Giovani talenti crescono

Paul Millsap sfida sotto canestro Amare Stoudamire…

"Carneade! Chi era costui??". Così scriveva il sommo poeta Alessandro Manzoni nel suo capolavoro, "I promessi sposi"" questo avranno pensato molti appassionati di NBA spulciando, in questo primo scorcio di stagione, gli scouting report di diverse gare della Lega in cui, accanto ai nomi dei soliti protagonisti, si sono fatti largo quelli di autentici sconosciuti, "peones" del basket a stelle e strisce che a colpi di ottime prove si stanno pian piano conquistando la ribalta del basket che conta.

Dal "feroce" Paul Millsap, al bianco David Lee, dal rookie di Spagna Jorge Garbajosa, all'ex talentino di Boston College Craig Smith"ce n'è per tutti i gusti e per tutti i palati, tra carneadi della prima ora e "junkyeard dog" di professione"

Paul Millsap

Quando nello Stato dei mormoni si sono visti recapitare questo ragazzo dal secondo giro dello scorso draft molti tifosi hanno pensato: ""viene dal profondo sud degli States, è appena uscito dal college di Louisiana Tech, è un'ala forte sottodimensionata dal gran fisico, gioca come un animale in gabbia ed in campo lotta come se non ci fosse domani" questo ragazzone sarà  mica la reincarnazione di Karl Malone!?!".

Scherzi a parte il buon Paul ha già  rubato molti cuori in giro per la Lega, grazie soprattutto alla sua energia ed alla gran voglia di sbattersi in campo sia in attacco che in difesa, non lesinando, tra l'altro, di sbucciarsi i gomiti. Finora per lui, complici gli infortuni di Kirilenko ed Araujo, quasi 9 punti e 7 rimbalzi con oltre 25 minuti di impiego medio"mica male per una seconda scelta semi-sconosciuta a cui molti scout non avevano voluto dare neppure uno sguardo"meditate"meditate"

Craig Smith

Nel suo anno da freshman al Boston College imperversava la stella del "folletto" Troy Bell, autentico leader e trascinatore degli Eagles, ma questo non gli impedì minimamente di mettersi in mostra, risultando uno dei migliori lunghi esordienti della NCAA.

A quattro anni di stanza il ragazzo si ripresenta ad alti livelli carico come una molla, malgrado la carriera universitaria non abbia preso la piega che in molti auspicavano. La sua chance NBA è un po' merito anche di coach Al Skinner che ha parlato molto e bene del suo ragazzo in giro per la Lega, ma il resto è tutta farina del suo sacco.

Ala da "urlo" più vicino che lontano dal ferro, dotato di fisico possente e mani educate, Craig si è conquistato spazio e consensi grazie ad un gioco essenziale, fatto di energia pura e tanta, ma veramente tanta fame"di "palla arancione". Sinora per lui meno di 18 minuti con quasi 9 punti e 5 rimbalzi di media, che nella squadra di Kevin Garnett (e nel suo medesimo ruolo) non sono certo da buttare via.

Ime Udoka

Dopo un paio d'anni passati a scaldare più gli spalti che le panchine NBA il ragazzo di origine nigeriana sta facendo vedere tutto il suo potenziale, in una Lega che troppo presto forse lo aveva bollato come giocatore da NBDL"o al massimo da Vecchio Continente.

Dopo aver fatto tutta la preparazione a New York, sponda Knicks, Ime è stato uno degli ultimi tagli di coach Thomas. Per sua fortuna a Portland si sono ricordati delle buone prove offerte al college (nel semi sconosciuto Portland State) e, complice l'infortunio che aveva messo ko Darius Miles, coach Mc Millan gli ha dato una chance di stare tra i 12.

In pochi avrebbero però immaginato per lui il quintetto immediato da ala piccola (davanti alle stelline Outlaw e Webster), con il ruolo di specialista difensivo cucitogli addosso in un batter d'occhio. Il resto lo ha fatto da solo: oculato in attacco, positivo da tre, il ragazzone è entrato a meraviglia negli schemi del coach ritagliandosi spazio (28 minuti di media) e responsabilità …cosa che nessuno gli avrebbe mai pronosticato.

Monta Ellis

Ci voleva l'arrivo di coach Nelson (noto amante dei giovani tiratori) per valorizzare e responsabilizzare i figlio del grande Dale Ellis. Se lo scorso anno per il ragazzo del Colorado lo spazio era poco, con l'arrivo del nuovo allenatore si sono aperte voragini ed opportunità  inattese che, all'interno del gioco "run & gun" amato dall'ex coach di Dallas, non si negano a nessuno, specie se ha faccia tosta, mano calda ed in difesa non è proprio letargico. Così il ventenne esterno sta giocando un basket celestiale che dice più di 18 punti e 4 assist (si"le mani sono buone) con un ruolo da sesto uomo di lusso"in un quintetto che dietro annovera Baron Davis e Jason Richardson.

Hakim Warrick

Ai tempi di Syracuse University in molti gli avevano predetto un futuro da star NBA, ma a conti fatti il ragazzo è sempre parso più un buon giocatore che una stella in erba. Il talento non si discuteva, piuttosto era l'indole calma e poco battagliera a far discutere.

Dopo una stagione d'esordio un po' soft a Memphis Hakim quest'anno è esploso fragorosamente e, complice l'infortunio che ha tolto di mezzo Gasol, ha preso in mano le redini della squadra"alla faccia di chi lo vedeva solo come un buon giocatore, ma non un leader in campo. Per lui 31 di media con 15 punti e 6 rimbalzi, ma soprattutto una consapevolezza nei propri mezzi che può far solo piacere a coach Fratello.

David Lee

L'ex Florida Gators è forse il più improbabile degli "eroi" di questo inizio disastroso di stagione in maglia Knicks. Il ragazzo infatti, malgrado continui a partire dalla panca, è senza dubbio il più efficace lungo della Grande Mela e, con 10 punti e 9 carambole in appena 23 minuti di impiego, meriterebbe ben altra considerazione dallo staff tecnico che continua a preferirgli l'acerbo Frye tra i cinque.

Stella ai tempi del college, prima scelta di New York lo scorso draft, il ragazzone bianco ci ha messo poco ad entrare nel cuore dei tifosi. Sarà  forse per il fisico (tutt'altro che statuario) o per la faccia da bravo ragazzo, ma David è uno dei giocatori più amati visto che in campo lotta come un leone e fuori è disponibile con tutti. E se fosse lui la futura ala forte dei blu-arancio"una volta quel ruolo lo ricopriva un certo Dave DeBuschere ed i Knicks vinsero un titolo"

Jarret Jack

Wow l'ex Georgia Tech dopo un anno di apprendistato forzato si è ripresentato in Oregon tirato a lucido e pronto a stupire. Sulle capacità  c'era poco da discutere, piuttosto era l'intensità  a latitare tanto che, la passata stagione, in quintetto andava il meno bravo (ma più tosto) Blake ed al nostro toccava dividere i minuti da back-up con l'altra promessa Telfair.

Ci ha messo poco in estate a far cambiare idea a coach McMillan che, ceduto il rivale in panca a Boston, ha fatto fare le valige anche a Blake dando a lui (e non al nuovo arrivato Dickau) le chiavi della squadra. La sua risposta?? 12 punti, 6 assist e 2.5 rimbalzi in oltre 35 minuti di impiego, conditi da una leadership come raramente si era vista nelle ultime annate a Portland"Che i Blazers abbiano trovato il play del futuro?!

Jorge Garbajosa

""Para tres"Joorge Garbaa-josa!!""Questo il nuovo ritornello che viene scandito dagli altoparlanti dell'Air Canada Center ogni volta che l'ex trevigiano sale in punta per scoccare la sua micidiale tripla. In pochi si sarebbero attesi dallo spagnolo una partenza così!! Tanti minuti in campo, grandi responsabilità  ed un coinvolgimento (specie in attacco) da veterano del basket quale è. Malgrado la scarsa conoscenza del basket pro Jorge è già  inserito ottimamente nei meccanismi di coach Mitchell che vede in lui l'arma in più per cambiare le gare"Non male per un rookie di 29 anni"

Andris Biedrins

Del lettone, prima scelta dei Warriors nel 2004, si erano scordati in molti, ma complice l'esperienza maturata negli ultimi due anni in allenamento e l'arrivo del "messia" Nelson che ha saputo panchinare (a suon di dnp) "l'anticristo" del bel basket Foyle, per il ragazzo si sono aperti spazi, minuti ed opportunità  che il buon Andris, ormai pronto, ha colto al volo.

Col quintetto assicurato il ragazzone di Riga ha mostrato tutti i suoi numeri, quelli che avevano fatto innamorare tanti scout NBA: mani dolci, atletismo smisurato, buona fisicità  e conoscenza del gioco"che tutti insieme fanno circa 9 punti, 9 rimbalzi ed una presenza sul parquet costante e che si fa sentire, con tante "vittime" illustri già  messe in cascina"

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