Tutti i rifletori sono su Stoudemire, ma è sempre Nash il direttore d'orchestra dei Suns.
“Siamo definitivamente tornati". Affermava un sorridente Stoudemire alla fine della partita di Domenica contro i non certamente irresistibili Portland Trailblazers. Amaré si riferiva direttamente alla facile vittoria (119-101), ma non solo. Ci sono varie ragioni per l'ottimismo. Non ultima la sua prestazione: 20 punti e 11 rimbalzi in 29 minuti (limitati da 6 falli), la sua quinta doppia doppia nelle ultime nove partita, cioè da quando è titolare. I suoi numeri dal suo ritorno in quintetto sono incoraggianti: 17,7 punti col 59,4% dal campo e 9 rimbalzi in 28 minuti di gioco. Ma i numeri ingannano, non solo il gioco di Stoudemire è migliorato, è migliorato soprattutto il feeling con i compagni: ora lo cercano di più, hanno fiducia in lui e il risultato di tutto ciò può solo beneficiare i Suns.
Tuttavia, Stoudemire è soltanto la punta dell'iceberg del miglioramento dei Suns, che sono 6-1 dopo il loro terribile inizio (1-5). La palla gira di nuovo velocemente, i tiratori sono di nuovo in forma (in mancanza di Barbosa, è tornato Bell a livello playoff dell'anno scorso) e, soprattutto, sembra che Diaw e Stoudemire possano convivere. Per ora è soltanto un'impressione dettata dall'ultima partita, quella contro Portland, nella quale entrambi hanno contribuito quasi alla pari (per il francese 17 punti, 8 rimbalzi e 4 assist). La tonica nelle partite precedenti sembrava invece essere sempre "se sale uno, scende l'altro". Questo è forse l'aspetto più incoraggiante di questa rinascita dei Soli, l'abbiamo ripetuto molte volte, far convivere "Stat" e "3D" è la chiave della stagione dei Suns.
Il capitano della nazionale francese sembra stia riprendendo lentamente la forma, e Mike D'Antoni non ha esitato a difenderlo alla prima occasione (dopo i 18 punti contro gli Hornets): "La gente non si accorge di quanto Diaw sia bravo. Sa come mantenere il ritmo della partita e convolgere tutti i compagni. Il suo ruolo è fondamentale". Le sue ultime prestazioni stanno calmando le critiche che già mettevano in dubbio il cospicuo rinnovo del francese quest'estate. C'è ancora molta strada da fare comunque, sia per Diaw (che appare ancora leggermente sovrappeso) che con la coppia Boris-Amaré.
"È impossibile che non riescano a giocare insieme - affermava convinto D'Antoni – sono troppo bravi a giocare a Basket per non riuscirci". Sulla stessa falsariga si esprimeva proprio "Stat": "Ci stiamo capendo sempre di più e cercheremo di sviluppare una miglior intesa. Ci sarà da divertirsi qua prossimamente". Come dargli torto? Sembra che i Suns siano tornati: alley-hoop, fiumi di tiri da tre, ma è tornata anche qualcosa che davvero non si era mai vista quest'anno: la difesa.
Nelle ultime partite infatti i Suns hanno giocato un'ottima difesa sul perimetro e anche nella pittura, dove oltre al solito Thomas è in recupero lo stesso Stoudemire, autore di sette stoppate contro New Jersey. "Credo che la sua difesa - dichiarava l'allenatore italo-americano, riferendosi a "Stat" - è la chiave per il nostro successo. Ha la potenzialità per migliorare". In generale, tutta la squadra ha difeso meglio, infatti nelle ultime tre partite gli avversari hanno tirato con il 44% dal campo e hanno segnato una media di 92 punti a partita. Un numero decisamente più rispettabile rispetto al 107 punti a partita delle prime dieci partite. Altri "colpevoli" di questa rinascita difensiva? Oltre a Thomas e Stoudemire, che comunque ancora deve mostrare miglioramenti in questo aspetto del gioco, sicuramente il solito Raja Bell, Marcus Banks e il più insolito James Jones.
L'ex Indiana sta vivendo un inizio di stagione decisamente "strano". La sua fama di cecchino è praticamente un vecchio ricordo sbiadito: 23% dal campo e 30% da tre. Di fatto, l'unica ragione per la quale ancora entra in campo è per la sua capacità difensiva e di sacrificarsi per la squadra. Un esempio lampante è la difesa su Nowitzki nell'ultimo quarto contro i Mavericks il 9 Ottobre. Dal canto suo Marcus Banks ha finalmente contribuito in difesa con costanza anche se in attacco continua ad essere altalenante: in alcune partite segna tanto penetrando e attaccando il canestro (17 punti contro Philadelphia), in altre segna poco (8 punti contro New Jersey) tirando troppo dalla media distanza, altre volte non segna o fa imbestialire il pubblico per non essersi preso un tiro da tre nel quale era completamente solo, azione che costituisce un peccato capitale nel regno di Mike D'Antoni.
Nonostante le vittorie e il miglioramento difensivo, non è tutto luccicante nella Valle del Sole. Continuano i problemi di "blown leads" come dicono gli Americani, ovver grandi vantaggi poi irrimediabilmente sfumati. Un fattaccio successo in tutte le sconfitte stagionali e che per poco non succedeva di nuovo contro i Nets e contro Portland. Lo stile di gioco dei Suns è certamente uno dei fattori che spiagano questo fenomeno e D'Antoni lo sa. "Quest'anno siamo una squadra diversa - spiegava il coach, dando una possibile soluzione al problema - per questo corriamo ancora come sempre, ma non veloci come prima. Forse così saremo più forti in difesa e a rimbalzo". È la soluzione logica. Con Stat a pieno ritmo l'attacco statico dei Suns dovrebbe migliorare molto (quando non si può correre ci sarà sempre il pick'n'roll Nash-Stoudemire) e non ha senso continuare a forzare il ritmo quando si è sopra di 15 o di 20. I Suns devono imparare a gestire il ritmo, rallentare quando serve.
Le altre brutte notizie sono fisiche. Steve Nash è tornato dopo essersi perso due partite per i soliti problemi cronici alla spalla e anche Bell è tornato ormai al 100%. È Barbosa, il miglior giocatore dei Suns finora, che è fuori per un problema alla caviglia. "Mi sento meglio - dichiarava Leandro dopo una sessione di corsa Domenica - però mi fa male vedere i miei compagni là fuori, senza poterli aiutare. Spero di tornare presto", così presto che secondo lo staff potrebbe già giocare contro Houston stasera stessa.
Un altro neo è il ridotto ruolo di Jalen Rose, che sta giocando pochi minuti dopo le prime partite in cui era sembrato trovarsi a suo agio. "È colpa mia - riconosceva il coach - non sono stato capace di trovargli spazio nella rotazione ancora. Mi piace ciò che può offrirci, semplicemente non so ancora come utlizzarlo al meglio". Gli altri nuovi acquisti sono ancora inediti. La ragione principale è di certo la predilezione di D'Antoni per le rotazioni corte da otto-nove uomini al massimo, altre spiegazioni non sono state date. La verità è che la situazione di Jumaine Jones, per esempio, sembra davvero strana dato che le sue caratteristiche (buona difesa, ottima abilità atletica e un discreto tiro da tre) lo rendevano un giocatore potenzialmente molto interessante per il gioco dei Suns.
Around the Valley
Per cominciare la nostra consueta rassegna di curiosità abbiamo un piatto forte, che dovrebbe riempire d'orgoglio tutti i tifosi dei Suns: sei giocatori di Phoenix sono stati selezionati per entrare nelle votazioni per l'All Star Game. Sono: Steve Nash, Shawn Marion, Amare Stoudemire, Raja Bell, Boris Diaw e Leandro Barbosa. Il totale di giocatori selezionati per la Western Conference è di 60. Ricordiamo che il week-end delle stelle avrà luogo nella capitale Americana del peccato: Las Vegas.
Parlando di eventi che avranno luogo nella capitale del gioco d'azzardo, anche i giochi Panamericani, ovvero le qualificazioni per le olimpiadi, si giocheranno lì l'estate prossima.
Sembra che il cambio di sede dal Venezuela al Nevada abbia risvegliato l'interesse di Marion e Stoudemire (anche se è da vedere se davvero era mai sceso). "Ci penserò su sicuramente - dichiarava Amaré - dipenderà da come va la stagione. Comunque è sempre un onore rappresentare il mio paese. Abbiamo i migliori talenti, stavolta dobbiamo dimostrarlo".
Cambiando discorso. In Stati Uniti è uscito da qualche settimana il libro "07 Seconds or Less" di Jack McCallum, veterano giornalista di Sports Illustrated. Il titolo del libro si riferisce ad uno dei capisaldi della "dottrina D'Antoni", ovvero cercare di segnare in meno di sette secondi. Il libro parla dell'esperienza del giornalista nei Phoenix Suns, con i quali ha passato tutta la stagione scorsa. Questa sorta di diario è pieno, a detta di chi l'ha letto, di curiosità e segreti succosi, un "must-read" per i tifosi dei Suns insomma. Quando riusciremo ad ottenerne una copia ve ne faremo sapere di più.
Pochi giorni fa, il 23 Novembre, era festa in Stati Uniti: il Thanksgiving Day. Il giorno che commemora il primo raccolto dei padri fondatori delle colonie che poi avrebbero dato i natali agli Stati Uniti D'America. Marcus Banks ha deciso, invece di stare in famiglia a mangiare tacchino, di aiutare le famiglie meno abbienti di Phoenix organizzando un pranzo benefico allo US Airways Center. Un gesto che merita sicuramente applausi.
Ultima dato statistico: tanto per parlare delle aspettative createsi intorno alla squadra, in tutte le prime otto partite casalinghe dei Suns si è dovuto mettere fuori dall'Arena il cartello "non ci sono biglietti". L'anno scorso la prima volta che era successo era stato il 6 Gennaio.
Anche per stavolta è tutto. A presto!