Troy Smith ha vinto l'Heisman Trophy con il secondo più alto maggior numero di voti di sempre.
E così, è finita come tutti immaginavano.
Troy Smith, il quarterback di Ohio State, ha vinto il premio più famoso per un atleta stelle e strisce, indipendentemente dallo sport praticato; l'Heisman Trophy, il premio per il miglior giocatore della stagione nella NCAA football.
Il 22enne Smith è il sesto giocatore proveniente da Ohio State a vincere il premio ed il primo dalla vittoria del tailback Eddie George nel 1995. Il luogo da dove proviene non è dei più facili: Glenville, Ohio. Lo sport ha salvato Troy dai guai: alla Martin Luther King Junior High ha giocato a calcio, tennis, basketball ed ha fatto atletica. Ha giocato a football nella Cleveland Muni League.
“Mi guardo indietro e vedo i ragazzi con i quali sono cresciuto”, ha detto Smith, “alcuni di loro sono in prigione, altri sono passati a miglior vita.”
Anche all'università , dal punto di vista sportivo, la sua carriera non è stata facile, inizialmente.
Ha accettato la scholarship del 2002 recruiting ed è stato classificato come “atleta” dalla scuola; cioè da giocatore che non si sapeva ancora in che ruolo collocare. Smith ha speso la sua prima stagione come redshirt e la seconda come giocatore da special teams, con qualche apparizione come running back. Poi è passato, finalmente, al ruolo di quarterback.
Smith è stato la riserva di Justin Zwick per 7 partite nel 2003; poi, un infortunio di Zwick ha dato a Smith la possibilità di mostrare il suo valore. Contro Michigan, sempre in quel 2003, ha corso per 145 yards e lanciato un touchdown da 68 yard. Arrivarono poi le due gare di sospensione per aver violato le regole della NCAA in merito agli incentivi, squalifica che tenne Smith fuori dall'Alamo Bowl del 2004 e dalla prima partita della stagione 2005. Ora la riscossa, con la vittoria dell'Heisman.
Troy Smith è uno dei vincitori che più è andato vicino all'unanimità in 71 anni di storia del premio, ricevendo l'86.7% dei voti, una percentuale fra le più alte di sempre, la seconda di sempre, per essere precisi. Anche i suoi “avversari” si sono inchinati allo strapotere di Smith.
“Anche io avrei votato per Troy”, ha detto Brady Quinn da Notre Dame, “penso che abbia fatto un grande lavoro tutta la stagione, non facendosi schiacciare dalla pressione e portando la sua squadra alla finale nazionale con pieno merito.” Una volta considerato più per la sua velocità ed elusività , Smith è diventato un provato pocket-passer, risultando quarto nella nazione in passer rating (167.9) con 2,507 yards e 30 TD passes all'attivo. Prima della prossima finale del BCS contro Florida, il suo record è di 25-2 come starter.
Primo quarterback di Ohio State in 70 anni a guidare i Buckeyes a 3 vittorie consecutive su Michigan, Smith ha 1,051 yards totali con 3 TD passes ed un altro TD corso contro gli "odiatissimi" Wolverines ed è 11-1 come starter contro avversari della Top 25 della BCS. Ora per lui ci sarà la prova più dura, dimostrare di essere adatto anche alla NFL, cosa che non sempre è successa per i quarterbacks che hanno vinto l'Heisman (basti citare i nomi di Danny Wuerfell, Chris Weinke, Eric Crouch, Gino Torretta…)
Alla domanda di un giornalista su che cosa pensa di fare se la carriera NFL non dovesse andare bene, Smith ha risposto: “Tornerò nell'area di Cleveland-Glenville e cercherò di renderla un posto migliore”.
Proprio Brady Quinn, terzo quest'anno dopo il secondo posto del 2005 nella corsa all'Heisman, appare favorito per essere il primo giocatore chiamato nel draft del 2007 ed è molto più considerato dagli scout nei ranking del prossimo draft, non solo come QB ma come ottimo prospetto in senso assoluto.
La taglia ed il sistema sono a vantaggio di Quinn; lui è 6-4 ed ha giocato per coach Charlie Weis, un genio del football, con praticamente lo stesso sistema di attacco utilizzato da Tom Brady.
In due stagioni con Weis, Quinn ha lanciato per 7,197 yards e 67 touchdowns con 7 intercetti per un 64% di completi. Smith è invece un 6-1, taglia non ideale per un pro, ed il suo gioco non è necessariamente adatto a quello della NFL, soprattutto lo è in maniera inferiore rispetto a quello di Quinn. Il fatto che possa ricordare giocatori come Vince Young senza averne lo stesso fisico e le stesse potenzialità rendono Smith un'arma letale per il college ma un rischio infinitamente alto per la NFL, a meno che, il ragazzo venuto dalla strada, non continui a migliorare.