Il meglio e il peggio dell’NBA

Nash e Iverson, protagonisti della settimana per motivi differenti.

Quella appena trascorsa è stata una settimana “di trasferimento” nell'NBA: poche gare di cartello, nessuna grande novità  in vetta alle classifiche.
Ne consegue inevitabilmente che anche le notizie di rilievo sono poche: tutto gira attorno alla straordinaria sfida tra Nets e Suns, e sulle voci di trade riguardanti Allen Iverson.

PROMOSSI

LA PARTITA PERFETTA
Della splendida sfida tra Nets e Suns abbiamo già  parlato nelle news del giorno immediatamente successivo, ma vale la pena di ritornare in argomento, perché, come dice D'Antoni, se guardiamo la rubrica “NBA Classic Games” quella probabilmente è già  lì.

161 a 157 Suns dopo un doppio overtime, 318 punti complessivi (buono per la quarta posizione assoluta tra le gare a più alto punteggio della storia), 224 tiri, 34 sorpassi nel punteggio (di cui 17 nel solo quarto periodo), 21 volte in parità .

Kidd, con la 78esima tripla-doppia in carriera, raggiunge Chamberlain al terzo posto assoluto nella speciale classifica (i primi due posti, irraggiungibili, spettano a Oscar Robertson e Magic): e non è un “semplice” 15+10+10, con 38-14-14 è la tripla doppia ottenuta con le cifre complessivamente più ricche dai tempi proprio di Wilt the Stilt.

Nash (che nella stessa sfida l'anno scorso aveva messo a referto una delle rarissime gare da zero punti nella sua carriera) 42+13 assists, Shawn Marion 49 minuti e 33 punti, Vince Carter 31 e 9 assist, Boris Diaw 16 punti e 14 assist. 17/31 da tre per i Suns, 10/21 per i Nets, 80 assist complessivi a fronte di sole 29 palle perse.

Una partita in cui gli attacchi hanno, ovviamente, dominato, ma in cui si sono viste anche grandissime giocate difensive (più individuali che di squadra) e spunti tattici di notevole interesse:

Amare non è ancora (e forse non sarà  più) quello di due anni fa, ma rimane comunque un lungo che sposta in questa lega. I Suns, però, giocano meglio senza di lui, potendosi permettere il lusso di schierare Diaw come 5 atipico e attaccare il canestro con l'attacco “cinque fuori” e correre, anzi sprintare, per tutta la partita.

I Nets, dal canto loro, hanno un solido giocatore di post basso come Krstic, ma danno il meglio con un lungo più mobile (Moore o Collins) ed il doppio play Kidd-Williams affiancati dai due “slasher” Jefferson e Vincecredible: un quintetto potenzialmente irresistibile in attacco, che potrebbe fare letteralmente strage degli avversari nella Eastern conference (in cui molte squadre fanno una fatica tremenda a segnare con continuità , e non hanno gli uomini per giocare un basket di corsa contro quei quattro lì), ma che nasconde un paio di problemini intrinseci: innanzitutto la difesa di squadra, che in un quintetto con Vince Carter è un problema sempre e comunque, ma che con questa strutturazione si fa ancora più seria: avete presente il mancato aiuto su Kidd, abusato in avvicinamento a canestro da Diaw nella giocata decisiva?

Ma soprattutto pare che ci siano problemi di natura personale in questo quintetto, visto che Marcus Williams e Vincecredible semplicemente non si possono vedere: se ci fate caso, nelle azioni in cui Marcus porta palla Vince non la vede mai, ma proprio mai.

A proposito di “Half man-Half Amazing”: splendida la sua gara contro i Suns e molto positiva la sua stagione nel complesso… ma non faceva meglio a stare zitto anziché confessare che, quando ha fatto fallo su Diaw a 4 minuti dalla fine del quarto periodo, pensava di averne quattro a carico, e non cinque?

E inoltre, sono anni che noi europei sbuffiamo increduli e un po' indignati quando una squadra NBA, sopra di tre a pochi secondi dalla fine, gioca per difendere sul tiro da tre anziché mandare gli avversari in lunetta, e finalmente qualcuno lo ha fatto… ma perché fare il fallo immediatamente, senza “mangiare” nemmeno un decimo sul cronometro (lasciando quindi altri due possessi nella partita), anziché lasciare quantomeno ricevere il giocatore e portargli via un paio di secondi mentre palleggia?

KEVIN GARNETT
In settimana 24+12 contro Houston, 31+14 contro Utah, 18+11, 8 assist e 4 palle rubate contro i “suoi” Bulls, e 3 stoppate in ciascuna di queste partite. Ha letteralmente umiliato Ben Wallace, Boozer (tenuto ad 8 punti con 5/13 dal campo) e persino Ming (14+8), e i Wolves volano con 4 W consecutive.

Non più tardi di una decina di giorni fa sembrava che un suo addio al Minnesota fosse imminente, e invece ora c'è il rischio che proprio i Wolves siano dalla parte giusta di una “blockbuster trade” per affiancargli nientemeno che Allen Iverson.
Basta poco, in questa lega, per far girare il vento.

YAKHOUBA DIAWARA
Nel periodo di forma smagliante dei Nuggets c'è un segreto di pulcinella, un “segreto” offensivo eclatante e spumeggiante, e che quindi tanto segreto non è: il rendimento di JR Smith, che aggiunge una dimensione perimetrale al loro gioco (di recente 7 triple nel solo primo tempo) e forma un devastante “one-two punch” con Carmelo.

A ben vedere, però, c'è anche un vero segreto, di cui nessuno parla e che non è per nulla appariscente: è la presenza del francese Diawara, undrafted free agent che dopo 14 partite a bologna con oltre il 60% dal campo e da tre punti è stato riscoperto sulle montagne del Colorado, guadagnandosi un biennale garantito come eccellente specialista difensivo, ed il cui minutaggio si attesta ormai saldamente tra i 20' e i 25' a partita, in aumento.
Tenetelo d'occhio.

RIMANDATI

NO MORE “AI” LOVE YOU
Sono 11 anni che i destini e le fortune dei Sixers e di Allen Iverson sono un tutt'uno, e fa una notevole impressione vedere che il rapporto tra un giocatore così rappresentativo, così visceralmente legato ad una squadra ed una città , ci sta crollando davanti agli occhi.

Iverson, dopo alcune esternazioni che non sono piaciute ai dirigenti, è stato messo fuori squadra, e pare proprio che una sua cessione sia questione di giorni, se non proprio di ore; vedere questa situazione degenerata così all'improvviso lascia una sensazione strana, di tristezza ma anche di sbigottimento, di incredulità : è un po' come quando una coppia di amici che stavano insieme da tempo si rompe senza preavviso.

Lasciando da parte le questioni sentimentali, da un punto di vista tecnico cosa ci dobbiamo aspettare?

Allen I non è più un ragazzino, ha 31 anni ed è logorato da una carriera decennale giocata sempre a mille all'ora e prendendo contatti brutali contro gente molto più grossa di lui; in più si porta con sè un ingombrante bagaglio rappresentato da un carattere particolarissimo, da una cronica idiosincrasia a qualsiasi concetto di basket ragionato, e soprattutto da un contratto che dice 18 milioni quest'anno, 20 il prossimo e 22 il successivo.

Insomma, il suo acquisto è “per molti ma non per tutti”: sulla carta chiunque vorrebbe un giocatore in grado di mettere a ferro e fuoco qualsiasi difesa, ma in realtà  squadre che stiano andando già  bene o che abbiano una solida impostazione di gioco farebbero bene a starne alla larga, perché i possibili rischi superano i benefici.

I grandi favoriti sono i Wolves, che hanno giocatori interessanti da offrire a Phila, e l'incentivo di una clamorosa accoppiata con KG per ingolosire il giocatore: l'ideale sarebbe far rientrare nella trade anche Mike James, che a Minneapolis non ingrana, ma non potrà  essere ceduto prima del 15 Dicembre, e non è detto che i Sixers siano disposti ad attendere così a lungo.

Ci sono i Celtics, che hanno parecchi giovani interessanti da offrire: ma un personaggio alla Iverson sembra piuttosto fuori posto in un contesto di tradizione, stile e sobrietà  come quello biancoverde, e orchestrare una trade contrattualmente valida non sembra semplicissimo, perché Boston ha tre contratti pesanti (PP e Szczerbiack, incedibili, più Ratliff) e tanti contratti piccoli. Inoltre pare difficile che i Sixers possano essere contenti di cedere Allen I all'interno della loro stessa conference, figuriamoci della division: avete presente cosa potrebbe fare ai Sixers incontrandoli in una ipotetica serie di playoffs?

Cuban e i Mavs non si possono mai escludere da nessuna ipotesi di trade, così come i Knicks, ma per Dallas sinceramente sarebbe folle stravolgere per l'ennesima volta il roster, proprio ora che bene o male si sa che questa è una squadra da titolo.

New York metterebbe sul piatto il più grande palcoscenico del mondo, tanti giovani e un numero di contratti enorme, in grado di far funzionare qualsiasi scambio; inoltre una guardia undersize, anarchica, refrattaria alla difesa e al gioco ragionato può spaventare chiunque, ma non certo una squadra che è già  abituata ad avere a roster parecchi giocatori di questo tipo! Francis + un paio di giovani potrebbe aver senso per entrambe le squadre e per tutti i giocatori coinvolti, ma poi con un backcourt Marbury-Iverson ci vuole uno psichiatra in campo e uno in panca accanto a Thomas.

Atlanta è interessata, e ha salari e giocatori per far quadrare i conti e ingolosire Phila, ma non si vede perché Iverson dovrebbe essere interessato ad Atlanta; a Seattle c'è un Rashard Lewis in vendita al miglior offerente, e per Phila sarebbe un tassello ideale; Denver lo vorrebbe a tutti i costi, ma non ha molto da offrire rispetto ad altre squadre; i Suns hanno tre prime scelte, ma vale per loro il discorso già  fatto per i Mavs… va detto che un backcourt Nash-Iverson manovrato da D'Antoni è un pensiero talmente stupendo da sembrare quasi blasfemo.

Rimane una suggestiva ipotesi: Golden State. Tra tutte le possibili destinazioni di AI è quella con più talento, e forse l'unica, con Minnie, che potrebbe permettergli quantomeno un pensierino al titolo NBA nel breve termine. Ha tantissimi giocatori di talento da offrire, svariati contrattoni (Murphy, Foyle, Dunleavy) per far quadrare i conti, uno stile di gioco che sembra fatto apposta per AI.

Staremo a vedere.

YAO MING
Nell'ultima partita contro i Wizards senza lunghi, decimati dagli infortuni, ha messo a segno una prestazione monstre da 38 punti, 11 rimbalzi, 6 stoppate, 13/19 dal campo.
Nelle due gare precedenti, però, solo 14+8 contro Minnie e 21+6 contro i morbidissimi Bobcats (e 13/35 complessivo in queste due gare).

Dopo un inizio di stagione straordinario sembra aver leggermente rallentato (5 gare di seguito senza prendere 10 rimbalzi): i Rockets non ne stanno risentendo più di tanto, ma da qui a Natale c'è una striscia durissima di partite, e il suo apporto dovrà  essere quello di inizio stagione, non il più recente.

GILBERT ARENAS
Nelle ultime partite è stato straordinario (rispettivamente 38, 38, 32 e 41 punti), guidando i suoi a 3 W su 4 incontri: un rendimento del genere però non può che fare aumentare i rimpianti per tutte quelle gare giocate in modo indolente, difendendo poco e male, sparacchiando a canestro senza criterio.

E' il miglior simbolo di una squadra che l'anno scorso ha meritato il quinto posto nella Eastern e gli onori della cronaca, che avrebbe il talento per replicare quella prestazione, ma che vegeta nei bassifondi della classifica per colpa della propria indolenza.

BOCCIATI

IL NUOVO PALLONE
E' già  da qualche settimana che si parla dell'avversione dei giocatori per un pallone che, come dice Gregg Popovich, “è come i cavolini di Bruxelles: non piace a nessuno”.

Il materiale plastico da cui è composto è troppo ruvido, abrasivo, rovina i sensibili polpastrelli degli artisti del parquet e tende a restargli “incollato” alle dita, inducendo a lussazioni e movimenti innaturali.

Dopo una massiccia carrellata di giocatori e allenatori che ne hanno detto peste e corna (stelle e peones, giocatori e tecnici, da Shaq a Phil Jackson), la novità  della settimana è il mea culpa di David Stern, che non è propriamente noto per essere un tipo che torna volentieri sulle proprie decisioni.

Il commissioner ha ammesso di non essere lui stesso entusiasta del gingillo, e che probabilmente “è stato commesso un errore”: la Spalding è stata incaricata di ricominciare da capo gli studi sull'arancia, in modo da introdurne al più presto una nuova versione, oppure abbandonarla del tutto.

Sicuramente non agevola l'immagine della lega il fatto che Mark Jackson abbia rivelato che il parere positivo all'utilizzo del nuovo pallone è stato dato da un “consiglio di saggi” composto da lui, Steve Kerr, Reggie Miller e la sorella Cheryl, che l'hanno provata “su strada” al Madison Square Garden… per un'ora!

TROY MURPHY
Nelle ultime stagioni si era affermato come solidissimo protagonista per i Warriors, meritandosi un sontuoso pluriennale da una decina di milioni di dollari a stagione, e all'epoca non sembrava nemmeno una cattiva idea.

Quest'anno è stato rallentato da alcuni infortuni, ma il suo rendimento è di gran lunga insoddisfacente: le sue medie sono crollate, e nelle ultime tre gare 1 punto e 1 rimbalzo contro gli Spurs, 8 e 3 contro Houston, 5 e 5 contro New Orleans.

Il quadro è ulteriormente aggravato dal fatto che il suo posto non è per niente al sicuro, visto che alle sue spalle fioriscono giovani virgulti più talentuosi, più motivati e molto, molto più economici per le casse della squadra (Biedrins su tutti): si dice che Mullin sia già  pronto ad impacchettarlo e spedirlo altrove… chissà , forse proprio in una trade per Allen Iverson?

STEPHEN JACKSON
Il talentuoso esterno è sempre stato problematico, in campo (difensivamente è sempre stato un problema, e tatticamente è difficile da inquadrare in un contesto di gioco ragionato e coerente) e fuori (è ancora in attesa di giudizio per aver sparato con un'arma da fuoco in un parcheggio fuori da un locale notturno durante la preseason).
Dopo una prima parte di stagione tutto sommato deludente (mai sopra i 18 punti, i 5 rimbalzi o i 5 assist) ultimamente sembrava aver finalmente cambiato registro: 26+6 assist contro Orlando, 25+5+5 contro Portland ad inizio settimana.

Non ci ha messo molto, però, per rovinare tutto: nella sfida contro Cleveland LeBron lo porta a scuola (24 nel primo tempo), lui non rispetta le consegne, Carlisle lo sbatte immediatamente in panca, scoppia un alterco violento e il giocatore viene cacciato negli spogliatoi. Marca male…

Fletcher's POWER RANKING

30. Boston Celtics -
Perdono male con i Grizzlies, perdono peggio con i Suns che pure erano stanchissimi dopo la maratona nel New Jersey.
Kendrick Perkins dice “in questa squadra ci sono troppi capi e pochi indiani”, ma non è solo questo il problema.

29. Memphis Grizzlies -
Gay regala la vittoria contro i Celtics, ma stavano per buttare via anche quella, dopo una partita condotta a lungo.

28. Philadelphia 76ers -
Arrivano sconfitte in serie, Iverson chiede di essere ceduto e viene messo fuori squadra: sembra la fine di un'era.

27. Charlotte Bobcats -
Buona vittoria contro i Pistons, ma Morrison sembra aver impattato il rookie wall.

26. New York Knicks -
Rimangono vittime di una difesa ancora scandalosa, la peggiore della lega con i Celtics, ma Curry continua a convincere.

25. Portland Trail Blazers -
7 sconfitte nelle ultime 8 partite, sembrano aver già  tirato i remi in barca

24. Toronto Raptors -
Mostrano qualche segno di miglioramento, battendo Knicks e Celtics e restando in partita con Cleveland e Chicago.

23. Washington Wizards -
Approfittano di un calendario risibile per tirare su la testa, e si tolgono anche lo sfizio di battere i Mavs: ma adesso arriva una durissima serie di 7 gare ad Ovest contro squadre tutte ampiamente sopra il 50%.

22. Milwaukee Bucks -
Continuano a stringere i denti, e sono ad un sospiro dall'ottavo posto ad Est.

21. Atlanta Hawks -
3W e 3L nelle ultime gare, il sogno playoffs continua.

20. Miami Heat -
Anche loro 3W e 3L nelle ultime sei: continuano a giocare come se ai campioni fosse tutto dovuto, ma prima o poi devono svegliarsi.

19. New Jersey Nets -
Si sapeva che affrontare in rapida successione Mavs e Suns era al di sopra delle loro possibilità : la prima sfida è stata un massacro, la seconda, almeno, un grande spettacolo.

18. Sacramento Kings -
Sono arrivati a 5 sconfitte in fila, e improvvisamente si ritrovano in fondo alla Pacific.

17. Los Angeles Clippers -
Attualmente sono fuori dalle magnifiche 8, anche se di poco, e il calendario continua ad essere duretto: contro le squadre dell'Est sono imbattute, ma purtroppo stanno ad Ovest!
Sono riusciti a sfatare il tabù dell'essere l'ultima squadra NBA a non aver mai vinto in trasferta.

16. Seattle Supersonics -
Con un record di 9-11 sono solo la quartultima squadra dell'Ovest, ma si lasciano alle spalle un calendario difficilissimo: ora la strada si fa molto più agevole, e potrebbero rimontare rapidamente.

15. Indiana Pacers -
Non incantano e sono molto discontinui, ma continuano a mantenersi al di sopra del 50% di vittorie, e ad Est questo significa playoffs comodi.

14. New Orleans/Oklahoma City Hornets -
Sette sconfitte nelle ultime 8 gare, ma continuano a lottare e a tenere stretto l'ottavo posto ad Ovest.

13. Minnesota Timberwolves -
3 vittorie convincenti nell'ultima settimana, battendo squadre quotate come Rockets e Jazz. Se arriva Allen I, qua iniziamo a divertirci sul serio.

12. Cleveland Cavs -
Anche loro a corrente alternata, 3 W e 3L nelle ultime 6: LeBron sta facendo gli straordinari, ha trovato una spalla inattesa nel rookie Gibson, ma Hughes si rivela sempre più indispensabile.

11. Chicago Bulls -
Sono arrivati a 7 W consecutive, ma sei di queste erano squadre dell'Est ampiamente sotto al 50% di vittorie. La prossima settimana presenta test più probanti.

10. Golden State Warriors -
Genio e sregolatezza: 4 sconfitte in fila, ma restano comunque a mezza partita di distanza dalla zona playoffs.

9. Houston Rockets -
Yao sembra aver rallentato un pochino, e tutta la squadra ne risente: solo una volta sopra i 100 punti nelle ultime 10.
Hanno il terzo record dell'Ovest (a parimerito con altre), ma non sembrano irresistibili.

8. Detroit Pistons -
La squadra più indecifrabile della lega: due sconfitte consecutive contro Bobcats e Wizards, inaccettabili per una squadra che punta al titolo, seguite da due vittorie consecutive e convincenti contro Mavs e Magic, le due squadre più in forma della lega.
Quali sono i veri Pistons?

7. Denver Nuggets -
Stanno andando fortissimo, ed ora li attendono 5 gare consecutive contro formazioni dell'Est: potrebbero dare un bello scrollone alla loro stagione.

6. Orlando Magic -
Tre sconfitte nelle ultime cinque gare: non sono abituati alla pressione che incombe su chi sta in testa alla Conference.

5. Los Angeles Lakers -
E' arrivato il momento della verità : San Antonio-Houston-Dallas-Houston, un ciclo che dirà  qualcosa di più sul vero valore di questi Lakers. E per di più lo affronteranno senza Kobe o con un Kobe molto limitato dall'infortunio alla caviglia.

4. Phoenix Suns -
9W in fila, e improvvisamente sembrano di nuovo una contender. Il calendario continua ad essere agevole fino a Natale, quindi potrebbero salire ancora.

3. Dallas Mavericks -
Dopo la cavalcata trionfale da 12W consecutive tirano un po' il fiato, e incappano in due inattese sconfitte in tre giorni contro Wizards e Pistons.

2. Utah Jazz -
Manca una sola vittoria a Jerry Sloan per entrare nel ristrettissimo club delle mille W, ma sembrano leggermente in affanno.

1. San Antonio Spurs -
Quattro solide vittorie in fila per riaffermarsi in vetta alla lega.

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