Indiana sotto il 50%

Uno dei pochi sorrisi in casa Pacers

Quando l'ultimo tiro è l'elemento decisivo di una gara, molto dipende dal Dio del basket. Stephen Jackson che nella vittoria esterna su Golden State è stato l'autore della tripla finale per il successo dei Pacers 108-106, ha ricevuto palla piedi per terra da un passaggio involontario di Baron Davis che si è era buttato a rimbalzo dopo un tentativo dalla lunga di Granger. E' stato fortunato. Ma per i Pacers sembra che a volte essere aiutati dalla fortuna, sia quasi una colpa, un debito da risanare subito.

Prontamente nella gara successiva è un canestro di Luke Ridnour a regalare il successo dei Sonics, un attimo dopo che O'Neal avevamo impattato la gara.
I Pacers negli ultimi anni non sono proprio stati assistiti da quel famoso Dio.

Per Indiana è stato un tour di 6 trasferte consecutive, 5 di queste nella costa Ovest. 9000 miglia in tutto, partendo dalla prima di Toronto, seguendo Portland, Oakland in California, Seattle, Denver e infine Los Angeles.

Alla fine i Pacers escono con un record negativo (2-4) da questo tour che O'Neal ha definito il più duro della sua carriera.

Eppure ad ovest il team di Carlisle ha iniziato con due vittorie. Una di queste a Portland dove la squadra ha condotto dall'inizio e alla fine ha meritato. Come detto in apertura il back-to-back in California è stato anch'esso positivo. "Abbiamo giocato con tanta intensità  e velocità  - ha detto a fine gara il coach - e abbiamo preso infine la giusta strada per arrivare alla vittoria, inoltre sono molto contento per Stephen (Jackson, ndr) visto che ultimamente stavamo lavorando sul suo tiro".

Poi è seguita la gara equilibrata di Seattle, decisa dal canestro in corsa di Ridnour. Un match contraddistinto dal pressing a tutto campo dei Sonics a tutto campo nel secondo quarto, causa di una serie di palle perse consecutive da parte di Indiana, ad un tratto incapace di passare la metà  campo. In quella situazione è mancato un giocatore in grado di calmare la situazione.

Nuggets e Lakers sono state solo delle formalità  (in negativo). Si sapeva che i Pacers soffrono più del normale i grandi attaccanti della lega, forse perchè manca uno specialista difensivo. Era successo con Gilbert Arenas (40 punti) e con Paul Pierce (32 punti), la conferma è arrivata dal miglior scorer della lega, ovvero Carmelo Antonhy, autore di 38 punti in scioltezza. Contro i Lakers non è stato neanche necessaria una super gara di Kobe Bryant, visto che i Pacers in questo ultimo epilogo, sono sembati esausti.

Tra le cose positive in queste trasferte, mettiamo sicuramente il miglioramento degli inzi di gara, avvenuto con il nuovo quintetto base: Jackson ritorna in shooting guard e Jeff Foster (contro Denver raggiunto il career high in rimbalzi a quota 18) a fare il centro con Danny Granger che parte dalla panchina.
I primi quarti però si son semrpre conclusi in svantaggio, ma non ci sono più montagne russe da scalare (15-16 punti di scarto) ma bensì piccoli deficit recuperabili in poche azioni.

Un giocatore che continua a giocare ad alti livelli è sicuramente Al Harrington. Sicuramente eravamo già  a conoscenza della sua esplosività , della sua grinta (vederlo correre come un matto e lanciarsi come un leone a rimbalzo è una conferma di come lui ci tenga a questa maglia) e talento. Ma mai come ora ci aveva impressionato col suo tiro da 3 punti (15-23 nelle ultime 4 gare), da anni il suo tallone di achille. La punta dell'iceberg è facilmente individuabile nella partita di Seattle, dove su 7 tentativi Big Al è andato a segno 5 volte. Ovviamente questo non fa altro che incrementare un patrimonio offensivo già  ricco.

Il suo compagno Danny Granger sembri giochi alterno con la sua nuova dimensione partendo dalla panchina. Nelle gare "dispari" per lui 18 punti di media, mentre in quelle "pari" appena 5. Ma ci sta per un giocatore giovane.

Nella sfortunata gara di Los Angeles, il migliore è risultato Maceo Baston con 10 punti (season high), entrato finalmente nella rotazione di Carlisle. Nelle gare precedenti aveva realizzato appena due canestri, pochi ma spettacolari ricordando il glorioso Maccabi Tel-Aviv. Sì perchè il primo arriva da un alley-oop su passaggio di Jasikevicius, il secondo su una transizione dove inchioda una schiacciata terribile.
Baston sembra comunque avere qualche problemino in difesa, visti i falli, ma è questione di tempo. La sua verticalità  sarà  importante per questi Pacers.

Continua il momento magico di Jamaal Tinsley, seempre più terminale offensivo fondamentale di questa squadra, nonché regista equilibrato.

Chi si ricorda di Shawne Williams, il rookie? Alzi la mano chi non lo aveva dimenticato.
Il prodotto di Memphis continua a lavorare per migliorarsi ed essere pronto per un eventuale chiamata, dopo aver conosciuto solo la injured list.
"Continua a lavorare - dice Carlisle su di lui - il suo approccio è diventato buono e i veterani della squadra lo aiutano molto. Non so quando possa arrivare il suo momento".
Per lui si parla però anche della lega di sviluppo. "Se loro mi mandano in D-League vuol dire che credono che io debba ancora crescere". Commenta il diretto interessato.
Fino ad ora però lo abbiamo visto solo dietro la panchina ad incitare la squadra.

Fortunatamente ora si ritorna a casa. Due gare consecutive alla Conseco Fieldhouse, rispettivamente mercoledì contro i Magic e venerdì la rivincita contro i Blazers. Poi trasferta a Cleveland per affrontare Lebron James e compagni.

Obbligatorio vincerne almeno due per togliersi di dosso questo record negativo.

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