NFC WEEK 11 REPORT

Frank Gore è il simbolo di 49ers vincenti contro Seattle ed in striscia positiva da tre giornate

NFC East
N.Y.Giants 6-4, Dallas Cowboys 6-4, Philadelphia Eagles 5-5, Washington Redskins 3-7

Come al solito la division più commentata e "derubata" è la East quindi vi rimando ai pezzi di Teo per leggere dei Cowboys, a quello di Charles per sapere come si sono comportati gli Eagles ed a quello di Dave sul Monday Night per conoscere le sorti dei Giants.

Restano quindi solo i Redskins a meritare un commento da parte del vostro. C'era il debutto del QB Jason Campbell a tenere banco il Florida contro i Buccaneers ma c'era anche il trovarsi di fronte il compagno di squadra al college Cadillac Williams. E proprio il running di Tampa Bay ha fatto la differenza e con lui tutto il ground game della squadra di Gruden che, al contrario di quello di Washington, ha dettato il ritmo partita.

Complice l'infortunio del running back Portis ( stagione finita per lui ) l'attacco dei Redskins è diventato monodimensionale affidandosi, gioco forza, a Campbell che, ad onor del vero, ha disputato una sostanziosa partita per essere la prima da titolare, chiudendo anche un drive da 14 giochi e 80 yards con un passaggio da touchdown di 4 yards per Todd Yoder.

A quel punto mancavano però solamente 30 secondi e, con i Bucs sopra di un field goal, l'unica possibilità  era affidata al recupero di un onside kick che, però, non è avvenuto privando i Redskins di una vittoria bisognosa più per il morale che per la classifica.

NFC North
Chicago Bears 9-1, Green Bay Packers 4-6, Minnesota Vikings 4-6, Detroit Lions 2-8

Pensare di poter giocare tutta la partita marcando ad uomo i ricevitori dei Patriots con l'uomo dietro il centro deputato a recapitarli il football che risponde al nome di Tom Brady è pura utopia. Eppure coach McCarthy avrebbe dovuto saperlo e, ciò nonostante, è rimasto con il man-to-man arrivando anche a raddoppiare i vari Caldwell e Gaffney ma lasciando un buco enorme in mezzo al campo che Brady ha sfruttato alla perfezione andando a colpire il TE Watson ( 5 ricezioni per 74 yards e 1 TD ) e il RB Maroney ( 4 x 34 yards e 1 TD ).

Sotto 21-0 poi la partita ha perso di interesse, a maggiore ragione quando anche i Packers hanno perso Brett Favre dopo un colpo di Bruschi su un'azione che ha portato al sack del quarterback di Green Bay.

I Pats hanno continuato a mettere pressione alla linea offensiva dei Packers trovando varchi che hanno portato a 4 atterramenti del QB avversario e mandato in confusione l'anemico attacco di Green Bay. Avrebbe potuto aiutare le corse se il running back Ahman Green avesse svolto un qualche ruolo all'interno della partita ma la difesa di New England non ha concesso nulla ( 2.5 yards di media a portata su 17 tentativi, la corsa concessa più lunga di 9 yards ).

Le conseguenze sono state fin troppo ovvie: pochissimi primi downs ( 5 ), incapacità  di tenere vivo il drive ( un solo tentativo di terzo down su 13 riuscito a convertire in primo down ), poco possesso del pallone ( la metà  di quello Patriots ) e 10 punt su 13 possessi offensivi.

Favre e coach McCarthy non si sono pronunciati sulla presenza di Favre in campo la settimana prossima ma, se Green Bay ha qualche velleità  di wild card, la presenza del veterano sarà  fondamentale da qui alla fine della regular season.

Con quel tipo di difesa che si ritrovano ( altri 2 intercetti contro i Jets per un totale stagionale di 15, seconda prestazione NFL dopo i 18 dei Ravens ) i Chicago Bears possono anche permettersi di lasciare che l'attacco trovi, prima o poi, il tocco vincente ed il drive giusto.

Un primo tempo scialbo ha fatto da cornice all'incontro fra Jets e Bears, nella seconda trasferta consecutiva di Chicago a New York. Primi 30 minuti che avevano visto i Jets imporre il proprio game plan, tenendo la difesa dei Bears in campo per 19 minuti ma non riuscendo a capitalizzare da sì tanto possesso palla.

Nel secondo tempo la situazione si è rovesciata e così un Grossman da 7 yards nel primo tempo ha chiuso i 6 completi della seconda frazione con 112 yards ben aiutato, aspetto fondamentale domenica, da un running game valido ( 35 corse per 173 yards totali ) che ha visto in Thomas Jones l'attore principale ( 23 portate per 121 yards ).

La vera sfida dei Bears è adesso vincere la terza partita in trasferta consecutiva contro i New England Patriots in quel di Foxboro.

Vediamo se l'identikit è abbastanza fedele all'originale: attacco carente ( 3.3 yards di media a portata, 18 incompleti su 44 tentativi, 66.7 il rating del QB e 0 passing TDs nonostante più di 100 yards di total offense rispetto agli avversari e nonostante 12 minuti in più di possesso e nonostante 25 primi downs e 14 serie offensive ), falloso ( 3 fumbles, 1 intercetto), nonostante la miglior difesa NFL contro le corse ( 60.3 yards di media, solo 4 touchdowns concessi ) e nonostante i Dolphins abbia avuto come miglior RB un difensive end"
Ops detto Dolphins, scoperto l'inganno. Dopo aver vinto 4 partite delle prime 6 l'attacco dei Minnesota Vikings si è praticamente fermato non raggiungendo i 20 punti in nessuna della ultime 4 sconfitte.

E' fin troppo ovvio che non può essere sempre la difesa a darti la possibilità  di vincere una partita. Specialmente quando sei nella posizione di vincere e commetti tre turnovers nel sol ultimo quarto, negandoti così ogni possibilità  di vincere.

E dire che i Vikings ne avrebbero avuto bisogno anche alla luce di come si è sviluppata questa undicesima settimana NFL. Una vittoria infatti avrebbe portato la squadra di Childress ad un record del 50% che, ad oggi, equivale ad avere nella NFC un posto in lizza wild card.

La partita con Miami è scivolata dalle mani di Minnesota quando un fumble di Chester Taylor era recuperato dalla difesa dei Dolphins che portava Miami in vantaggio di 4 punti. E quando, due azioni dopo, Brad Johnson si faceva intercettare da Jason Taylor che ricopriva le 51 yards che lo separavano dalla end zone portando così i Dolphins sopra di 11 punti ed a niente valeva il TD su corsa di Taylor allo scadere della partita.

Chiudiamo con i Lions che perdono l'ennesima ( ottava ) partita di questa strana e sfortunata, per loro, stagione. Pronti via e sembra una domenica in cui iniziare a fare la conta di chi c'è e chi è assente. Lista, quest'ultima, alla quale si aggiunge alla fine del primo quarto il running back Kevin Jones.

Senza accorgersene, o meglio vedendo i punti sul tabellone accumularsi, i Lions si sono trovati sotto 21-0 a causa dell'incapacità  di produrre un drive vincente e chiudendo tutti i possessi offensivi fino al terzo quarto con un punt od una palla persa.

La mancanza di un valido gioco di corsa ha messo la partita nelle mani di Kitna che ha finito con il commettere qualche errore ( 23/38 per 248 yards, 1 INTs, no TDs, 8 ricevitori con almeno una ricezione) subendo anche la pressione difensiva dei Cardinals ( B. Berry 2 sacks, 4 totali ) e riuscendo a capitalizzare solo con un field goal un drive lunghissimo nel terzo quarto che ha visto Detroit avere il pallone per 12 minuti.

A fine partita Marinelli ha puntato il dito contro la propria difesa, sottotono specialmente nelle partite fuori casa dove invece il suo apporto è più importante, mentre Kitna ha messo in discussione alcune scelte fatte dal coordinatore offensivo Martz. La situazione a Detroit non è delle più rosee dunque e certo la prossima partita in casa contro i lanciati Dolphins non aiuta.

NFC South
New Orleans Saints 6-4, Carolina Panthers 6-4, Atlanta Falcons 5-5, Tampa Bay Buccaneers 3-7.

Le assenze in difesa erano pesanti e contro un attacco come quello dei Ravens si pensava che i Falcons avrebbero fatto di tutto per far stare i propri difensori sulla sideline il più a lungo possibile.

Game plan perfettamente riuscito nel primo tempo quando Baltimore rimaneva senza segnare e il running game avversario conquistava solo 7 yards. I Ravens erano quindi stati costretti a conquistare yards per via aerea e la pass rush dei Falcons era stata abile nel contenere McNair mettendogli pressione. Atlanta avrebbe dovuto quindi mettere più di un TD di differenza fra sé ed i propri avversari dunque, sfruttando al meglio i 7 possessi offensivi della prima frazione.

Nel secondo tempo infatti le prestazioni dello special team dei Falcons hanno fatto la differenza. In negativo. Il Raven BJ Sams, con tre ritorni da 22, 59 e 59 yards dava alla sua squadra favorevoli posizioni di campo che i Ravens sfruttavano al meglio per capitalizzare e mettere punti sul tabellone, nello stesso tempo affaticando la difesa dei Falcons ( 20 minuti in campo nel secondo tempo ).

I Falcons così perdono la terza partita consecutiva dopo un inizio di stagione con due sole sconfitte in sette gare. Preoccupa l'involuzione di Vick ( 4 INTs nelle sconfitte, mai più di 14 punti a referto nella striscia negativa ) ma anche la difesa che, però, paga le assenze soprattutto.

Un mese fa sembrava che in casa i Saints non dovessero perdere mai. Il Superdome che era inviolabile per qualunque formazione NFL è stato teatro invece della seconda sconfitta consecutiva tra le mura amiche dei Saints. Una partita che tutto sommato New Orleans ha giocato forse meglio dei Bengala, producendo più yards offensive, più possessi, più primi downs ed oltre 7 minuti di possesso palla in più.

Allora come si spiegano i soli 16 punti a referto contro i 31 di Cincinnati?. Semplicemente elencando gli errori commessi dalla squadra di coach Payton che non è riuscita, tra l'atro, a mettere pressione su Palmer ( 1 sack, 127.8 di rating ) e soprattutto non avendo nessuno che potesse contenere uno scatenato Chad Johnson ( 6 ricezioni per 190 yards e 3 TDs ) sul profondo.
I completi di Palmer con Johnson hanno aperto il campo per le corse dell'altro Johnson, Rudy, che ha chiuso con 111 yards e la migliore prestazione neglu ultimi due mesi ( 145 yards il 17.09 contro i Browns ) .

Dicevamo degli errori: Brees, nonostante le 510 yards su passaggio, ha subito la difesa dei Bengala e i blitzes che questa ha portato e che hanno portato, non tutti ovviamente, ai tre intercetti di cui due fondamentali perché lanciati in end zone. Senza quegli errori probabilmente New Orleans avrebbe messo punti sul tabellone e avrebbe cercato di spostare il gioco maggiormente sul proprio backfield ( solo 3 primi downs conquistati sui 29 totali della squadra ) tenendo il possesso del pallone.

La sensazione finale è di una squadra in difficoltà  emotiva, più che fisica o tecnica. Dopo un inizio eccezionale i Saints hanno perso 3 partite delle ultime 4 dando così un nuovo volto alla classifica della South che li vede ora in testa con i Panthers.

Carolina che ha lasciato a secco i Rams in una sfida dominata dalla difesa della squadra allenata da John Fox che ha sfruttato al meglio l'assenza del left tackle Pace nella linea offensiva per arrivare a Bulger e mettere pressione al quarterback avversario inducendolo in errore ed a lanci affrettati.

Il resto lo ha fatto un running game che ha corso a piacimento nella difesa di St. Louis trovando un DeAngelo Williams pronto a subentrare all'infortunato Foster ottenendo 114 yards da 20 portate. I Panthers, quando riescono a correre, sono una squadra temibile perché permettono a Delhomme di limitare gli errori e trovare i bersagli ( Steve Smith e Johnson ) più facilmente.

Non inganni però il punteggio né tantomeno la prestazione generale dei Panthers che, anche contro una difesa come quella dei Rams, hanno avuto difficoltà  a mettere punti sul tabellone riuscendo a concludere positivamente solo 3 possessi offensivi sui 13 avuti a disposizione ( in realtà  11 perché due sono avvenuti alla fine del primo e del secondo tempo ).

Ok, davanti avevano un quarterback alla prima da titolare e senza le due principali opzioni offensive della squadra ma la prestazione dei Buccaneers ha rincuorato molti tifosi.

Soprattutto la grande prestazione di Cadillac Williams che, correndo 122 yards, ha stabilito il proprio record stagionale ed ha permesso ai Bucs di controllare l'orologio ( 12 minuti di possesso in più sui Redskins ) e di avere un gioco bilanciato ( 8 primi downs su corsa, 9 su passaggio).

Con un running game valido il quarterback Gradkowski ha fatto quello che gli riesce meglio, ovvero amministrare la partita ( i 21 passaggi tentati sono il dato più basso delle 7 partite da titolare del 2006 ) non commettendo errori ( un fumble ed un intercetto ininfluenti ai fini del risultato ed una percentuale di completi del 66.7%, best stagionale ) e trovando il TE Becht e il WR Galloway nella end zone avversaria.

Per una volta la difesa dei Bucs ha "tenuto" il running game avversario sotto le 3.5 yards a portata ( dato che rappresenta l'elite NFL 2006 ) e quindi ben sotto la media stagionale di 4.1 yards ma complice è stato l'infortunio che ha privato Washington del running back titolare, Clinton Portis.

Con meno attenzione da dedicare al gioco di corsa avversario i difensori di Tampa Bay hanno potuto andare a caccia di Campbell ( 2 sacks ) mettendo così pressione ( 8 hurries ) al quarterback di Joe Gibbs e frustando i Redskins nelle situazioni di terzo down ( 4-13 finale ).

NFC WEST
Seattle Seahawks 6-4, San Francisco 49ers 5-5, St. Louis Rams 4-6, Arizona Cardinals 2-8

Dov'è finito uno dei migliori attacchi NFL? Parliamo ovviamente dei St. Louis Rams rimasti a secco nell'incontro che li vedeva opposti ai Panthers. La quinta sconfitta consecutiva crea qualche imbarazzo e mugugno all'interno della squadra allenata da coach Linehan soprattutto perché venuta contro una formazione che è 28° nelle corse e che ha invece trovato una difesa compiacente chiudendo con 244 yards via terra, record della sqauadra.

Tutto è iniziato però la settimana scorsa quando l'infortunio occorso al LT Pace ha costretto lo staff tecnico a rimescolare la linea offensiva incidendo sulle prestazioni della stessa che ha subito il fronte difensivo dei Panthers per tutta la durata dell'incontro.

Bulger infatti è andato giù 7 volte, pressato dai difensori di Carolina e la conseguenza, con un running game praticamente nullo ( 8 portate per 31 yards ), sono stati possessi veloci e infruttuosi. Dei dodici possessi offensivi infatti St. Louis ne ha chiusi ben 9 con un punt, non riuscendo mai a guadagnare più di 44 yards con un singolo drive, subendo anche un intercetto, una safety e perdendo un pallone in territorio avversario.

La difesa non ha avuto risposte per il wide receiver Smith con gli uomini della secondary battuti quasi su ogni traccia mentre in attacco i pari ruolo Rams mancavano ricezioni ( 5 solo di Isaac Bruce ).

La partita fra Seattle e San Francisco doveva scrivere, nelle intenzioni di coach Holmgren, per fare riprendere confidenza con i ritmi di gioco al rientrante Alexander. I 49ers erano sì in striscia positiva ma erano pur sempre una squadra giovane ed inesperta con un allenatore al secondo anno NFL.

Invece Mike Nolan ha già  dato una sua impronta alla squadra e San Francisco lotta ogni domenica e quando la formazione avversaria non riesce a "finire" la partita allora i ragazzi di Nolan vanno per la giugulare.

La 3 vittoria consecutiva dei 49ers ha il volto e le gambe di Frank Gore: 212 yards ( record franchigia e personale ) e un costante problema per la difesa dei Seahawks tanto da portare Seattle sotto 20-0 alla fine del primo tempo.

I due intercetti lanciati da Wallace nella prima frazione hanno infatti portato a due segnature 49ers e neanche il ritorno di Alexander ha permesso a Seattle di organizzare drives vincenti e di tenere il proprio attacco in campo. Infatti San Francisco ha avuto il controllo del pallone per quasi 10 minuti rispetto agli avversari nei primi 30 minuti di gioco.

Poi piano piano l'attacco di Holmgren è entrato in ritmo con Seneca Wallace a trovare pronte le mani di Branch e Jackson per due touchdowns che facevano tornare a contatto i Seahawks. In quel momento è uscita, sorprendentemente viste le prestazioni passate, la difesa dei 49ers che riusciva a fermare tre possessi offensivi dei Seahawks, prima fermando Alexander su un 4-and-1, poi intercettando Wallace ed infine, dopo un field goal sbagliato da Nedney, recuperando un fumble di Matt Strong.

Seattle ha avuto poco dal suo running game ( 70 yards ) ed ha pagato la pessima prestazione del primo tempo, riuscendo a convertire in primo down solo un tentativo su otto e subendo invece il gioco dei 49ers e la precisione di Alex Smith ( solo 6 incompleti ) ben aiutato, come detto, dal gioco di corsa con Gore.

Con la vittoria sui Lions Dennis Green si leva la proverbiale scimmia dalla spalla ed interrompe la striscia di 8 sconfitte consecutive che durava dalla seconda giornata di stagione regolare.

La partita nello stadio dell'Università  di Phoenix ha visto una buona partita di Leinart che ha forse compreso l'importanza che può avere sulla sua partita e su quella dei compagni un buon running game. I Cardinals hanno infatti goduto della prima vera buona partita di Edgerrin James ( 96 yards con 22 corse ) che ha costretto i Lions ha sacrificare un uomo in più nel box aprendo il campo per il gioco aereo di Leinart ( 8 ricevitori con almeno una ricezione, 5 completi da + 20 yards ).

Non che sia stato tutto rose e fiori: se i Lions avessero avuto un altro possesso forse saremmo a scrivere un altro finale ma i Cardinals sono stati bravi nel gestire l'ultimo pallone della partita, facendo scorrere l'orologio e conquistando un terzo down fondamentale con una corsa di Shipp a due minuti dalla fine che ha mantenuto vivo il possesso offensivo che Leinart ha poi chiuso, tre azioni dopo, con un inginocchiamento.

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