NCAA: Shooting Guard Ranking

Brandon Rush ha ancora molto da imparare, in compenso il talento non si insegna…

1: Brandon Rush – Kansas – Sophomore – 1985 – HT: 6-6 – WT: 200
I più attenti osservatori del mondo NCAA troveranno questa prima posizione assegnata a Rush immotivata ed irrispettosa dei veri (presunti) valori, oltre che in contraddizione con i vari mock draft che non gli affidano certo tutto questo credito.

Doverosamente gettata la maschera e premessa la soggettività  di questa scelta, ammetto il mio amore cestistico per questo giocatore. Talento offensivo inarrivabile, notevolissimo arresto e tiro nonostante meccanica imperfetta a causa di un infortunio da piccolo che non gli permette di distendere completamente il braccio, quello che maggiormente mi ha stupito è la naturalezza con cui va a canestro in certe fasi del gioco sia dalla media che dalla lunga distanza, non rinunciando a gioco in penetrazione poco contenibile.

E' infatti anche un atleta importante, agile ma potente, fluido ma concreto, con una capacità  senza eguali di fare salti ravvicinati e con conseguente abilità  a rimbalzo (quasi 6 a partita!) che misteriosamente alcuni scout USA non gli riconoscono.

Visto addirittura portare palla dalla propria metà  campo e con una versatilità  tale da renderlo all'occorrenza anche ala, non è un difensore naturale perchè la velocità  di piedi è buona ma non ottima, eppure si applica con discreti risultati.

Parlavo purtroppo di “fasi del gioco” in cui esprime il suo basket perchè i maggiori dubbi su Rush riguardano la sua costanza ed il suo approccio al gioco: “scarsa attitudine, scarsa leadership, immaturità , scarsa propensione al lavoro, mediocri decisioni” sono solo alcune delle accuse che maggiormente gli vengono rivolte ma che mi piace pensare siano tutte superabili e non tali da comprometterne una carriera NBA da protagonista.

2: Chase Budinger – Arizona – Freshman – 1988 – HT: 6-7 – WT: 190 (SF)
Guardandolo in versione foto-tessera o comunque non in movimento con i suoi riccioli rossi e l'espressione vaga, può sembrare il tipico compagno di classe birichino e sfigato che faceva gli scherzi alle maestre o ai professori, riscuotendo la simpatia ma al tempo stesso la compassione delle ragazze. Poi gli date una palla in mano (anche di volley va benissimo), gli chiedete di fare un salto… e cambiate idea in un istante.

Mi sbilancio senza problemi nell'affermare che è uno dei migliori atleti bianchi che si siano mai visti su un campo di basket: quella esplosività  verticale e quella velocità  orizzontale tutto campo sono una combinazione rara da trovare, specie considerando che si aggira ben oltre i 2 metri e come dimostrano le vittorie ottenute sbadigliando in numerose gare di schiacciate a livello giovanile.

Il bagaglio tecnico poi non è certo di entità  trascurabile: convincente al tiro anche da 3 con meccanica apparentemente enciclopedica e rilascio ad altezze importanti, entusiasmante in penetrazione non tanto per un primo passo tutto sommato nella norma ma per quell'ideale equilibrio delle caratteristiche necessarie per finire al meglio nel traffico, ovvero esplosività , controllo del corpo, tocco morbido ed aggressività .

Aggressività  che però nella fase difensiva decide di accantonare facendo di lui un più che sospetto difensore; anche la rapidità  di piedi nel breve non vale la sua progressione sui 28 metri, quindi perde qualche colpo nell'uno contro uno a livello di mobilità  orizzontale e tutto ciò rende incerta la sua possibilità  di giocare guardia in NBA.

Benino ma non benissimo nel controllo di palla, bene a rimbalzo specie offensivo, benissimo in campo aperto dove eccelle. I maggiori siti/scout USA sono spesso irritanti, perchè leggi da una parte che il suo più grande problema è la “competitiveness”, ma poi ti giri dall'altra e trovi nel suo profilo come pregio il fatto di essere “competitive”, rendendo l'arcano un mistero per chi come noi da oltreoceano può solo vedere qualche partita e non avere il polso completo della situazione emotiva o extra-basket. Sinceramente, competitivo o no, mi piace soffermarmi sul semplice dato di fatto che è uno dei migliori prospetti nel ruolo (o anche come SF). Volley permettendo!

3: Daequan Cook – Ohio State – Freshman – 1987 – HT: 6-4 – WT: 210
Uno dei più completi attaccanti presenti in questo ranking, forse non è ancora pronto per il grande salto. Può segnare davvero in tutti i modi, contando su primo passo sontuoso, controllo del corpo e singolarissimo ball-handling, specie quando cambia mano sotto le gambe dopo averle allungate a dismisura quasi come una ginnasta o una ballerina che si accinge ad eseguire una spaccata.

La meccanica del suo jump shot è quasi perfetta, se non fosse per un posizionamento anomalo del braccio che non tira (il sinistro) con cui tende a coprire troppo la palla ed a sbilanciarsi lateralmente, rendendo il tutto meno estetico ma non per questo meno efficace: possibile specialista NBA dal perimetro. Sempre per i puristi, ha uno stile fantozziano ai tiri liberi con piede sinistro allargato e misteriosamente puntato verso l'angolo: i risultati anche qui non sono però così pessimi (80% nella carriera liceale).

Fisicamente mostra inequivocabilmente la sua giovane età , non solo per i muscoli e la forza ancora piuttosto assenti (nonostante già  si vedano i primi risultati del lavoro in palestra), ma persino nell'espressione e nei lineamenti del volto; un altro guaio può essere rappresentato dai centimetri, un pò pochi per un facile ed immediato impatto a livello superiore. Visioni e fondamentale di passaggio sono altri due grossi punti deboli, anche se ad onor del vero qualche scout USA la pensa diversamente.

Sarà  presumibilmente il terminale offensivo dei suoi Buckeyes in attesa del rientro di tale Greg Oden, la cui presenza potrebbe paradossalmente facilitarne ed incrementarne ulteriormente il rendimento realizzativo.

4: Nick Young – Southern California – Junior – 1985 – HT: 6-6 – WT: 200
A me piace davvero moltissimo, ma sono uno dei pochi. Certamente è un notevole atleta, gradevole e fluido da vedere con agilità  e caratteristico movimento con la palla solo all'apparenza lento ma in realtà  semplicemente felino.

Ha un feeling naturale con il gioco che lo rende piuttosto completo, ma forse questo è al tempo stesso il suo più grande pregio ed il suo più grande limite: sembra infatti spesso accontentarsi della sua eleganza e del suo talento, senza mostrare quella cattiveria e quella voglia che ne potrebbero fare materiale da lotteria. I dubbi sulla testa e sull'approccio di giocatori così giovani, tuttavia, e le parole spese in merito dagli scout USA mi fanno spesso sorridere, perchè intanto non vedo come non ti possa venire la voglia di giocare contro un LeBron James od un Dwyane Wade, ma ancora più incomprensibile mi risulta il fatto che un talento del genere possa vedersi così sotto stimato per dettagli che un coach NBA con un pizzico di abilità  da motivatore può far svanire in un istante.

Le braccia lunghissime gli permettono cifre eccellenti a rimbalzo ed un grande contributo in difesa, su deviazioni e creando ostacoli agli attaccanti. Mi entusiasma per il modo leggiadro ma rapidissimo con cui va al tiro anche nella delicatissima esecuzione dalla media distanza, quasi come un'istantanea appena accennata ma dagli esiti più che discreti. Sa segnare anche in penetrazione apparentemente senza mai forzare, mentre c'è da lavorare ancora sul passaggio di cui forse tende a fidarsi troppo o che più semplicemente è il suo fondamentale debole. Può scomparire ben presto dalle attenzioni come invece diventare uno degli emergenti del ruolo.

5: Paul Harris – Syracuse – Freshman – 1986 – HT: 6-4 – WT: 220 (SF)
Personaggio affascinante. Al momento evolve da ala a Syracuse come le sue attuali caratteristiche fisiche e tecniche lo portano a fare, ma in prospettiva NBA con quei centimetri è davvero difficile che possa ritagliarsi uno spazio se non ampliando il suo gioco come guardia. Se i centimetri sono pochi, i chili ed i muscoli non mancano di certo, rendendolo forse il miglior rimbalzista NCAA per forza e posizione tra coloro che si aggira al di sotto dei 2 metri.

Quello che però veramente entusiasma di Harris è l'intensità , l'impeto, l'agonismo, la leadership, il coraggio, l'impegno e la costanza che mette nel giocare a pallacanestro (specie in difesa dove è terrificante sull'uomo), tutte caratteristiche che lo rendono intanto popolare a prescindere per compagni, allenatori e tifosi, ma soprattutto una fonte inesauribile di racconti e forse leggende di ogni genere: si va dal pollice fratturato che non gli ha comunque evitato di andare avanti a giocare, a quando è caduto perpendicolarmente di faccia a terra per recuperare in volo un pallone, passando per quella volta in cui è sceso in campo all'ultimo momento con le sue scarpe da tennis ed una t-shirt improvvisata disobbedendo ai medici perchè non ne voleva sapere di rimanere in borghese sugli spalti ad incitare i compagni.

Ah, non poteva mancare ovviamente anche la sfida a O.J. Mayo in un All Star Game giovanile, duello in cui sembra sia andato tutt'altro che sotto! Viene deriso da alcuni scout USA per i suoi limiti tecnici, eppure non mi sembra proprio parta da zero, anzi: è a tratti incontenibile in avvicinamento di potenza con interessantissimi crossover, dà  via la palla più che dignitosamente specie nei passaggi ai taglianti dentro l'area e solo grazie ai recuperi difensivi ed ai rimbalzi offensivi può andare in doppia cifra di punti. La meccanica di tiro è in effetti un pugno in un occhio per i puristi, ma saggiamente riduce al minimo le conclusioni limitandosi a qualche fade-away in isolamento. Nuovo “cagnaccio” della prossima generazione?

6: Marcus Williams – Arizona – Sophomore – 1986 – HT: 6-7 – WT: 207
Eh sì, non male quest'anno nel reparto i Wildcats! Anche Williams ha tutto per diventare apparentemente una stella NBA, ma ha anche qualche punto grigio che ne mette in dubbio le prospettive. E' altissimo per il ruolo, tenendo conto che ha un gioco più da point guard che da small forward, ha istinti naturali ed un upside da tutti riconosciuto. Eppure accende e spegne non solo da un match all'altro ma anche nel corso della stessa partita e non mostra quella personalità  e presenza fisica richiesta per farlo diventare una certezza in lotteria.

Nel repertorio tecnico ci sarebbe proprio tutto: ball-handling, creatività , passaggio, tiro dalla media (meno efficace dalla distanza e nelle conclusioni da sotto, ma pur sempre di buon livello), uno contro uno, conoscenza e lettura dell'azione offensiva, velocità , versatilità , giocate utili. Ma nessuna di queste caratteristiche emerge così nettamente sulle altre, tanto da rendere molto alto il rischio di avere a che fare con un ibrido di difficilissima contestualizzazione tra i pro.

Non è un grandissimo atleta ma con quei centimetri e quella lunghezza di braccia può far danni sia in attacco che in difesa dove però gli manca il senso della posizione e la voglia in certi frangenti. Si dice che non sia un buon rimbalzista ed allora sono stato sfortunato io perchè le tre volte che l'ho visto interamente ne ha raccolti 11, 9 e 8, per altro con grande senso della posizione. Grande incognita: può essere grande protagonista al piano di sopra come non trovare spazio in nessuno dei 30 roster NBA.

7: Wayne Ellington – North Carolina – Freshman – 1987 – HT: 6-4 – WT: 195
College importante comporta la presenza di importante giocatore, ed infatti se Ellington conferma anche solo una parte della attese dovrò certamente rivedere al più presto l'attuale posizione nel ranking collocandolo ben più in alto.

Tira con uno stile e soprattutto con una ritmica particolare, piegandosi sulle gambe e poi estendendosi completamente quasi in un effetto molla comunque compatto: i risultati sono buoni specie se con spazio dalla distanza, mentre nel mid-range game incontra ancora qualche problema rivelante a concludere per esempio in arresto e tiro. Entusiasma in campo aperto dove ha un modo particolare di puntare l'avversario e dribblarlo con una serie notevole di finte di corpo e cambi di direzione.

Per altro in contropiede ci va spesso grazie anche alla formidabile capacità  di giocare sulle linee di passaggio in difesa intuendo l'evoluzione dell'attacco avversario; è meno attento invece nell'uno contro uno sull'uomo dove abbocca regolarmente ad ogni tranello che gli tende l'attaccante anche meno smaliziato, ma con la sua buona rapidità  di piedi sarà  solo sufficiente fare un pò d'esperienza per diventare un solido difensore. Molto bene anche in penetrazione nella protezione e nell'utilizzo del corpo in volo e nella capacità  di trovare la via del canestro anche in situazioni di scarso equilibrio.

Si dice abbia “point guard skills”, ma sinceramente ho fatto parecchia fatica a distinguerle e comunque non mi sembra certo destinato ad un'evoluzione come play; la stessa quantità  di assist prodotti non è un dato che lascia molte speranze, benchè non sia poi così indicativo in quanto tale. Resta un nome che sentiremo molto spesso nei prossimi mesi oltre che nei prossimi anni, ma forse con un profilo più basso dell'attuale.

8: JR Giddens – New Mexico – Junior – 1985 – HT: 6-5 – WT: 205
Transfer dopo i primi due anni di college a Kansas, se nel cambio ha sicuramente perso in prestigio a livello di visibilità  di squadra, ha altrettanto certamente fatto un bel guadagno in fatto di visibilità  e score personale.

Campione di salto in alto con un interessante misura di 2.10 superata, è effettivamente uno dei migliori atleti verticali tra le guardie e dopo aver sfruttato questa abilità  per vittorie assortite in gare delle schiacciate, quest'anno ne sta facendo ottimo uso a rimbalzo dove viaggia a medie stratosferiche (quasi 10 carambole a gara).

Realizzatore di striscia ma ottimo attaccante in generale, è giocatore esplosivo ma anche tiratore fluido dalla distanza soprattutto nella preparazione del tiro che poi per la verità  esegue con meccanica ancora rivedibile. Nonostante l'atletismo patisce i contatti e sembra poco propenso alle penetrazioni nel traffico, mentre in campo aperto e con spazio ogni occasione è buona per un highlight.

Ha entusiasmo, cuore, intensità  e trasmette una sorta di piacevole gioia e voglia di giocare tanto da costringermi ad andare a fare due tiri nel canestro sotto casa subito dopo averlo visto: sicuramente una coincidenza, ma da inserire almeno come nota di cronaca. Tre anni fa ha duellato contro LeBron James contenendolo, nei limiti dell'umano, in fase difensiva e battendolo sul piano sportivo con la sua selezione nel Capital Classic, uno dei maggiori All Star Game tra liceali. Aldilà  di queste ultime curiosità , sicuramente da tenere d'occhio.

9: Gerald Henderson – Duke – Freshman – 1987 – HT: 6-5 – WT: 215
Ammetto per l'ennesima volta di essere prevenuto nella valutazione dei giocatori dei grandi atenei come Duke e North Carolina, in grado sì di reclutare i migliori ragazzi provenienti dalle High School ma in grado anche di farli sembrare più forti di quello che sono solo grazie al loro prestigio. Con Henderson sento infatti nuovamente forte odore di sopravvalutazione.

Per carità , intanto se ne facciamo un fatto di saltare e schiacciare andiamo certamente benone; poi è realizzatore potenziale con notevoli linee di fondo e capacità  di salti improvvisi e ravvicinati per concludere in acrobazia o subire falli; ha gioco dalla media distanza temibile con caratteristica partenza dal lato ed arresto e tiro a centro area buttandosi indietro; il suo atletismo verticale si tramuta in propensione all'alley-oop ed al rimbalzo offensivo; esegue anche interessanti scarichi dal palleggio in campo aperto.

Eppure l'elenco dei difetti non è certamente da meno: gli mancano quei cambi di ritmo e di velocità  necessari per renderlo meno prevedibile in attacco; non è rapido di piedi e soffre orizzontalmente in difesa, anche se nel sistema di Duke è destinato ad apprendere tutti i fondamentali al meglio; il suo tiro dalla distanza è tutt'altro che affidabile; le letture non sono sempre all'altezza ed è sotto standard nel fondamentale di passaggio specie a difesa schierata; il suo ball-handling è molto discutibile e le partenze in palleggio sono spesso sospette; inoltre utilizza la mano sinistra solo per asciugarsi il sudore. Insomma, coach K può farlo diventare nel giro di due (meglio ancora tre) anni un giocatore NBA, ma oggi non sono ancora pronto a scommettere su Henderson ad occhi chiusi.

10: Richard Roby – Colorado – Junior – 1985 – HT: 6-6 – WT: 190
Indubbio tiratore con meccanica e rilascio inappuntabili per tecnica e rapidità  d'esecuzione, onestamente posso già  considerare terminato qui l'elenco dei pregi. E' in grossa difficoltà  nel traffico e nella protezione del palleggio, con poca forza per concludere, mediocre ball-handling e conseguente eccessivo numero di palle perse.

Atleticamente sembra avere buoni mezzi in sporadiche istantanee di fluidità  e buoni movimenti in estensione, eppure il risultato è più spesso quello di una scarsa mobilità  orizzontale che lo costringe a soffrire nel gioco uno contro uno sia in attacco, dove fatica a battere l'avversario, che in difesa, dove fatica sempre.

Anche nella distribuzione e nella comprensione del gioco ha qualche lampo di talento, ma migliorare i compagni e creare per loro non è certo il suo punto forte. Misteriosamente in difficoltà  ai liberi, si dice che sia in grado di costruirsi il tiro da solo ma non mi è mai capitato di vederlo brillante in arresto e tiro dalla media dove anzi sembra più in difficoltà  rispetto alle soluzioni perimetrali piazzate. Troppo incompleto e monodimensionale al momento, ma ha le basi nascoste per non poter escludere una sua definitiva esplosione da un momento all'altro; male che vada uno specialista al tiro come lui può trovare lo stesso una buona chance NBA.

11: Arron Afflalo – UCLA – Junior – 1985 – HT: 6-5 – WT: 215
Non sono un suo grande fan, ma questo depone solo a suo favore e quindi il giocatore merita certamente attenzione. Sopravvalutato tiratore, non mi sento affatto di confermare le opinioni in merito di molti scout USA che lo dipingono addirittura come uno dei migliori esecutori dalla media distanza o da oltre la linea dei 3 punti.

A questi livelli è un attaccante solido e certamente può anche costruirsi da solo il tiro ma, con quella lentezza di base e con quella scarsa creatività  in penetrazione e nel concludere da sotto, non vedo proprio come possa diventare anche solo un decente attaccante NBA. Negli ultimi tempi se non è in giornata di tiro tende ad essere dannoso continuando a sparacchiare con pessime percentuali, anche se nelle passate stagioni era sempre riuscito a mantenere in linea l'ottimo dato finale (46%).

Il discorso cambia se si valuta quello che può dare in difesa specie sulla palla, fase del gioco in cui è certamente degno del livello superiore ma comunque destinato a soffrire a causa del suo scarso atletismo globale. Tratta male la palla, non ha idee chiare specie se deve metterla a terra e non è passatore per letture, esecuzione e tempi. Quello che non posso smentire da oltreoceano, con le sole immagini delle sue partite, sono le riconosciute etica lavorativa e allenabilità  che sono sempre due fattori tenuti in forte considerazione. Se ci aspetta da lui un impatto sui due lati del campo al piano di sopra, secondo me siamo fuori strada; può invece costruire la sua carriera tra i pro consolidandosi come buon difensore e ragazzo mentalmente pronto.

12: Alando Tucker – Wisconsin – Senior – 1984 – HT: 6-5 – WT: 205 (SF)
Forte, muscolare, verticale, difensore: sono le caratteristiche che maggiormente descrivono questo compatto atleta forse più adatto al momento ad un ruolo di ala e certamente al massimo da secondo giro al draft. Come guardia, con quella combinazione di chili e doti di salto può permettersi di dominare a livello NCAA ed andare spesso anche oltre i 20 punti a partita, ma non ha ancora la tecnica e la completezza nei fondamentali offensivi per poter trasportare quelle cifre a livello superiore.

Il suo tiro è il maggiore punto debole, non avendo ampio raggio e facendo addirittura fatica a raggiungere il 60% ai liberi. Piuttosto sotto standard anche il controllo di palla e forse ancora peggio nelle visioni e nella creatività  su scarichi e passaggi, ma almeno ha la piacevole caratteristica di conoscere i propri limiti evitando così forzature e palle perse.

A livello difensivo può già  tenere il campo su parquet NBA, perchè al fisicaccio aggiunge mobilità  laterale e braccia lunghissime, ma è prevedibile che le sue prospettive tra i pro siano da collocare nel continente europeo, dopo un sicuro tentativo di affermarsi in fondo a qualche roster NBA.

13: Coby Karl – Boise State – Senior – 1984 – HT: 6-5 WT: 215
Non potevo non togliermi lo sfizio di inserire nel ranking il figlio del coach dei Denver Nuggets George Karl, anche perchè rappresenta una bella storia di ragazzo che ha dovuto convivere e superare un serio problema di salute alla tiroide.

Forse non è la tredicesima miglior guardia nel panorama generale NCAA, ma certamente è anche lui potenziale materiale da secondo giro al prossimo draft. Figlio di coach = giocatore intelligente con fondamentali completi: l'equazione è sempre valida ed anche se in molti contestano o hanno contestato le abilità  tecniche di papà  George, Coby è l'ennesima conferma della regola.

Bene dalla lunetta e da oltre la linea dei 3 punti ma buon tiratore in generale, atleta solo nella media, è esploso un pò a sorpresa nella scorsa stagione guadagnandosi già  attenzioni per lo scorso draft. Ottime visioni, propensione all'assist, IQ cestistico, esecuzioni e tempi nel passaggio di buon livello non permettono persino di negargli prospettive come point guard, elemento quest'ultimo che potrebbe ulteriormente stuzzicare qualche scout NBA.

14: Morris Almond – Rice – Senior – 1985 – HT: 6-6 – WT: 210
Interessantissimo prospetto nel sottobosco dei nomi meno noti. Dalla sottovalutata Conference-USA, ha già  provato il grande salto l'anno scorso con tanto di 4 workout NBA (Cleveland, Houston, Lakers, Phoenix), ma saggiamente ha deciso di rimanere al college per il suo anno da senior con il risultato di viaggiare poco sotto i 30 punti a partita, approfittando del fatto di essere la stella assoluta della squadra.

Per fare circa 28 punti a partita, però, bisogna certamente anche essere grandi realizzatori, eppure non è questa la preminente qualità  di Almond: è infatti giocatore sotto controllo, senza forzature, fluido nei movimenti e realizzatore silenzioso anche quando va oltre i 30 punti, per quanto possa sembrare una sciocchezza.

Difetta negli assist ed ha qualche palla persa di troppo, tanto da far diventare il suo rapporto assist/turnover un dato allarmante (0.33), ma vedendolo giocare con i suoi Owls mi sento di poter attribuire questa statistica al fatto che è l'assoluto punto di riferimento offensivo della squadra e che quindi catalizza tutte le attenzione della difesa avversaria; ciò non toglie che il cambio di ritmo in palleggio, il ball-handling ed il fondamentale di passaggio siano forse ancora sottostandard. Non è un grande atleta ma compensa questo limite con una forza fisica che non gli pregiudica l'agilità  e la corsa tutto campo. Consigliato a chi ama le scoperte ed i nomi meno celebrati.

15: PJ Couisnard – Wichita State – Junior – 1984 – HT: 6-4 – WT: 215 (SF)
Per assegnare questo ultimo posto della top-15 ero molto indeciso tra 3 solidi giocatori (Lofton, Alexander, Kemp) e tra altri 3 (Bluntt, Schilb, Hairston) che però avevo visto solo in poco indicativi highlights; alla fine ho spedito tutti e sei i citati nel limbo, ovvero nella lista dei miseri menzionati qui sotto senza diritto al commentino, ed ho semplicemente optato per quello che mi sta più simpatico e che ho visto più spesso anche se forse dotato di minor talento complessivo.

Eppure Couisnard mi ha stupito ogni volta di più per l'altissimo IQ cestistico che mette in mostra, per la sveltezza con cui pensa cosa fare e per le decisioni conseguenti sempre di estrema qualità  e rarissime da trovare a questi livelli. Vede e legge l'azione in maniera naturale, sia in difesa che in attacco, anche se non facendo della tecnica il suo pezzo forte incorre in qualche errore di esecuzione evitabile e non eccelle a livello di punti segnati ed assist effettuati.

Privo di grande atletismo e tutt'altro che verticale, è però compatto e tosto fisicamente. Difensore di buonissimo livello sulla palla, nelle chiusure in aiuto ed in generale nel posizionamento difensivo, è meno efficace nei recuperi e lungo le linee di passaggio.

Molto interessante l'abilità  a rimbalzo soprattutto offensivo, sfruttando il corpaccione ma soprattutto l'astuzia e l'intuito che lo portano istintivamente dove sta per cadere la palla. Purtroppo e nonostante questo mio tentativo di fargli pubblicità , è verosimile che non venga scelto al draft e la sua presenza nel ranking è più che altro motivata dalla mia scarsa capacità  di prendere delle decisioni, ma non sarei affatto sorpreso di ritrovarmi tra qualche anno Couisnard come decisivo giocatore “di chimica” o di ruolo dalla panchina in qualche squadra NBA di vertice. In alternativa, possibile terzo violino in Europa.

Di estremo interesse e da seguire anche:
DeAngelo Alexander – Charlotte – Senior – 1984 – HT: 6-5 – WT: 215
Antonio Anderson – Memphis – Sophomore – 1985 – HT: 6-6 – WT: 200
Jahsha Bluntt – Delaware State – Senior – 1984 – HT: 6-6 – WT: 210
Malik Hairston – Oregon – Junior – 1987 – HT: 6-6 – WT: 200
Adam Haluska – Iowa – Senior – 1983 – HT: 6-5 – WT: 210
Mike Jones – Maryland – Senior – 1984 – HT: 6-5 – WT: 205
Marcelus Kemp – Nevada – Junior – 1984 – HT: 6-5 – WT: 205
Chris Lofton – Tennessee – Junior – 1986 – HT: 6-2 – WT: 200
Torrell Martin – Winthrop – Senior – 1985 – HT: 6-5 – WT: 195
Jawann McClellan – Arizona – Junior – 1985 – HT: 6-5 – WT: 200
Mike Mercer – Georgia – Sophomore – 1986 – HT: 6-4 – WT: 185
Blake Schilb – Loyola Chicago – Senior – 1985 – HT: 6-6 – WT: 205
Josh Shipp – UCLA – Sophomore – 1986 – HT: 6-5 – WT: 210
DJ Strawberry – Maryland – Senior – 1985 – HT: 6-5 – WT: 190

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