Yao Ming domina il gioco in attacco col suo mic di tecnica e statura…
Introduzione
Cina: terzo secolo avanti Cristo. L'imperatore a quei tempi era Qin Shi Huang. Probabilmente alla maggior parte di voi questo nome non dice molto,ma di sicuro dicono molto di più le parole "Esercito di Terracotta". Questo è un insieme di oltre 7000 guerrieri di terracotta vestiti con armature in pietra e armi.
Il nostro fece costruire per circa 10 anni tutte queste statue che insieme compongono una delle tracce più straordinarie del passaggio sulla Terra di quello che fu il vero primo Imperatore cinese (l'altra traccia più importante è la Grande Muraglia Cinese, ma questa sicuramente la conoscete).
Purtroppo però nel 1974, anno della loro scoperta, nelle fosse sono state trovate buona parte delle statue ma ben poche armi poiché il mausoleo nel corso della storia fu saccheggiato da ribelli che si insediarono sul trono imperiale.
Siamo sicuri che se Qin Shi Huang avesse conosciuto Yao Ming ai suoi tempi di sicuro gli avrebbe fatto costruire una statua con i gradi di capitano del suo esercito e le tombe non sarebbero state violate con lui alla guardia,anche se in forma di statua.
Questa premessa storica è dovuta al fatto che Yao Ming è un personaggio straordinario, e altrettanto straordinariamente legato alla storia e alle tradizioni del suo paese; tradizioni che hanno subito fatto capire al suo (futuro allora, ora attuale) General Manager Carrol Dawson, giunto a Pechino apposta per vederlo, di essere di fronte ad un ragazzo speciale: "Yao,ma sei alto più di 2 metri e 20,come mai non ti ho mai visto schiacciare?".
E il gigante rispose: "Qui da noi schiacciare in faccia all'avversario è sia un'offesa che una mancanza di rispetto".
Allora Dawson gli ricordò come nella NBA avrebbe trovato avversari alti 1 metro e 90 con l'acquolina in bocca alla sola idea di stopparlo. Yao rispose che sarebbe cambiato…e così è stato; ora le difese da Boston a Los Angeles temono questo figlio della terra di Mao che siamo pronti a conoscere meglio.
Yao Ming, una storia incredibile sin dalla nascita, anzi prima
Se il Decamerone boccaccesco era composto da una novella per ogni giorno, la storia di questo ragazzo può essere narrata con una novella per ogni centimetro sviluppato in altezza dal suo fantastico esoscheletro.
Già la storia della sua famiglia è stata molto particolare specialmente se si considera che i suoi furono "vivamente invitati"a sposarsi e ad avere un figlio. I suoi genitori non erano dei qualunquissimi lavoratori delle risaie ma i pivot delle selezioni maschili e femminili cinesi,alti 2 metri e 08 e 1 metro e 88.
Quella che venne consigliata a questi due signori fu una politica adottata anche con le altre coppie delle nazionali di basket in modo da avere 5 piccoli Yao Ming e rendere la squadra della Repubblica Popolare invincibile. Il nostro pivottone nasce quindi a Shanghai il 12 Settembre 1980.
Secondo quanto riportato nel controverso libro "Operazione Yao Ming",uscito a firma di Brook Larmer nel 2006 ,da bambino Ming fu obbligato controvoglia a giocare a pallacanestro. Secondo Larmer tutto questo fu organizzato addirittura dal governo cinese,ma lo stesso Yao non ha mai commentato queste dichiarazioni.
Ciò di cui siamo sicuri è che ora come ora il cinese è una miniera d'oro per il suo paese perché, oltre ad aver allargato al mercato potenzialmente più grande del mondo una lega già universale, versa annualmente parte dello stipendio devolutogli dal boss Lesile Alexander nelle casse dello stato.
Gli inizi a Shanghai. Si poteva fare peggio
Forzato o meno, il nostro iniziò a giocare e debuttò a 17 anni nella CBA, la lega nazionale con la squadra della sua città ,gli Shanghai Sharks. Nelle prime 3 stagioni, dal 1997 al 1999, le sue cifre furono notevoli, ma la sua esplosione avvenne nella stagione 2000 della quale venne incredibilmente nominato MVP a soli 20 anni.
Il mondo lo scoprì nell'estate del 2000,quando giocò per la sua nazionale nelle olimpiadi di Sidney. Quello stesso universo di scout e dirigenti che si aspettava la Cina guidata dall'allora "Grande Muraglia Vivente",ovvero la batteria di lunghi composta da Wang Zhizhi(216cm) e Mengke Bateer(211 cm) e che si trovò invece a dover dire:"Guarda com'è bravo quello!"riferendosi invece a Yao,sconosciuto ragazzone. E "quello"fu prontamente nominato MVP della sua nazionale.
Da allora gli artigli delle american eagles, impersonificate dagli scout delle 30 franchigie, si strinsero su di lui, cosa che portò ad una clamorosa risposta da parte della CBA: invogliare il ragazzo a stare ancora da loro.
E fu così che non si dichiarò per il draft 2001. Gli americani non poterono non capire quanto questo ragazzo fosse davvero importante per il suo paese.
Le sue cifre nella stagione 2001-2002 furono ovviamente clamorose - leggi 72% dal campo,32 e 19 ad alzata di palla a due - così come la vittoria finale dei suoi Sharks sugli allora dominanti Bayi Rockets.
Era ormai pronto per il suo arrivo tra gli americani e l'attesa cresceva giorno dopo giorno.
E fu così che, sotto l'incredulità generale, nell'anno di grazia 2002 la storia della pallacanestro USA venne sfregiata una prima volta in giugno.
L'arrivo in America e lo sfregio
Il 26 Giugno 2002 per la prima volta un giocatore senza high school e college americani alle spalle veniva scelto più in alto di tutti in un draft che rimarrà nella memoria (anche per scelte letteralmente buttate,leggasi su tutti Nikoloz Tskitishvili,ex ballerino scovato dai geniali scout della Benetton). Il secondo sfregio arrivò in ottobre ad Indianapolis con la vittoria argentina nella Conseco Field House sui resti fumanti del Dream Team.
Motivo di consolazione lo trovarono però dirigenti e tifosi dei Rockets durante le partite della Cina. Vedendo il loro numero 1 giocare c'erano infatti fior mani che si sfregavano tra di loro, ma quelle più consumate erano sicuramente quelle dei dirigenti degli Houston Rockets che corsero sicuramente un gran rischio con quella chiamata.
La prima stagione di un rookie speciale con gli occhi a mandorla
Dopo una pre-season monstre - ma si conosce il valore molto relativo della pre - iniziò finalmente la stagione e gli occhi di più di un miliardo di persone erano all'interno del Toyota Center a cercare il loro eroe con la maglia biancorossa. Questi occhi però fino a metà Novembre non strabuzzarono di felicità ,visto che il Golden Boy cinese(è proprio il caso di dirlo per una miniera d'oro come lui) iniziò l'annata abbastanza in sordina.
Questo fino alla serata del grande scontro con i Lakers dell'epoca, campioni in carica,in cui Yao segnò 20 punti con un guardabile 9 su 9 dal campo e 2 liberi. Dopo quella prestazione contro The Diesel il ragazzo fu portato in trionfo e da allora prima Rudy Tomjanovich e poi Jeff Van Gundy (i 2 allenatori della carriera di Yao) non hanno mai rinunciato a farlo saltare nella palla a 2 di inizio partita quando lo hanno avuto a disposizione.
Siamo sicuri che quella sera le sue mani siano state fatate anche a causa delle parole "non proprio di elogio" lanciate da Shaq prima dell'inizio della stagione verso la CBA e il basket cinese. Fu qui che il nostro eroe iniziò a far capire la sua grandezza e, parlando con i giornalisti, definì quelle parole uno scherzo. Pochi pensarono però che MDE(Most Dominant Ever, uno dei mille soprannomi di Shaq)stesse scherzando. Quella sera ci furono le scuse del centro dei Lakers,ma da allora ogni partita contro Houston era una nuova guerra fredda.
L'America si accorse di quel figlio d'Asia e iniziò a notarlo non solo nel campo, dove le sue prestazioni assumevano sempre maggior costanza, ma anche in TV in molte pubblicità importanti. La sua popolarità ebbe una crescita verticale, dettata anche dal carisma del personaggio davvero straordinario e iniziava a mettersi in moto a pieno regime la macchina da soldi Yao Ming.
La guerra con Shaq continuò all'All Star Game 2003, nel quale il centro eletto come titolare dal pubblico fu proprio il ragazzone cinese, scatenando così le ire di The Big Aristotle che affermò come la scelta fosse dettata solo dall'enorme numero dei votanti a occhi a mandorla.
Dopo l'All Star Game la stagione di Yao rimase discreta ma non molto di più, anche perché si fecero sentire la stanchezza mentale e fisica e nel suo anno da rookie non riuscì a fare i playoff e chiuse con 13,5 punti, 8 rimbalzi e 29 minuti sul parquet. Arrivò il secondo posto nella classifica rookie dell'anno;primo risultò un altro giovanotto di belle speranze, tale Stoudemire Amarè, umile servo del sistema D'Antoni.
Dalla seconda stagione in poi: Yao campione in crescita costante
Per capire meglio il personaggio Yao si può dire come nell'offseason 2003 il nostro dedicò molto tempo alla lotta alla SARS nel suo paese e riuscì a raccogliere 300.000 biglietti verdi da spedire al di là del Pacifico.
Con il cambio dell'allenatore e l'arrivo di Van Gundy non cambiò la tendenza di crescita delle azioni Ming e i dividendi diventavano sempre più succulenti per i suoi azionisti: i tifosi e i dirigenti. Le sue medie crebbero infatti fino ad arrivare a 17,5 punti,9 rimbalzi in 32,8 minuti ad uscita e la sfortunata apparizione ai playoff contro i Lakers gli servì per entrare fino in fondo nei meccanismi della lega; playoff in cui stampò 15 e 7,4 nelle 5 gare – 4 sconfitte – contro i gialoviola.
Nell'estate del 2004 Yao venne insignito di un incarico unico e nella cerimonia d'apertura delle Olimpiadi ateniesi fu lui a sorreggere il vessillo della sua nazione. Sorresse poi il gioco dei suoi compagni con 20,7 punti e 9,3 rimbalzi ma, come in ogni manifestazione internazionale a cui ha partecipato con i suoi compagni, la Cina non andò molto avanti, fermandosi ai quarti di finale. L'impegno del suo leader fu però come sempre encomiabile.
L'arrivo di T-Mac. Si cambia rotta?
La sua terza stagione a Houston, anno di grazia 2004-2005, fu quella in cui nel suo spogliatoio incontrò il suo futuro "gemello del gol" Tracy Mc Grady. Quest'ultimo faceva parte di un pacchetto quantomeno interessante arrivato da poco da Orlando, di cui lui era il contenuto principale(gli altri componenti della trade furono Lue,Gaines e Howard).
La coppia di fenomeni produsse una buona stagione,chiusa con 51 vittorie e 31 sconfitte che equivalsero ad un posto ai playoff: playoff che però non si dimostrarono ancora territorio di caccia grossa per la squadra, la quale combatté duramente con i Mavs, ma venne eliminata 4 a 3 al primo turno. L'arrivo di T-Mac ha però segnato l'anatomia della squadra per gli anni a venire, ed è su questa coppia eccezionale di campioni che la dirigenza punta per costruire un futuro dorato, anche sulle proprie dita.
Purtroppo per loro la stagione 2005-2006 fu un disastro perché le 2 perle della collezione di Houston si ruppero più volte e gravemente nel corso della stessa stagione. L'anno scorso il povero Yao si infortunò seriamente all'unghia del piede sinistro e fu anche "aiutato"da altri giocatori come Fortson a rimanere fuori il più possibile.
Dopo aver accusato il centro di Seattle di aver aggravato apposta il suo infortunio ed essersi operato, dal suo ritorno in campo in poi ha cambiato filosofia di gioco ed è diventato più rude nei contatti e duro nel gioco, cosa che non si sarebbe mai sognato di fare appena arrivato per non contraddire il suo modo di essere. Questo suo cambiamento però non è bastato ai Rockets per avere una stagione vincente, anche perché l'altra star T-Mac fu incatenata al letto da problemi cronici alla schiena. Con questi 2 giocatori fuori complessivamente per 60 partite la stagione si chiuse ovviamente male,34 w e 48 l.
La stagione in corso,è davvero la volta buona?
L'anno per capire veramente che squadra sia quella della franchigia texana è dunque quello in corso, e l'inizio non è male; questo anche e specialmente grazie a Yao che sta guidando le classifiche statistiche di punti rimbalzi e stoppate del team.
Avendo convinto il cugino di Vince Carter a cambiare modo di gioco, coach Van Gundy mette sempre il suo centrone al centro degli schemi offensivi: molti giochi sono per lui. E lui capitalizza tutto quello che vola in area con tiri dalla media - in cui vanta statistiche eccellenti - o tiri liberi - no,Yao non è il lungo su cui vorreste fare fallo a fine partita sperando che sbagli entrambi i liberi -. Il cambiamento descritto sopra lo ha portato a dominare le aree colorate di tutti i palazzi in questo inizio di stagione, sia in possesso di palla che in difesa.
L'NBA è iniziata ormai da quasi un mese,e il comportamento dei Rockets e in particolar modo delle sue stelle è già leggibile attraverso i numeri delle classifiche. A Houston infatti abbiamo 9 w e 4 l che tradotte fanno 0.692.
L'importanza in queste cifre di Yao si nota anche dal fatto che in 3 delle 4 sconfitte il ragazzo ha fatto le sue peggiori partite stagionali (22 punti a Salt Lake City,17 a Detroit e 20 a San Antonio)mentre nelle vittorie i tabellini fanno davvero impressione.
Nelle 9 vittorie stagionali invece abbiamo un imponente 27,8 nella casella punti e un più funzionale 10 in quella rimbalzi. Possiamo allora dire con certezza come ormai le prestazioni della squadra dipendono più dalla giornata del suo numero 11,più che del suo numero 1;anche perché le 3 sconfitte sono arrivate su campi in quest'anno inespugnabili(Utah)e/o molto difficilmente espugnabili (Detroit).
Forse al suo arrivo non l'avremmo mai detto ma, lo Yao versione 2006,dopo 4 sofferti anni di adattamento al gioco, è ormai una star consolidata ed è per questo che merita il ruolo di franchise man dei Rockets. Ed è stato così in qualsiasi squadra abbia giocato ma questo non lo impensierisce affatto,è dotato di una freddezza eschimese e in quelle mani da uncinetto ha ogni stagione tantissime gare piene di punti e rimbalzi.
Il fatto che sia anche ambasciatore NBA all'estero ricorda la sua importanza mediatica e il suo carisma.
Nell'attesa di vederlo dominare le aree colorate alla fine della dinastia di un caraibico che gioca sempre in Texas ma con un'altra maglia, godiamoci questa fantastica versione 2006 di Yao, che ci fa venire un forte dubbio: ma se davvero fossero nati 5 Yao Ming la Cina sarebbe stata battibile? Fortunatamente non lo sapremo mai, con 5 come lui non ci sarebbe stato gusto nel giocare.