Ormai è una certezza: Bargnani in Nba ci può giocare
Ci eravamo lasciati con un incoraggiamento, con un "Forza Andrea!", con la speranza che, dopo due indizi, il terzo facesse una prova: e così è stato.
Le ottime prestazioni a Salt Lake City e in casa contro Cleveland non sono state un fuoco di paglia, né un'oasi nel deserto, ma bensì l'inizio della vera carriera Nba di Andrea Bargnani.
Le susseguenti 6 partite, nelle quali Toronto ha infilato un 4-2 e nelle quali i Raptors hanno sfatato il tabù-trasferta, hanno regalato prestazioni e numeri di tutto rispetto:in 24,7 minuti di presenza in campo,12.6 punti - 3.5 rimbalzi (1,3 offensivi) - 0.83 assist - 0.66 rubate - 0.83 stoppate - 1.33 perse - 3.6 falli. Il tutto condito da percentuali davvero ottime: 49.2 % dal campo - 35 % da 3 - 100% ai liberi (12-12).
Ma analizzare le mere cifre non è corretto né può fornirci una completa analisi dell'ascesa del Mago: andiamo quindi ad esaminare, partita per partita, gli eventi, le azioni, le curiosità , i commenti e tutte quelle piccole cose che stanno facendo diventare Bargnani un qualcuno, e non uno dei più grandi bust (detto qui da noi "pacco")della storia del Draft Nba, come già qualcuno ipotizzava dopo poche partite.
Ad Atlanta, dove i Raptors sono stati sconfitti 97-93, la partita di Andrea è stata forse la più brutta delle 6, con 9 punti e 3-11 dal campo, ma di positivo c'è la sua permanenza in campo per tutto il quarto decisivo, in modo da poter "vivere" la partita nei momenti caldi e, (sarebbe dovuto succedere, prima o poi) in modo da far conoscenza con le incredibili stoppate di Josh Smith. Tutto materiale necessario per un giocatore che si affaccia nell'Nba.
Il capitolo successivo ha invece mostrato (per altro sugli schermi italiani grazie a Sport Italia) una delle migliori prestazioni stagionali di Andrea, nella vittoria 92-83 in casa contro i Pacers, che ha regala all'italiano i primi pubblici complimenti di compagni, stampa e opinionisti. In seguito ai suoi scintillanti 23 minuti, che hanno portato 14 punti (costituiti da canestri di tutti i tipi: triple, partenze arresto e tiro, partenze brucianti fino al capolinea) hanno fatto sì che il recap di Nba.com fosse incentrato tutto su di lui, con annesse interviste davvero incoraggianti dei compagni.
"E' la prima scelta per una ragione: è un gran giocatore. Non ci sono tanti giocatori di 7 piedi (2m 10 cm) che tirano come lui o che vanno a canestro come lui" dice Calderon, pure lui protagonista della rinascita di Toronto
"E' stato uno shock per lui entrare le prime volte, ma ora si è ambientato. E' diventato aggressivo, ha lavorato in palestra ogni giorno e ora ne trae i risultati. Tiene sempre sotto pressione il difensore. Parte così veloce che quando il difensore reagisce lui sta già tirando." Sono le parole di Bosh (che ricordiamo per la sonora strigliata in campo a San Francisco)
Lo stesso Andrea riconosce che i pochi minuti a disposizione all'inizio creassero un ostacolo "Come si può comparare giocare 30 minuti con il giocarne 8? Non si può. Molte cose sono nuove per me, e il tipo di gioco è totalmente differente da quello Europeo"
Il climax naturale a questa evoluzione è arrivato a New Orleans, nella vittoria 94-77contro i rimaneggiati Hornets (privi di Stojakovic e West), dove Andrea ha sfoderato una partita di una concretezza disarmante, la migliore fino ad ora della sua carriera: 16 punti con soli 9 tiri dal campo (dei quali 6 segnati), ottimi movimenti, presenza a rimbalzo e in difesa, intesa in crescendo con Bosh (al quale regala un assist al bacio).
Poco importa che in diretta Tv americana il commentatore tecnico non facesse altro che sminuire e gettare terra sulla faccia di Bargnani. Il Mago ha infatti fatto tacere costui, dimostrandone i pregiudizi gratuiti, il quale parlava probabilmente senza mai aver nemmeno visto in un video qualche azione di Andrea.
A metà settimana è poi arrivato il tanto atteso "scontro" Dirk vs Bargnani, che purtroppo è durato solo 3 minuti scarsi: dopo infatti pochi minuti in campo di Andrea (nei quali è da segnalare una strepitosa difesa contro il biondissimo "crucco", il quale si è trovato a dover abortire con uno scarico lo stesso movimento con il quale poco prima aveva lasciato Bosh fermo a chiedersi cosa stesse succedendo) il tedesco ha dovuto abbandonare il campo a causa di visioni allucinate.
Poco hanno potuto i Raptors contro gli incredibili Mavs di questo scorcio di stagione (12 w di fila),perdendo 117-98 ma il Mago ha comunque centrato la 3° doppia cifra consecutiva (a quota 12 punti), ha giocato 30 minuti (avete capito bene".TRENTA), ha fatto sudare sette camice a Dampier (per altro scatenato nella stessa partita) andandogli via sul fondo, al centro o in arresto e tiro, e infine ha mostrato anche di avere quel pizzico di malizia che lo ha portato a protestare vivacemente su un fallo fischiatogli (in mondovisione il suo urlo "Noo! Ma che ca**o fai?!Porco ***"): insomma, il ragazzo ha anche il carattere
Tornati in Canada, i ragazzi di coach Mitchell (pensavate mi fossi dimenticato di lui?) hanno affrontato i Celtics e Bargnani ha dimostrato che ormai il suo decollo è avvenuto e che il volo si è stabilizzato in quota:nella vittoria 106-102 dei Raptors, per lui altri 25 minuti, altri 11 punti, ai quali aggiungiamo continui segnali di miglioramento in difesa (prende un grande sfondamento) e soprattutto un altro, piccolo passo verso quello status di giocatore importante e considerato dagli addetti ai lavori: la sua schiacciata imponente a rimorchio (con tanto di sguardo misto tra sfida e spocchia verso il pubblico..bel caratterino!) è entrata dritta dritta al N° 7 (come la sua maglia:coincidenze) delle migliori 10 giocate della nottata, insieme ai vari James, Nash, Stoudamire, Anthony"insomma, bella compagnia!
Pure la prima allacciata di scarpe al Madison Square Garden ("E' una partita come le altre" ha detto Andrea) non ha spaventato il romano, che ha contribuito con altri 11 punti alla causa e soprattutto ha catturato rimbalzi importanti durante la rimonta dei Knicks, poi battuti 103-100.
Da quando Bargnani è entrato in pianta stabile nella rotazione di Sam Mitchell, dunque, i Toronto sono diventati una squadra con la propria dimensione, da 5W e 3 L (7-10 il record totale), con tutte le credenziali per poter arrivare a vincere la propria Division (Nets permettendo) e dunque far sì che il romano, con questa costanza di rendimento, possa ambire anche al ROTY, che è sicuramente alla sua portata.
Sperando che il suo volo rimanga in quota, ribadiamo l'augurio che ha portato fortuna: Forza Andrea!