Kari Lehtonen, decisivo contro i Panthers
Lo scettro di squadra più in forma della settimana va ai Thrashers capaci di vincere e convincere, registrando gol, risse e shutout; non va tanto peggio ai Lightning, altra squadra particolarmente hot che tira a raffica e vince 3 partite su 4. Sottotono le altre tre franchigie: Carolina e Washington vincono il loro match ma per il resto collezionano solo sconfitte, peggio ancora Florida che, complice anche un bel po' di sfortuna e imprecisione, chiude con 4 sconfitte su 4 match disputati.
Atlanta Thrashers (15-7-4, punti 34)
C'è di tutto e di più nella settimana appena conclusasi per Atlanta che riscuote dal ghiaccio ben 7 punti in 4 gare ma anche vari spunti (negativi e positivi) per cui rimuginare per il prosieguo del campionato. La prima partita probabilmente sancirà una nuova rivalità : al Verizon Center i georgiani battono 4-2 i Caps ma negli ultimi minuti avviene l'incredibile con 176 minuti di penalità complessivi, 5 risse e multe salate (e sospensioni) a giocatori e allenatori (le somme riacavate sono andate in beneficenza); a livello prettamente sportivo rimane il gol vittoria di Metropolit, ex di turno, e il 300esimo centro in carriera per Holik. Contro i Lightning pochi giorni dopo gli spiriti di Atlanta si raffreddano, ma forse diventano fin troppo gelati: Krog (primo gol con la maglia dei Thrashers per l'ex Ducks appena richiamato dalla AHL) e Rucchin portano sul 2-0 la propria squadra salvo poi gettare al vento due punti grazie alla doppietta di Boyle e al gol nell'overtime di St.Louis.
La trasferta in Florida continua poi a Sunrise dove il protagonista della serata si chiama Lehtonen che fa 37 parate su 37 tiri ricevuti e consente alla sua squadra di conservare il minimo vantaggio: finisce infatti 1-0 col gol decisivo di Kovalchuk e l'incredibile finale dei Panthers che in 6 contro 3 (due uomini in panca puniti per gli ospiti) non riescono negli ultimi secondi a trovare il pareggio. Infine una bella vittoria, agguantata al Madison Square Garden contro i Rangers; la vendetta di Atlanta, sconfitta a inizio mese sul proprio rink proprio da Jagr e soci, ha la stecca di Holik (un ex tra l'altro avendo passato due stagioni a New York) il quale fa una doppietta realizzando il game winning gol in overtime (da segnalare anche i 4 punti di Hossa, 1 gol e 3 assist).
Dopo una cedimento che aveva preoccupato i tifosi dei Thrashers negli scorsi giorni, la squadra di Bob Hartley pare aver trovato di nuovo motivazioni e carica agonistica; certo però che le ripetute fights contro Washington sono apparse fuori luogo così come il punto gettato alle ortiche contro i Bolts. Tuttavia Atlanta chiude in cassaforte 7 punti importanti, ottenuti grazie a un rinvigorito Lehtonen (97 parate in tre partite) e a un Holik in grande spolvero (3 gol in settimana per lui), oltre che a special teams abbastanza positivi. Il prossimo back to back con i Leafs, doppia sfida intramezzata da una trasferta al BankAtlantic Center contro i Cats, ci darà ulteriori conferme circa la ritrovata verve di questa squadra indiscutibilmente spettacolare.
Carolina Hurricanes (13-10-3, punti 29)
Carolina sperava di ottenere di più nelle tre partite che aveva da disputare dopo la sconfitta contro i Rangers; non è riuscita a fare più di due punti, collezionando due sconfitte pesanti contro Isles e Sens e una vittoria, molto rotonda, contro i Bruins in 180 minuti in cui a difendere la gabbia dei campioni in carica è stato sempre Grahame. Contro i newyorkesi di Long Island non c'è stata storia: complice anche l'ottimo momento degli isolani, gli uragani ci hanno capito poco subendo 48 tiri e 4 gol, con un Di Pietro praticamente inoperativo (solo 15 tiri contro di lui e due gol subiti, quelli di Walker e Letowski).
La voglia però di ritornare tosti ai due punti s'è materializzata al TD Banknorth Garden di Boston dove gli Hurricanes hanno tritato i Bruins con un 5-1 che non ammette repliche; Sauve e Thomas hanno subito i gol di Staal, Williams, Cole, Belanger e Ladd e hanno dovuto così inchinarsi al gioco frizzante e spietato di coach Laviolette. La storia della settimana però concerne l'ultima partita disputata da Carolina, quella contro gli Ottawa Senators: sbarazzatisi di Gerber (per puntare tutto su Ward), quest'ultimo s'è preso una bella rivincita contro la sua ex squadra partendo per la prima volta titolare (bravo l'allenatore dei Senators Murray in questo caso, ottimo psicologo) e vincendo con una prestazione maiuscola proprio all'RBC Center. Finisce 4-1 per gli ospiti con l'inutile gol iniziale di Ladd.
I giocatori e l'allenatore sono i primi a dire che una piccola involuzione sul piano del gioco e del carattere c'è stata perché 3 sconfitte nelle ultime 4 partite non sono un trend per cui dormire sonni tranquilli. Più in particolare nelle ultime uscite salta agli occhi come il giocatore più prolifico sia stato Andrew Ladd, autore di due centri, giocatore non ancora 21enne, mentre i top scorer della squadra sono rimasti a secco. Sicuramente, poi, non possono spendersi parole d'elogio per la blue line e per Grahame perche 110 tiri subiti in tre gare sono un po' troppi, come anche i 9 gol subiti. Montreal, Boston e poi un road trip nel nord-ovest potranno tagliare ulteriormente le gambe a questo team, bello ma discontinuo.
Tampa Bay Lightning (13-11-1, punti 27)
Niente male questo scorcio di stagione per Tampa Bay che nonostante la sconfitta finale subita ad opera dei redivivi Capitals, riesce comunque ad inanellare 3 vittorie di fila, tutte molto sofferte ed emozionanti per i propri tifosi. Una di queste è arrivata contro i cuginastri di Miami, quei Florida Panthers battuti dopo una partita vibrante: a Sunrise finisce 6-4 grazie alle doppiette di Craig e Richards e ai tre assist di St.Louis, autore insieme a tutto il team di un terzo periodo coriaceo. Ancor più al cardiopalmo, poi, la vittoria contro i Thrashers che, in vantaggio di 2 reti a 0, vengono raggiunti dalla doppietta in powerplay di Boyle per poi venir superati da St.Louis in overtime (settimo punto nelle ultime 3 partite per il piccolo canadese, autore di 3 gol e 4 assist).
Due punti conquistati contro le avversarie di Division sono una bella soddisfazione, ma probabilmente a coach Tortorella sarà piaciuta di più la vittoria dei suoi ragazzi contro Ottawa, franchigia da un bel po' di tempo a questa parte indigesta ai fulmini (l'anno scorso i Lightning furono eliminati ai playoff proprio dai Sens); contro i canadesi Kuba, Richards e St.Louis (ancora lui) ribaltano l'iniziale vantaggio di Spezza consentendo così al goalie Holmqvist di vincere per l'ottava volta nelle ultime nove partite disputate da titolare (mentre con la sconfitta patita si interrompono la striscia positiva di Ottawa e di Alfredsson in particolare). Non tutte le ciambelle vengono col buco però, e nonostante 50 tiri contro Kolzig i Capitals riescono ad espugnare il St.Pete Times Forum con un 5-2 apparentemente senza storia; in realtà Washington ha capitalizzato le occasioni avute mentre non sono bastati i 25 tiri nel solo terzo periodo per scardinare un goalie avversario che definire stratosferico è poco (da segnalare il primo gol in NHL per Tarnasky).
Insomma, per Tampa Bay le ultime partite hanno voluto dire molto e non solo perché il team ha totalizzato 6 punti su 8; innanzitutto mi piace sottolineare la settimana assolutamente magica dell'esperto difensore Dan Boyle, capace in una sola settimana di totalizzare 8 punti (3 gol e 5 assist). Insieme a lui però ha girato bene un po' tutta la squadra, soprattutto in attacco dove s'è creato molto (135 tiri e 14 gol fatti) e i top scorer non sono stati a guardare (da Craig a St.Louis, da Richards a Perrin); incoraggiante è poi l'83,3% del penalty killing settimanale, un dato chiaramente superiore alla disastrosa percentuale che questa squadra ha dall'inizio del torneo (con 74,5% è l'ultima dell'intera lega). Cos'altro aggiungere? Continua così Tampa e i playoff saranno ancora tuoi!
Washington Capitals (9-9-6, punti 24)
Non dev'esser stato facile assorbire le sei sconfitte di fila, tre delle quali pervenute negli ultimi giorni; certo però i Caps hanno potuto tirare un sospirone di sollievo vincendo in casa dei Lightning e interrompendo una striscia che più negativa proprio non si può. La cronaca inizia da una battaglia, più che da una partita, perché contro i Thrashers (0-2-2 quest'anno contro i georgiani per Washington) aldilà della sconfitta per 2-4 (inutile il doppio vantaggio firmato Pettinger e Klepis), sono saltati agli occhi i quasi duecento minuti di penalità fischiati tutti nell'arco di poco più di un minuto con Brashear e Sutherby particolarmente sopra le righe (il 15 dicembre prossimo, quando le due squadra si riincontreranno, saranno di sicuro nuove scintille).
Nervosi e falcidiati da infortuni e squalifiche, i capitolini hanno ceduto psicologicamente e fisicamente contro i marpioni Maple Leafs capaci di espugnare il Verizon Center con un inappellabile 1-7 (in gol solo Ovechkin), frutto di gol stupendi, tre dei quali siglati in un minuto nel secondo periodo (fino ad allora Caps in partita). Contro i caldissimi Islanders non va meglio: sconfitta meno pesante (1-4 con in gol ancora Ovechkin) ma comunque impotenza di fronte alla forma di Blake e Yashin, poi uscito per un infortunio. Infine però lo scatto d'orgoglio, grazie e soprattutto agli splendidi interventi di Kolzig; contro i Lightning i Capitals rialzano la testa e con cinismo espugnano il rink di Tampa: finisce 5-2 coi gol di Beech, Gordon, Semin (al rientro dopo l'acciacco alla spalla), Clark e Ovechkin, ancora in gol dunque, a porta vuota.
Finisce dunque con un raggio di sole una serie molto brutta per la squadra di Glen Hanlon (che, ricordiamolo, è stato il primo portiere ad essere battuto da Gretzky nel lontano 1979). Non c'è molto da dire sulle partite disputate dai Capitals che fino alla vittoria contro i Bolts avevano siglato appena 4 gol subendone 15 (il tutto in sole 3 partite), salvo poi alzare un po' le medie col 5-2 in Florida; rimane tuttavia deficitario il dato inerente al powerplay (3 su 20). Da sottolineare poi il curioso dato riguardante Dainius Zubrus, il giocatore di gran lunga più bravo nel tirare a rete tra tutti quelli della SouthEast Division: 23,5% di realizzazione, in pratica 51 tiri fatti e 12 gol (il quarto in NHL). Insomma, squadra ferita ma non morta: saprà tirarsi definitivamente fuori? Lo sapremo fra 7 giorni.
Florida Panthers (8-13-5, punti 21)
Toc toc, c'è nessuno lì davanti nell'attacco dei Panthers? Domanda d'obbligo perché nelle ultime due partite i Cats non sono riusciti a segnare, nelle 4 partite settimanali hanno raccolto la miseria di 1 punto e hanno perso 9 degli ultimi 11 match disputati. E' crisi, senza giri di parole, perché la squadra non solo ha evidenti problemi realizzativi, ma anche perché la concentrazione e la determinazione dei giocatori è minima; così, i punti, vanno agli altri. Come nel derby casalingo contro i Lightning: primo periodo per Tampa che conduce 2-0, secondo tutto di Florida che va in vantaggio coi gol di Peltonen, Roberts e Salei, nell'ultimo terzo il suicidio dei padroni di casa che finiscono per perdere 6-4 (gol di Jokinen ma Auld subisce 3 gol in 7 tiri!).
Più o meno va nella stessa maniera contro i Senators che sotto di 4 gol a 3 (primo gol di Larman in 2 partite di NHL, ma gol anche di Weiss e due volte Roberts), si fanno recuperare dagli avversari che completano la rimonta con la tripletta di Heatley (hat-trick fortunoso a dir la verità ). Nelle rimanenti due sfide, poi, il crollo della produzione offensiva; contro i Thrashers finisce 1-0 per Atlanta con i Panthers incapaci di pareggiare nei secondi finali in 6 contro 3 (Weiss ha sprecato un puck clamoroso proprio sulla sirena). E infine la sconfitta agli shootout contro Montreal, partita incredibile perché finita 0-0 nei 65 minuti consentendo così a Auld di registrare uno shutout con una sconfitta, episodio accaduto solo una volta in passato (Kiprusoff contro Philadelphia). Ai tiri finali decisivo è il gol di Koivu, altrettanto importanti gli errori di Jokinen e Nieuwendyk con Huet first star obbligata della serata.
A ben vedere, le ultime due partite se da un lato hanno evidenziato lacune in attacco, dall'altro hanno mostrato una blue line solida con un solo gol subito in 125 minuti; e così anche il penalty killing non se l'è cavata male (3 powerplay gol subiti in 16 occasioni di inferiorità ), abbinato a un powerplay se non altro sufficiente (4 su 17); in più Auld ha subito un gol negli ultimi 67 tiri registrando così il secondo shutout in carriera dopo quello rifilato ai Caps quando vestiva la maglia dei Canucks. Ma allora cos'è che non è andato? A parte Roberts, autore di 3 gol e 1 assist, e Jokinen, a secco ma autore di 4 assist, coach Martin non è riuscito a vedere un buon gioco in attacco (sempre assenti Bertuzzi e Kolnik), soprattutto nelle ultime due uscite dove oltre gli ottimi Lehtonen e Huet, i tiri dei Cats non sono sempre stati irresistibili.E poi, come detto in avvio, v'è la cronica incapacità di mantenere i risultati. Quindi, cari Panthers, perché non tirare fuori cattiveria e abnegazione per cercare di invertire questo trend che non meritate?