La faccia di Parker al termine della partita con Golden State
Settimana in chiaro-scuro per San Antonio. Prima quattro belle vittorie contro Chicago, Sacramento, Miami e Portland; poi due sconfitte, Dallas e Golden State, intramezzate da un altro successo, quello con Seattle.
Risultati
San Antonio Spurs vs Chicago Bulls 100-83 W
San Antonio Spurs @ Sacramento Kings 108-99 W
San Antonio Spurs @ Portland T-Blazers 107-98 W
San Antonio Spurs vs Miami Heat 106-86 W
San Antonio Spurs vs Dallas Mavericks 92-95 L
San Antonio Spurs @ Seattle SuperSonics 98-78 W
San Antonio Spurs @ Golden State Warriors 102-111 L
Record parziale: 5-2
Record complessivo: 11-4
Attualità
Finisce dunque con la sconfitta a Oakland l'imbattibilità esterna degli Spurs, che non perdevano fuori dall' At & T Center da dodici incontri di fila; record di tutti i tempi per la franchigia. Sarebbe bastata un'altra "doppia v" conquistata in trasferta per eguagliare gli Houston Rockets edizione 1996/97, che erano usciti vincitori da tutte e otto i primi incontri "on the road" della stagione. Al primo posto in questa speciale classifica siedono comunque i Knicks, che nel 1969/70 si aggiudicarono le prime dodici.
Ma l'altra sera, al cospetto dei nuovi Warriors firmati Don Nelson, gli Spurs proprio non ne avevano.
"Ogni volta che il punteggio raggiunge i 100 punti sappiamo che perderemo". - dice Gregg Popovich, il coach- "Noi non siamo una squadra costruita per segnare così tanto; infatti appena si arriva a 80, 90 punti abbiamo delle difficoltà . D'altronde non abbiamo giocatori che ci permettono di giocare in quel modo" Difensivamente davvero non eravamo in grado di fermarli; era decisamente troppo per noi."
In evidenza, tanto per cambiare, Tim Duncan; il caraibico ha chiuso la sfida con uno score di 22 punti, 16 rimbalzi e 6 stoppate. Ma quello che i numeri non dicono è come Andris Biedrins abbia letteralmente scherzato con lui, difendendolo in maniera egregia quando contava e stampandogli canestri su canestri in faccia dall'altro lato del campo.
Alla fine il centro lettone avrà portato a casa 18 punti, 15 carambole e addirittura 6 stoppate. L'exploit contro San Antonio, in ogni caso vale ricordare, non è che l'ultimo di una serie; in un'annata che promette essere davvero sorridente con lui.
Da segnalare, comunque, che si trattava della seconda partita dell'ennesimo back-to-back che il calendario aveva riservato ai i texani, e che per la seconda serata consecutiva mancava Ginobili, fermato da dolori alla schiena.
Tra tutte le buone prestazioni fatte registrare ultimamente dalla squadra, spiccano su tutte quelle con Miami e Sacramento. La prima per la manifesta superiorità mostrata sugli avversari; la seconda per il semplice fatto di essere stata conquista in un campo, l'Arco Arena, da sempre particolarmente ostico agli Spurs.
Anche se a vedere le prestazioni dei "soliti noti" Duncan, Parker e Ginobili proprio non sembrerebbe. Il primo, a cui l'aggettivo dominante comincia oggettivamente ad andare stretto, ha scritto sul tabellino 35 punti, conditi da 14 rimbalzi, mentre l'argentino e il francese hanno combinato per un sostanzioso 33 + 6. Sufficiente per regolare i Kings di un pur ottimo Kevin Martin, 20 punti.
Al di là dei risultati finali, tuttavia, c'è un'interessante statistica che ci mostra come gli Spurs chiudano sempre più frequentemente i loro possessi con conclusioni in sospensione, o quantomeno lontano da canestro.
Il 68 % delle volte infatti San Antonio si accontenta di tiri fuori dalla vernice, invece che cercare il gioco nei pressi del bersaglio. Questo tipo di selezione, tuttavia, scrive a referto anche il maggior numero dei punti totali della squadra: sono infatti 49.4, su 99.7, quelli derivati da queste situazioni. A seguire ci sono le conclusioni in vernice, dove gli Spurs possono contare su due formidabili specialisti quali Duncan e Parker; addirittura il primo dell'Nba in questa speciale classifica l'anno scorso.
E proprio il playmaker francese è uno dei principali motivi per cui San Antonio predilige in modo così marcato le soluzioni dalla distanza. Come ricordato già la settimana scorsa, infatti, i progressi compiuti dal numero 9 sono stati a dir poco importanti; la fiducia nel suo tiro è pressoché raddoppiata e con essa, inevitabilmente, anche le percentuali. Un dato però in controtendenza con i suoi tangibili miglioramenti e con la sempre maggiore importanza che il suo ruolo sta acquisendo all'interno delle logiche di squadra è quello relativo al suo plus/minus proiettato su una base di 100 possessi.
Infatti quando è in campo gli Spurs sono sul passo dei 106 punti segnati, mentre nei momenti in cui siede in panchina si arriva fino ai 113.5: -7.5 punti. Forse una semplice casualità , ma se così non fosse? E' forse un indizio che gli Spurs giocano meglio senza di lui? Tutto sembrerebbe ribadire il contrario; a partire dai commenti, quasi sempre entusiasti, di Popovich, che, anzi, ha spesso lodato il lavoro fatto dalla sua point guard durante l'off-season.
A suo sostegno ci sono inoltre le tante prestazioni pesantemente positive anche dal punto di vista strettamente realizzativo. Ultime, ma solo in ordine cronologico, quelle di Seattle e Golden State: 20 punti nella prima, 28 nella seconda.
Molto bene sta continuando, inoltre, anche la stagione di Fabricio Oberto. L'ex Valencia, infatti, non solo ha consolidato il suo ruolo di centro titolare, ma ha anche assodato i suoi numeri; naturale conseguenza delle sue ottime prestazioni sia dal punto di vista della qualità , sia della quantità . Sono infatti 7.3 i suoi punti di media, supportati da 5.6 rimbalzi. L'argentino, in particolare, ha ben figurato nelle gare con Sacramento, Dallas e Seattle, dove è andato regolarmente sopra la doppia cifra in termini di fatturato offensivo. Oberto è poi presente in tutti e quattro i primi quintetti di questa stagione degli Spurs per efficacia.
Parole importanti nei suoi confronti sono arrivate anche da Popovich, che di lui ha detto: "A Duncan ha fatto sicuramente bene giocare con Fab; gli ha dato maggiore energia. Fab è un giocatore così intelligente che Tim si diverte giocandoci." Ennesimo attestato di una stima che partita dopo partita aumenta in maniera esponenziale. Decisamente una delle note più belle dei nero-argento.
IL CASO BOWEN
Continua intanto la querelle Bowen. La vicenda, che sembrava ormai morta, è stata rianimata nei giorni scorsi dalle reazioni alla decisione presa in merito da parte dei piani alti della Nba. Ricordiamo infatti che due settimane fa Bowen ha ricevuto una chiamata di Stu Jackson, vice-presidente delle operazioni cestistiche della Lega, con la quale gli è stato comunicato che nessuna sanzione disciplinare sarebbe stata intrapresa contro di lui per l'episodio che lo ha visto protagonista insieme a Steve Francis; ma che se i fatti si fossero dovuti riverificare le conseguenza sarebbero state più pesanti. Quello che è imputato a Bowen è il fatto di avere il vizio di mettere il suo piede sotto quello dell'avversario quando questo è in fase di ricaduta dopo uno stacco da terra. Le conseguenza di questo gesto sono facilmente immaginabili.
Veemente è stato il commento di Popovich: "Non si sono nemmeno presi la briga di avvertire me, il nostro general manager o il proprietario. Ho appreso la decisione della Lega attraverso i giornali. Stanno provando in tutti i modi a stravolgere il modo di giocare del mio miglior difensore e neanche lo sappiamo?
"In secondo luogo la decisione è altamente infondata e influenzata negativamente dai media che hanno ingigantito tutta la questione" - ha seguitato, accusando anche Jackson di non avere un metro di giudizio uniforme.
In ogni caso lo stesso Bowen ha fatto sapere che lui non ha alcuna intenzione di modificare le sue abitudini in quelle situazioni: "Il coach è venuto da me e mi ha detto 'Ehi, io ho bisogno che tu giochi nella tua maniera. Non ti stare a preoccupare di quello che qualcuno possa dire o fare nei tuoi confronti'. In poche parole ho ricevuto un ordine che devo rispettare; quindi, continuerò a giocare duro" . Il sorrisetto che faceva capolino sui lineamenti dell'ala degli Spurs mentre pronunciava queste parole è significativo come poche altre cose.
Nei giorni scorsi ha preso le difese di Bowen anche Scott Skiles, che ha sottolineato come sia tenue " la differenza tra un semplice incidente e uno sporco giochetto. D'altronde – ha continuato il ragionamento- quando un tiro è ben contestato è naturale che il difensore sia molto vicino al suo uomo".
Ma probabilmente l'argomentazione più convincente a favore di Bowen è quella fornita, ancora una volta da Popovich, che ha affermato: "Bruce difende su un all-star ogni sera; se davvero avesse questa abitudine, allora casi come questi si dovrebbero verificare sempre. Non con questa bassa cadenza."
Più o meno sulla stessa linea è anche il giornale "Sports Illustrated", la Bibbia dello sport americano, che la scorsa settimana ha riportato una breve riflessione proprio su questo tema. Il giornalista ha fatto un rapido calcolo: Bowen contesta come minimo 10 tiri a sera, il che moltiplicato per 82, ovvero il totale di partite di stagione regolare disputate, da come risultato 820. Come è possibile che episodi come quello con Francis siano successi in così rare occasioni?
DUNCAN NELLA STORIA
Tim Duncan, intanto, nella partita contro i Sonics è diventato il terzo giocatore nella storia degli Spurs a raggiungere quota 15.000 punti in carriera. Complimenti!
UNO SGUARDO AL FUTURO
Consueta panoramica sulla settimana che aspetta San Antonio. La squadra farà visita questa notte agli Utah Jazz; la vera rivelazione del campionato. Seguirà poi un nuovo incontro ravvicinato con i Kings: questa volta però sul parquet amico. Gli Spurs ospiteranno quindi gli Warriors, per poi chiudere la settimana a Charlotte e di nuovo in casa con i Clippers.
IL MIGLIORE DELLA SETTIMANA
La palma del migliore della settimana va questa volta a Tim Duncan. L'ala da Wake Forest ha coronato un altro, l'ennesimo, grande inizio di stagione raggiungendo come già detto il traguardo dei 15.000 punti, dietro solo a due leggende come David Robinson (20.790) e George Gervin (19.383), ma più in generale dando continue dimostrazioni di strapotere a centro area. Indipendentemente da quale sia il nome del suo avversario. Impagabile.