I compagni lo guardano, il suo sguardo non dà garanzie: ce la farà Chris?
Le stoppate non mancano quando giocano Brand e compagni (quarti nel fondamentale, con 5.7 blockshots a partita) e nonostante i Clippers concedano agli avversari il 28% da 3 punti (migliori nella Lega), la difesa sta mostrando segnali di rilassamento rispetto allo scorso anno.
Il dominio a rimbalzo e le percentuali di tiro concesso nel pitturato non sono quelle della scorsa stagione, in parte a causa della mediocre partenza di Chris Kaman.
Fatica a ingranare
Due sfide significative, quelle contro Nuggets e Hornets.
In entrambi i casi la grande pressione sugli esterni avversari ha prodotto molte palle perse. Ad esempio contro gli Hornets, una volta mandato in confusione Chris Paul, i Calabroni sono spariti dal campo.
Due partite, due vittorie Clippers. Eppure in entrambi i casi la sfida a rimbalzo è stata persa, nettamente nel caso dei Nuggets.
In entrambe le partite il biondo centro che con Brand forma una delle coppie di lunghi più temute d'America è parso fuori partita: poco aggressivo e poco attento. E quando non fai il taglia-fuori con personaggi del calibro di Camby o Chandler in campo, vai in contro a brutte figure.
Kaman nelle prime otto partite ha prodotto 7.4 punti, 6 rimbalzi e 0.7 stoppate a partite, oltre ad un inquietante 37.5% dal campo. Il suo momento no ha costretto Dunleavy a giocare spesso con quintetti piccoli e due volte Tim Thomas gli è stato preferito come starter.
Tema di un precedente team report è stato l'avvio di stagione sottotono di Brand, ma le ultime partite hanno già fatto vedere sensibili miglioramenti. Come dire, ci vuole pazienza: la season è appena iniziata.
Kaman è un idolo per la ClipperNation e sicuramente gli sarà concesso il tempo per recuperare la brillantezza e l'energia messe in mostra lo scorso anno.
Elton Brand, però, è l'unico intoccabile di coach Dunleavy, nonché un giocatore fondamentale in entrambe le metà campo. Per Kaman sarà più dura. Se continuerà a stentare farà fatica a diminuire il tempo trascorso seduto a guardare giocare i compagni.
Siamo una squadra diversa dallo scorso anno, in attacco ora siamo in tanti capaci di fare canestro e ci sono delle cose a cui non mi sono ancora abituato. Non cerco alibi, sto solo dicendo che ci sono alcune cose su cui devo lavorare.
Kaman ammette le innegabili difficoltà , ma forse non ha colto il punto.
Tim Thomas può segnare in molti modi, Quinton Ross sta forgiando un tiro discretamente affidabile dalla media distanza. Cassell, Mobley e Maggette sono giocatori dall'indubbio talento offensivo.
Kaman può ritagliarsi un ruolo in fase offensiva, ma deve dare solidità in fase difensiva. Se difenderà come ci si aspetta da lui, trascorrerà più minuti in campo ed avrà maggiori opportunità per prendersi i suoi tiri. Per ora non sta facendo nulla di tutto questo, al contrario sembra un po' spaesato.
Continuo ad entrare ed uscire dal campo ed è qualcosa a cui non sono più abituato. Però stiamo vincendo e questo è quel che conta. Perciò non mi lamento e continuo a lavorare sodo.
I miglioramenti sono arrivati nelle ultime due partite disputate: 12 punti, 10 rimbalzi e 4 stoppate nel derby di L.A., 12 punti e 14 rimbalzi in 41 minuti nella sconfitta casalinga contro Seattle. Più difesa, più intimidazione, più punti, migliori percentuali di tiro, più minuti…
Purtroppo nell'allenamento di venerdì si è infortunato (distorsione alla caviglia), ha saltato le ultime due partite e non è ancora chiaro se sarà disponibile per la prossima trasferta.
Non sono il go-to guy , la star della squadra. Sono solo un buon role-player.
Ma le grandi ambizioni di Cassell e Brand passano inevitabilmente dallo sviluppo di quel centro vero su cui possono contare poche franchigie NBA. Non ti bastasse questo, Chris, pensa a quanti soldi ha sborsato per te uno come Sterling…
Altro che role-player!
La settimana
W 6 – L 6, ultimi nella Pacific, undicesimi nella Western.
L 88-103 @ Denver Nuggets
L 96-104 @ Minnesota Timberwolves
L 85-95 vs. Seattle Supersonics
L 101-105 @ Los Angeles Lakers
Dopo aver perso onorevolmente contro i Lakers, guidati da un Bryant inarrestabile (40 punti), la sera seguente giunge la prima sconfitta interna della stagione, contro i non irresistibili Sonics. I primi sospetti…
Dopo il Thanksgiving Day trasferta a Minneapolis e di nuovo Clippers convincenti. I Wolves non riescono a fermare l'ex Cassell, che chiuderà con 31 punti e 9 assist. Brand segna e stoppa, Maggette porta punti dalla panchina e mette a referto 10/10 dalla lunetta, dimostrando quanto facciano male le
sue entrate verso il cesto.
Anche il supporting cast si mette in mostra: buona difesa e qualche canestro per Ross, 8 punti e 3 sfondamenti subiti da un Aaron Williams che sostituisce decorosamente Kaman.
A 40 secondi dalla fine del terzo quarto i T.Wolves sono sotto di 16 punti. Semplicemente non c'è mai stata partita, come dimostra il volto sconsolato di Garnett seduto in panchina. Invece, con Brand e Cassell in panchina in 3 minuti la partita si riapre.
Shawn Livingston sbaglia due liberi e un tiro, perde un pallone, commette un fallo, subisce un canestro in penetrazione ed una tripla da Foye. Tim Thomas registra una palla persa e zero su due ai liberi.
Rientrano subito Cassell e Brand.
Cassell con una tripla riporta il +9 a 5 minuti dalla sirena, ma da lì in avanti i Clippers faranno un solo canestro, sull'unico rimbalzo offensivo del quarto. In difesa subiscono 16 punti consecutivi: switch difensivi eseguiti in modo pessimo e Jaric e Foye non perdonano dal perimetro.
Sam è stato il migliore dei suoi e l'ultimo a mollare in campo, ha perfino inseguito inutilmente Foye quando sulla sirena il rookie ha schiacciato il canestro del definitivo 104-96 mandando in delirio il pubblico presente al Target Center.
L'inquadratura sul volto del leader dei Clippers è impietosa e non si può non vedere quel misto di rabbia e delusione dello sconfitto che non ci sta a perdere. Vittoria o sconfitta, Cassell non manca mai l'appuntamento con i media:
Questa è davvero dura da mandare giù. Una partita già vinta, buttata via. Bisogna giocare duro per tutta la partita, i ragazzi lo devono capire.
Anche a Denver, invece, i Clippers giocano e reggono solo un tempo.
Dopo Kaman, pure Cassell si infortunia alla caviglia atterrando sul piede di Reggie Evans nel match giocato al Pepsi Center. Sam non è solo il leader in campo (e fuori) della squadra, in questo momento è molto di più: ne è il top scorer nonché l'unico giocatore in grado di sapere cosa fare nei momenti caldi delle partite.
Non me ne vogliano i sostenitori di Livingston, ma con Cassell out quasi tutta la partita è arrivata la peggior prova dell'anno e l'approssimazione in fase offensiva è tutta in questo dato: 36.4% dal campo. Contro i Nuggets, la squadra che segna più punti della Lega, non certo quella che ne concede di meno.
Quattro sconfitte consecutive dicono già molto dell'ultima settimana della (di nuovo) seconda squadra di Los Angeles. Da primi ad ultimi nella Division e virtualmente fuori dai playoff. Se i giudizi potevano essere affrettati 7 giorni fa, figuriamoci ora. Tuttavia non mancano i motivi di preoccupazione.
I Clippers l'anno scorso erano una delle primissime squadre dalla lunetta con oltre il 79% di realizzazioni. Quest'anno sono diciannovesimi con il 74.7%. Erano una delle migliori squadre a rimbalzo e nelle percentuali di tiro concesse agli avversari, ora sono a metà classifica per entrambi gli aspetti.
On the road i Clippers sono 0-5, mentre lo scorso anno terminarono la regular season con il record nella storia della franchigia: 20 vittorie e 21 sconfitte.
Come sempre confermarsi ad alti livelli è più difficile che raggiungerli. La stagione è lunghissima, spero di avere notizie migliori già tra 7 giorni.