I migliori del 2006: Brian Ching (Houston), Marvel Wynne (NY), Freddy Adu (DC), Clint Dempsey (Revs)
Hanno vinto gli Houston Dynamo, grazie prima al gol del pareggio segnato dal centravanti della Nazionale USA, l'hawaiano Brian Ching, un solo minuto dopo il vantaggio dei New England Revolution di Taylor Twellman (ex Monaco 1860), e poi ai rigori finali. Per i Revolution è la terza finale di MLS Cup persa in 5 anni. I Dynamo invece non hanno fatto che rinnovare la tradizione vincente dei San Jose Earthquakes (dove negli anni '70, nella NASL, gioco anche George Best), squadra sciolta per problemi economici lo scorso anno, dopo aver vinto due campionati, e i cui giocatori hanno formato l'ossatura della compagine di Houston.
Tra i protagonisti della finale due scozzesi dalle origini comuni. Sulla panchina dei Revolution, Steve Nicol, che ricordiamo in campo con il Liverpool nella finale vinta all'Olimpico contro la Roma nel maggio 1984. Quella sera Nicol sbagliò uno dei rigori finali, ma per sua fortuna gli errori di Conti e Graziani consegnarono la vittoria ai Reds. In campo con Nicol quella sera c'era un altro scozzese, il grande Kenny Dalglish, che domenica era sugli spalti esauriti del Pizza Hut Purk di Frisco (Texas) per la finale. Era lì per vedere le gesta del figlio, Paul Dalglish (per lui apparizioni a Celtic, Newcastle) che, con una doppietta in semifinale ai Colorado Rapids, aveva contribuito notevolmente alla qualificazione dei Dynamo.
Con quello assegnato domenica scorsa, la Major League Soccer è ormai giunta all'undicesimo anno della sua ancor breve storia, dominata in gran parte dai D.C. United di Washington (4 campionati vinti), quest'anno arrivati "cotti" ai playoff ed eliminati dai Revolution. I fallimenti del passato, a cominciare dalla NASL di Pelé, Cruyff, Beckenbauer e Chinaglia, hanno però insegnato molto. Basta con le spese folli dei "ricchi scemi", ma spazio a seri investimenti commerciali e immobiliari in grado di sostenere le squadre.
La MLS ha una struttura particolare. È infatti posseduta collettivamente dai proprietari delle squadre, e i giocatori non firmano con la singola società , ma con la Lega, che poi provvede ad allocarli alla squadra più adatta. Ed è così che la stella dei Dynamo campioni di quest'anno, il canadese Dwayne DeRosario, possa essere trasferito d'autorità al Toronto FC. DeRosario è infatti nato nei dintorni della capitale dell'Ontario, e si crede possa essere un'attrazione in grado di portare il pubblico locale allo stadio.
L'argomento stadi è al centro delle discussioni e del futuro della MLS. La lega nel 2007 avrà 13 squadre, puntando ad arrivare a 16 entro il 2010, e mentre già nove di queste giocano nel proprio stadio o ce l'hanno in costruzione, uno dei requisiti per l'ammissione delle nuove franchigie è proprio l'aver disponibile un "soccer specific stadium". Problemi di spazio eccessivo, costi e calendari. Si è dato quindi il via alla costruzione di stadi medio-piccoli (da 20/30.000 posti), polifunzionali, da sfruttare tutto l'anno. E, sorpresa, i Los Angeles Galaxy del presidente Lalas (ex Padova anni '90), da quando giocano nel proprio stadio, il bellissimo Home Depot Center, producono profitti ogni anno.
Molte cose cambieranno a breve. Su spinta di pubblico, media e nuovi proprietari come la Red Bull, che alcuni mesi fa ha acquistato i MetroStars (ex squadra del CT azzurro Donadoni) trasformandoli in New York Red Bulls, è stata approvata la cosiddetta "Beckham Rule". Con essa, il salary cap di $1,9 milioni per squadra dall'anno prossimo potrà essere sforato liberamente per due giocatori a squadra, ma l'extra sarà a carico dei singoli proprietari. Che non sono certo gli ultimi arrivati, essendo per la maggior parte proprietari anche di compagini di NFL, NBA e MLB, gruppi quindi estremamente solidi.
E allora chissà che dal prossimo anno sui campi USA, oggi in gran parte in erba, non si possano vedere giocare i vari Beckham (che già possiede una soccer academy a Los Angeles), Ronaldo e Figo, che più volte hanno espresso la volontà di emigrare oltreoceano. È probabile che la MLS punti però principalmente, oltre a qualche nome, su buoni giocatori in grado di elevare il livello medio del gioco del campionato. Ma, fattore ben più importante, oggi c'è un movimento calcistico dal quale attingere, e che ha già fornito giocatori di ottimo livello. Qualche nome è noto, come Donovan o il giovane Freddy Adu, diretto al Manchester United. E ci sono già giovani americani in giro per l'Europa, come Bobby Convey (Reading), Tim Howard (Everton), Oguchi Oniewu (Standard Liegi), e molti di più pronti ad arrivarci.
Poi, sempre a partire dalla prossima stagione, arriveranno gli sponsor sulle maglie e i contratti per i diritti TV. E i tanti soldi che pioveranno non potranno che spingere i giovani verso il soccer. Parte infine, sempre nel 2007, anno di grandi cambiamenti, l'Interliga, una sorta di Champions League fra squadre statunitensi e messicane, mentre per il 2008 si parla di una partecipazione della squadra campione alla Copa Libertadores. Che il gigante americano stavolta si sia svegliato davvero?
PRONTI PER L'ITALIA
Freddy Adu (D.C. United)
17 anni, 1.75 per 65 kg, è grande speranza non ancora realizzata del calcio USA. Nato in Ghana, ma trasferitosi da bambino negli USA, ha esordito nella MLS a soli 14 anni, e in Nazionale a 16. Nei D.C. gioca generalmente ala o dietro le punte. Tecnica di alto livello, deve sicuramente crescere nel fisico e nella testa. Il periodo che si avvia a vivere sotto l'ala di Alex Ferguson gli farà bene. Squadra consigliata: Milan.
Jonathan Bornstein (Chivas USA)
22 anni, 1,80 per 66 kg, cresciuto con Wynne a UCLA, si è trovato a doversi trasformare in terzino sinistro (ma ha giocato anche in mezzo e avanti) dopo una carriera giovanile spesa esclusivamente nel ruolo di attaccante. Un po' la sopresa del campionato con la maglia dei Chivas USA, ha vinto il premio Rookie of the year. Ha un ingaggio attuale di $28.000. Squadra consigliata: AS Roma.
Clint Dempsey (New England Revolution)
23 anni, 1.85 per 77 kg, ha vinto il premio di miglior giocatore USA di quest'anno. Leader dei Revolution e della Nazionale in campo e fuori, si era già rivelato ai Mondiali con un bel gol al Ghana. Centrocampista d'attacco completo, aggressivo, bravo sia con la testa che coi piedi. La scorsa estate era vicino al West Ham, a gennaio sarà sicuramente in Europa. Ma dovrà lasciare il suo gruppo hip hop. Squadra consigliata: Lazio.
Landon Donovan (Los Angeles Galaxy)
24 anni, 1.73 per 72 kg, centrocampista o attaccante di grande tecnica ma non di altrettanto carattere, è alla ricerca dell'ultima occasione per dimostrare di essere un grande giocatore, dopo aver fallito gli appuntamenti importanti in Europa. Se l'orgoglio lo sostiene può cambiare il volto di una squadra. Squadra consigliata: Napoli.
Marvel Wynne (New York Red Bulls)
20 anni, 1.80 per 78 kg, terzino destro e centrale di difesa. Troppo bravo per il college, troppo bravo per la Nazionale U20, rischia di essere troppo bravo anche per gli attuali Red Bulls. Arrembante, fisico da centometrista, ha accettato di giocare nella MLS nonostante alcune offerte provenienti dalla Germania, consapevole di dover ancora crescere. Il fisico c'è già . Prossimo pilastro della Nazionale USA. Squadra consigliata: Juventus.
Altri nomi da seguire:
Josmer Altidore (attaccante, 17 anni, Red Bulls); Sacha Kljestan (centrocampista, 20 anni, Chivas USA); Bobby Boswell (difensore, 23 anni, D.C. United); Troy Perkins (portiere, 25 anni, D.C. United).
L'articolo in questione è stato pubblicato anche su il Guerin Sportivo, n. 48 del 2006.