Stephen Jackson è tornato alle vecchie abitudini
Un'immagine di Rick Carlisle che abbracciava Stephen Jackson, dopo che quest'ultmo aveva realizzato il canestro della vittoria su Golden State, era presente nell'articolo della scorsa settimana.
La scorsa notte a Cleveland è successo decisamente il contrario, testimonianza che in una stagione che si preannunciava tranquilla dopo il caso Artest, la verità è che in casa Pacers non esiste la parola serenità .
Stephen Jackson in campo era come se non ci fosse, umiliato in tutti i sensi da Lebron James (che segna 24 dei suoi 27 punti tutti nel primo tempo) tanto da dirigersi verso la panchina, vuoi per il nervosismo e la rabbia, e sedersi. Mancavano 2:46 al termine del secondo quarto e il coach ha ritenuto oppurtuno di mandarlo anticipatamente nello spogliatoio, senza più farlo tornare. Senza storie, Jackson butta la chewing gum e se ne va.
Vorrà dire qualcosa il fatto che non appena uscito lui, la squadra ha realizzato un parziale di 14-4, utile per dare un senso alla partita?
"Un cambio che ritenevo inappropriato, dannoso per la squadra - spiega Carlisle - così ho deciso di cacciarlo via dalla panchina. Spero rimanga un'episodio isolato".
Si è limitato ad un "sono tranquillo" la shooting guard.
Eppure al ritorno a casa dopo 6 trasferte consecutive, Stephen Jackson sembrava avesse finalmente trovato la famosa "right way". Contro gli Orlando Magic era arrivata la sua migliore partita stagionale grazie al season high da 26 punti (coronato da un eccellente 11-17 al tiro) e i 6 assists, partita in cui sembrava veramente indemoniato. Due giorni dopo la conferma contro i Blazers (25 punti e 8-16 dal campo).
Invece il back-to-back (ottavo stagionale per i Pacers) a Cleveland è risultato dannoso per un giocatore discreto cestisticamente, ma spesso presuntuoso dentro e fuori dal campo (Strip Club docet).
Alla fine si ritorna alla mediocrità sul 50% di vittorie, nonostante Jermaine O'Neal più volte abbia detto che questa squadra valga senz'altro di più. Proprio quest'ultimo ha saltato le ultime due gare per un problema al ginocchio, dovrebbe stringere i denti per la prossima gara a Chicago.
Il secondo tempo della gara con i Blazers, dopo aver chiuso il primo sotto di 11 lunghezze è stato significativo per Indiana. Principalmente perchè è arrivata la conferma di un Jamaal Tinsley sempre più al top della carriera; per lui parlano le cifre (20 punti, 8 rimbalzi, 8 assists, 4 rubate e anche 2 stoppate) e la determinazione con la quale ha preso per mano la squadra e condotto al successo in una gara che si stava complicando. "Ho cercato di essere più aggressivo nel secondo tempo - ci spiega JT - e ho provato più penetrazioni e trovato dei buoni tiri"
In secondo luogo da sottolineare un quintetto anomalo, che nel terzo quarto ha ucciso Portland, con Tinsley da point guard, Jasikevicius da guardia e Jackson come ala piccola. Una squadra più veloce e che ha trovato tanti spazi, anche se in difesa l'avanzamento di Al Harrington come power forward lo ha visto in netta difficolta contro Zach Randolph (autore poi a fine gara di un gestaccio contro una parte del pubblico della Conseco Fieldhouse che dice lo insultava). Un quintetto poi provato dal'inizio a Cleveland senza però impressionare.
Sempre in questa sfida, l'infortunio di O'Neal aveva promosso in quintetto base (per la prima volta in questa stagione) Maceo Baston uscito ormai dal dimenticatoio iniziale. "La sua energia e i suoi rimbalzi ci hanno aiutato - lo elogia il coach – E' un giocatore solido e sta entrando con prepotenza nelle mia rotazione". Per l'ex Maccabi Tel-Aviv il minutaggio cresce di partita in partita, nonché le sue qualità emergono, sopratutto quando in campo c'è Sarunas Jasikevicius.
Meno appariscente e forse anche meno importante, il ritorno del centro David Harrison, rimasto fuori 12 gare per infortunio.
Ma a proposito di quintetti base, quello anomalo provato a Cleveland è l'ottavo diverso provato in questa stagione e nella sfida della notte contro i Bulls, qualora Jackson non giocherà , potrebbe esserci il 9°.
Il problema palle perse continua ad essere una costante. I Magic nel primo tempo erano rimasti in partita sopratutto grazie a queste (4 a testa per Jackson e O'Neal), stessa storia contro Portland dove nel primo parziale avevano portato a tanti punti in transizioni.
Darrell Armstrong è stato il più positivo nella disfatta di Cleveland con 13 punti (5-7 dal campo) in 16 minuti di impiego (entrato al posto di Jackson…). Lui come al solito ci mette tanta energia, ma è ovvio che non è lui l'uomo che può condurti alla vittoria nei fatti.
Però Armstrong si esprime sulla situazione della squadra. "Abbiamo giocato sei gare in trasferta, poi due gare veloci in casa e ora si va di nuovo in trasferta. Inoltre abbiamo giocato 8 back-to-back - precisa Armstrong - direi che sono contento considerando tutto di un 11-11, perchè potrebbe essere peggiore".
I fatti dicono che i Pacers fino ad ora hanno giocato 14 gare in trasferta (e nella notte farà la sua 15°) su 22 complessive. Pian piano il numero delle partite casalinghe aumente e questo influenzerà di certo il record, visto che fino ad ora i Pacers hanno perso solamente 2 volte davanti al pubblico amico.
Prossimi appuntamenti: questa notte a Chicago, poi due gare in casa contro Detroit e New York, infine domenica a Salt Lake City per affrontare i sorprendenti Utah Jazz.
Alla prossima.