New York spera di risalire affidandosi al suo centro in ascesa
Il mito del Madison Square Garden va sfatato; ed una rara vittoria contro i Memphis Grizzlies può venirci incontro in questo proposito. "The World Most Famous Arena" sarà un posto difficile dove giocare; ma non è certo l'origine dell'orribile 2-7 di che appesantisce il fardello della squadra d'Isiah Thomas. "Credo che le difficoltà dei miei giocatori - ha spiegato dopo la tremenda sconfitta contro i Toronto Raptors - in casa siano da imputare alla relazione di odio e amore che hanno con i loro tifosi."
L'argomento è caldo dopo che da più parti è stato fatto notare come i Knicks siano in corsa per migliorare il peggior record casalingo della storia della lega; ma ancora di più perché 9 delle prossime 11 partite saranno proprio sul parquet di casa.
E' evidente che se i giocatori vogliono provare a salvare la loro stagione, ma sarebbe meglio dire la loro faccia, devono cambiare passo. Ora: premesso che se i giocatori hanno un problema al Garden, probabilmente chi li ha scelti ha sbagliato a valutare la loro personalità , possibile che 15.000 persone abbiano tutta quest'influenza negativa?
Il dubbio si fa più forte andando a controllare gara per gara quanto successo finora: New York ha vinto 5 partite lontano dalla città nell'ordine contro Memphis, Denver, Miami, Boston e Cleveland.
Il record combinato di queste squadre è già un indizio anche se marginale: 36-47. E' chiaro che Memphis e Boston sono fra le peggiori squadre del lotto. Miami (7-9) incontrò New York appena scossa dalla notizia dell'intervento chirurgico per il suo totem Shaquille O'Neal. Denver incrociò Marbury e compagni nello stretch iniziale da 2 vinte e 4 perse. La stessa Cleveland ultimamente è apparsa un po' in flessione. Insomma, l'antifona è già abbastanza chiara.
In casa i Knicks hanno battuto Memphis, come detto, e Washington (7-9 il record). Tutte squadre, ad essere gentili, di seconda fascia come New York.
"C'è un modo aggressivo per iniziare le partite - continua Thomas - in casa non ci riusciamo, fuori si." Contro la squadra di Fratello New York è partita 11-0. L'ex coach di Cleveland a fine gara ha ammesso sconsolato che i suoi giocatori non contengono la penetrazione di nessuno.
Andiamo ad analizzare con chi hanno perso i Knicks: Chicago, San Antonio e Houston, due volte dentro e fuori, Minnestota, Detroit e Atlanta fuori, Cleveland, Indiana, Toronto. Squadre forti, migliori di quelle battute, comunque in un buon momento come i Raptors. Il quadro dovrebbe essere quindi chiaro: New York batte squadre deboli nelle serate in cui un talento fra i tanti buttati lì rompe la mediocrità e vince la partita. Ma contro gli avversari di livello alto e organizzati la luce si spegne per quella mancanza di chimica e coesione che denunciamo da inizio stagione.
Troppo facile contro Memphis avere quattro uomini in doppia cifra in una serata in cui nel secondo tempo il risultato non è mai stato in discussione. I limiti di questa squadra vengono puntualmente fuori quando la salita da percorrere di fa più ardua.
Una luce in fondo a questo tunnel sembra essere Eddy Curry che da sette partite consecutive segna almeno 20 punti e contro Stromile Swift e la sua armata brancaleone ha aggiunto 15 rimbalzi. "Ha giocato con grande intensità - ha spiegato ai giornalisti David Lee - mostrando quanto può essere importante per noi"
Le ragioni di questi numeri in crescita stanno nella metamorfosi del gioco della squadra, sempre più un team di post basso, e la maggiore aggressività del giocatore che, inevitabilmente, porta i suoi compagni a credere di più in lui. E forse vedere Patick Ewing al palazzo lo ha spinto a dare qualcosa in più.
Sta di fatto che un centro che tira il 59% dal campo è un buon viatico per una fase decisiva della stagione: "Dobbiamo cercare di vincere almeno 8 delle prossime 10 gare", ha spiegato Thomas a fine serata con Memphis. A cominciare da Washington. Tra l'altro Denver, Utah e Detroit sono gli unici picchi d'un periodo che non prevede altre corazzate e potrebbe davvero servire ad aggiustare un po' il record. A patto di affrontare i veri problemi e smetterla di pensare che il campo di casa rema contro; concedendo di fatto ai giocatori l'alibi per abbassare la saracinesca alla prima difficoltà .