Niente panico

In attesa del rinnovo del contratto, coach Dunleavy ha altri problemi da risolvere

La rapina delle iene di Tarantino non va come previsto ed i sopravvissuti, giunti al magazzino prestabilito, si interrogano su cosa sia andato storto, come e perché.
Anche per i Clippers la stagione era iniziata bene, ma dopo sei sconfitte in sette partite, è venuto il momento di capire cosa non sta funzionando.

Risultati negativi, frustrazione che in alcune partite si traduce in nervosismo e confusione. Ora i Clippers sono in quel magazzino e naturalmente tocca a Cassell fare il Mr. White di turno…

I need you cool. Are you cool?

I danni del derby

Da Kaman che stenta a trovare la forma a Brand stanco per un'estate senza pause, da Maggette sempre nominato per possibili rumors a coach Dunleavy distratto dalle trattative per il rinnovo del contratto. Di potenziali scuse e giustificazioni ce ne sono a bizzeffe, senza dimenticare la pressione che ora grava su una squadra che non è mai stata abituata ad essere considerata nell'élite della Lega.

Tuttavia l'inizio dei guai ha una data precisa, quel 22 novembre in cui i Lakers vincono il primo derby dell'anno. Dopo quel match sono arrivate altre cinque sconfitte nelle successive sei gare, ultima delle quali di nuovo contro i gialloviola.

Le parole di Sam Cassell forniscono un ulteriore chiave di lettura del momento no del team. “Perdere contro i Lakers ci ha tolto qualcosa. Non avrebbe dovuto privarci di nulla, ma evidentemente l'ha fatto.

Sicurezza. Fiducia nei propri mezzi. Quella che Cassell ha cercato di imprimere nella testa dei compagni di squadra dal giorno del suo arrivo in California. Dopo essere stati ad un passo dalla finale di Conference, le ambizioni dei Clippers dovevano passare dal confronto con San Antonio, Phoenix e Dallas, mentre ora non possono neppure contare sulla supremazia cittadina.

Certo è che i Lakers quest'anno sono ben altra cosa, per non parlare dei Jazz, dei Nuggets, persino degli Warriors. Ad Ovest la concorrenza è cresciuta e prima di fare strada nei playoff bisogna pensare a conquistarsela, la post season.

La difesa, amnesie a parte, è efficace: stoppate e controllo dei tabelloni sono elementi già  noti, inoltre quest'anno ci sono miglioramenti anche per quanto concerne la pressione sul perimetro (il difetto dello scorso anno) e le palle rubate, principalmente grazie all'ottimo Quinton Ross.

La fase offensiva è invece più preoccupante. Brand lo scorso anno segnava oltre 24 punti a gara, con il 57% dal campo, ora le statistiche dicono 18 ppg con il 51% di realizzazioni. Soprattutto lo scorso anno si prendeva oltre 18 tiri a partita, contro gli attuali 13 e mezzo.

Quando finalmente Brand tornerà  ad essere servito con la continuità  dello scorso anno, potremmo valutare la qualità  del gioco offensivo dei Clippers. Per ora si vedono poche idee, cattive percentuali di tiro e troppe palle perse.

La settimana

W 8 – L 8, ultimi nella Pacific, decimi nella Western.

W 116-91 vs. Orlando Magic
L 88-97 vs. Los Angeles Lakers
W 105-90 vs. Memphis Grizzlies
L 80-93 @ Sacramento Kings

La settimana inizia con la quinta sconfitta consecutiva. A Sacramento i Clippers non vincono da 9 anni mentre il record di Dunleavy in questi 4 anni alla corte di Sterling recita 0-13 contro i Kings.

“È difficile vincere quando tiri con il 30%”, il commento di coach Dunleavy. Senza Kaman e con Cassell a mezzo servizio, solo Livingston esce a testa alta dall'Arco Arena: per lui season high da 20 punti con 10/16 dal campo. I suoi compagni falliscono 62 dei restanti 82 tiri.

Il ritorno allo Staples Center è coinciso con il ritorno alla vittoria. Avversari, però, i non irresistibili Grizzlies. Bene Mobley (24 punti e alcuni esaltanti buzzer-beater) e soprattutto Ross (5 steals, 11 punti con 4/4 al tiro).

Il secondo derby della stagione è nominalmente in casa dei Clippers, ma è grazie ai supporters dei Lakers che Sterling può sfregarsi le mani per il primo tutto esaurito.

Kobe è reduce dai 52 punti con cui ha steso i Jazz e ci si preoccupa di come contenerlo. Si decide per una rotazione a tre: Ross, Livingston e Maggette. Fanno un discreto lavoro, limitandolo per quanto possibile. Livingston in particolare rifila due sorprendenti stoppate alla star con il numero 24.

Grande sorpresa per il rientro dell'acciaccato Kaman, che finisce con 8 punti e 12 rimbalzi: ad eccezione del primo disastroso minuto sul parquet, una partita davvero incoraggiante la sua.

Per il resto una serata da dimenticare. Brand, davvero anonimo, pareva nascondersi in campo. Finché Cassell e Mobley hanno trovato il canestro la partita è rimasta aperta, ma anche loro sono calati alla distanza. Le 18 palle perse dalla squadra sono state trasformate in 28 punti dai lacustri. Aggiungiamo la beffa dell'ottimo impatto di un fin qui abulico Radmanovic e il gioco è fatto.

Ultimo quarto davvero indecoroso con i gialloviola che se la ridono ed i Clippers decisamente nervosi e fallosi. Il primo derby non era così importante, i Clippers questa volta volevano riscattarsi, ma il gap attuale tra le due squadre è risultato ancora più evidente. Altro contraccolpo emotivo?

Macché! Questa volta il derby ha fatto bene. Il giorno seguente allo Staples Center arriva la migliore squadra ad Est: gli Orlando Magic. La franchigia della Florida vantava sei vittorie consecutive, di cui 4 on the road, prima di capitare a Los Angeles.

Qui ha trovato dei motivatissimi Clippers che hanno giocato la miglior partita dell'anno, la prima davvero esaltante. Una vittoria di 25 punti, il maggior margine vincente per i Clippers, il peggiore per i Magic.

Keyon Dooling sintetizza la partita commentando “ci hanno superato in ogni aspetto del gioco.” Più accurata l'analisi della sconfitta da parte di coach Hill:

Brand ci stava facendo così male che abbiamo dovuto iniziare a raddoppiarlo. Potevamo scegliere di che morte morire, se lasciarlo segnare in post, o se permettergli di passare la palla ai compagni liberi sul perimetro. Hanno messo dentro un sacco di tiri dal perimetro quando abbiamo provato a raddoppiarlo. Siamo rientrati in campo determinati nel terzo quarto ed abbiamo giocato con maggiore intensità , ma loro continuavano a metterla dentro…”

Riecco Elton Brand! Primo terminale offensivo della squadra fallisce solo 2 dei 14 tentativi dal campo, chiudendo con 31 punti. Altri 4 giocatori in doppia cifra per punti, compreso Tim Thomas (20) che, dopo un periodo di prestazioni davvero infime, ritorna protagonista e mette a segno 5 triple su 7 tentativi dalla lunga distanza. Per Cassell e Livingston rispettivamente 9 e 10 assist.

Riecco i Clippers! 60% dal campo, 82% al tiro libero per 23 punti dalla lunetta.
Solo 11 turnovers e Dwight Howard tenuto a 7 rimbalzi.

“Abbiamo fatto un gran lavoro questa sera, penso che sia la prima buona partita che facciamo quest'anno”, è il giudizio sincero di Kaman

Ovviamente anche coach Dunleavy al termine del match è molto soddisfatto: “Abbiamo fatto girare bene la palla, abbiamo eseguito bene i giochi. I tiri sono entrati e questo ci ha permesso di essere pronti in difesa. Possiamo costruire qualcosa da questa gara, ripartire da qui con fiducia.”

Una prova d'orgoglio in un momento difficile, anche psicologicamente. Finalmente una vittoria ottenuta giocando bene, contro un'avversaria a dir poco temibile. Potrebbe iniziare qui la stagione dei Clippers.

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