Purtroppo per i Knicks questa è l'immagine più frequente della fine delle partite di New York
Cosa c'è di meglio di una serata in cui l'abituale sconfitta arriva contro la squadra allenata dall'ultimo coach degno di nota della franchigia, il giocatore che è stato il totem delle due passate decadi viene applaudito spontaneamente dal pubblico che dovrebbe sostenerti e il tuo general manager allenatore e il tuo playmaker titolare compeltano il tutto litigando.
Benvenuti a New York.
Isiah Thomas aveva chiesto 15 partite per vedere la struttura definitive della squadra. Dopo 12 partite è arrivata la prima risposta definitiva: il back court composto da Marbury e Francis non funziona. Per questo, dopo 65" della ripresa dell'ennesima sconfitta casalinga 97-90 contro Houston, Thomas li ha messi in panchina; perlomeno ha sfruttato un time out.
Marbury s'è arrabbiato di brutto, tanto che dopo la gara ha chiesto ed ottenuto un faccia a faccia con il suo allenatore; l'ex play dei Bad Boys ha negato d'aver parlato con Coney Island Finest. In realtà pare che il giocatore abbia strappato al suo coach la possibilità di giocare più per se stesso di quel che ha fatto finora. Marbury si sta prendendo la miseria di 9 tiri a partita, nel rapporto fra minuti giocati e tiri liberi conquistati è l'ultimo fra i giocatori significativi del back court; un evidente segnale di scarsa aggressività .
L'equazione si è poi ulteriormente complicata perché contro i Rockets il famoso cambio della discordia è avvenuto dopo una palla persa dell'ex Nets. "Ho preso due tiri stasera. - ha detto Marbury rispondendo a chi gli chiedeva se sentisse più pressione al Garden rispetto alle partite in trasferta - Quando un giocatore è sottopressione cerca di fare, di tirare. Io sto semplicemente facendo quel che mi chiedono." Dedicata a Thomas.
E ancora: "Non ho capito quel cambio; anzi il messaggio che ci ho visto è quello di non provare a far nulla in campo per non rischiare di sbagliare." Il giocatore veniva da tre partite in cui non aveva perso un pallone. Al di la di tutto c'è un numero che dimostra in maniera incontrovertibile che New York con Starbury non va: il plus minus dice che quand'è in campo la squadra è a -5.6punti per 48 minuti, quand'è fuori siamo a +7.4. Solo Curry, sul quale apriremo a breve un altro capitolo, fa peggio.
Se andiamo a vedere i numeri anche Francis non è messo bene con i suoi 6 tiri a partita. Da qui l'idea "geniale" di metterlo in panchina per liberare nello starting five Jamal Crawford; avevamo già parlato dell'idea del coach manager che voleva privilegiare le qualità di passatore in post dell'ex Magic. Crawford deve giocare, poche storie; l'ex Bulls fa succedere cose, è il miglior marcatore della squadra, è l'uomo che insieme a Robinson e Lee rivitalizza un quintetto che contro i Celtics era finito a -20.
Oltretutto con Crawford, 37 punti in quella partita, a fianco Marbury ha sempre giocato meglio. Le ultime due partite perse hanno dimostrato una volta di più che il cuore di questa squadra è il reparto degli esterni. Curry nel frattempo s'è preso un'altra sonora ripassata da Yao dopo esser stato del tutto inefficace nell'orrenda sconfitta contro Boston. E' brutto dirlo, perché Curry è costato tanto in termini di scelte e sta costando tanto in termini economici; ma il giocatore che era stato definito la pietra angolare dei prossimi dieci anni della franchigia, al momento è un totale fallimento.
"Per tutta la vita ho incontrato persone che mi chiedevano come mai non riuscivo a essere forte in base alle mie possibilità - ha detto l'ex baby Shaq dopo la brutta figura contro Houston - quindi sono abituato alle critiche; devo solo non pensarci e continuare a lavorare." Forse sarebbe il caso di farsi qualche domanda perchè il giocatore in 29.2 minuti di utilizzo prende 2 rimbalzi e mezzo meno di quanti ne prende Lee in 23 minuti: 6.2 contro 8.9.
C'è bisogno di un commento?
Dal canto suo Thomas potrebbe comunque cominciare a chiedersi come mai tutti ai Knicks sembrano rendere meno di quel che si suppone sia il loro valore individuale. Posto che il comandante in capo non ha reclutato benissimo le sue truppe, il generale non sembra avere un'idea chiarissima di come utilizzarle.
"Stiamo tentando tutto quel che è possibile per cominciare a vincere" ha detto l'ex general manager dei Raprtos prima di tornare sull'atmosfera del Madison Square Garden.
Appunto: si va per tentativi ad una velocità così elevata che non c'è nemmeno il tempo di valutare i reali effetti di ogni tentativo. Il nocciolo della questione non è se far partire in quintetto Francis o Crawford bensì fermare questa giostra impazzita che, secondo i ben informati, prevede già , con il rientro di Jeffries, il lancio in quintetto da tiratore di Richardson, il ritorno al ruolo di sesto uomo di Crawford e l'uscita dalla rotazione di Francis.
Come può essere colpa dell'atmosfera del Garden in un manicomio del genere? [I]"Il pubblico del Garden è così - ha spiegato Jeff Van Gundy dopo aver vinto - ci fischiava anche quando noi lottavamo per il titolo." Per chi non l'avesse capito la premessa serviva per la stoccata: quando c'era Van Gundy si lottava per il titolo.
Al momento attuale Isiah Thomas sembra quel bambino che, avendo 10 dolci davanti e non sapendo da quale cominciare, sta mangiando a caso con le mani.