: perdono così l'11esima partita per un solo gol di scarto e il dato è sintomatico avendo vinto appena in 4 occasioni segnando un solo gol più degli avversari. Ciò vuol dire che Florida rimane in partita ma non riesce ad avere il guizzo.

Le ultime due partite però sono state un vero e proprio trionfo per coach Martin e i suoi ragazzi; la prima delle due s'è consumata al TD Banknorth Garden di Boston dove la squadra di Miami vince con un secco 6-3: i Bruins portano proprio fortuna ai Panthers che quest'anno hanno sempre vinto. La parte del leone l'ha fatta Stumpel, ex di lusso, con 2 gol e 2 assist, ma un plauso va anche al powerplay (già  punto di forza del team) che ha fatto registrare un bel 3 su 7. Ed infine la partita contro i Maple Leafs in quel di Toronto con Florida che per la prima volta quest'anno è riuscita a vincere due partite di fila in trasferta; i due punti portano la firma di Belfour e Roberts: il goalie quest'anno non è stato confermato dalla neo-dirigenza canadese che ha puntato tutto su Raycroft e Roberts, che ha passato buoni anni a Toronto, voleva tornare ma la porta era chiusa. Finisce 7-3 con doppietta di Roberts, ancora un grande Stumpel (4 assist) e partitaccia di Gill che regala letteralmente due gol ai Cats.

Si chiude una buona settimana per Florida, autrice di 4 punti in 6 partite; l'unica sconfitta è giunta in maniera abbastanza sfortunata contro i Sabres ma in generale il 3 gare la squadra ha realizzato la bellezza di 15 gol. Stella assoluta e incontrastata degli scorsi 180 minuti è stata il ceco Jozef Stumpel, 34enne di Nitra con un passato a Boston e Los Angeles: è riuscito a mettere a segno la bellezza di 3 gol e 6 assist e per lui che non aveva iniziato col razzo è una iniezione di fiducia immensa. Nelle ultime due gare pure un superbo powerplay (5 su 16 e in generale quarto posto in NHL) e un Belfour che ha giocato tutte le partite e che ha soddisfatto in linea di massima. Dunque la classifica dice 14esimo post ad Est, ma le ultime prestazioni suggeriscono altro: tornate presto Bertuzzi, Kolnik e ora Weiss, potrete far rinascere clamorosamente una squadra che molti davano già  per spacciata.

Buon Natale a tutti!

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