Chi fermerà  LT?

LaDainian Tomlinson sta giocando una stagione che non può negargli il titolo di MVP della lega.

Non è una banalità  dire che ormai non esistono più parole per definire LaDainian Tomlinson, l'alieno, il fenomeno, l'arma più illegale e pericolosa di tutta la NFL. San Diego vola a dominare la AFC e si prepara a giocare da favorita i playoffs di conference soprattutto grazie a lui, il miglior runningback mai apparso sul pianeta NFL da un po' di anni a questa parte, senza nulla togliere a nessuno. LT è un playmaker a trecentosessanta gradi, capace di forzare la serratura di qualsiasi difesa attraverso le proprie corse, ma in grado anche di ricevere alla perfezione e, eventualmente, di lanciare un compagno in endzone durante un trick-play. In una parola: fenomenale.

Ha tremato mezza California prima dei raggi X praticati al #21 ieri, esami risultati completamente negativi e sintetizzati da Kevin Acee del San Diego Union-Tribune con un semplice, immediato, ed anche un po' intimidatorio (per gli avversari) "Tomlinson will play in week 16". Pensateci voi, insomma, il problema è vostro. Nessun problema, invece, per la giuria NFL sulla qualifica del prossimo Most Valuable Player della regular season, chi infatti potrebbe sottrarlo a Tomlinson?

Il RB uscito dal college di TCU (Texas Christian University) nel 2001 come quinta chiamata assoluta, sorprende per il peso che sposta con il suo fisico, quei 5 piedi e 11 che vengono sorretti da 221 libbre, un piccoletto piantato a terra dal cemento di piedi eleganti e con un baricentro che è impossibile da capovolgere. Così LT, con la sua tecnica, la cassaforte nella quale chiude il pallone prima di partire, ha costruito la propria fama, fatta di scatti, roll out e placcaggi avversari spezzati, di corse da power runner nel mezzo e di fughe aperte sulla sideline. Ma anche di ricezioni corte, agevolate da due mani incredibilmente morbide, che hanno aiutato Drew Brees per parecchi anni e servono, oggi, a dare maggior sicurezza al giovane Philip Rivers. Una macchina da combattimento che macina yards prima, durante e dopo il contatto avversario, che studia con intelligenza i movimenti, legge le difese e le infila con il proprio passo e la propria sostanza.

LT continua la marcia stabilendo primato su primato e sta accompagnando i Chargers al miglior record della franchigia nella sua storia: basta una sola vittoria ma, nella peggiore delle ipotesi, ossia due sconfitte, San Diego eguaglierebbe il primato di 12-4 toccato solo altre due volte, nel 2004 e nel 1979 (nel 1961 San Diego vinse 12 gare in AFL, ma con meno partite si trattò di un 12-2).

Il ragazzone che da piccolo tifava Dallas Cowboys (è Texano) e faceva faville nella Pop Warner League, dilettandosi poi anche in basket e baseball in quel di Waco durante la High School, cominciò la carriera collegiale con una strana scaramanzia, ossia quella di finire a TCU per via della jersey #5 ancora libera, a differenza dei college che lo corteggiarono maggiormente (Baylor e Kansas State). Oggi, leggenda o meno, quel numero cinque è sparito dalla sua maglia, ma i numeri promettenti che lo misero in evidenza sui campi universitari sono esplosi in modo travolgente anche tra i professionisti.

Tomlinson ha di recente stabilito il record di touchdowns totali segnati in una stagione, giungendo a 31 con ancora due partite da giocare e cancellando, in meno di una stagione, le 28 mete registrate nel 2005 da Shaun Alexander, MVP dello scorso campionato. Ovviamente non finisce qui, ed anzi, a livello di numeri è ancora più evidente di come LT stia schiacciando ogni rivale pariruolo nella lega e di come la sorte di San Diego sia, forse troppo, indissolubilmente legata a lui.

Numero uno per yards corse (1626, il suo primato è 1683 registrato nel 2002), in rushing TD (28), in yards totali dalla linea di scrimmage e, ovviamente, in TD totali. LT insegue il primato di yards ricevute, ma difficilmente potrà  farlo quest'anno, dal momento che si trova fermo a 484 e nel 2003 ne mise a referto 725; Tomlinson è già  nella top ten all-time per TD segnati su corsa (sesto), e la sua immensa stagione deve ancora concludersi; difficile pensare che non tenterà  di eguagliare inoltre il primato di TD pass (3, 2005) aggiungendo un colpo ai due già  infilati quest'anno che lo hanno portato a un record di sei lanci TD in 10 tentativi.

Che Tomlinson fosse forte lo si era capito già  dalla sua stagione da rookie, quando senza timore prese per mano la squadra guidandola attraverso una stagione difficilissima grazie alle sue 1236 yards. L'anno dopo arrivò Marty Schottenheimer e da lì in poi, escluso il 2003, i Chargers hanno cominciato a girare sempre abbastanza bene in una division piuttosto dura e lui ne è divenuto il simbolo, come e più di Antonio Gates, quest'anno quasi completamente oscurato dallo strapotere fisico e tecnico del compagno. Fermare LT sembra impossibile, ma limitarlo può essere l'arma per sconfiggere questi Chargers che, senza il suo talento ai massimi livelli, si troverebbero troppo immersi nelle inesperte mani di Rivers. La chiave della vittoria passa necessariamente da lui, recordman per punti segnati in una sola stagione (180), primato strappato con forza a Paul Hornung (176) e che durava da ben 46 anni. Per Schottenheimer è già  il più grande RB di tutti i tempi, per Reggie Bush (anche lui #5 al college) l'esempio su cui costruire il proprio modo di giocare, per i Chargers il leader offensivo e non solo, per i tifosi una speranza e, forse, anche qualcosa in più.

Il titolo di MVP non gli può sfuggire, sarebbe non solo un errore, ma un'ingiustizia, un furto colossale per un atleta uscito da un ottobre difficile per strapazzare via via ogni avversario e correre otto volte consecutivamente sopra le cento yards (quattro volte sopra le 170). Chi lo fermerà  dovrà  fare i conti con il resto dei Chargers, squadra compatta in difesa e che in altri uomini dell'attacco può trovare il modo di distrarre e colpire gli avversari. Placare però l'ira di un giocatore del genere significa togliere l'anima ad una squadra che sempre di più è scolpita intorno a lui e che, in ogni partita che passa, sembra poter cominciare e finire solo con LaDainian Tomlinson al cento percento.

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