Neppure Kobe passa facilmente contro la ritrovata difesa di Chicago
Scintillante come una vetrina di Michigan Avenue, la strada dei Bulls verso la prima stagione da oltre 50 vittorie da oltre due lustri a questa parte, sta finalmente prendendo la direzione da tutti auspicata in fase di pronostico.
Sì, dopo lo sciagurato viaggio nella terra della Western Conference, la squadra di coach Scott Skiles ha deciso di onorare la tradizione Natalizia e ha cominciato a sfogliare il proprio personalissimo calendario dell'Avvento.
Risultati:
Vs Toronto W 93-90 (10-9)
Vs Minnesota L 81-91 (10-10)
Vs Indiana W 106-91 (11-10)
Vs Seattle W 99-84 (12-10)
Vs Milwaukee W 117-111 (13-10)
@ Atlanta W (OT) 106-104 (14-10)
Vs LA Lakers W 94-89 (15-10)
E' infatti tradizione che questo calendario particolare, sia fornito di 25 caselle, una per ogni giorno di Dicembre e i bambini possano aprire un casellina per ogni giornata nella quale hanno fatto i bravi.
Ebbene, i Bulls in questo periodo hanno aperto metaforicamente parecchie caselle: 6 su 7 per essere precisi, giusto il necessario per portare in un solo mese il proprio record da un deludente 3 vinte e 9 perse, ad un più consono 15 vinte e dieci perse, buono per la seconda posizione alle spalle dei Pistons nella Central Division.
Certo, lo si è già ribadito più volte, le mura dello United Center hanno davvero dato una mano alla squadra di Chicago; sull'argomento Chris Duhon è stato chiaro: "Noi dobbiamo essere un home team, lavoriamo per questo ed è uno degli obiettivi primari della stagione!", ma soprattutto nelle ultime uscite sono stati tanti i segnali portatori di conforto per il pubblico e la dirigenza dei Bulls.
Primo argomento sul piatto della bilancia è Ben Wallace.
Il ribelle di appena quindici giorni fa, è semplicemente tornato a fare quello che meglio sa, prendere i rimbalzi e dare sostanza alla difesa: nelle ultime uscite l'ex campione del mondo ha ricordato a tutti le proprie doti conquistando prima 11, poi 13, poi 20, poi 27!!! e infine 15 e 9 rimbalzi.
Numeri che se fossero punti sarebbero già buoni, ma che messi nella casella dei rimbalzi fanno pensare più ad un errore che ad un reale andamento.
Se poi condiamo il tutto con il fatto che in 3 occasioni ha segnato almeno 10 punti, cosa non proprio scontata per le doti dell'ex Virginia e che nelle ultime due uscite là dove non ha molto segnato ha pensato bene di fornire 8 assist contro Atlanta e 7 contro i Lakers, allora si può tranquillamente parlare di un ritorno in grande stile.
Secondo fattore: la posizione numero 3.
Se si va a vedere una qualsiasi previsione sullo starting five dei Bulls, si nota come i piani per la stagione avrebbero dovuto prevedere Luol Deng come titolare fisso e P.J. Brown come ala grande.
Sono bastate poche partite per cambiare radicalmente la situazione: il numero 9 da Duke è ancora l'ala piccola titolare dei Bulls, ma al suo fianco a formare una coppia di ali inconsueta ma estremamente carica di energia si è insediato stabilmente Andres Nocioni.
Il risultato di questa operazione è che giusto questa settimana, P.J. Brown, ufficialmente fuori per un problema al piede, ha dichiarato di sentirsi sul mercato chiedendo senza mezzi termini una trade, ma allo stesso tempo l'attacco dei Bulls ne ha tratto enorme giovamento.
In coabitazione i due atleti ad oggi, portano alla causa un pericolosità offensiva nettamente superiore a quella che garantisce il pur volonteroso Brown, sempre in coabitazione conquistano oltre 12 rimbalzi per sera, mentre il fatturato in quanto a punti, è di oltre 17 per Deng (da segnare la doppia doppia decisiva per battere i Lakers nell'ultima uscita di stagione) e di 16 per Nocioni.
Insomma quella trovata dai rosso neri in questo scorcio di stagione assomiglia proprio tanto ad una quadratura del cerchio bella e buona.
Ultimo fattore la difesa.
Nonostante i numeri non siano proprio da cassaforte, la difesa dei Bulls ha cominciato a svolgere il lavoro tanto cercato da Skiles nelle scorse settimane.
Sporcare ogni pallone sotto le plance, essere i primi sulle palle vagante, crearsi seconde occasioni in serate di tiro non eccelse.
Quando questi fattori si combinano ecco che la difesa non contiene solamente gli avversari ma crea realmente punti per la propria squadra, se poi ci mettiamo che una matricola come Thabo Sefolosha riesce a limitare un avversario quale Kobe Bryant, allora il Natale sembra davvero arrivato in quel dello United Center.
A proprio di Bryant una piccola curiosità finale: secondo ESPN.com, pare che proprio l'attuale numero 24 di casa Lakers sia stato vicinissimo a diventare il go-to-guy dei Bulls attraverso un fantomatica trade.
Non è dato sapere chi avrebbe coinvolto questo scambio, altri siti dicono che sarebbe dovuto essere un progetto a tre con Philadelphia per portare Iverson alla corte di Phil Jackson, ma a questo punto si tratta solamente di dietrologia buona per una serata fredda e ventosa in bar sport dell'Illinois.
Quello che c'è di reale è che dopo quarantotto ore di pausa per il Natale, i Bulls dovranno giocare ben 3 back to back nel giro di pochi giorni con prima gara in trasferta seguita da un rientro casalingo: prima l'accoppiata Nwe York e Charlotte, poi un viaggio a Minneapolis e rientro contro gli Heat, infine proprio prima di Capodanno, una sortita oltre frontiera a Toronto prima di affrontare i Cavs di King James a Chicago.
Non resta che augurare Buon Natale a tutti!
Alla prossima"